MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Guerra Ambientale Segreta

di Gianni Lannes

Conflitti bellici camuffati da ricerche scientifiche, col paravento di accordi internazionali ignoti alla società civile. Si distrugge la natura per annientare il nemico e controllare le risorse strategiche, annichilendo gli esseri viventi. In altri termini: avidità senza fine, ma guai a fiatare o a ribellarsi a questo genere di sperimentazioni su milioni di cavie, ignare, inermi o indifferenti. E’ in atto da tempo un programma militare clandestino - decollato inizialmente negli USA e nell’ex URSS , ma poi massicciamente esteso ai Paesi satelliti - a livello planetario, di manipolazione che non ha solo finalità climatiche, bensì il controllo della crescita demografica. Il fenomeno ormai evidente è chiamato con facile semplificazione, “scie chimiche”. Nel 2003 l’Italia ha stipulato, si fa per dire, un accordo di collaborazione con il padrone “Zio Sam”, chiamato con arguto eufemismo, “Cooperazione Italia-Usa su scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici”. Il capo scienziato di questa missione, almeno della parte tricolore, è nientemeno che Franco Prodi, fratello di Romano. Tra l’altro, il 15 gennaio 2009, l’allora ministro bellico, Ignazio La Russa ha smentito un atto ufficiale del suo governo: «l'Aeronautica militare, che nel 2003 non ha sottoscritto alcun accordo con gli Stati Uniti». Allora, diamo un’occhiata all’Italia, uno Stato privo di sovranità (alla voce Nato) dove ormai il governo - esemplificativo il caso Monti: un “esperto” già al soldo di multinazionali estere - non viene eletto dalla popolazione ma calato, o meglio, imposto ai sudditi da una cricca di potere, col pretesto di imperscrutabili e indefinite crisi economiche tali da incutere perenni timori nella popolazione civile. 




La democrazia rappresentativa è ormai sepolta nel Belpaese. E’ in atto un progressivo svuotamento che comporta, come teme un politologo del calibro di Robert Dahl «un mantenimento solo apparente di forme democratiche che coprono una sostanza oligarchica, vale a dire il governo dei custodi». E’ in questo tipo di processo che ricoprono un ruolo di primo piano le élites militari, unite a quelle dei servizi di sicurezza, ossia il potere repressivo. E’ in questa situazione che si incardinano i rapporti tra potere politico e potere militare, tra governo visibile e governo invisibile. Per creare un impero bisogna cooptare le classi dirigenti delle nazioni sottomesse come l’Italia. In uno studio pubblicato dalla Kennedy School of Government si descrive come ogni mese vada in scena a Washington una riunione tra rappresentanti dei principali media nazionali, del governo, del Congresso e dei servizi segreti, per determinare il margine di manovra sulle informazioni da pubblicare, ossia cosa e quanto.

Segreti militari e di Stato - «Criteri per l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato» recita il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. L’atto pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 aprile 2008, è firmato dal progressista Romano Prodi, «Visto il regio decreto 11 luglio 1941, n. 1161 recante: Norme relative al segreto militare e successive modificazioni; Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 30 luglio 1985 (il ladro nonché latitante Bettino Craxi, ndr); Visto il parere n. 4247/2007 reso dal Consiglio di Stato (…); Acquisito il parere favorevole del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, reso in data 24 gennaio 2008». Il punto 1 allegato specifica: «La tutela di interessi economici, finanziari, industriali, scientifici, tecnologici, sanitari ed ambientali», ma in evidente violazione della Convenzione europea di Aarhus (25 giugno 1998), ratificata dalla Legge 108 dell’anno 2001, che sancisce la partecipazione attiva di ogni cittadino a decisioni e questioni che interessano la sfera ambientale ed esclude categoricamente qualsivoglia segreto. Il piduista Silvio Berlusconi (tessera numero 1816) per non essere da meno, col tacco rialzato comunque in abito da premier ha promulgato il Decreto 22 luglio 2011, denominato “Disposizioni per la tutela amministrativa del segreto di Stato e delle informazioni classificate”. Ovviamente in base al Trattato del Nord Atlantico ratificato con legge 1 agosto 1949, numero 465, all’Accordo tra gli Stati membri per la tutela della sicurezza delle informazioni approvato dalla Nato il 21 giugno 1996, ed inoltre il DPCM 11 aprile 2003 (“Norme di sicurezza per la tutela delle informazioni UE classificate”). Eccetera, eccetera, eccetera.

Stato e governo fuorilegge - Scie chimiche sull’Italia da cartolina? Le autorità mentono spudoratamente, ma sono state smascherate. In Italia si inizia a parlare scie chimiche nel 1999. La loro presenza nei nostri cieli è stata particolarmente intensa nel 2003, anno in cui si è registrata una strana siccità e un’estate torrida. Verso la fine del 2006 e i primi sei mesi del 2007 c’è stata una massiccia irrorazione. Il 22 gennaio 2007 da tutta Italia sono   pervenute segnalazioni di un abnorme numero di scie chimiche, visibili anche in spazi aerei dove di solito non passano aerei di alcun tipo. Sono stati fotografati e filmati autentici reticolati di scie chimiche e si sono contati un numero incredibile di aerei: 5-6 al minuto. Difficilmente un tale via vai può essere riconducibile al normale traffico aereo civile. Una situazione simile si è verificata il 7 e l’8 maggio 2007, giorni in cui si è assistito a livello internazionale ad una massiccia irrorazione. Sono pervenute segnalazioni da tutto il centro-nord d’Italia, da molto altri stati europei, dal Canada e dagli Stati Uniti. Quesiti e denunce non hanno avuto alcun esito serio. Allora diamo i numeri della Politica nostrana. Soltanto 14 atti parlamentari nelle ultime tre legislature, sovente senza risposta, sul tema dei veleni disseminati quotidianamente nel cielo dello Stivale, isole comprese. La prima interrogazione (a risposta scritta 4-05922) è stata presentata dal deputato Italo Sandi, mercoledì 2 aprile 2003 nella seduta n.291. Dopo 9 anni il governo italiano non ha fornito ancora una risposta. «Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: sono pervenute numerose segnalazioni da parte di singoli cittadini, associazioni specializzate e organi di stampa circa il fatto che nel nostro spazio aereo operano velivoli che rilasciano scie persistenti di natura sconosciuta, cosiddette chemtrails, cui segue un cambiamento nelle condizioni del cielo, con la formazione di nuvole, generalmente di tipo a strato; le poche spiegazioni ufficiali, non sempre convincenti, spiegano il fenomeno come risultato dello scarico di carburante da parte delle aviocisterne KC-135 e KC-10, che le chemtrails sono semplici pesticidi oppure le normali scie di condensazione; parte della opinione pubblica si chiede invece se le scie chimiche siano collegate con alcune malattie e in particolare con l'elevata incidenza dei tumori come nel caso della vallata Feltrina che ha il maggior numero dei malati di tumore (34,5 per cento mortalità maschile e 23,3 per cento femminile) in tutta Italia -: se il ministro abbia mai preso in considerazione simili fenomeni; se ritenga opportuno avviare un monitoraggio sulle cause dell'anomalo livello dei tumori nel Feltrino; se ritenga inoltre opportuno fornire spiegazioni sulle conseguenze che le scie chimiche rilasciate dagli aerei possano avere, nonché chiarire se vi è stato un aumento del traffico aereo che sorvola la regione del Veneto in particolare sulla Val Belluna; infine se sia a conoscenza che siano stati mai effettuati esperimenti per variazioni microclimatiche con sostanze chimiche».

In seguito (27 ottobre 2003) è stato il turno ma senza esito, dell’onorevole Piero Ruzzante che ha interrogato 4 ministri: «Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: sono rilevabili a quote diverse nel nostro spazio aereo scie persistenti di natura non determinata, denominate dagli organi di stampa e da associazioni specializzate con il termine di chemtrails; sulla base di osservazioni dirette riportate anche dagli organi di stampa l'evoluzione di tali scie determinerebbe anche cambiamenti nelle condizioni del cielo con la formazione di strati nuvolosi o di piccoli nembi; non appare univocamente definita la natura e l'origine di tali scie dove comunque sono rivelabili tracce di silicio e metalli di altra natura con la possibilità di produrre effetti sui sistemi di comunicazione e controllo a fini militari e di difesa; secondo ricerche condotte da vari soggetti privati non sono da escludere pericoli per l'ambiente e conseguenze sulla stessa salute delle persone (…) se il fenomeno sia oggetto di rilevazione o di studio, per la parte di competenza di ciascun dicastero direttamente o attraverso ricerche affidate a soggetti specializzati; se siano già in possesso dei dicasteri interessati, ciascuno per la parte di competenza, dati o ipotesi che possono in qualche modo far luce sul fenomeno; se in particolare il Ministro della difesa sia in possesso di elementi raccolti direttamente o indirettamente sul fenomeno sopra descritto».

Il 3 febbraio 2005 il deputato Severino Galante ha ottenuto una evasiva replica. L’interrogazione a risposta scritta 4-12711 attesta che «da almeno 5 anni lo spazio aereo italiano è solcato da aviogetti militari che rilasciano scie chimiche molto diverse dalle normali scie di condensazione liberate dagli aerei civili. Queste, infatti, permangono a lungo in atmosfera e, anziché disperdersi, tendono ad allargarsi in una massa gelatinosa, tanto da trasformare ampie sezioni di cielo limpido in un uniforme ammasso nuvoloso e stratiforme di colore lattiginoso; tali scie vengono rilasciate, in genere, da 2 o più aviogetti che seguono rotte non consuete a basse quote e che, incrociandosi, formano figure geometriche, in genere delle ics, dei triangoli o vere e proprie griglie; sono inoltre pervenute numerose segnalazioni da parte di singoli cittadini i quali, avendo fatto ingrandimenti dei filmati e delle foto scattate, affermano che gli aerei in questione sarebbero privi di contrassegni e che le scie verrebbero emesse da uno o due erogatori posti, di volta in volta, in punti diversi del veivolo; la stessa Associazione piloti civili ha notato il fenomeno delle scie anomale e chiesto informazioni in merito; sembrerebbe che le scie contengano anche cristalli di bario e forse di alluminio -: se tali fenomeni siano stati presi in considerazione dal Governo; se gli aviogetti siano di nazionalità italiana o straniera; se sia accertato quali elementi chimici contengano realmente tali scie, e se siano dannose per la salute».  
L’allora ministro della Difesa, Antonio Martino, ha negato l’evidenza il successivo 14 giugno di 7 anni fa: «In via preliminare si precisa che, secondo le indagini svolte, i velivoli dell'Aeronautica militare non sono coinvolti nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo. In particolare, il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a combustione interna. Ciò si manifesta generalmente a basse temperature e a quote normalmente superiori ai ventimila piedi. Il combustibile usato dai velivoli militari è analogo a quello usato dai vettori civili e l'impatto ambientale, in relazione alla concentrazione di idrocarburi, è risultato molto minore di quello normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane. Per quanto concerne la permanenza delle citate scie, si precisa che a temperature appena superiori allo zero, il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, all'impatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un aereo, può congelarsi all'istante per effetto dell'improvvisa variazione di pressione e dare quindi, quell'impressione gelatinosa alla quale si fa riferimento nell'atto in esame. Inoltre, in assenza di vento, la permanenza delle scie così prodotte, può protrarsi anche per diverse ore. In tal caso, l'incrocio delle rotte di più velivoli che, in contemporanea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare origine a figure geometriche. Inoltre i velivoli in dotazione alla Pattuglia acrobatica nazionale (Frecce Tricolori), durante le manifestazioni aeree, producono «fumi» (e non scie), derivanti da prodotti a norma CEE, non tossici e che non arrecano alcun danno alla salute pubblica. In ultimo, non è emerso alcun elemento relativamente alla presenza di velivoli in volo senza contrassegni di nazionalità».

Verde per caso - Neanche gli ambientalisti al governo hanno fornito spiegazioni plausibili. Nel 2006, il ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio risponde all’interrogazione di Gianni Nieddu (n. 4-00053) con argomentazioni esilaranti: «Dall'esame della letteratura scientifica internazionale e del contenuto dei siti web specialistici non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche. I siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico. Si possono, tuttavia, fare le seguenti considerazioni. L'interpretazione più plausibile del fenomeno è che i presunti episodi di scie chimiche siano in realtà comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo ed hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni meteorologiche. Non si può escludere che, assieme alle condizioni meteorologiche, anche il combustibile ed il tipo di motore degli aerei possano concorrere a produrre scie di condensazione dall'aspetto peculiare. Solo ulteriori e complessi studi, che coinvolgano gli operatori del trasporto aereo civile e militare e gli enti preposti alloro controllo, potrebbero eventualmente dare una risposta definitiva. Va in ogni caso sottolineato che non sussiste alcun elemento per ipotizzare una qualsiasi specificità dei fenomeni di scia per i cieli della Sardegna». 

Conflitti non convenzionali - Lo studio Air Force 2025 è uno studio commissionato dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare USA nel 1996 sugli scenari futuri di guerra che prevede, tra l’altro, il controllo del tempo atmosferico come elemento strategico. Nel 2001 il governo nord americano parla di “chemtrails” in un documento ufficiale. Viene presentata una proposta di legge (HR 2779) per chiedere il bando delle armi nello spazio, firmata dal democratico Dennis J. Kucinich, e sottoposta all’esame di tre commissioni (scientifica, esercito, relazioni internazionali) della House of the Representatives degli USA. In questo testo istituzionale appare il termine chemtrails. Esse vengono definite come una tipologia di arma e vengono menzionate nella sezione “armi esotiche” insieme ad altri voci quali: «armi al plasma, elettromagnetiche, soniche, ultrasoniche, psicotroniche, sistemi ULF (ultra low frequency) ad alta quota, sistemi di armi laser, armi biologiche e ambientali». Lo Space Preservation Act 2001 non viene approvato. L’anno successivo viene approvato lo Space Preservaction Act 2002: il capitolo riguardante le armi speciali”, e quindi la voce sulle chemtrails, scompare.

La guerra del terzo millennio è intesa come «l’intenzionale modificazione di un sistema ecologico naturale allo scopo di causare distruzioni fisiche economiche e psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una particolare popolazione».

Veleni in corpo - Nel 2003 il Ministro della difesa, Martino, ha autorizzato le forze aeree USAF a sorvolare gli spazi aerei italiani. E non solo: almeno in Puglia, gli aeroporti militari utilizzati sono Amendola (Foggia), Gioia del Colle (Bari) e Grottaglie (Taranto). Venerdì 30 marzo 2012: su Brindisi aerosolterapia militare in gran quantità. Due settimane prima era toccato alla città di Bari subirne le conseguenze. Le sostanze tossiche adoperate per le operazioni militari di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri. L’alluminio, come noto, è una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l'alluminio è un fattore determinante nell'Alzheimer). La letteratura scientifica parla chiaro: l’intossicazione da metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie: l’alluminio uccide la flora batterica dei terreni; le piogge prodotte dalle scie chimiche modificano i valori di acidità dei suoli. Per tagliare una buona volta la testa al toro, occorre mappare con precisione la qualità attuale dei terreni; misurare il livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari; misurare il tasso d’inquinamento dell'aria specificamente in relazione alle miscele utilizzate nelle operazioni di aerosol; determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti; chiarire in chiave epidemiologica l'influenza che le operazioni delle scie chimiche hanno avuto sulla salute degli italiani; stimare la correlazione dell’aumento di determinate patologie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche. Secondo il padre della pediatria italiana Alberto Burgio, «Se la natura perde la salute, la perde anche l’uomo. Gli agenti tossici determinano nei bambini effetti a livello immunitario, endocrinologico, genetico e a livello degli organi». Risultato: allergie e malattie autoimmunitarie sono in aumento, così come l’autismo. Soltanto nella provincia di Venezia ci sono quasi 5 mila bimbi afflitti da dislessia. Dati medici segnalano che il 30 dei bambini italiani ha difficoltà di apprendimento. Infine, anzi, prima di tutto: va abrogato il segreto militare e di Stato. Il livello di una  civiltà si misura dal grado di attenzione per i più piccoli. Non dimentichiamolo, mai.


Anche Venere ha le Aurore Polari!


di Lucia Morganti 


Il nostro Sistema solare ha in serbo ancora molte sorprese. Prendiamo Venere: dagli anni '60 si sa che è quasi privo di campo magnetico, il che significa, per esempio, niente aurore polari. E invece sì, in realtà sono possibili. Ce lo dicono gli ultimi dati della sonda spaziale Venus Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), riportati sulle pagine di Science.


Analizzati dal team di Tielong Zhang, astrofisico dell'Università della Scienza e della Tecnologia della Cina e Principal Investigator del Venus Express Magnetometer (MAG), i dati dicono per la precisione questo: il comportamento del gas ionizzato e del debolissimo campo magnetico di Venere è quello caratteristico della cosiddetta riconnessione magnetica.

Ora, questa riconnessione magnetica è proprio il fenomeno alla base delle aurore polari, ed ecco perché: il vento solare (cioè il flusso di particelle cariche provenienti dal Sole) sposta il campo magnetico dei pianeti, comprimendolo da un lato e tirandolo come una sorta di elastico dall'altro. Quando l'elastico viene rilasciato, e dunque il campo magnetico torna al suo stato naturale, viene liberata una grande quantità di energia. Questa energia accelera gli elettroni verso gli strati più alti dell’atmosfera, dove si formano gli spettacolari giochi di luce.




Fenomeni di riconnessione sono stati osservati nelle magnetosfere di quei pianeti caratterizzati da un forte campo magnetico: Mercurio, Giove, Saturno, oltre alla nostra Terra. Attorno a questi pianeti, il campo magnetico deflette le particelle cariche del vento solare e crea una bolla protettiva che si allunga in una coda magnetica nel lato opposto al Sole. È esattamente qui che si verifica la riconnessione.

Bene, per la prima volta questi processi vengono osservati su un pianeta privo di campo magnetico intrinseco come Venere. Soltanto un sottile strato di atmosfera scherma la sua superficie dal vento solare, eppure, il pianeta mostra ugualmente una coda magnetica opposta al Sole.

In questo modo si forma una magnetosfera indotta che protegge Venere dal vento solare, ma occupa un volume dieci volte più piccolo di quella terrestre. Di conseguenza, i processi di riconnessione si verificano, lungo la coda magnetica, a una distanza assai minore dal pianeta, e questo spiega perché la precedente missione Pioneer Venus non era stata in grado di misurarli.

Riferimento: Science DOI: 10.1126/science.1217013

Via wired.it

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Napolitano e Monti denunciati per attentato contro l’integrità e l’indipendenza dello Stato!

La notizia è di quelle che fanno saltare sulla sedia.
Un avvocato di Cagliari, Paola Musu, ha sporto formale denuncia nei confronti di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, tutti i ministri e tutti i membri del parlamento.
I reati ravvisabili, come si legge nel documento protocollato e presentato presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari, sono:


- attentato contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato;
- associazioni sovversive;
- attentato contro la Costituzione dello Stato;
- usurpazione di potere politico;
- attentato contro gli organi costituzionali;
- attentato contro i diritti politici del cittadino;
- cospirazione politica mediante accordo;
- cospirazione politica mediante associazione;
La denuncia è scattata a seguito delle vicende degli ultimi mesi, conseguenza della crisi economica e del diktat della Bce che hanno “suggerito” al Presidente della Repubblica la formazione di un nuovo governo, cosidetto “tecnico”, a guida di Mario Monti. Un governo non legittimato dal voto popolare. Di ciò si è molto discusso, ma nessuno finora si era spinto così in là da sporgere una denuncia formale impugnando la Costituzione e il Codice Penale.
La prima violazione, secondo l’avvocato Paola Musu, sarebbe all’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
La denuncia continua: “Contenuto essenziale della sovranità di un popolo è dato dalla propria sovranità in materia di politica monetaria, economica e fiscale: è con essa, ed attraverso i suoi strumenti, che un popolo determina le sue sorti. Svuotare un popolo e la sua sovranità di quello specifico contenuto significa, e comporta, privarlo della sovranità stessa, in quanto lo si priva dalla facoltà e dal potere di determinare il proprio destino ed il proprio stesso “essere”, compromettendone la sua stessa esistenza”.
La sovranità monetaria oggi non appartiene più al popolo italiano, ma effettivamente alla Banca Centrale Europea che ha dettato, negli ultimi mesi, le politiche economiche del Governo Monti.
Sotto, il testo integrale della denuncia di Paola Musu, che finora ha trovato il sostegno del giornalista Paolo Barnard tra i principali divulgatori della Modern Money Teory e impegnato contro quello che non esita a definire un Golpe Finanziario.
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Aziende farmaceutiche: conducono esperimenti clinici su cavie umane in paesi del terzo mondo!

Che i costi della ricerca medica siano divenuti proibitivi con il passare degli anni sia negli Stati Uniti che in Europa, non è certo una novità e paradossalmente, sono sempre meno i fondi destinati a questo tipo di attività. Questo panorama tuttavia, non può giustificare, neppure minimamente la strada intrapresa dalle case farmaceutiche: per ovviare alla costante crescita dei costi della ricerca medica nei paesi cosiddetti di "prima fascia", sempre più aziende farmaceutiche stanno conducendo esperimenti clinici nei paesi in via di sviluppo dove i controlli governativi risultano meno opprimenti e le spese molto più basse. SecondoScott Carney del Counter Currents «l'India è il caso emblematico». «L'India – continua Carney – è stata il punto centrale della ricerca medica dal tempo in cui uomini con elmetti da esploratore e titoli accademici vi giunsero dalle scuole mediche europee per catalogare le malattie tropicali. I giorni del Raj sono passati da molto tempo, ma le corporations tendono sempre più alla globalizzazione, approfittando degli abili professionisti e della profonda povertà indiana per far diventare l'Asia del sud la più grande clinica di esperimenti medicinali.» Secondo il redattore capo dell'American Journal of Bioethics Sean Philpott, l'improvviso afflusso di aziende farmaceutiche in India sembra ricordare la corsa all'oro: «Non solo i costi di ricerca sono bassi, ma ci sono anche abili professionisti che si occupano di questi test. Nella corsa al raggiungimento del profitto, le aziende farmaceutiche non tengono conto di come la povertà possa minare il consenso del ceto coltoSpesso – conclude Philpott – gli individui sottoposti a questi esperimenti clinici non ne sono neanche messi al corrente, e un'offerta di 100 dollari può diventare così allettante da non far rendere conto loro di aver subito un'imposizione».
In India, i test farmaceutici effettuati dalle grandi aziende, hanno mietuto più di 1.700 vittime negli ultimi 4 anni (ben 700 l'anno scorso). Le stime provengono dal Ministero della Sanità Indiano, e sono state portate alla luce da un articolo emblematico del quotidiano berlinese Der Tagspiegel. Sono circa 1900 gli studi clinici portati avanti in India dalle compagnie occidentali, che coinvolgono150.000 soggetti e per i quali esse spendono circa mezzo miliardo di euro all'anno.
«Molto spesso – spiega Andrea Degl'Innocenti de Il Cambiamento – i soggetti in questione provengono dalla fascia più povera della popolazione, sono analfabeti e non del tutto consapevoli di ciò che vano a fare e dei rischi che corrono; la loro dichiarazione di consenso è in molti casi firmata da terzi. Altre volte i pazienti sono consapevoli ma malati, quindi si sottopongono gratuitamente ai test pur di ottenere cure gratuite».
Uno degli aspetti più sinistri della vicenda riguarda gli indennizzi in caso di morte: mentre in Europa e negli Stati Uniti i rimborsi ai parenti delle vittime possono arrivare a milioni di dollari, in India non superano quasi mai i cinquemila dollari. Philipp Mimkes, portavoce della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) ha affermato che «gli studi farmaceutici nei paesi poveri devono essere condotti secondo gli stessi standard dell'Europa o degli Stati Uniti e le vittime devono ricevere gli stessi livelli di indennizzo. Questo è l'unico modo per scoraggiare, studi economici e pericolosi».
È ancora una volta Degl'Innocenti a scovare e riportare uno studio condotto dal quotidiano britannicoThe Indipendent negli stati indiani di Madhya Pradesh, Andhra Pradesh e in Delhi, che evidenzia alcuni casi limite:
                                                                                                                                                   
- Il reclutamento di centinaia di ragazze tribali, senza il consenso dei genitori per uno studio di immunizzazione sponsorizzato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates Foundation con la complicità del governo locale. Diverse ragazze in seguito morirono. Lo studio è stato interrotto dalle autorità federali.
                                                                                                                                                   
- L'utilizzo da parte delle imprese farmaceutiche dei sopravvissuti al disastro di Bophal – il peggior disastro mondiale relativo ai gas velenosi – come cavie in almeno 11 studi senza permessi adeguati.
                                                                                                                                                   
- Il completamento da parte dei medici in un ospedale governativo di Indore, in India centrale, di decine di prove private che, secondo un'indagine della polizia "violavano le linee guida etiche". I medici che hanno condotto le prove avevano stabilito che nessuno degli 81 casi in cui un partecipante aveva subito un effetto negativo era legato al trattamento.
                                                                                                                                                   
Si tratta di casi in aperto contrasto con quanto stabilito dalla "Dichiarazione di Helsinki", nella quale l'Associazione Medica Mondiale pone standard vincolanti per gli studi clinici. Al suo interno si legge: «Nella ricerca medica, la salute del singolo soggetto del test, deve avere la priorità su qualunque altro interesse».
                                                                                                                                                   
154951094-6ca36b2e-8244-4d7f-890a-e6ee3070a978Negli ultimi 4 anni, la casa tedesca Bayer ha ucciso138 persone (vittime certificate). In un comunicato stampa diffuso da Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer si legge che «la Bayer conduce esperimenti su soggetti umani anche in altri paesi con ampie popolazioni povere, come la Colombia, il Pakistan, la Moldova, le Filippine e la Cina».
Chiudo con le parole di Chandra Gulhati, un medico in pensione che dal suo ufficio a Delhi da qualche anno sta raccogliendo dati sugli esperimenti nelle diverse regioni dell'India: «Gli indiani vengono sfruttati dalle società farmaceutiche che guadagnano milioni vendendo i medicinali in Occidente. Usano indiani analfabeti e poveri che non potranno mai permettersi queste medicine».
L'ennesimo scempio dei potenti. Come di consueto questi crimini efferati rimangono impuniti. L'unica cosa che possiamo fare è divulgare la verità, cosicché tutti possano sapere cosa accade realmente dall'altra parte del mondo.
http://www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1038%3Acase-farmaceutiche-la-verit%C3%A0-sulle-cavie-umane-nei-paesi-del-terzo-mondo&Itemid=62

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Delfini: morti misteriose nel Golfo del Messico

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha riferito che 714 delfini e altri cetacei sono stati trovati arenati sulla costa che va dal confine fra la Louisiana e il Texas fino al Franklin County in Florida, nel periodo che va da febbraio 2010 al 1 aprile 2012. Di questi mammiferi solo il 5 percento era ancora vivo.

Si tratta di una mortalità senza precedenti, normalmente infatti i delfini che vengono ritrovati sulle rive settentrionali del Golfo del Messico sono in media 74 ogni anno. I biologi della NOAA ritengono che siano morti effettivamente più di 714 cetacei, considerando anche quelli che si sarebbero decomposti o che sarebbero stati mangiati da altri animali prima di raggiungere la costa.

Rimangono ancora misteriose le cause di questo fenomeno, che perciò è stato classificato come “Evento di Mortalità Inusuale” (UME), secondo il codice del Marine Mammal Protection Act del 1972 (modificato nel 1994). L’ipotesi più probabile è che sia stato un concorso di fattori scatenanti, fra cui il disastro ambientale avvenuto in quelle acque nell’aprile del 2010 per la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon, gestita dalla British Petroleum. Il petrolio però non può essere l’unico motivo, perché un anomalo aumento di cetacei spiaggiati si era cominciato a registrare già due mesi prima che la marea nera si propagasse. Un’altra possibile ragione può essere la brucellosi, una malattia infettiva provocata da una famiglia di batteri (Brucella), anche questo comunque non può essere il solo imputato perché su 43 delfini testati solo 11 sono stati trovati infetti. Le indagini degli esperti sono ancora in corso.

Francia: allarme in centrale Nucleare, stop al reattore

Allarme incendio nella centrale nucleare di Penly, nel nord della Francia. L'allarme, spiega Edf che gestisce l'impianto, si è attivato per la fuoriuscita di fumo in uno dei locali del reattore 2. "I sistemi di sicurezza si sono attivati normalmente - spiega l'azienda - e il reattore si è automaticamente spento". 


I "due principi di incendio" registrati nell'edificio che ospita il reattore due della centrale nucleare di Penly, nel nord della Francia, sono stati spenti, senza feriti e "senza alcuna conseguenza per l'ambiente". Lo afferma Edf, gestore dell'impianto, in un comunicato pubblicato sul sito della centrale. "Le squadre e i mezzi della centrale sono stati mobilitati e un'equipe di intervento è entrata nel locale per ispezionare l'insieme delle installazioni, e constatare che non ci fossero altri fuochi". 



I pompieri, precisa Edf, sono intervenuti "in seguito a una fuoriuscita di fumo", segnalata alle 12.20, e hanno dichiarato i principi di incendio spenti alle 13.15. Del fatto sono state subito informate l'Autorità di sicurezza nucleare, la Prefettura regionale dell'Alta Normandia e la Commissione locale di informazione. 


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E' stata scoperta una stella 'imitatrice'

Si comporta come le stelle più grandi di lei

E' stata scoperta una stella 'imitatrice', che simula il comportamento di stelle molto diverse anche se le sue caratteristiche, prima tra tutte la sua massa, non sono assolutamente compatibili con quella classe di astri. Annunciato su Nature, il risultato si deve a un gruppo di ricerca al quale partecipano anche gli italiani Giuseppe Bono, dell'università di Roma Tor Vergata e dell'osservatorio di Roma dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e Pier Giorgio Strada Moroni, di università di Pisa, Inaf e Istituto Nazionale di fisica nucleare (Infn). 

La stella imitatrice, distante circa 250.000 anni luce dalla Terra, si chiama RRLYR-02792 e si trova in un sistema binario, ossia orbita intorno ad una stella 'sorella'. Simula il comportamento delle stelle chiamate RR Lyrae, che hanno circa 10 miliardi di anni e variano la loro luminosità con periodi che vanno da poche ore a poco meno di un giorno perché la loro struttura si espande e si contrae regolarmente. ''E' ciò che resta di una stella molto più grande, che inizialmente doveva essere di circa 1.4 masse solari'', spiega Bono. ''La sua compagna, che è più densa ed ha una forza di gravità maggiore, le ha strappato gran parte del suo guscio esterno, lasciandola quasi nuda con il nucleo centrale avvolto solo da un velo sottilissimo di idrogeno. Questo le ha impedito di avere una normale storia evolutiva'', prosegue il ricercatore.

''E' proprio questo sottile velo di idrogeno - osserva - che fa avere a questa stella il comportamento che avrebbe dovuto avere se non fosse stata privata del suo guscio''. La vera identità di questa stella e' stata identificata studiando il sistema binario durante un'eclissi periodica fra le due stelle.

I ricercatori sono riusciti a misurare la massa di questo oggetto celeste basandosi sulla variazione di luminosità del sistema e sul periodo di rivoluzione di RRLYR-02792 attorno alla sua compagna grazie a due grandi telescopi che si trovano in Cile: il Magellano, presso l'osservatorio Las Campanas, e il Very Large Telescope (Vly) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). Con grande sorpresa, gli astronomi hanno scoperto che RRLYR-02792 ha una massa di appena 0.26 masse solari, cioè è 2-3 volte meno massiccia delle comuni RR Lyrae, che si attestano tra le 0.6 e le 0.8 masse solari.

 


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