MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Un raro terremoto scuote la regione della Cornovaglia

5 Dicembre 2011 – Regno Unito - Il tremore planetario si sta facendo sentire in posti del globo notoriamente non sismici,un lieve terremoto di magnitudo 2,2 ha colpito l'area di Bodmin in Cornovaglia durante la notte di ieri. Secondo i rapporti del British Geological Survey, il sisma di magnitudo 2,2 e' avvenuto alle 02:40 GMT ed e' durato per pochi secondi. Il tremore e' stato avvertito a St Austell, Liskeard e Padsto. Sue Dibble, da St Tudy, ha detto: "E ' stato molto forte, la casa e il letto tremavano e non riuscivo a capire a cosa fosse dovuto".Nel Regno Unito  mediamente si registrano tra i 20 ed i 30 terremoti ogni anno solitamente tutti di bassa entita'. Il più grande terremoto britannico si è verificato 60 miglia dalla costa vicino a Dogger Bank, nel 1931, con una magnitudo di 6.1.Ma fortunatamente non sufficientemente potente da causare danni alle costruzioni sulla costa est dell'Inghilterra. Non dimentichiamo lo sconvolgimento geologico che sta interessando le coste della Cornovaglia che sembrerebbero collassare nel mare celtico ecco un video che lo testimonia!


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Tensione sismica globale in forte aumento,allerta per un big one!

4 DICEMBRE 2011 - CALIFORNIA Una stringa moderata di terremoti hanno scosso i confini delle placche tettoniche in tutto il mondo, una possibile indicazione che una potenziale scossa sismica su larga scala potrebbe scatenarsi da un momento all'altro. Crescenti disturbi sismici sono stati registrati lungo la placca dei Caraibi, la placca del Pacifico vicino KermadecNuova Zelanda Sud-Est asiaticoe in Alaska ed hanno riverberato in tutto il pianeta. Indonesia, Taiwan e Nuova Zelanda sono stati colpiti da terremoti di media intensita' questa mattina con un terremoto moderato di 4,9 e di 5,2 lungo il confine divergente della dorsale medio-atlantica del Nord che separa la placca nordamericana dalla placca eurasiatica. Che è stata seguita da una rapida successione di terremoti progressivamente moderati tra cui un 5,1 vicino Kermadec, un 5,2 a sud della Baja Californiaun 5,3 vicino alla costa orientale della Kamchatka, e un 5,4 magnitudo terremoto a Papua, in Indonesia. - (c) 
The Extinction Protocol
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Taiwan: un vulcano di fango si risveglia dopo 14 anni!

4 Dicembre 2011 - I residenti di Piparo sull'isola di Taiwan vivono lungo i confini di un vulcano di fango,che 14 anni fa devasto l'intero paese,e che in queste ore sta nuovamente minacciando le comunita' locali,Infatti sono state registrate negli ultimi giorni numerose esplosioni che hanno scaraventato fango fino a due metri di altezza accompagnate da violente fuoriuscite di gas.Secondo alcuni testimoni le prime esplosioni sarebbero avvenute lo scorso Giovedi' e che starebbero incrementandosi negli ultimi giorni.I residenti temono per una nuova forte eruzione come quella del 1997 che innalzo' fango fino a 200 metri in aria e ricoprendo una buona parte del paese.
http://www.guardian.co.tt/news/2011/12/04/piparo-mud-volcano-awakens-after-14-years

Un vulcano di fango è una piccola collina, alta da pochi decimetri a parecchi metri, che erutta argilla, rammollita dall'acqua, unita a sostanze saline come acque salso-bromo-iodiche, ed anche metano e idrocarburi (bitume).
In Italia il vulcano di fango è presente in due forme: la maccaluba o macaluba in siciliano; la salinella o salsa. Le cause geologiche che li originano sono dissimili, ma morfologicamente si presentano in modo simile.
La genesi dei fanghi è da attribuire alla risalita di acqua e gas sotto pressione attraverso discontinuità strutturali in formazioni argillose o attraverso vere e proprie faglie.[2]
Quando i vulcani di fango si trovano presso un vulcano di lava, in generale emettono anidride carbonica (CO2); questo perché il metano primordiale reagisce con l'ossigeno.
La loro formazione, in genere, non è legata ad un'attività vulcanica secondaria, ma ad un particolare fenomeno che per somiglianza viene definito vulcanesimo sedimentario; le salinelle di Paternò e di Belpasso, in provincia di Catania, fanno eccezione perché sono legate a veri fenomeni vulcanici.
Nel mondo sono un fenomeno relativamente comune, infatti, si contano circa 1.100 vulcani di fango ed è stato stimato che ne possano esistere oltre 10.000 casi su scarpate continentali e piani abissali.[3] Si pensa che siano anche presenti sul pianeta Marte.[4]
Nei pressi dei vulcani di fango la terra è generalmente sterile ma in molti casi si rinvengono delle specie vegetali alofite.

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Terremoto di magnitudo 5,2 colpisce la Baja California in Messico

Un terremoto di magnitudo 5,2 ha colpito la Baja California in Messico, ad una profondità di 10,1 km (6,3 miglia), il sisma ha colpito alle 15:35:39 UTC Domenica 4 dicembre 2011.
L'epicentro è stato 50 km (31 miglia) da WNW Loreto, Baja California ,Messico,non ci sono notizie di feriti o danni in questo momento.
USGS

Durban: Inquinamento in aumento anche sull'Himalaya!

DURBAN – Il CNR annuncerà durante la conferenza per i cambiamenti climatici un forte incremento di inquinamento sul tetto del mondo. Dal 2006 al 2010 infatti, nella regione dell’Everest si sono registrati oltre 150 giorni caratterizzati da picchi di inquinamento.
I dati sono emersi da cinque anni di ricerche del progetto Share, promosso da Comitato Ev-K2-Cnr che verranno presentati domani 4 dicembre, a Durban nell’ambito del Cop 17, la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite.


L’inquinamento atmosferico incide pesantemente sulla salute delle montagne della catena himalayana, che contiene enormi riserve di acqua dolce e che alimenta i più importanti fiumi della regione.

L’aumento dei gas ad effetto serra a 5000 metri di quota – continua il Cnr - manda segnali preoccupanti sulla salute dei ghiacciai perenni, vulnerabili all’inquinamento persino a 5.050 metri di altitudine, nel cuore della regione himalayana. È quanto sta osservando da più di cinque anni il Progetto Share, coordinato da Paolo Bonasoni dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR), grazie al costante monitoraggio di composti inquinanti e clima-alteranti presso la stazione globale GAW-WMO, con la caratteristica forma i piramide (nella foto), posta a 5079 metri di quota in Nepal, alle pendici del Monte Everest.

Secondo i risultati raccolti nell’ambito del Progetto Share tra marzo 2006 e dicembre 2010 si sono registrati oltre 164 giorni di inquinamento acuto, pari al 9% del totale del periodo analizzato, per lo più localizzati durante la stagione pre-monsonica (primaverile) quando si verifica il 56% dei giorni caratterizzati da picchi di inquinamento. Rispetto alla normalità, in questi giorni le concentrazioni dell’ozono aumentano del 29%, quelle del black carbon del 352%. Dati significativi soprattutto se si considera che entrambi i composti rivestono ruoli importanti sia come inquinanti, avendo effetti diretti sugli ecosistemi e sulla popolazione, sia come forzanti climatiche.

L’ozono troposferico, infatti, è riconosciuto come il terzo più importante gas a effetto serra antropico, mentre le particelle di black carbon possono interagire direttamente con la radiazione solare, modificare le proprietà micro-fisiche delle nubi ed influenzare il rateo di scioglimento di nevi e ghiacciai nelle aree montane e polari.

Tali elevati livelli di inquinanti appaiono principalmente connessi al trasporto di masse d’aria inquinate dall’area interessata dalla cosiddetta “Atmospheric Brown Cloud”, la nube di inquinanti che durante il periodo invernale e pre-monsonico si estende dall’Oceano Indiano all’Himalaya per effetto delle emissioni di particelle e gas dalle vaste aree urbane e industriali, agricole e forestali dell’Asia meridionale.

Questi dati e altri studi realizzati dal Comitato Ev-K2-Cnr nella regione himalayana e del Karakorum, saranno presentati da Paolo Cristofanelli, ricercatore presso l’ISAC-CNR di Bologna, responsabile delle attività di ricerca inerenti le osservazioni di ozono troposferico e gas reattivi presso l’osservatorio NCO-P e la stazione di ricerca “O. Vittori” del CNR di Monte Cimone (Italia): entrambi, come la Piramide, stazioni globali del programma Global Atmosphere Watch (GAW) dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO).

A Durban verrà anche proiettata la clip di un documentario, prodotto da Ev-K2-Cnr e realizzato dal giornalista Stefano Ardito sulla regione delle Mustang (Nepal), dal titolo, Mustang: il cambiamento climatico su tetto del mondo. Da qualche anno, gli abitanti di Dhe, di Sam Dzong e di altri villaggi d’alta quota nel Mustang hanno visto le loro sorgenti inaridirsi e sono stati costretti ad abbandonare una parte dei loro campi.

I pascoli, che prima consentivano la vita di grandi mandrie di yak, diventano rapidamente più aridi. In alcune zone, le fonti di acqua per irrigare e dissetarsi si sono ridotte del 70-80%. Gli abitanti di alcuni villaggi hanno chiesto alle autorità locali e al governo di Kathmandu di essere considerati dei “rifugiati ambientali”, e di essere ricollocati in nuovi centri edificati ad hoc. Una testimonianza diretta degli effetti dei cambiamenti climatici in una delle terre più belle e fragili del mondo.

I nuovi e preoccupanti risultati saranno presentati domani a Durban in un evento parallelo alla conferenza dei Cop 17, durante la cosiddetta Mountain Day, la giornata organizzata da Icimod, Unep, Fao e World Bank con la collaborazione di Ev-K2-Cnr, unico ente italiano presente, e di Mountain Partnership.
http://gaianews.it/ambiente/cnr-a-durban-inquinamento-in-forte-aumento-sullhimalaya/id=15149
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El Hierro,sta nascendo una nuova isola vulcanica!

L'isola di El Hierro nelle isole Canarie è scossa da diverse settimane da una serie di terremoti lievi. Il motivo: un'eruzione vulcanica sottomarina a 2 chilometri a sud dell'isola che annuncia la nascita di una nuova isola.
Si tratta di un nuovo tipo di vulcano " hot spot "che è stato scoperto al largo della costa meridionale dell'isola di Hierro nelle isole Canarie, una popolare destinazione turistica. Questo è visibile sull'immagine satellitare dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) dello scorso 9 Novembre 2011.Infatti, il pennacchio vulcanico sottomarino scolorisce le acque circostanti, rendendole fangose che hanno raggiunto la costa di El Hierro.


Bolle giganti emergono in superficie e pomici fino a un metro di diametro sono state segnalate, che galleggiano sopra il luogo dell'eruzione. Gli isolani hanno dovuto subire più di 10.000 terremoti dallo scorso luglio 2011 registrati dall'Istituto Geografico Nazionale spagnolo. Hanno anche raccontato di esplosioni al largo con il rilascio di fontane d'acqua e di materiale vulcanico diversi metri sopra il livello del mare e pesci morti galleggianti.Le autorita' nel frattempo hanno chiuso alcune spiagge per pericolo di intossicazione da gas tossici.Il 29 ottobre, gli oceanografi spagnoli, dotati di un robot subacqueo hanno appurato che le eruzioni hanno costruito un cono vulcanico alto circa 100 metri, che emerge dal fondo del mare a 250 m di profondità.
Un vulcano sottomarino in attività è visibile (acqua colorata) in questa immagine Envisat 9 Novembre 2011 dalla telecamera MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer).
© ESA


Se l'eruzione continuerà, si assisterà alla nascita di una nuova isola, uno spettacolo del tutto eccezionale dato che è già visibile da l'isola di El Hierro, come testimoniano le immagini della webcam istituita per osservare questo fenomeno.
L'arcipelago vulcanico delle Canarie è formato dal "punto caldo delle Canarie", e ha sette isole principali - molte delle quali sono visibili nell'immagine - e alcune isole minori.

Il gas Ozono e' un precursore sismico?

La fuga di ozono dalle rocce che iniziano a spaccarsi internamente prima di un terremoto potrebbe essere il segno precursore dei sismi: se così fosse potremmo prevederli

di Alice Bianchi

E’ possibile prevedere i terremoti? Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’unica soluzione possibile è creare una rete di sismografi abbastanza fitta da poter mappare l’intero territorio e dedurre le aree dove si possono verificare sismi più o meno forti. A Tokyo e a Città del Messico sono stati sperimentati con successo i ‘sistemi di allarme sismico-tempestivi’: registrando l’arrivo delle onde P (onde longitudinali, le più veloci ma le meno potenti, generate dai terremoti ma anche dalle esplosioni, dal vento e dalle onde oceaniche), se ne calcola la magnitudo e poi eventualmente vengono allertate le aree urbane che stanno per essere colpite dal terremoto. L’avviso di sisma, dunque, giunge solo alcuni secondi in anticipo, il tempo che basta ad attivare le procedure automatiche di emergenza: l’interruzione del traffico, la disattivazione del sistema di distribuzione del gas, le procedure di sicurezza negli ospedali ed altro ancora. Giampaolo Gioacchino Giuliani è un ex tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario ed è stato distaccato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dopo aver previsto il luogo errato del sisma verificatosi nell’Aquila nel 2009. In un’intervista del 13 maggio scorso, pubblicata su cadoinpiedi.it, ha affermato: “Attraverso la mia ricerca sperimentale noi riusciamo a prevedere il sisma, nel raggio d’azione delle nostre stazioni, 6-24 ore prima. In questo momento esiste una rete che funziona in questo modo in almeno 4 stazioni”.


Per ora abbiamo parlato di mappatura del territorio, di sistemi per attuare norme di sicurezza in modo tempestivo e di una teoria fallace destinata probabilmente ad essere migliorata. Ma esistono dei veri e propri precursori sismici sui quali possiamo fare affidamento, che ci diano un margine di reazione maggiore?

Il professor Giorgio Celli, in un’intervista del 18 maggio 2008 al TG2, disse: "Probabilmente, con l'udito più sottile del nostro, i cani percepiscono gli ultrasuoni e sentono i movimenti profondi del suolo che stanno preparandosi a muoversi in maniera gravosa, oppure altrimenti il movimento dei metalli nel suolo crea dei campi elettrici particolari, oppure fa variare il campo magnetico terrestre che gli animali percepiscono". Questa osservazione all’epoca non destò interesse, in quanto le cause di tale comportamento animale erano sconosciute, ma oggi finalmente abbiamo trovato gli strumenti per interpretarlo. Uno studio di Raul Baragiola (fisico sperimentale), svolto dai ricercatori della School of Engineering and Apllied Science dell’Università della Virginia, sembra suggerire che la capacità animale di prevedere i sismi sia legata ad una presunta sensibilità all’ozono. Baragiola ha svolto una serie di esperimenti nei quali si andavano a rompere diversi tipi di rocce vulcaniche, che sprigionavano ozono in quantità diverse (l’ammontare maggiore si è avuto con la riolite). La seconda parte degli esperimenti verificava se l’ozono veniva a liberarsi per via di qualche tipo di reazione gassosa: si è visto che questo si formava solo in presenza di ossigeno. Quindi il ricercatore ha dichiarato: “Qualche tempo prima di un movimento tellurico le pressioni iniziano a fratturare le rocce generando delle faglie. In questo processo di rottura, presumibilmente, si dovrebbe produrre dell’ozono rilevabile con gli strumenti”. Inoltre: “Se le ricerche confermeranno la correlazione fra produzione di ozono e terremoti, monitorando il gas potremmo avere un sistema di allarme efficace”.
Perciò, se la fuga di ozono fosse il precursore dei sismi per eccellenza, potremmo finalmente prevedere i terremoti con un sistema efficace ed efficiente che, congiunto ai metodi architettonici di prevenzione sismica, ci assicuri il minor numero di danni possibile.

 


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