MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Appello dall'Europa per salvare le api!

In questi giorni l'Europarlamento ha chiesto all'Unione europea di affrontare con urgenza il grave aumento della mortalità delle api. Nella risoluzione votata dall'assemblea plenaria degli eurodeputati a Strasburgo, si chiede infatti di investire maggiormente in ricerca proprio per proteggere le api.
Quella della moria delle api è purtroppo diventata una ben nota questione, sulla quale da tempo sono stati attivati studi e monitoraggi per tracciare le cause del fenomeno. Da diverso tempo l'Agenzia Europea dell'Ambiente evidenzia come diverse specie di api selvatiche si sono già estinte e, nel resto del mondo, si sono decimate a causa di pesticidi, acari e malattie. (Rapporto Segnali ambientali 2010).


Un solo fattore non può spiegare tutte le perdite di api nel corso di un determinato periodo di tempo. Tuttavia è sempre più evidente che tra i fattori da tenere in considerazione, oltre alle malattie (per esempio la varroa), parassiti, fattori ambientali, ci sia l’impiego di pesticidi sistemici. Ormai da tempo numerosi studi evidenziano come il loro utilizzo in agricoltura possa colpire le api che sono esposte a queste sostanze chimiche proprio come conseguenza della loro attività di foraggiamento.
Se è vero che i danni da tossicità acuta non sono l'unica minaccia per le api, gli effetti sub-letali come paralisi, disorientamento o cambiamenti comportamentali, sia da esposizioni a breve termine sia a lungo termine, sono sempre più presi in considerazione visto che influenzano le diverse fasi di vita e i diversi livelli organizzativi delle popolazioni di api.
Diverse specie di api selvatiche si sono già estinte
Proprio per questi motivi, negli ultimi anni sono stati avviati diversi programmi nazionali di monitoraggio per le colonie di api. Uno dei più completi è il programma di monitoraggio DEMIBO (DEutsches BIenen MOnitoring), in cui dal 2005 circa 1200 colonie vengono continuamente seguite e analizzate. Anche se laborioso e costoso, questo progetto si sta dimostrando utile in quanto genera dati affidabili e consente di creare relazioni tra i fattori di rischio e la morte delle colonie.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo gli apicoltori italiani ci sarebbero tutti i presupposti scientifici per vietare definitivamente l’impiego dei neonicotinoidi. Gli insetticidi sistemici che negli anni scorsi hanno causato una moria di api senza precedenti, come confermato da uno studio dell’Università di Padova pubblicato di recente anche su Journal of Environmental Monitoring.
Secondo gli apicoltori e gli ambientalisti, dopo la fase di studi e monitoraggi, ci sono le informazioni necessarie per una risoluzione definitiva e non più temporanea che vieti per sempre l'impiego dei neonicotinoidi per la concia delle sementi del mais. Gli apicoltori sottolineano che dopo le tre stagioni senza concianti sistemici è stata dimostrata l’assenza di danni agli alveari, ma anche il conseguimento di produzioni ottime di mais, se non addirittura record, come nel 2011.
Gli apicoltori continuano la loro mobilitazione e chiedono di avere risposte alle seguenti domande: “Quale altro monitoraggio e controllo a livello territoriale è ancora necessario? Cos’altro è necessario perché il Governo italiano sappia attivarsi per ottenere l’avvio di una revisione indipendente dell’autorizzazione comunitaria delle molecole insetticide sistemiche, per cui si è accertata scientificamente la pericolosità?”.

Mucche transgeniche producono latte umano

Il Sunday Telegraph di Londra ha messo la notizia in prima pagina: 300 mucche-balie transgeniche capaci di produrre latte “umano”, buono per i neonati, sono già state allevate in Cina come fornitrici dell’alternativa perfetta al latte materno e a quello artificiale. Le hanno “create” – è questo il termine appropriato – alcuni scienziati cinesi, appunto, introducendo nei bovini specifici geni umani e forse tra una decina d’anni il prodotto delle straordinarie mammelle di questo tipo di mucche potrebbe giungere addirittura negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo. Ma gli oppositori dei cibi transgenici gridano allo scandalo in Gran Bretagna: come se il famoso mostro Frankenstein fosse rinato, stavolta nella stalla, per fini alimentari. E promettono battaglia per fermare questa nuova frontiera delle modifiche genetiche.
Le vacche transgeniche hanno, ovviamente, lo stesso aspetto di quelle normali. La differenza sta nel latte che producono, perché contiene proteine umane come il lisozima, che protegge i neonati dalle infezioni, o lalattoferrina, che rafforza il sistema immunitario. E’ stato inoltre modificato il quantitativo di grasso presente normalmente nel latte bovino, aumentandolo di circa il 20 per cento. Insieme ad altre proprietà, il nuovo alimento liquido “potrebbe essere un’alternativa all’allattamento al seno e ai vari latti artificiali che sono spesso criticati perché insufficienti dal punto di vista nutritivo per i bebè”, ha scritto il Sunday Telegraph.
In Cina le regole sui cibi geneticamente modificati sono più permissive che in Europa. Ed è lì appunto che i scienziati dei laboratori statali della China Agricultural University hanno introdotto con successo geni umani
in circa 300 mucche per produrre latte con le stesse proprietà di quello materno. Un latte, assicurano i ricercatori cinesi, “altrettanto sicuro di quello prodotto dalle donne che sono appena diventate mamme”. Dice Ning Li, il direttore dell’esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Public Library of Science One: “E’ un latte che ha un sapore dieci volte più forte del latte normale. Tra una decina d’anni lo troveremo in tutti i supermercati e negozi di generi alimentari”.
Ma in Gran Bretagna, patria di Dolly, la prima pecore clonata, la notizia ha scatenato ferme proteste. “Ci sono milioni di interrogativi sul fatto che il latte di queste mucche sia sicuro per gli esseri umani ed è difficile verificarlo se non si fanno test su larga scala”, commenta Helen Wallace di GeneWatch, un’associazione per il controllo degli sviluppi delle biotecnologie. Esprime dubbi anche la Reale Società Britannica per la Protezione degli Animali: “La prole degli animali clonati soffre spesso di gravi problemi di salute, abbiamo veramente bisogno di questo latte per i nostri neonati?”.

Scoperti frammenti di Gondwana,il continente perduto!



SYDNEY - Scienziati australiani esplorando luoghi sconosciuti dell'Oceano Indiano hanno annunciato di aver scoperto frammenti di Gondwana il supercontinente generatosi durante il Neoproterozoico dall'aggregazione dei frammenti della Pangea, un supercontinente preesistente e scomparso nel Mesozoico. Dalla sua frammentazione sono nati gli attuali continenti dell'emisfero meridionale (Sudamerica, Africa, India, Antartide, Australia).
Secondo le analisi, le rocce di questi frammenti contengono fossili di creature abituate ad acque poco profonde, il che significa che queste rocce erano un tempo, al livello del mare o al di sopra, ha dichiarato Jo Whittaker, geofisico presso l'Università di Sydney.


Essi non possono essere stati creati da attività vulcaniche sottomarine, ha inoltre aggiunto.
Questa scoperta può permettere una migliore comprensione di come Gondwana si sia separata dal megacontinente Pangea, dando vita all'Australia, Antartide e l' India,quest'ultima andata alla deriva fino ad andare in collisione con l'Eurasia originando la catena montuosa dell'Himalaya.
Queste rocce verranno poi confrontate con campioni dalla costa occidentale dell'Australia, per determinare dove e come il continente si frammento'.


http://thetruthbehindthescenes.wordpress.com/2011/11/17/parts-of-gondwana-megacontinent-found-off-australia/


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El Hierro intenso tremore vulcanico,si teme un nuovo fronte eruttivo!

18 Novembre 2011 - El Hierro - Il tremore vulcanico registrato sull'isola delle Canarie di El Hierro rimane a livelli alti rispetto all'attivita' eruttiva in corso, questo fa temere che ci possa originare un nuovo fronte eruttivo nella baia di El Golfo a largo di La Restinga,la maggior parte dei terremoti sono concentrati nella parte settendrionale dell'isola ma tuttavia sono ancora abbastanza profondi tali da non far presagire un imminente nascita di un nuova bocca eruttiva.I ricercatori stanno misurando alte quantita' di gas elio e di CO2 segno che l'eruzione sottomarina e' ancora in corso.

Brasile: migliaia di piranha attaccano bagnanti

(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 16 NOV - Piranha stanno attaccando i bagnanti del fiume Paraguai, nella citta' brasiliana di Caceres, in pieno Pantanal, seminando il terrore tra residenti e turisti. Nelle prime due settimane di novembre, sono stati registrati 12 casi, praticamente un attacco al giorno. Secondo il locale corpo dei pompieri, e' la prima volta che il fenomeno si verifica nella zona, in particolare nella spiaggia di Daveron, meta turistica obbligatoria per via dell'annuale Festival internazionale della pesca.
Ogni settembre, Caceres ospita quello che e' il più grande festival della pesca del Brasile , un evento di una settimana che attira 200.000 persone per tornei di pesca e concerti.

 


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