La Francia inserisce il Parkinson nella lista delle malattie professionali, ufficializzando il legame tra uso di pesticidi e insorgenza della malattia. Vinta la battaglia degli agricoltori francesi.
Da tempo si discute degli effetti che i pesticidi hanno sulla salute degli agricoltori. E finalmente si cominciano a cogliere i primi frutti. La Francia riconosce ufficialmente che l’uso dei pesticidi provoca il Parkinson, inserendo quest’ultimo nella lista delle malattie professionali.
Un riconoscimento che facilita la battaglia di coloro che si sono visti diagnosticare la malattia dopo poco meno di un anno dall’utilizzo dei pesticidi.
Il panorama che cambia
I diritti dei lavoratori vittime da pesticidi sono rappresentati dall’associazione “Phyto-vittime”, creata nel marzo del 2011. Questa ha sostenuto anche Paul Francis, un coltivatore di cereali, che nel febbraio 2016 ha vinto la sua battaglia legale contro il gigante americano Monsanto.
La società è stata giudicata colpevole di aver avvelenato Francis attraverso i vapori di uno degli erbicidi che utilizza, il Lasso, ritirato dal mercato nel 2007 (anche se si conoscevano i suoi pericoli da oltre 20 anni).
Questa vittoria in tribunale ha spinto, qualche giorno dopo, decine di agricoltori a protestare al Salone dell’Agricoltura. I coltivatori richiedevano all’Unione degli Industriali per la Protezione delle Piante che le malattie legate all’uso dei pesticidi fossero inserite nella lista delle malattie professionali. E che i prodotti pericolosi venissero immediatamente ritirati dalla vendita.
Poi il 30 Aprile altra stoccata a favore. La Civi, Commissione di indennizzo delle vittime di reati, di Epinal condanna lo Stato francese a risarcire un contadino di Meurthe-et-Moselle, colpito da una sindrome mieloproliferativa. L’uomo ha ottenuto che la malattia venisse inserita nella lista delle malattie professionali causate dall’uso di prodotti contenenti benzene.
I pesticidi messi sotto accusa
Sono 4.900 i casi di malattie riconosciute come professionali ogni anno in Francia tra gli agricoltori. Si tratta per lo più di patologie TMS, disturbi muscolo-scheletrici (circa il 90%), e i restanti casi legati agli animali e polvere di legno o di amianto. Per ora solo cinque i casi di Parkinson riconosciuti come causati dai pesticidi.
Tra i pesticidi accusati di causare patologie e disabilità, viene spesso indicato l’arsenico, responsabile di irritazioni, avvelenamento o cancro. Oppure il benzene, classificato come cancerogeno per l’uomo, e del pentaclorofenolo (PCP), vietato nei pesticidi dal 2003.
A rischiare non sono solo gli agricoltori
Già nell’aprile 2009, i ricercatori della UCLA, University of California di Los Angeles, avevano denunciato il legame tra Parkinson e due sostanze chimiche, il fungicida Maneb e l’erbicida Paraquat, utilizzate nelle coltivazioni per combattere i parassiti. Questo studio epidemiologico non ha esaminato solo gli agricoltori che utilizzavano i pesticidi, ma anche le persone che vivevano vicino ai campi agricoli in cui venivano spruzzati.
Lo studio ha riscontrato che il rischio per la malattia di Parkinson, per queste persone, aumentava del 75%. Ma i risultati si aggravano, quando nella ricerca viene inserito il fungocida Ziram. Infatti l’esposizione combinata di Maneb, Paraquat e Ziram vicino all’abitazione o al luogo di lavoro aumenta il rischio della malattia di tre volte.
In pericolo quindi non sono solo i lavoratori, ma tutti coloro che, anche inconsapevolmente, vi sono esposti.
Fonte: Le Monde
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