MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Trema ancora la Calabria una nuova scossa di 2,8 Richter


15 Ott. 2011 - Una scossa di magnitudo 2,8 gradi della scala Richter è stata avvertita in Calabria alle ore 9:36 di oggi, sabato 15 ottobre 2011. La scossa è stata rilevata con epicentro nel distretto sismico Le Serre nel territorio compreso tra le province di Vibo Valentia e di Catanzaro. La scossa è stata registrata alle coordinate 38.828° N, 16.368° E alla profondità 11,5 chilometri. Nella serata di ieri, nella stessa zona, era stata registrata una scossa di 3,7 gradi, che, stando a quanto appreso dalla Protezione Civile, non ha fatto registrare danni a cose o persone. Anche per questa scossa odierna, secondo le prime comunicazioni, non ci sarebbero stati danni a cose o persone. E, proprio la Protezione civile, relativamente alle procedure che si pongono in essere ogni qual volta si producono fenomeni del genere, ci spiega: «Se la scossa risulta avvertita - si tratta di un controllo che fa il Dipartimento attraverso le Prefetture, le Provincie e i Comuni - emettiamo un comunicato relativo alla scossa». Spesso, sono i cittadini a fare delle segnalazioni. «Ma non è una procedura standard. Ognuno si rivolge a chi meglio crede e la percezione - Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco - e la percezione del terremoto varia di persona in persona. Ci può essere qualcuno che avverte il terremoto e non intende chiamare alcuno».
Il terremoto è stato localizzato con i dati di 13 stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingvi). La localizzazione epicentrale è quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell’Ingc e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l’evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete Ingv vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nel Bollettino della sismicità italiana.
Come riporta l’Ingv, «I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo». In ogni caso, «sebbene tutti i parametri forniti siano stati rivisti da analisti sismologi - comunica ancora l'istituto -, nessuna garanzia implicita o esplicita è fornita. Ogni rischio derivante da un uso improprio dei parametri o dall'utilizzo delle informazioni inaccurate è assunto dall’utente».

Lo Yeti esiste veramente lo dicono i Russi

Lo Yeti esiste davvero e vive indisturbato nelle montagne siberiane: ne sono convinti i membri del governo di Kemerovo, regione russa della Siberia sud-occidentale, che hanno annunciato di aver trovato "prove inconfutabili" della presenza dell'abominevole uomo delle nevi nella zona.


Tra queste, vi sarebbero le orme lasciate dall''uomo-orso' e persino alcuni capelli appartenenti alla leggendaria creatura.

"Durante una spedizione nella caverna di Azasskaya, i partecipanti hanno raccolte prove inconfutabili che dimostrano che le montagne Shoria sono abitate dallo yeti", ha fatto sapere l'amministrazione di Kemerovo con un comunicato pubblicato sul proprio sito internet.


Alla spedizione partecipavano anche ricercatori provenienti dagli Usa, dal Canada e da diversi altri Paesi i quali avrebbero trovato non solo le impronte del mostruoso animale ma anche "il suo letto" e una serie di inconfondibili segnali con cui lo yeti aveva marcato il territorio.

Ritrovamenti, ha annunciato il governo di Kemerovo, che saranno analizzati dagli scienziati in un laboratorio speciale.

L'amministrazione starebbe pensando anche di creare un "centro speciale dedicato allo studio dello Yeti", accompagnato da un giornale dove trovare ogni informazione sull'argomento.

Creatura leggendaria che - secondo la tradizione - popola l'Himalaya, lo yeti viene descritto come un gigantesco animale, meta' uomo e meta' scimmia, con una folta pelliccia di colore bianco.

Il nome deriva dal termine yeh-teh, "quella cosa li'", espressione usata dagli sherpa per indicare il mitico animale.

I primi avvistamenti dell'abominevole uomo delle nevi (la definizione e' di conio giornalistico e deriva dal nepalese Metoh Kangmi, 'uomo-orso') risalgono al 1407, quando il bavarese Johann Schiltberger si sarebbe imbattuto nello yeti sulla catena degli Altai, presso i confini occidentali della Mongolia.

Da allora, gli incontri ravvicinati si sono moltiplicati cosi' come il ritrovamento di misteriosi reperti anatomici. Tra questi ultimi, una gamba risalente a migliaia di anni fa e che fu scoperta in un ghiacciaio sulle montagne dell'Altai nel 2003. L'arto, ricoperto di pelo rossiccio e il cui piede era dotato di artigli, fu esaminato ai raggi X; gli scienziati conclusero che non apparteneva ad alcun animale vivente o scomparso noto all'uomo.

fonte AGI

Australia: il SE del Qeensland colpito da forti grandinate e venti dannosi

15 Ottobre 2011 - AUSTRALIA -Il  sud-est del Queensland sarà interessato da una seconda giornata di pioggia battente, dopo i violenti temporali di ieri che hanno ucciso un autista in cerca di riparo. La pioggia mortale e grandine ha sferzato  il sud-est  del Queensland Giovedi' lasciando migliaia di case senza elettricità e centinaia di case e aziende gravemente danneggiate. Un uomo è stato ucciso da un albero che è caduto sulla sua auto mentre parcheggiava a lato della Johnson Rd a Hillcrest a Logan City. Una donna è stata uccisa in un incidente stradale causato dalla pioggia pesante a Pittsworth, nei pressi di Toowoomba. 

Tre eruzioni vulcaniche sottomarine segnalate al largo della costa di El Hierro

15 Ottobre 2011,El Hierro sarebbero confermate 3 eruzioni sottomarine a largo della costa di La Restinga,villaggio dell'isola completamene evacuato dalle autorita',secondo gli esperti la situazione al momento sarebbe stabile sono state confermate 3 fronti eruttivi sottomarini al largo della costa,molto ben descritti nei video che seguiranno.


Urano il pianeta "coricato"


Nella notte del 13 marzo 1781 William Herschel, musicista di professione e sconosciuto astronomo dilettante, scoprì il pianeta Urano mentre stava sistematicamente scandagliando il cielo con il suo telescopio, di appena 15 centimetri di diametro, autocostruito. All’inizio non si rese conto di ciò che aveva scoperto e pensò si trattasse del nucleo di una cometa. Nelle notti successive scoprì che il corpo celeste si spostava lentamente attraverso lo sfondo delle stelle distanti della costellazione del Toro e comprese che l’oggetto non poteva essere una stella.La spiegazione più semplice era che si trattasse di una nuova cometa e quindi Herschel presentò la propria scoperta alla Royal Society d’Inghilterra. Con l’accumularsi delle osservazioni fu ben presto chiaro, dal tipo di orbita percorsa dal corpo celeste, che non si trattava di una cometa ma di un pianeta ed Herschel divenne improvvisamente famoso per aver scoperto un nuovo mondo. La clamorosa scoperta trasformò Herschel in una celebrità e gli valse uno stipendio annuale da parte di re Giorgio III, l’allora sovrano d’Inghilterra. Per riconoscenza verso il suo re propose di chiamare il nuovo pianeta “Pianeta Giorgiano” ma, dopo diverse controversie, la comunità astronomica decise di chiamarlo “Urano”, dal nome del dio greco. 


La soluzione trovata presenta un carattere di continuità con le denominazioni dei pianeti esterni scelte dagli antichi astronomi. Infatti il padre di Marte è Giove e quello di Giove è Saturno, che a sua volta è figlio di Urano. In retrospettiva, una volta nota l’orbita, si evidenziò che Urano, al limite della visibilità ad occhio nudo, era stato osservato precedentemente più volte da vari astronomi, ma nessuno ne aveva notato lo spostamento. Urano si muove intorno al Sole ad una distanza di quasi tre miliardi di chilometri, ovvero due volte quella di Saturno, il pianeta più distante conosciuto fin dall’antichità. Urano, per completare un intero giro intorno al Sole, impiega ben 84 anni e poiché ruota su se stesso in 17,24 ore terrestri il suo anno è lungo più di 45 mila giorni uraniani.

Herschel continuò a osservare il pianeta appena scoperto e nel 1787, con un nuovo telescopio di 45 centimetri di diametro, scoprì due satelliti, poi battezzati da suo figlio John con i nomi shakespeariani di Titania e Oberon. Dallo studio delle loro orbite risultò che Urano aveva una massa quindici volte maggiore di quella terrestre con una densità di soli 1,27 grammi per centimetro cubo, e ciò sta a indicare una costituzione prevalentemente gassosa. Nel 1851 l’astronomo William Lassel trovò due satelliti più piccoli e più vicini al pianeta, Ariel e Umbriel e nel 1948 Gerald Kuiper scoprì Miranda, il quinto satellite di Urano, di dimensioni più piccole rispetto a tutti gli altri e più vicino al pianeta. A causa dell’enorme distanza il globo del pianeta presenta un piccolo diametro apparente di soli 4 secondi d’arco per cui è risultato sempre difficile scorgerlo. Osservato con il telescopio più grande della nostra associazione, del diametro di 40 centimetri, appare come un dischetto di colore acquamarina, bello da vedere ma privo di dettagli superficiali.

Ciò nonostante, già dal 1908, con l’ausilio di uno spettrografo, erano state individuate numerose bande di assorbimento, interpretate con la presenza di metano nell’atmosfera del pianeta. Ma la sorpresa più grande giunse nel 1977 durante lo studio dell’occultazione di una stella da parte di Urano. I ricercatori, a bordo di un osservatorio volante posto entro un aereo appositamente modificato, rilevarono fluttuazioni luminose della stella, interpretate come dovute a effetti di oscuramento per la presenza di una serie di anelli attorno al pianeta. La conferma della presenza di anelli avvenne però solo grazie alla sonda Voyager 2 che iniziò la vera esplorazione di Urano. Quando il 24 gennaio 1986 il Voyager sfiorò Urano a 80.000 chilometri di distanza i segnali impiegarono due ore e cinquanta minuti per raggiungere la Terra. Furono scattate migliaia di fotografie nelle poche ore del sorvolo ravvicinato che consentirono di acquisire molte più informazioni di quante ottenute in due secoli di difficili osservazioni al telescopio. Osservando le immagini di Urano (ottenute con filtri blu, verde e arancione) si nota un’atmosfera azzurrognola dovuta alla presenza di metano negli strati alti dell’atmosfera. Alle basse temperature presenti nello strato atmosferico superiore (-213° C), il gas metano congela e forma uno strato di nubi e particelle di nebbia a causa dell’azione di raggi ultravioletti solari sul metano. La nebbia e le nubi di metano danno al pianeta un aspetto soffuso e nascondono alla vista l’atmosfera inferiore. Vi si scorgono con difficoltà nubi biancastre di metano gelato che sono spinte da venti che raggiungono i 600 km/h. Ma senza dubbio l’aspetto più straordinario del pianeta è l’inclinazione del suo asse di rotazione, circa 98 gradi, che fa sembrare il pianeta “coricato”. Al passaggio del Voyager il polo Sud di Urano era rivolto verso il Sole e la Terra ed è stato uno spettacolo osservare gli anelli e le sue lune descrivere dei cerchi concentrici, girando intorno ad esso come in una ruota panoramica. Gli anelli sono formati da frammenti di ghiaccio e roccia, mista a polvere costituita da piccoli granelli e da una moltitudine di finissime particelle di un centesimo di millimetro e questo fa sì che risultino deboli e difficilmente osservabili da Terra. Come già per Saturno anche intorno ad Urano il Voyager scoprì l’esistenza di piccole lune collocate vicino agli anelli, che con la loro pur debole gravità contribuiscono a confinarli e a stabilizzarli; esse sono denominate “satelliti pastore”. Le piccole lune scoperte dal Voyager sono tutte interne all’orbita di Miranda e sono: Cordelia, Ofelia, Bianca, Cressida, Desdemona, Juliet, Porzia, Rosalind, Belinda, Puck e Mab.

Ma non basta, nel 1992 il grande telescopio di Monte Palomar scopriva Calibano e nel 1999 sono state scoperte altre tre piccole lune, Stefano, Prospero e Setebos, portando così il totale a ventuno. Ma non è finita: nel 2001 vengono rivelati Trin****, Ferdinando e Francisco. Nel 2004 le osservazioni del telescopio spaziale Hubble fanno salire il conto a ventisette con Cupido e Margherita. Tutti questi nomi sono ispirati alle opere degli scrittori e poeti Shakespeare e Pope. Ma perché Urano ruota coricato su un fianco? Anche se il Voyager non ha trovato “il colpevole”, ha scoperto prove evidenti che durante le prime fasi di vita del sistema solare sono avvenute violente collisioni e i satelliti di Giove, Saturno e dello stesso Urano ne portano i segni. Quando i numerosissimi detriti e frammenti in orbita intorno al Sole neonato si aggregarono dando origine a corpi di dimensioni planetarie, le collisioni che avvennero per ultime furono le più violente e si pensa che un corpo delle dimensioni della Terra abbia urtato lateralmente Urano rovesciandolo su un fianco.

http://www.vulcanonews.it/news/128/Urano-il-pianeta-coricato.html

El Hierro: il video dell'eruzione sottomarina

13 Ott 2011 - ISOLE CANARIE - Queste sono alcune delle prime immagini della superficie del mare al largo della costa di La Restinga, vicino a El Hierro. Gli esperti stanno osservando la formazione di 'macchie verdi' sulla superficie del mare, circa 1 miglia e mezzo dalla costa, che sembrano crescere di dimensioni. C'è anche un forte odore di zolfo nell'aria e pesci morti sono stati rinvenuti. Nel frattempo,i tremori sull'isola di El Hierro continuano.

VIDEO DELL?ERUZIONE SOTTOMARINA 





Luce verde alle maxi-antenne del MUOS di Niscemi

C’è da scommettere che è solo questione di giorni. A Niscemi (Caltanissetta) stanno per essere installate le maxi-antenne di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate Usa. La prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha infatti respinto la richiesta di sospensione dei lavori invocata dal Comune di Niscemi, condannando il ricorrente al pagamento delle spese di giudizio (1.000 euro). La realizzazione degli impianti militari all’interno della riserva naturale “Sughereta”, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ha preso il via dopo che l’1 giugno 2011, il dirigente generale dell’Assessorato regionale del territorio e ambiente, Giovanni Arnone, ha autorizzato la Marina militare Usa ad occupare l’area sottoposta a tutela.“Il ricorso si appalesa inammissibile, in quanto avente ad oggetto l’esecuzione del progetto positivamente valutato nella conferenza di servizi del 9 settembre 2008 anche con il nulla osta favorevole del Comune ricorrente, la cui possibilità di revoca appare dubbia”, scrivono i giudici del TAR siciliano. 


Il riferimento è a una vicenda dai contorni tutt’altro che lineari, protagonista l’amministrazione comunale di Niscemi che, perlomeno nella prima fase dell’affaire MUOS, non ha dimostrato il giusto tempismo né la necessaria attenzione. Ricevuto il progetto d’installazione del MUOS Usa da parte della Regione Siciliana (3 aprile 2008), la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale da parte del 41° Stormo dell’Aeronautica militare di Sigonella (14 maggio), due mesi e mezzo dopo il Capo ripartizione del Comune trasferiva a Palermo la relativa documentazione per procedere all’istruttoria sulla valutazione di incidenza ambientale. Il 9 settembre si svolgeva la Conferenza dei servizi presso l’Assessorato al territorio e ambiente, nel corso della quale giungeva incredibilmente il parere favorevole allo studio predisposto da US Navy dell’Amministrazione di Niscemi e dell’ente gestore della riserva naturale. Fortunatamente esplosero le proteste e la mobilitazione contro quello che veniva ribattezzato l’Eco-MUOStro di Niscemi di migliaia di cittadini delle province di Catania, Caltanissetta e Ragusa che costrinsero gli amministratori a fare retromarcia e richiedere a tre tecnici (un cartografo, un agronomo e un botanico dell’Università di Palermo), di analizzare approfonditamente lo studio per la valutazione d’incidenza ambientale della Marina militare Usa. Il 10 ottobre 2009 i professionisti presentarono una relazione che bollava impietosamente la valutazione del progetto MUOS come “incompleta e di scarsa attendibilità” e con una documentazione allegata “discordante, insufficiente e inadeguata”. Un mese e mezzo più tardi l’amministrazione comunale annullava il nulla osta ambientale che era stato rilasciato in precedenza. Un provvedimento che il TAR non ha ritenuto di dover prendere in considerazione, come sono state del tutto ignorate le risultanze della relazione dei tecnici dell’ateneo palermitano. Ben altra considerazione i giudici amministrativi hanno avuto invece per la relazione pro-MUOS del Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e delle comunicazioni della facoltà di ingegneria della stessa Università di Palermo (mai consegnata agli amministratori di Niscemi), che pare fornisca dati ultratranquillizzanti sulle emissioni elettromagnetiche degli enormi impianti radar. Una valutazione che non è assolutamente condivisa dal professore Massimo Coraddu dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che nei mesi scorsi ha effettuato una dettagliata analisi sul pericolo MUOS proprio per conto del Comune di Niscemi. Nessuna preoccupazione è stata espressa dal TAR per l’insostenibile impatto che i lavori del MUOS arrecheranno al territorio, alla flora e alla fauna della riserva “Sughereta”. La rilevanza degli interventi è però analiticamente descritta nell’autorizzazione dell’Assessorato Regionale, dove sono pure previste alcune prescrizioni per ammortizzare il più possibile gli effetti sull’ambiente. “Dovranno essere salvaguardati i due nuclei di vegetazione arbustive ed arborea rilevati dallo studio botanico e riscontrati nel corso del sopralluogo al limite sud-occidentale e sud-orientale dell’area d’intervento prevedendo lo spostamento della recinzione”, scrive il dirigente Giovanni Arnone. “A protezione delle scarpate circostanti l’impianto e delle canalette in terra, dovrà essere realizzato un impianto di specie arbustive con Phillyrea latifoglia, Pistacia lentiscus, Rosmarinus officinalis, Calicotome spinosa, Ampelodesma mauritanicus. Il periodo di esecuzione dei lavori dovrà essere compatibile con le esigenze degli uccelli migratori abituali (coturnice, ghiandaia e magnanina), evitando di effettuare i lavori di maggiore impatto nel periodo compreso tra aprile e giugno e l’impianto d’illuminazione dovrà essere realizzato mediante l’utilizzo di luci schermate e direzionali onde evitare l’inquinamento luminoso aereo. Dovrà infine essere garantito il contenimento delle polveri e ridotto l’impatto acustico con l’utilizzo di dispositivi di attenuazione del rumore”. Le azioni di sorveglianza delle prescrizioni sono state affidate all’Ispettorato delle foreste di Trapani. Compito ingrato, tenuto conto che i forestali si trovano di fronte i contractor e i marines della prima potenza bellica del pianeta. Immediata la reazione del sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, alla bocciatura della richiesta di sospensione dei lavori. “Prendiamo atto che anche il TAR Sicilia non esprime solidarietà con la popolazione che ha espresso la propria contrarietà all’installazione dell’antenna statunitense MUOS”, afferma Di Martino. “Si tratta di un atto assolutamente impositivo che non tiene conto del principio di precauzione e quindi di tutela della salute e dell’ambiente. La nostra battaglia non si ferma qui, ricorreremo infatti al Cga. Niscemi non merita di essere trattata in questo modo”.Piena solidarietà ai cittadini e agli amministratori in lotta contro il “pesante e invasivo sistema di telecomunicazione satellitare, finalizzato al controllo del Mediterraneo da parte degli Stati Uniti d’America” è stata espressa dal consigliere nazionale di Italia Nostra, Leandro Janni. “Siamo disponibili ad intraprendere eventuali azioni legali contro il MUOS, esattamente come abbiamo fatto davanti al Tribunale amministrativo regionale di Cagliari, che meno di una settimana fa ha accolto a pieno le nostre richieste, sospendendo l’installazione della rete di radar della Guardia di finanza lungo le coste occidentali della Sardegna”. Un appello per rilanciare la mobilitazione e l’azione diretta contro i crescenti processi di riarmo e militarizzazione della Sicilia è giunto dagli attivisti no war. “Un primo appuntamento è il 15 ottobre a Catania per gli indignados che non potranno raggiungere Roma per la grande manifestazione nazionale contro le politiche neoliberiste della Banca Centrale Europea e del Fondo monetario internazionale”, afferma Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. “L’iniziativa avrà tra i suoi punti qualificanti proprio l’opposizione all’installazione del MUOS e ci confronteremo con gli aderenti dei comitati No MUOS locali per costruire una grande manifestazione a Niscemi a fine ottobre”.

Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2011/10/luce-verde-alle-maxi-antenne-del.html



 


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