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Arriva l’auto ad aria compressa. Un solo euro per 100 Km

Arriva l’auto ad aria compressa. Con i tempi che corrono e con il prezzo della benzina e dei carburanti alle stelle, è una grande notizia. In tanti credevano che l’idea di una macchina che va ad aria non sarebbe mai stata realtà e sarebbe rimasta sulla carta a vita, come un sogno in un cassetto. Un sogno che avrebbe permesso di non inquinare e, soprattutto, un sogno che avrebbe permesso di risparmiare. Come nelle grandi favole, fortunatamente, il sogno si è avverato, grazia alla collaborazione tra Mdi (Motor development International) e la società indiana Tata. Ed ora tutti potremmo usufruire di una city car che con un solo euro percorre 100 Km.

La prima auto ad aria ad arrivare sarà l’AirPod e sarà omologata come quadriciclo leggero ‘grande’, quello che può essere guidato a partire dai 16 anni per intenderci. Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni. Ma la gamma di modelli prevede anche berline, macchine da famiglia, veicoli commerciali, trattori e bus.

L’auto ad aria compressa grazie ad un solo pieno, che si fa collegando l’auto alla rete elettrica di casa, può percorrere poco più di cento chilometri, al costo di un solo euro o 2, se si ricarica dal benzinaio. Come funziona? Grazie ad una sorta di motore/alternatore che, agganciato alla corrente, aspira e comprime l’aria, in modo da renderla disponibile per gli spostamenti dell’auto. Non solo. Le auto ad aria compressa avranno anche in dotazione un motore elettrico, che serve da supporto nel caso in cui il serbatoio rimane a secco. Le emissioni sono quasi pari a zero e sono dovute al processo di riscaldamento a 600 gradi dell’aria, per poter produrre energia cinetica.

L’auto ad aria compressa è innovativa non solo nella tecnologia, ma anche nella strategia di mercato. Non esisteranno concessionarie, ma solo fabbriche che si occuperanno della produzione all’80% e della vendita diretta. Le auto ad aria compressa si potranno acquistare a partire da metà 2013, quando la prima auto sarà lanciata sul mercato di Lussemburgo. Gli italiani interessati potranno acquistarla direttamente dal sito della Mdi. Il costo della prima auto ad aria compressa, ovvero l’Airpod, sarà di 7000 euro.
Fonte:http://mobilita.ecoseven.net
Tratto da:http://www.stampalibera.com/?p=47101#more-47101

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Un misterioso bolide infuocato solca i cieli del Messico,video

Uno strano bolide infuocato è stato visto precipitare dal cielo di Città del Messico, il 20 maggio scorso. Il filmato che ha visto tra i protagonisti l’ufologa messicana Ana Luisa Cid,  mostra la presenza nel cielo di un oggetto infuocato che sta per schiantarsi al suolo. Mentre l’oggetto perde quota sempre più velocemente, numerose parti infuocate si staccano dallo stesso, precipitando nel vuoto.
L’enfasi delle esclamazioni di stupore che si odono nel filmato fa sicuramente comprendere lo spontaneo allarmismo dei testimoni presenti ai fatti, ritenuti reali dai ricercatori che stanno tuttora svolgendo le indagini sul caso.
La presenza poi di un aereo di passaggio nelle vicinanze, inquadrato qualche secondo prima dell’oggetto infuocato, confermerebbe altresì l’idea che le immagini successive siano state frutto della totale casualità e non di una frode premeditata. L’ufologa messicana, che si trovava sul posto per una visita familiare, ha ipotizzato comunque il passaggio di un pallone o di una lanterna cinese che potrebbe aver accidentalmente preso fuoco. Tuttavia, le indagini preliminari hanno escluso per il momento che ci siano state nelle vicinanze feste private o popolari per cui, il mistero risulta tutt’altro che risolto.

Si è votato ad Atene o a Bruxelles?

Marco Cedolin

Non era mai accaduto dalla fine della guerra fredda, che alla campagna elettorale per il voto all'interno di uno stato sovrano, partecipassero con tanta enfasi tutti i grandi poteri che gestiscono la politica e la finanza globale. Dai leader dei paesi europei ai vertici della BCE e del FMI, passando attraverso le grancasse dei media di tutta Europa.
La nuova tornata elettorale, che a distanza di un solo mese dalla precedente ha riportato quasi 10 milioni di greci alle urne, dal momento che l'esito della votazione di maggio non aveva consentito la formazione di un governo che avallasse i diktat della BCE, è stata dipinta nell'immaginario collettivo come una sorta di referendum sull'euro, dal cui esito sarebbe dipeso il futuro della sciagurata moneta che ci accompagna da ormai dieci anni.
Capi di stato (con in testa Angela Merkel), mestieranti politici, banchieri, economisti d'accatto, giornalisti mainstream ed esperti da cortile di ogni risma e colore si sono prodigati senza sosta, nell'appellarsi al senso di responsabilità del popolo greco, affinchè si recasse in massa a votare il sostegno alla UE, all'euro e al piano di austerità che di tale sudditanza é parte integrante.....



Per l'occasione sono state messe in campo pressioni di ogni genere, nell'ambito di un vero e proprio terrorismo psicologico che paventava le peggiori sciagure e un futuro di miseria infinita (perfino peggiore di quella attuale) nel caso i cittadini greci avessero scelto una formazione politica non allineata alle direttive dei grandi poteri finanziari.
Il tutto a creare un'atmosfera surreale, all'insegna della menzogna, del ricatto e dell'intimidazione, all'interno della quale il popolo greco, stremato da una crisi che morde le caviglie, veniva chiamato a scegliere ciò che già altri avevano reputato fosse meglio per "il suo bene" e soprattutto per quello di un sistema economico/finanziario ormai moribondo, ma fermamente intenzionato a sopravvivere a sè stesso, finché resterà una stilla di sangue da suggere dalle vene degli esangui cittadini.

Non a caso proprio una TV belga, quando ancora mancavano alcune ore alla chiusura dei seggi ad Atene, é stata la prima a diffondere i dati estrapolati da fantomatici exit poll, che vedevano in vantaggio il partito di centrodestra sodale con le direttive europee. Senza dubbio un fulgido esempio di democrazia, quello di diffondere dati sull'orientamento del voto ad urne ancora perte, in tutto e per tutto in linea con la connotazione tragicomica che si é inteso dare a questa ripetizione di tornata elettorale.

Dopo l'anticipazione fornita da Bruxelles, anche i primi dati che arrivano da Atene sembrano confermare a grandi linee l'indicazione precedentemente tratteggiata.
Il centrodestra di Nuova Democrazia, in testa sia pur di misura con circa il 30% dei voti, insieme ai socialisti del Pasok (terzo partito in flessione con circa il 12%), grazie al cospicuo premio di maggiornaza esistente in Grecia, avrà con tutta probabilità la maggioranza di seggi necessaria per costituire un governo nel segno del'euro, che sia diretta emanazione della BCE.
La sinistra del "ma anche" rappresentata da Syriza aumenta i consensi sfiorando il 30% ma sembra ritrovarsi fuori dai giochi. L'estrema destra di Alba Dorata conferma l'ottimo risultato della scorsa tornata e con circa il 7% entra in parlamento, insieme agli indipendentisti, alla sinistra moderata ed ai comunisti del KKE, tutti quanti in forte flessione.

Christine Lagarde ed Angela Merkel possono tirare un sospiro di sollievo e volare in Messico al G20 insieme a Mario Draghi. L'euro è salvo, in Grecia non si dovrà tornare a votare di nuovo fra un paio di mesi e in una maniera o nell'altra l'hanno sfangata anche questa volta. Nuova od usata che grande cosa la democrazia.

VALVOLA ANTISISMICA

C’è una categoria di scienziati che fa la differenza: i visionari. Fu una mela che cadeva da un albero a ispirare Netwon, mentre Einstein arrivò a scoprire la teoria della relatività partendo da una domanda che si faceva da bambino “che cosa accadrebbe se potessi viaggiare su un raggio di sole?”
Nell’ambito dei visionari ci sono poi degli uomini che sono talmente avanti del loro tempo che vengono dimenticati e riscoperti dopo decenni: uno di questi è Nikola Tesla, morto poverissimo in un Hotel nonostante abbia inventato una cosa presente in tutte le nostre case: la corrente alternata, in una vicenda che lo ha visto competere con il ben più ricco e famoso Edison.
Alla categoria di Tesla, appartiene un genio italiano, morto solo qualche anno fa, di cui si sa pochissimo.Pier Luigi Ighina, collaboratore di Guglielmo Marconi, ha lasciato alcune invenzioni che sono talmente rivoluzionarie da essere trattate come ridicole.
Eppure davanti alle telecamere di Bernardo Iovene in un “Report” del 1998, il nostro Ighina, ormai novantenne, dimostrò come, utilizzando una macchina di sua invenzione, si poteva aprire uno squarcio nel cielo nuvoloso nel giro di poche decine di minuti.
Lo stesso apparato di Ighina era in grado di far materializzare le nuvole e la pioggia cambiando semplicemente il senso della rotazione.
Un’inchiesta di Voyager molto più recente ha evidenziato che, poiché Ighina era uno dei pochissimi che viveva all’interno dell’autodromo di Imola e veniva disturbato dalle gare, faceva deliberatamente piovere durante i Gran Premi di Formula Uno, tanto che venne più volte contattato dagli organizzatori affinchè interrompesse tale forma di boicottaggio.
Ma la parte più sorprendente del lavoro di Ighina Ã¨ la sua valvola antisismica.
Basti pensare al 2 gennaio 1996. La notizia del giorno riguardava un terremoto con due epicentri che aveva colpito Faenza e Modena, saltando letteralmente Imola, che si trova in mezzo a queste due città, ma dove era già ben piantata nel terreno la struttura di sua invenzione. La valvola antisismica di Ighina, restò piantata per anni nel giardino della grande casa di via Romeo Galli, sino a che fu’ estratta dal terreno, a causa di una grande ristrutturazione del caseggiato, dopo che Ighina, nel 2004, venne a mancare.
In un territorio fortemente sismico comequello dello Stretto di Messina, una struttura del genere potrebbe salvare molte vite umane ed è per questo che è nato un comitato che ha autofinanziando la costruzione di una valvola antisismica che è stata installata a Reggio Calabria. E’ costata in tutto circa 3.000 euro, per una struttura che spunta per circa tre metri fuori dal terreno e che è stata riempita con polvere di alluminio sulla base del progetto originale disegnato da un discepolo di Ighina. Un progetto nato in tempi non sospetti (su MeteoWeb ne avevamo parlato più di un anno fa) e che adesso tutti si chiedono se basterà per evitare i terremoti nello Stretto di Messina, una delle zone più fortemente sismiche d’Italia. In quel caso, Ighinae tutti i suoi seguaci diventerebbero degli eroi. Se invece così non fosse, quantomeno hanno provato a perseguire un esperimento assolutamente suggestivo e affascinante. fonte link

La rete: l’oppio dei popoli


di Gianni Tirelli

“Il Sistema dorme sonni tranquilli, certo che la massa di ebeti adoranti, narcotizzati e intrappolati come mosche fra le maglie della grande ragnatela mediatica, ha perduto per sempre la sua capacità di di ribellarsi e di combattere”

Mi rivolgo a tutti voi, amici e nemici, sostenitori e accaniti detrattori, sottraendomi da ogni sentimento di disprezzo e di odio che in genere nutro per tutti coloro che ancora oggi, nonostante la tragedia umana, sociale e ambientale che aleggia minacciosa sopra le nostre teste, persistono nei loro comportamenti dissennati, rendendosi complici diretti e fautori della fine, prossima e ineluttabile.

Se noi stessi, per primi, siamo incapaci di riconvertire i nostri comportamenti irrazionali in altri di natura etica e spirituale, come possiamo minimamente credere di trasmettere quella forza empatica che dietro le nostre parole, può produrre il cambiamento?

E’ l’esempio che conta e non l’inconcludente chiacchiericcio ! I fatti concreti e la coerenza dei nostri atteggiamenti, si ascrivono a metafora delle radici sane e profonde di quell’albero che è la nostra vita. Un albero che può produrre frutti dolcissimi se curato a dovere, e frutti velenosissimi se lasciato a se stesso.

Ma mentre io arrivo al succo della questione, alla radice del problema, gli intelligentoni di turno continuano a svolazzare fra le foglie secche e i frutti bacati di un albero che sta per tirare le cuoia ed esalare il suo ultimo respiro. Del resto, l’immagine del mondo che abbiamo di fronte é la logica e inevitabile conseguenza di una moltitudine di parassiti in balia della propria coltivata ignoranza che nel tempo ha trasfigurato in astio, odio, solitudine, intolleranza e fascismo.!

Il mondo ci sta crollando addosso e nel frattempo i grandi capitalisti sono intenti a studiare nuove forme di speculazione mentre, dall’altra parte, un branco di stupidi indefessi, in veste di novelli Sheelock Holmes si limitano a denunciare le cause di un tale tracollo economico, ambientale, umano e di valori – tutto questo senza muovere un dito – senza volere rinunciare a nulla per cambiare lo stato delle cose, anteponendo un fastidioso parlottio all’azione pragmatica. Hanno smarrito quella passione che consentirebbe loro di avere il polso esatto dell’attuale condizione in cui versa l’umanità, costringendoli così ad avventurarsi nei meandri di una realtà che lo stesso Dio onnipotente non sarebbe in grado di decifrare.

Quando sento parlare di certezza scientifica, rabbrividisco! Un ossimoro a tutti gli effetti: una calamità che non ha risparmiato niente e nessuno. Un’opera di distruzione di massa che ha tradotto tutto in chimica, plastica, tecnologia e rifiuti, e che non ha precedenti nella storia di questo pianeta – un atto di estrema incoscienza e di profanazione, per trarre profitti vivisezionando l’opera di Dio. Un peccato talmente abominevole che ha messo ha dura prova la sua pazienza, e alterato le logiche e le ragioni degli equilibri perfetti che regolano il cosmo. La terra, per l’universo (un tutto vivo e pensante), è oggi come una cellula cancerogena all’interno di un organo del corpo umano, che riproducendosi in forma ipertrofica, rischia di infettare e contaminare tutto il resto.

E’ per tanto ragionevole pensare, che presto sarà annientata in virtù di un meccanismo di auto protezione di cui si avvale l’universo, in circostanze simili. E non sarà ne la prima ne l’ultima volta!

Ma queste, sono cose che io so, e che attingo dalla mia mente liberata e dalla mia anima trascendente, mentre i tanti, che cavalcano l’onda dell’iper/informazione mediatica, non sono che un branco di asini ammaestrati dall’opera di omologazione del Grande Fratello: la Rete.

Di veramente nostro, in realtà, non se ne vede l’ombra (se non in rare eccezioni), indaffarati come siamo a rendere pubblici i crimini economici, politici, finanziari e ambientali di questa società e che, in larga parte, sono la risultante dei nostri comportamenti, e dipendenze dal Sistema Bestia.

Tutto troppo comodo! Non è in questo modo che ci laveremo la coscienza! Siamo tutti complici e fautori di quella fine che abbiamo prodotto, e che ce ne guardiamo bene dal volere vedere, rinnegando l’evidenza dei fatti e rimandando ad altra data quella consapevolezza che ci costringerebbe ad abbandonare ogni resistenza e inettitudine, per sferrare il colpo mortale al Sistema Potere.

Dobbiamo togliere la testa dalla sabbia e guardare in faccia alla realtà, benché dura e dolorosa, ma in qualsiasi caso, la cosa più opportuna da fare.

L’imminente collasso del Sistema, non è più una questione di un secolo o di qualche decennio, ma siamo alla vigilia del punto di non ritorno. E dunque che mi frega di apparire impopolare, offensivo e catastrofista, suscitando l’indignazione, lo sprezzo e lira degli altri? Sono in pace perché io so, mentre gli altri sono informati, ma non sanno niente. La verità è un atto di umiltà – quel processo di bonifica interiore che ci libera da pregiudizi, conformismi, dipendenze e debolezze per poi condurci al’essenza delle cose.

Siamo alla Fine, comunque la si voglia immaginare! Il tempo è scaduto, e se non avete ancora fatto le valige per abbandonare le città e trovare rifugio e autonomia in qualche luogo sicuro, le vostre possibilità di sopravvivere, sono nulle.

Il Sistema ci vuole così! Come adesso; incollati di fronte allo schermo di un computer, inebetiti dall’illusione di ritenerci liberi, e di poterlo combattere e sconfiggere, in virtù qualche post trafugato dal grande mare della Rete. Un innoquo gioco d’aria prodotto dal movimento di un ventaglio, sulla sua chioma posticcia!!

Adesso siamo schiavi a tutti gli effetti. Questo è il “moderno oppio dei popoli!” Una droga virtuale che ci ha reso inoffensivi, sterilizzando ogni personalismo, disinnescando in noi ogni impulso rivoluzionario, e lobotomizzando le nostre coscienze.

L’informazione attraverso i moderni mezzi di comunicazione, è simile ad un giornale di gossip che registra le notizie in tempo reale, provocando la maniacale curiosità della gente al pettegolezzo e relegandola in una condizione di immobilità invalidante – esonerandola così da ogni oggettiva responsabilità. Il Sistema dorme sonni tranquilli, certo che la massa di ebeti adoranti, narcotizzati e intrappolati come mosche fra le maglie della grande ragnatela mediatica, ha perduto per sempre la sua capacità di di ribellarsi e di combattere.

Lui intanto incassa, e se la ride sulla nostra conclamata cazzonaggine!

Russia: KRASNOYARSK-26,la citta' segreta progettata per l'apocalisse


Zheleznogorsk è una cittadina della Russia orientale, affacciata sul fiume Yenisei. Si chiama così solo dal 1992, nonostante la sua costruzione sia avvenuta nel 1950, quando la zona su cui sorge non era nient’altro che un territorio desolato al confine della foresta siberiana. Per oltre 40 anni, fino alla disintegrazione dell’impero sovietico, quasi nessuno è stato al corrente della sua esistenza. Eppure la città era popolata da centinaia di ingegneri, fisici e soldati che chiamavano il posto in cui vivevano con il nome in codice di Krasnoyarsk-26.

Sotto la bandiera rossa dell’Urss issata nella inospitale Siberia, centomila fantasmi hanno vissuto e lavorato ogni giorno in una città altrettanto fantasma, non segnata sulle carte geografiche, difficile da raggiungere e mantenuta appositamente isolata dal mondo. Krasnoyarsk-26 era una delle città segrete dell’Unione Sovietica. Una delle meraviglie moderne dell’ingegneria militare, il complesso nucleare segreto più grande del mondo. Pochi palazzi residenziali costruiti attorno a tre reattori per la produzione di plutonio per le armi atomiche che avrebbero dovuto servire ai russi per vincere la Terza guerra mondiale contro gli Stati Uniti.

Per decenni, in silenzio, la città si è preparata all’apocalisse. Continue esercitazioni, esperimenti e test venivano condotti in strutture sotterranee multilivello con oltre 3500 stanze o in gallerie scavate a 200 metri di profondità all’interno di una montagna. Tutti dovevano essere pronti a tutto, anche ad un attacco a sorpresa. Ecco perché gli impianti dei reattori erano progettati non solo per resistere ad un bombardamento nucleare, ma anche per reagire continuando a produrre plutonio per gli armamenti.

Ma in attesa del conflitto globale, a Krasnoyarsk-26 non si viveva affatto male per gli standard di vita dell’Unione Sovietica. Chi lavorava agli impianti nucleari era ottimamente pagato e poteva godere di molti privilegi sociali per sé e per la propria famiglia. In cambio lo stato comunista imponeva la più assoluta segretezza su quanto accadeva in città. Gli spostamenti degli abitanti erano scoraggiati dalle autorità locali, per entrare o uscire dai confini di quel lembo di Siberia ci voleva un pass speciale. Anche le comunicazioni con il resto del paese erano difficoltose ed avvenivano per lo più per corrispondenza. Le lettere dei familiari dei lavoratori della città segreta, inviate da Mosca o da San Pietroburgo, dovevano essere indirizzate ad una casella postale chiamata appunto “Krasnoyarsk-26”. Nessuna riservatezza, ogni riga era passata al setaccio dagli agenti del KGB.

Molto più agevole era invece l’interconnessione con le altre città segrete russe come Chelyabinsk-65 o Tomsk-7, con cui venivano scambiati minerali ad altri materiali utili per scopi bellici. Nella più rigida disciplina militare, tutto a Krasnoyarsk-26 è rimasto uguale per oltre quarant’anni. La vita dei figli dei soldati e dei fisici nucleari si svolgeva su strade desolate al di sopra dei labirinti sotterranei, in cui costantemente in allarme lavoravano i loro padri. In attesa della resa dei conti finale. Quella che non è mai arrivata.

Nel 1992 il presidente russo Boris Eltsin ha finalmente riconosciuto con un decreto l’esistenza delle città segrete. Krasnoyarsk-26 è apparsa per la prima volta sulle cartine geografiche ufficiali con il nome storico di Zheleznogorsk e nulla è più stato uguale. Chiunque ora può entrare ed uscire ma nella ex città segreta non ci vengono molti turisti perché c’è poco da vedere.

Due dei tre reattori sono stati spenti, alcune attività belliche riconvertite. Rimangono però i segni indelebili della catastrofe ecologica che l’attività della misteriosa Krasnoyarsk-26 ha procurato nella regione siberiana: 3000 tonnellate di scorie radioattive accumulate, materiale pericolosissimo che nessuno a Mosca ha ancora deciso come smaltire. È il prezzo da pagare per aver progettato la fine del mondo.









Trema il Giappone,forte terremoto di magnitudo 6.4 Honshu

17 giugno 2012 - Un terremoto di magnitudo 6.4 della scala richter e' avvenuto in Giappone alle 20:32 UTC(22:32 italiane)l'epicentro localizzato vicino alla costa orientale di Honshu a 113 km a Sud Est da Marioka,Honshu.La profondita' del sisma stimata a 31,8 km.
Small map showing earthquake

 


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