C’è da scommettere che è solo questione di giorni. A Niscemi (Caltanissetta) stanno per essere installate le maxi-antenne di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate Usa. La prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha infatti respinto la richiesta di sospensione dei lavori invocata dal Comune di Niscemi, condannando il ricorrente al pagamento delle spese di giudizio (1.000 euro). La realizzazione degli impianti militari all’interno della riserva naturale “Sughereta”, Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ha preso il via dopo che l’1 giugno 2011, il dirigente generale dell’Assessorato regionale del territorio e ambiente, Giovanni Arnone, ha autorizzato la Marina militare Usa ad occupare l’area sottoposta a tutela.“Il ricorso si appalesa inammissibile, in quanto avente ad oggetto l’esecuzione del progetto positivamente valutato nella conferenza di servizi del 9 settembre 2008 anche con il nulla osta favorevole del Comune ricorrente, la cui possibilità di revoca appare dubbia”, scrivono i giudici del TAR siciliano.
Il riferimento è a una vicenda dai contorni tutt’altro che lineari, protagonista l’amministrazione comunale di Niscemi che, perlomeno nella prima fase dell’affaire MUOS, non ha dimostrato il giusto tempismo né la necessaria attenzione. Ricevuto il progetto d’installazione del MUOS Usa da parte della Regione Siciliana (3 aprile 2008), la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale da parte del 41° Stormo dell’Aeronautica militare di Sigonella (14 maggio), due mesi e mezzo dopo il Capo ripartizione del Comune trasferiva a Palermo la relativa documentazione per procedere all’istruttoria sulla valutazione di incidenza ambientale. Il 9 settembre si svolgeva la Conferenza dei servizi presso l’Assessorato al territorio e ambiente, nel corso della quale giungeva incredibilmente il parere favorevole allo studio predisposto da US Navy dell’Amministrazione di Niscemi e dell’ente gestore della riserva naturale. Fortunatamente esplosero le proteste e la mobilitazione contro quello che veniva ribattezzato l’Eco-MUOStro di Niscemi di migliaia di cittadini delle province di Catania, Caltanissetta e Ragusa che costrinsero gli amministratori a fare retromarcia e richiedere a tre tecnici (un cartografo, un agronomo e un botanico dell’Università di Palermo), di analizzare approfonditamente lo studio per la valutazione d’incidenza ambientale della Marina militare Usa. Il 10 ottobre 2009 i professionisti presentarono una relazione che bollava impietosamente la valutazione del progetto MUOS come “incompleta e di scarsa attendibilità” e con una documentazione allegata “discordante, insufficiente e inadeguata”. Un mese e mezzo più tardi l’amministrazione comunale annullava il nulla osta ambientale che era stato rilasciato in precedenza. Un provvedimento che il TAR non ha ritenuto di dover prendere in considerazione, come sono state del tutto ignorate le risultanze della relazione dei tecnici dell’ateneo palermitano. Ben altra considerazione i giudici amministrativi hanno avuto invece per la relazione pro-MUOS del Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e delle comunicazioni della facoltà di ingegneria della stessa Università di Palermo (mai consegnata agli amministratori di Niscemi), che pare fornisca dati ultratranquillizzanti sulle emissioni elettromagnetiche degli enormi impianti radar. Una valutazione che non è assolutamente condivisa dal professore Massimo Coraddu dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che nei mesi scorsi ha effettuato una dettagliata analisi sul pericolo MUOS proprio per conto del Comune di Niscemi. Nessuna preoccupazione è stata espressa dal TAR per l’insostenibile impatto che i lavori del MUOS arrecheranno al territorio, alla flora e alla fauna della riserva “Sughereta”. La rilevanza degli interventi è però analiticamente descritta nell’autorizzazione dell’Assessorato Regionale, dove sono pure previste alcune prescrizioni per ammortizzare il più possibile gli effetti sull’ambiente. “Dovranno essere salvaguardati i due nuclei di vegetazione arbustive ed arborea rilevati dallo studio botanico e riscontrati nel corso del sopralluogo al limite sud-occidentale e sud-orientale dell’area d’intervento prevedendo lo spostamento della recinzione”, scrive il dirigente Giovanni Arnone. “A protezione delle scarpate circostanti l’impianto e delle canalette in terra, dovrà essere realizzato un impianto di specie arbustive con Phillyrea latifoglia, Pistacia lentiscus, Rosmarinus officinalis, Calicotome spinosa, Ampelodesma mauritanicus. Il periodo di esecuzione dei lavori dovrà essere compatibile con le esigenze degli uccelli migratori abituali (coturnice, ghiandaia e magnanina), evitando di effettuare i lavori di maggiore impatto nel periodo compreso tra aprile e giugno e l’impianto d’illuminazione dovrà essere realizzato mediante l’utilizzo di luci schermate e direzionali onde evitare l’inquinamento luminoso aereo. Dovrà infine essere garantito il contenimento delle polveri e ridotto l’impatto acustico con l’utilizzo di dispositivi di attenuazione del rumore”. Le azioni di sorveglianza delle prescrizioni sono state affidate all’Ispettorato delle foreste di Trapani. Compito ingrato, tenuto conto che i forestali si trovano di fronte i contractor e i marines della prima potenza bellica del pianeta. Immediata la reazione del sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, alla bocciatura della richiesta di sospensione dei lavori. “Prendiamo atto che anche il TAR Sicilia non esprime solidarietà con la popolazione che ha espresso la propria contrarietà all’installazione dell’antenna statunitense MUOS”, afferma Di Martino. “Si tratta di un atto assolutamente impositivo che non tiene conto del principio di precauzione e quindi di tutela della salute e dell’ambiente. La nostra battaglia non si ferma qui, ricorreremo infatti al Cga. Niscemi non merita di essere trattata in questo modo”.Piena solidarietà ai cittadini e agli amministratori in lotta contro il “pesante e invasivo sistema di telecomunicazione satellitare, finalizzato al controllo del Mediterraneo da parte degli Stati Uniti d’America” è stata espressa dal consigliere nazionale di Italia Nostra, Leandro Janni. “Siamo disponibili ad intraprendere eventuali azioni legali contro il MUOS, esattamente come abbiamo fatto davanti al Tribunale amministrativo regionale di Cagliari, che meno di una settimana fa ha accolto a pieno le nostre richieste, sospendendo l’installazione della rete di radar della Guardia di finanza lungo le coste occidentali della Sardegna”. Un appello per rilanciare la mobilitazione e l’azione diretta contro i crescenti processi di riarmo e militarizzazione della Sicilia è giunto dagli attivisti no war. “Un primo appuntamento è il 15 ottobre a Catania per gli indignados che non potranno raggiungere Roma per la grande manifestazione nazionale contro le politiche neoliberiste della Banca Centrale Europea e del Fondo monetario internazionale”, afferma Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. “L’iniziativa avrà tra i suoi punti qualificanti proprio l’opposizione all’installazione del MUOS e ci confronteremo con gli aderenti dei comitati No MUOS locali per costruire una grande manifestazione a Niscemi a fine ottobre”.
Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2011/10/luce-verde-alle-maxi-antenne-del.html
Nessun commento:
Posta un commento