MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Tempesta geomagnetica in atto dopo l'espulsione di massa coronale


25 ott 2011 - Secondo gli analisti presso il Laboratorio di meteorologia spaziale Goddard, l'impatto della CME ha causato una forte compressione del campo magnetico terrestre, che ha consentito al vento solare di penetrare fino all'orbita geostazionaria per un breve periodo tra le 19:06 e 19:11 UT UT.I satelliti in Orbita attorno alla Terra avrebbero potuto essere direttamente esposti al plasma del vento solare in quel periodo.


Ad alta latitudine osservatori celesti devono prestare attenzione per la formazione di aurore visto che il campo magnetico della Terra continua a riverberare dopo l'impatto della CME. Il momento migliore per osservare è di solito durante le ore intorno alla mezzanotte locale.

Incendio nella centrale nucleare svedese di Oskarshamn

Un reattore nucleare della centrale nucleare svedese di Oskarshamn (Nella foto) è stato fermato nella notte di sabato dopo che un incendio é scoppiato nell'impianto, la notizia, data dalla stampa locale, è stata confermata all'operatore della centrale, la Okg

Il rogo è divampato nella sala turbine del reattore 2 che è stato subito messa fuori dai servizi di emergenza della centrale. Dopo, anche il reattore e la turbina sono stati chiusi come misura precauzionale.Secondo l'Okg, «L'incendio è stato causato dalla fuoriuscita di petrolio su una superficie calda».

La centrale nucleare di Oskarshamn sorge sulla costa della Svezia sud-occidentale, a circa 30 chilometri della città, ed è dotata di 3 reattori che producono circa il 10% dell'elettricità del Paese. L'impianto risale al 1972 e suscita molta preoccupazione per i suoi impatti ambientali, vista la sua posizione sul Mar Baltico, sulla costa orientale del Paese. L'Ong norvegese-russa Bellona sottolinea che «L'incendio ha scatenato paure nella Russia nordoccidentale per una possibile diffusione di radiazioni», ma ieri secondo il sito Fontanka.ru i livelli di radiazione di fondo nella regione di Leningrado e a San Pietroburgo erano normali.

Gli ambientalisti e gli altri osservatori indipendenti stanno utilizzando un mappa interattiva messa a punto dopo il disastro di Fukushima Daiichi per tracciare la possibile diffusione delle radiazioni e intanto controllano i rapporti ufficiali.

Anders Osterberg, responsabile per le comunicazioni di Okg ha detto che «Gli incendi in ​​questo tipo di impianto sono sempre gravi, ma questo è successo nella sala delle turbine convenzionali e non nel reattore stesso» Il reattore 2 era stato riavviato solo la settimana scorsa, dopo i controlli di routine annuali.

Vladimir Slivyak, co-presidente di Ecodefence Russia, ha sottolineato su Fontanka.ru che «Questo non è il primo incendio avvenuto in una centrale nucleare svedese. Un incendio ben più grave che ha minacciato l'integrità di un reattore è avvenuto nel 2006 in Svezia nell'impianto di Forsmark. L'incendio di Oskarshamn avrebbe potuto crescere in qualcosa con conseguenze molto gravi se non fossero state prese misure in contemporanea. La conclusione che si può trarre è che l'energia nucleare svedese è tutt'altro che sicura. Prima del disastro di Fukushima dello scorso marzo, i reattori nucleari del Giappone erano considerati tra i più sicuri del mondo».

Ma la centrale svedese ha anche altri problemi: nell'ottobre 2008 sono state trovate fratture nelle barre di controllo del reattore 3 di Oskarshamn, portando ad un lunghissimo fermo dell'impianto per manutenzione. La Swedish radiation safety authority chiese ispezioni immediate in tutte le centrali nucleari svedesi e venne fuori che Forsmark 3 aveva problemi simili a quelli di Oskarshamn.

Oskarshamn all'inizio del 2008 fu al centro di uno scandalo riguardante la sicurezza quando si scoprì che due addetti alla manutenzione di un'impresa in subappalto avevano passato tranquillamente i checkpoint con una borsa contenente residui di esplosivi.

L'incidente fu denunciato direttamente al Parlamento europeo dall'eurodeputata tedesca Rebecca Harms che lo indicò come l'esempio della scarsa sicurezza delle centrali nucleari europee.

La Svezia ha 10 reattori nucleari in tre centrali e la maggioranza di centro-destra in parlamento nel giugno 2010 ha annullato le scadenze per la progressiva uscita dal nucleare approvate dal precedente governo di centro-sinistra ed allungato la vita delle centrali esistenti.


I resti della cometa Elenin avvistati nello spazio



25 Ottobre 2011 - Durante lo scorso fine settimana sembra che sia stata avvistata la cometa Elenin, o meglio  i resti della cometa, che secondo le osservazioni si era gia' disintegrata durante il suo passaggio ravvicinato dinanzi al sole.



Un astronomo italiano Rolando Rigustri ha avvistato i resti della cometa ,il 22 Ottobre 2011, che e' apparsa come una nube di polvere.Nella stessa notte un team di astronomi composto da Ernesto Guido, Giovanni Sostero e Nick Howes ha osservato la stessa nube,inizialmente gli astronomi erano scettici perche' la nube appariva molto debole e diffusa ma quando hanno ripetuto le osservazioni il giorno dopo il 23 Ottobre 2011 hanno potuto appurare che la nube aveva la stessa orbita e posizione che la cometa Elenin avrebbe dovuto percorrere secondo le previsioni della Nasa.Quindi possiamo definitivamente affermare che la famosa cometa Elenin si e' praticamente dissolta nello spazio, l'unico interrogativo e capire se i frammenti di questa cometa potranno essere una minaccia per la terra quando nei primi di Novembre si trovera' ad orbitare nella sua scia... staremo a vedere...
Space Weather

Rina diventa il diciassettesimo uragano della stagione!


25 Ottobre 2011 Miami - La tempesta tropicale Rina,la diciassettesima dall'inizio dell'anno,la sesta della regione atlantica,e' diventato un uragano di categoria 1 dagli inizi di martedi' e secondo le previsioni potra' ancora aumentare la sua forza nelle prossime 48 ore.Secondo le previsioni dell'US National hurricane Center il sistema ciclonico e diretto verso la penisola dell Yucatan con venti che spirano a 120 km/h e dovrebbe approcciare su Cancun per il fine settimana per poi deviare verso Cuba,e' non dovrebbe minacciare le piattaforme petrolifere situate nel golfo del Messico.il sistema ciclonico attualmente si trova a circa 360 miglia a ESE da Chetumal in direzione Nord-Ovest.


La Turchia ora teme un eruzione vulcanica!

24 OTT 2011 - TURCHIA - sismologi turchi temono che il terremoto che ha colpito la provincia di Van, il 23 ottobre potrebbe causare l'eruzione del dormiente vulcano Nemrut situato a nord del Lago Van. Il Mt. Nemrut è vicino Tatvan, una piccola città dell'Anatolia orientale della provincia di Bitlis. La montagna sorge dalla costa sud-occidentale del Lago di Van, ed entra nel distretto di Ahlat a nord. Almeno 217 sono state uccise e più di 1.000 feriti, quando il potente terremoto di ieri ha colpito la Turchia,con il crollo di decine di edifici e mandando in tilt le linee elettriche e telefoniche nel sud-est del paese,. Più di 1.000 persone si temono morte nel terremoto. Un altro terremoto di magnitudo 6,1, che è stato registrato nel paese nelle ultime 24 ore,  a circa 20 km (12 miglia) dalla città di Van, alla profondità di circa 10 km (6,2 miglia).

http://www.panarmenian.net/eng/news/81694/Turkey_fears_volcano_eruption



Il lago Imja sulla catena dell'Himalaya aumenta il suo livello di 47metri l'anno!

L'espansione del lago Imja sull' Himalaya preoccupa gli scienziati. Secondo una nuova analisi internazionale se il bacino, situato a 5.100 metri nella regione nepalese dell'Everest, sfondasse le ''mura'' di detriti ghiacciati (morena) che lo custodiscono potrebbe inondare con acqua, fango e roccia fino a 60 miglia di distanza.


A causa del riscaldamento globale il lago, largo circa 600 metri e profondo in alcuni punti fino a 96,5 metri, ha un tasso di crescita di 47 metri all'anno. Una velocita' pari a quasi tre volte quella degli altri 1.600 bacini ghiacciati del Nepal.

Secondo quanto ha riferito di recente il Guardian, queste recenti modifiche di Imja hanno preso di sorpresa gli esperti che si dichiarano ''molto preoccupati''. Anche il Governo nepalese e' dello stesso avviso e ha infatti collocato il lago tra i sei bacini glaciali piu' pericolosi del Paese.

Teiji Watanabe, un geografo dell'universita' dell'Hokkaido (Giappone) che ha svolto ricerche sul campo dal 1990, durante l' ultima spedizione svolta a settembre ha affermato che non si aspettava cambiamenti cosi' rapidi. ''E' necessario fare qualcosa al piu' presto, auspicabilmente entro i prossimi cinque anni'', ha detto Watanabe.

''Sento - ha aggiunto - che il tempo a nostra disposizione e' piu' breve di quanto finora si pensasse: aspettare dieci anni potrebbe essere ormai troppo tardi''

ENORME PRESENZA DI ACQUA CIRCONDA UNA GIOVANE STELLA

Il satellite dell’ESA Herschel rileva una grande presenza di acqua ghiacciata nel disco protoplanetario di una giovane stella. Per Paolo Saraceno INAF Ifsi Roma è la conferma dell’origine interstellare dell’acqua sulla Terra.


Acqua gelata nel disco proto planetario di una giovane stella. È quanto scoperto con il satellite dell’ESA, Herschel, guardando uno dei dischi proto planetari più vicini alla Terra. è la prima volta che gli astronomi rilevano la presenza di vapore d’acqua fredda in un tale ambiente. La ricerca è stata pubblicata sul numero di questa settimana della rivista Science, primo autore Michiel Hogerheijde, dell’Università di Laiden in Olanda.
Questo vapore freddo è stato rilevato come uno stato sottile alle profondità intermedie del disco e questo suggerisce che vi sia un serbatoio ben più grande di acqua ghiacciata nelle zone più profonde dello stesso, in quantità che sembrerebbero migliaia di volte più grandi di quela che compone gli oceani del nostro pianeta.
Una scoperta che apre a nuove ipotesi sulla presenza e il ruolo dell’acqua nella fasi iniziali di formazione di un sistema planetario.
La formazione di stelle attraverso il collasso gravitazionale di nubi molecolari è sempre accompagnata dalla comparsa di un disco che ruota intorno alla protostella centrale. Anche se la maggior parte del disco è composto di gas, contengono anche piccole quantità di polvere cosmica che rappresenta la materia prima da cui pianeti come il nostro poi prendono forma.
Il ruolo dell’acqua in questo contesto è fondamentale. Vincolando la maggior parte dell’ossigeno presente nel disco, l’acqua domina l’evoluzione chimica di diverse altri processi chimici, sia allo stato gassoso chee solido, ed è quindi un’importante diagnosta della struttura fisica e chimica del disco. Inoltre, nelle regioni fredde del disco dove si trova soprattutto in forma di ghiaccio, l’acqua facilita la formazione di aggregati sempre più grandi di grani di polvere, che poi evolvono in corpi solidi come asteroidi, comete e pianetini, i semi di futuri pianeti.
Confinate in piccoli corpi ghiacciati a grande distanza dalla stella centrale, oltre la cosiddetta “linea della neve”, l’acqua e le altre molecole della nube primordiale sopravvivono nel corso dell’evoluzione del sistema. Successivamente, la migrazione di comete e asteroidi fungono da efficienti “trasportatori” portando una grande varietà di molecole ai pianeti già formati; è tale meccanismo che si ritiene abbia portato l’acqua sul nostro pianeta.
Studiando la distribuzione dell’acqua nei dischi protoplanetari potrebbe fornire indicazioni importanti per comprendere meglio i processi che portano alla formazione di un sistema planetario.
“Questo risultato – ci dice Paolo Saraceno dell’INAF – IFSI di Roma e membro del team di Herschel – conferma le teorie secondo cui l’acqua che si trova sul nostro pianeta ha origine interstellare ed è stata portata sulla terra dalle comete . La misura mostra che la quantità d’acqua contenuta nel disco di TW Hydrae, una stella che presto formerà un sistema planetario simile al nostro, è migliaia di volte quella che si trova negli oceani della terra. Herschel con le misure dello strumento HIFI aveva già mostrato che il rapporto D/H misurato nelle comete che provenivano dalla cintura di Kuiper, il residuo del disco protoplanetario da cui il sistema solare si è formato, era uguale al rapporto che si misurava negli oceani. La ricerca è stata pubblicata su Nature“.
“Queste ultime misure – conclude Saraceno – confermano quantitativamente il risultato e mostrano che l’acqua era presente in grande quantità nel materiale da cui si sono formati i pianeti per cui essa doveva essere, all’origine, presente in tutti i pianeti del sistema solare (inclusa la Luna dove la si sta cercando nelle zone d’ombra). La diversa storia dei pianeti ha fatto si che alcuni la perdessero (Venere e Mercurio) altri riuscissero a trattenerla come è avvenuto sulla Terra e Marte”.
Fonte:expianetadidio.blogspot.com

 


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