‘Facebook, capolavoro del suo azionista-ombra: la Cia’

Facebook? Il miglior risultato di intelligence che sia mai stato raggiunto, grazie alla più grande banca mondiale di dati sensibili. Se i media hanno celebrato Mark Zuckerberg come il bambino prodigio che, a soli 23 anni, si è trasformato in un multimiliardario

grazie al successo della sua creatura, nessuno ha prestato attenzione all’investimento da 40 milioni di dollari effettuato dalla Cia, partner-ombra di Facebook, per creare la più importante rete sociale del web. Un patrimonio inestimabile di informazioni, che i servizi segreti Usa hanno contribuito in modo decisivio a sviluppare.

Ernesto Carmona, di “Argenpress”, rivela interessanti retroscena attraverso un ampio servizio ripreso dall’osservatorio “Megachip”. «Quando il delirio speculativo di Wall Street ha fatto credere agli improvvidi che il valore di Facebook ammontava a 15 milioni di dollari – scrive Carmona – nel 2008 Zuckerberg è diventato il miliardario “che si è fatto tutto da solo”, il più giovane della storia della “graduatoria” della rivista Forbes, con 1.500 milioni di dollari».
All’epoca, il capitale di rischio investito dalla Cia sembrava avere ottenuto ottimi rendimenti, ma nel 2009 il “valore” di Facebook si è adeguato al suo valore reale e Zuckerberg è scomparso dalla graduatoria Forbes. «La bolla Facebook – aggiunge Carmona – si è gonfiata quando William Gates, il titolare di Microsoft, vi acquisiva nell’ottobre 2007 una partecipazione dell’1.6%, per un ammontare di 240 milioni di dollari», inducendo a ritenere che, se l’1% di Facebook corrispondeva a 150 milioni di dollari, allora il valore del 100% doveva ammontare a 15 miliardi di dollari. Un «sotterfugio», che si spiega con l’interesse della Cia nello sviluppo di Facebook.
La Cia ha investito in Facebook molto prima che il social network diventasse leader nel mondo, sostiene in un’inchiesta il giornalista britannico Tom Hodgkinson del “Guardian”, anche se «la propaganda corporativa» ha trasformato Facebook in sinonimo di successo, di popolarità e di buoni affari. «Facebook si presenta come un inoffensivo sito web di relazioni sociali, che facilità i rapporti interpersonali». Un boom, come dimostrano le cifre dichiarate, che parlano di 300 milioni di utilizzatori.
Un facile espediente per «costruirsi una nuova immagine senza contenuti», cercando di darsi importanza e “fingere di essere qualcuno” nel supermercato virtuale del web? Un innocuo strumento per ritrovare vecchi compagni di scuola o, magari, per promuovere campagne civili? Facebook, scrive il giornalista spagnolo Pascual Serrano, è stato utilizzato dal governo della Colombia per coordinare la giornata mondiale contro le Farc, ed è molto evidente che sia stato utilizzato dalla Cia. Per Walter Goobar, di “MiradasAlSur.com”, «si è trattato in realtà di un esperimento di manipolazione globale», che la Cia «non usa solo per reclutare agenti e compilare informazioni, ma anche per allestire operazioni sotto copertura».
A grandi linee, aggiunge Carmona, Facebook è uno strumento di comunicazione che consente di contattare amici e familiari, archiviando reti di indirizzi. Per istituzioni come il ministero americano della sicurezza, dopo l’era Bush, Facebook è una miniera di informazioni sulle amicizie dei suoi utilizzatori. I dati personali approdano sui dischi rigidi dei computer dei sistemi di sicurezza Usa. «Il sistema Beacon di Facebook – spiega Carmona – realizza elenchi di utenti e associati, includendovi anche coloro che non si sono mai iscritti o quelli che hanno disattivato la loro registrazione».
Facebook si dimostra più pratico e rapido degli InfraGard, ossia le 23.000 micro-cellule di commercianti che informano l’Fbi sui profili psico-politici della loro clientela. Dopo il dicembre 2006, sostiene Carmona, è stata la Cia ad utilizzare Facebook per reclutare nuovi agenti, senza sottoporsi alle regole d’ingaggio federali. «Non è necessario ottenere un qualsivoglia permesso per poterci inserire in questa rete sociale», ha dichiarato l’intelligence statunitense.
Secondo Tom Hodgkinson, l’investimento della Cia in Facebook si spiega anche con l’entusiasmo per l’alta tecnologia scatenatosi dopo l’11 settembre 2001, certificato dall’apertura del fondo di capitali “In-Q-Tel”. Per il reporter inglese, i collegamenti di Facebook con la Cia passano attraverso Jim Breyer, uno dei tre associati-chiave che nell’aprile 2005 hanno investito nel social network 12,7 milioni di dollari. Già presidente di Nvca (National Venture Capital Association), che investe su giovani talenti, Breyer è associato anche al fondo di capitali Accel Partners ed è membro dei consigli direttivi di giganti come Wal-Mart e Marvel Entertainment.
«La più recente tornata di finanziamenti di Facebook – rivela Hodgkinson – è stata condotta da una compagnia finanziaria denominata Greylock Venture Capital, che vi ha impegnato 27,5 milioni di dollari. Uno dei più importanti associati di Greylock si chiama Howard Cox, che è un altro ex-presidente di Nvca, che inoltre fa parte del consiglio direttivo di In-Q-Tel». Ci crediate o meno, conclude Hodgkinson , In-Q-Tel è «un fondo di capitali a rischio della Cia».
Creato nel 1999, la sua missione è quella di «individuare e di associarsi a società che sono intenzionate a sviluppare nuove tecnologie, per sostenere l’apporto di nuove soluzioni necessarie all’Ufficio Centrale d’Informazione Cia», come annunciato già nel 1998 dal direttore della centrale di intelligence, che identificava la tecnologia come prerogativa strategica per migliorare le missioni, sulla base di dati e analisi: «I responsabili della Direzione di Scienza e Tecnologia hanno elaborato un piano radicale per creare una nuova struttura d’impresa con il compito di consentire un accresciuto accesso dell’Agenzia all’innovazione del settore privato» (info: www.megachip.info).
CIA BEHIND FACEBOOK - The reporter Tom Hodgkinson (The Guardian) writes that Cia has been the strategic investor behind Facebook: the Us intelligence decided to develop digital technology to build global data banks, since 1998. Different press sources, as writes Hodgkinson, could try the direct financial support of Cia to the social network created by Mark Zuckerberg (info: www.megachip.info).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Occhio... Chi non ha facebook o non lo usa è un po un coxxxone.
Questa è l idea di massa.
A chi pensate che è rivolto quest articolo?
Non a caso 0 commenti. Articolo su alieni e scie chimiche? 10+ commenti ogni volta.
Vou direte ma che c entra?
Arrivateci da soli che non è difficile.

Anonimo ha detto...

Bho io non lho mai usato anche perché mi manca solo sta cacata e poi non avrei piu neanche il tempo di dormire. Comunque mi pare ovvio che la maggioranza dei suoi utenti non si preoccupa della propia privacy, e al contrario spera che più persone possibili si interessino alla sua vita. Anche se questa notizia venisse passata dai notiziari, ci sarebbe più interesse per il cagnolino di berlusconi che va a cavallo

Anonimo ha detto...

senza contare che sembra che senza questo tipo di social-network passi come l'emarginato di turno o almeno questa e l'idea che vogliono far passare,mentre chi li usa ossessivamente ben presto si ritrova e essere capace di esprimersi solo tramite questi e secondo me questa e una forma inconscia di emarginazione dalla realtà sociale attraverso i social che come la TV ti riempiono la testa di schifezze.

 


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