Solikamsk è una città della Russia europea nordorientale, appartenente al Territorio di Perm’; è il capoluogo del rajon Solikamskij, pur essendone amministrativamente separata.
Sorge nella parte centro-settentrionale del kraj, sulla riva destra della Kama (su una sponda del bacino di Votkinsk), 368 chilometri a nord del capoluogo regionale Perm’.
La città venne fondata nel 1430 come centro per lo sfruttamento di importanti miniere di sale; questa origine spiega il nome della città, che deriva infatti dalla parola russa соль (sol’), che significa sale.
La città si sviluppò a partire dal XVII secolo come centro commerciale sulla via che conduceva in Siberia, e dalla metà dello stesso secolo come centro industriale per l’estrazione e la lavorazione del rame, estratto in alcune miniere non lontane.
Ancora oggi, la cittadina esiste in ragione dello sfruttamento minerario del sottosuolo. La zona della miniera Solikamsk-2 è di proprietà di Uralkali, il più grande produttore ed esportatore al mondo di sali potassici.
Il prolungato sfruttamento delle miniere ha portato la cittadina ad un punto critico: la sempre più frequente apertura di voragini che mettono a repentaglio la popolazione che vi abita. La città di Solikamsk con 100 mila abitanti è la terza più popolata della regione di Perm.
L’ultima voragine si è aperta il 20 novembre scorso, un buco del diametro di 30-40 metri. Il foro si è aperto in una zona sulla quale insistono casette per l’estate, per fortuna ora disabitate: fortunatamente non ci sono state vittime.
Ma non è la prima voragine che si apre negli Urali sopra una miniera di sali potassici. Sotto è possibile vedere evidenziata rosso la zona della miniera nel sottosuolo della città di Berezniki, la seconda città più grande (170 mila abitanti) della regione di Perm.
La prima si aprì nel 1986 nella miniera numero 3. In seguito la voragine, che ora ha dimensioni di 210 x 110 metri, si è riempita d’acqua.
Tra il 1993 e il 2005 nell’area Berezniki-Solikamsk furono registrate centinaia di scosse di terremoto tra 2 e 5 gradi della scala Richter, dovute ai crolli delle gallerie delle miniere, sfruttate nei precedenti 70 anni.
Per prevenire ulteriori crolli, le gallerie della miniera numero 1 nell’ottobre 2006 vennero allagate. Ma il 28 luglio 2007 una voragine di 50 x 70 metri si aprì proprio accanto alle strutture di lavorazione del minerale. Il buco si allargò e nel novembre 2008 raggiunse i cento metri di profondità e dimensioni superficiali di 437 x 323 metri.
Finito? No, perché il 25 novembre 2010 un carro ferroviario venne inghiottito da una voragine apertasi alla stazione.
La voragine alla stazione diventa sempre più grande e si riempie d’acqua, finché lo scalo ferroviario diventa troppo pericoloso e viene chiuso. Nel settembre 2012 mentre si cerca di tamponare una voragine, un camion finisce dentro questo buco: l’autista muore. Lo scorso ottobre la voragine aveva dimensioni di 132 x 137 metri ed è stata registrata attività sismica appena al di sotto.
A causa dei continui movimenti del terreno oltre 25 abitazioni di Berezniki sono state dichiarate inagibili e 1.200 persone sono state evacuate. Recenti stime affermano che nel prossimo futuro per i crolli dovranno essere evacaute altre 12 mila persone. La gente vive nel terrore: dove si aprirà la prossima voragine? Ci finirò dentro?
Nessun commento:
Posta un commento