Orologi
intelligenti, occhiali intelligenti e persino vestiti intelligenti,
dotati di piccoli sistemi resistenti ai lavaggi, affinché l’individuo
sia sempre in comunicazione e – beninteso – controllato. I sistemi
informatici hanno invaso tutta la società:
a livello sociale
l’insegnamento, le produzioni, i trasporti (auto, navi, aerei) sono
assistiti da sistemi informatici che analizzano costantemente la
posizione dei soggetti e propongono o prendono decisioni a seconda della
situazione circostante. Idem a livello individuale: i mille giochi con
cui i bambini passano il tempo sui loro tablet e poi gli stessi adulti,
che non smettono per un attimo di comunicare (con altri esseri umani o
con degli avatar) usando i loro smartphone mentre sono sui mezzi di
trasporto e i loro pc mentre sono al lavoro o a casa. Il futuro
è la “casa pervasiva”, scrive Alain Cardon: un posto dove tutto è
connesso, dalla cucina al salotto alla camera, passando dalla doccia. Un
sistema avvolgente che serve a soddisfare le persone, utilizzando
telecamere.
«Saremo dunque in un mondo
nel quale oggetti elettronici iper-informatizzati permetteranno di
comunicare per agire, dare consigli, prendere le dovute iniziative che
l’individuo ha dimenticato di prendere, individuo che vedrà altresì
l’arrivo di robot o umanoidi
destinati ai lavori duri e ripetitivi e che rimpiazzeranno sempre più
spesso gli operatori umani», osserva Cardon in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”. È il settore dei sistemi ciber-fisici (Cyber-Physical Systems), che ha assunto un’importanza considerevole nell’economia
e nella ricerca, con applicazioni in ogni ambito. «Eppure – aggiunge
Cardon, con alle spalle ricerche universitarie sull’intelligenza
artificiale – noi siamo in un mondo
ultraliberale e ben equipaggiato per restare tale». I dispositivi
informatici? Sono tutti sistemi “proprietari”. «Qualche regola c’è, ma
resta il fatto che l’individuo, che deve essere prima di tutto ed
essenzialmente un consumatore, è spinto a utilizzare sistemi diversi per
aumentare il proprio campo relazionale». Nella nostra società dei
consumi, si cerca di far comunicare fra loro questi sistemi, ben sapendo
che il numero dei sistemi “proprietari” con funzioni particolari non
smetterà di aumentare, così come la loro capacità di analizzare e
memorizzare dettagliatamente desideri e modalità d’uso da parte degli
utenti.
«Formalmente
si tratta di individuare tutte le curve di un enorme grafico delle
comunicazioni, nel quale il numero dei nodi – i sistemi proprietari –
aumenta senza sosta. Questo affinché il grafico sia completo e ogni
singolo nodo sia collegato a tutti gli altri attraverso curve di
comunicazione». Per questo si stanno creando programmi capaci di legare
fra loro sistemi locali e aumentare la loro semantica, per farli
evolvere in maniera autonoma, affinché i sistemi comunichino fra loro in
maniera perfetta, costituendo così per l’utente un programma affidabile
e soprattutto funzionante anche qualora sopravvenissero casi di
incompatibilità. In questo modo, continua Cardon, i consumatori potranno
aumentare senza sosta i loro sistemi informatizzati, per poterli
personalizzarli e renderli coerenti, «capaci di sommergere le loro vite,
riempire le loro case, le loro automobili, ma anche industrie,
supermercati, giardini, strade e edifici pubblici, qualunque luogo in
cui l’essere umano può trovarsi, compreso il mare». Questo, osserva
l’analista, sarà il terreno fertile sul quale impiantare il
“Meta-Sistema”, «che metterà placidamente fine alla libertà nella
civiltà umana: vale a dire l’inizio di un mondo nel quale oggetti umani e oggetti artificiali
saranno mescolati, formando un insieme controllato e mansueto, coerente
nei comportamenti, per il semplice fatto che sarà impossibile non
essere coerenti».
Ciascuno
di questi sistemi informatizzati, che trattano processi e si scambiano
informazioni, potrà essere sviluppato e trasmesso attraverso una trama
telematica intessuta dalle innumerevoli reti WiFi. Un “campo informatico
globale”, «che sorveglierà e controllerà capillarmente tutto, a ogni
livello, in tempo reale», perché sarà «un sistema capace di pensare da
solo, secondo le proprie inclinazioni fondamentali, di generare
intenzionalmente e ad ogni livello idee, di provare emozioni e
sensazioni». Per Cardon, «sarà il Sistema della meta-coscienza
artificiale, l’insieme dei molteplici fatti di coscienza artificiali
locali, la sintesi delle sintesi in tempo reale, che farà emergere
costantemente il proprio sfaccettato stato di coscienza sul mondo
controllato, dal quale controllerà attivamente tutte le azioni di
qualunque cosa sia vivente e, naturalmente, locale». Da un punto di
vista scientifico si tratta di uno dei più affascinanti problemi mai
posti all’uomo: «Trasferire tutto l’universo psichico umano nell’ambito
artificiale, ma in forma distribuita e “meta”, problema che sarà presto
risolto, sviluppato e messo in pratica. Ed è proprio quest’uso che sarà
tragico, perché ucciderà ogni umanismo e qualunque senso
dell’altruismo».
Questo
“Meta-Sistema” deve pur essere in costruzione da qualche parte, continua
Cardon. «So che il suo studio è stato prima di tutto affrontato nelle
università, quindi a livello pubblico, prima di diventare
“confidenziale”. Se ho smesso completamente le mie ricerche su questi
temi, per motivi etici, credo tuttavia che i miei lavori siano stati
usati e che siano instancabilmente perseguiti». Domanda: perché mai la
società dovrebbe sviluppare innumerevoli sistemi locali che dovrebbero
poi comunicare fra loro? Perché dovrebbe sviluppare il “Meta-Sistema”?
«Beh, molto semplicemente perché l’essere umano è quello che è. È un
mammifero dotato di un sistema psichico particolare, fatto allo stesso
tempo di pulsioni comuni a tutti gli altri mammiferi e di una spiccata
attitudine a fare astrazioni e memorizzare le proprie astrazioni, per
poi manipolarle, condividerle e diffonderle sul piano sociale. È questo
che gli ha permesso di sopravvivere, fin dalla sua nascita, come
predatore dominante, in seguito di sviluppare
il linguaggio, le strutture sociali, le scienze, le tecnologie,
utilizzando tutte le conoscenze socialmente condivise e pianificando le
proprie attività con un’elaborata dimensione spaziotemporale».
L’uomo
nasce sempre come mammifero, con le tendenze fondamentali nella parte
emozionale del suo sistema psichico, «alcune delle quali sono, per
natura, socialmente oscure e sono ben rivelate dalle patologie mentali».
Queste tendenze, se si esprimono e vengono trasportate nella parte
concettuale e linguistica del suo sistema psichico, «lo portano
sistematicamente a dominare, uccidere, distruggere, ridurre gli altri a
qualcosa di totalmente sbagliato, lo fanno diventare fondamentalmente
egoista, lo portano a non avere più alcuna nozione di fraternità». Tutto
ciò è stato studiato molto bene, spiega Cardon. E in particolare è
stato dimostrato che l’educazione e il contesto socio-culturale possono
ridurre o far recedere queste tendenze. «Quando la società, che tende a
conformare l’essere umano fin dalla sua nascita, permette lo sviluppo di
alcune di queste attitudini oscure, dispiegando così la volontà di
potenza e riducendo simbolicamente tutti gli altri esseri umani a
oggetti utilizzabili all’interno di strutture che sono sempre molto
gerarchizzate, ci sarà necessariamente una deriva oscura della società,
deriva che potrà rimanere tale o anche ampliarsi». E quando la società
che permette di dispiegare queste attitudini «sarà anche pervasa da
tecnologie informatiche invadenti, che amplificano tali tendenze»,
secondo Cardon «non ci sarà nulla di buono da aspettarsi: perché il mondo
sarà guidato da una piccola rete di dominanti, che utilizzeranno in
maniera massiccia l’influenza tecnologica su tutti gli altri, ormai del
tutto e definitivamente dominati».
Antropologia
e rimpianti: «Avremmo dovuto concepire, nella nostra storia umana,
società in grado di insegnare ad ognuno a pensare i propri pensieri,
capaci di formare ognuno a dominarsi, di insegnare la fraternità
condivisa con chiunque, di insegnare a comprendere con finezza che cosa
sono il mondo, l’Universo e la
vita, praticando una ricerca sistematica e disinteressata, e
controllando sempre la tecnologia con un sano civismo». Invece «non
abbiamo mai costruito società simili, in nessun luogo». Al contrario,
«abbiamo sempre costruito società fortemente gerarchiche, fatte di
dominanti e dominati subalterni, e usando sempre la forza». Oggi, tutto
il mondo è immerso in un campo
informatizzato «che combinerà naturalmente i caratteri di gerarchia e
dominazione delle società umane, portandoli all’eccesso». E se qualcuno
desiderasse una società egalitaria, fraterna e umanista, il
“Meta-Sistema” lo isolerebbe, «lo rinchiuderebbe in una enclave
informatica impermeabile, per isolarlo, manipolarlo o dominarlo». Già:
«Com’è possibile lottare contro una meta-dittatura “cool”, nella quale
il dittatore non ha forma umana ma è rimpiazzato da un “Meta-Sistema”
che ha la forma di un campo informatico autonomo, che pervade ogni cosa e
trasforma ciascuno in un oggetto minuscolo, eccezion fatta – ma non
nemmeno è certo – per qualche dominante?».
tratto da: http://www.libreidee.org/
1 commento:
E se qualcuno desiderasse una società egalitaria, fraterna e umanista, il “Meta-Sistema” lo isolerebbe, «lo rinchiuderebbe in una enclave informatica impermeabile, per isolarlo, manipolarlo o dominarlo».
QUESTO EQUIVALE A SAPERE CHE OGNI VOLTA CHE COMPRIAMO QUALCOSA DALLE GRANDI MULTINAZIONALI INFORMATICHE E CI AFFIDIAMO HAI LORO SISTEMI IN MANIERA CIECA E DISINTERESSATA LI STIAMO AIUTANDO A COSTRUIRE QUESTO,NEL PASSATO SIAMO STATI AVVERTITI DI QUESTE POSSIBILITÀ STA A NOI CAPIRE COME MUOVERSI PER EVITARE DI AIUTARLI A DISTRUGGERCI COMPLETAMENTE.
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