Grazie all’abile uso di trattati e accordi internazionali, il dominio su questo pianeta sta diventando sempre più globalizzato e centralizzato, eppure la maggior parte della gente non sembra preoccuparsene.
Fra il 25 e il 27 settembre, le Nazioni Unite hanno dato l’avvio a un nuovo “piano universale” per l’umanità. Il discorso inaugurale della conferenza è stato pronunciato dal Papa, in visita a New York, che ha così offerto il suo prezioso appoggio al nuovo piano. Praticamente ogni nazione dell’intero pianeta ha volontariamente sottoscritto i 17 obiettivi inclusi nel piano, eppure questo evento di immensa portata non figurava su nessuna prima pagina.
Uno dei 17 obiettivi è che ogni uomo, donna o bambino del pianeta disponga entro il 2030 di un documento d’identità biometrico. Le Nazioni Unite stanno già lavorando per l’attuazione di questo progetto, in particolare fra le popolazioni di rifugiati. L’ONU sta implementando con la collaborazione di Accenture un sistema d’identificazione biometrica che rimandi le informazioni “a un database centrale a Ginevra”. La cosiddetta iniziativa Identification for Development (ID4D) era stata originariamente lanciata dalla Banca Mondiale, che è orgogliosa di lavorare fianco a fianco con l’ONU affinché tutti siano in possesso della “identità legale”.
Per il momento questa viene inquadrata come “iniziativa umanitaria”, ma sarà sempre così?
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