L’Elite Finanziaria mondialista ha dichiarato guerra alla Russia

di Luciano Lago - Non tutti hanno ben compreso quello che sta accadendo in queste ultime  settimane: di fatto stiamo  assistendo  ad una guerra economica  scatenata contro la Russia, intrapresa dall’elite finanziaria globale :
tale guerra ha come  precisa strategia l’affondamento dei prezzi del petrolio ed il  taglio drastico di tutta la liquidità finanziaria utilizzata dalle banche russe.

Questa  strategia non è del tutto nuova e  ricorda da vicino  il periodo  antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti seguirono una dottrina denominata “il piano di otto punti”, che fu architettato per provocare un intervento  militare del Giappone contro le basi  USA (Pearl Harbour) , con il fine di poter utilizzare tale aggressione, da parte del presidente F. D. Roosevelt, come un pretesto per l’intervento  di Washington  nella Seconda Guerra Mondiale.


Mutate le condizioni, nel momento attuale i centri di potere anglo statunitensi e l’Elite  finanziaria dominante, stanno cercando a tutti i costi di trascinare la Federazione  Russa verso una reazione che possa costituire il pretesto per una operazione di contenimento e di annientamento del potenziale militare ed economico della grande Nazione Eurasiatica, possibile  ostacolo al Nuovo Ordine Mondiale unipolare  obiettivo degli anglo americani.

La classe finanziaria occidentale sta utilizzando il prezzo del petrolio per  assoggettare  la Russia al dominio dell’ordine mondialista.
La guerra economica intrapresa contro la Russia da parte della elite finanziaria e dei suoi soci sta avendo effetti concreti e catastrofici.

“Visti gli ultimi avvenimenti, si rende evidente che la guerra economica è la principale arma utilizzata dall’elite Transnazionale (che significa in concreto la rete delle elites economiche che fanno parte dei paesi del G-7 che pretendono di imporre il Nuovo Ordine Mondiale della globalizzazione neo- liberista), per sottomettere la Russia e gli altri paesi che stanno opponendo resistenza contro tale dominio, come ad esempio, l’Iran ed il Venezuela”, questo lo scrive Takis Fotopoulos nel sito web di analisi Globalresearch.

Non è un caso che Ali bin Ibrahim al-Naimi, il ministro del Petrolio e delle Risorse Naturali dell’Arabia Saudita, la voce più influente all’interno dell’OPEC, abbia deciso di mettere il prezzo del petrolio in caduta libera per assestare un colpo all’economia russa ed a quella iraniana (l’Iran è il grande nemico di Ryad nella regione).

I media occidentali tendono a banalizzare ed affermano che dietro questa caduta del prezzo del petrolio si nasconde uno sforzo dei sauditi per cercare di recuperare la quota di mercato e mettere fuori la concorrenza del petrolio scisto made in USA.  Questo tuttavia è un argomento  capzioso che non regge ai fatti ed è piuttosto una volgare scusa per occultare la verità.

La manipolazione dei prezzi del petrolio è una chiara manovra che è protesa a distruggere l’economia russa e gettare le basi per una “rivoluzione colorata”   in Russia, manovrata dall’esterno, che possa provocare un cambiamento di regime.

Con riferimento a questo vale la pena estrapolare una parte dell’analisi fatta da Takis Fotopoulos:
Risulta chiaro che la drammatica caduta del prezzo del petrolio provocata direttamente dall’Arabia Saudita è qualche cosa di ben lontano dall’essere casuale.

Si è già detto che (secondo i media) tale manovra è stata motivata dal tentativo dell’Arabia Saudita di mantenere una sua posizione dominate sul mercato del petrolio, presumibilmente minacciata dalla produzione di petrolio scisto fatta degli Stati Uniti.

Tuttavia questa spiegazione, offerta dalla fazione globalista non è niente altro che un volgare alibi utilizzato per occultare il vero obiettivo di questa azione. In realtà questa manipolazione del prezzo del petrolio è un’arma molto efficace della guerra economica, quella che ha come obiettivo di sottomettere la Russia ed i suoi paesi alleati (Iran e Venezuela) alle direttive della Elite Transnazionale, al rischio di dover affrontare una severa recessione economica che potrebbe portare a “rivoluzioni di velluto” (o “rivoluzioni colorate”) in tutti i paesi e possibilmente a cambiamenti di regime.

Tuttavia secondo alcuni esperti, come Walker Todd, la strategia del provocare la caduta dei prezzi del petrolio con il fine di mettere in ginocchio la Russia, non andrà a funzionare.

Nel corso di una intervista rilasciata a Paul Marti, Todd ha detto che i bassi prezzi del petrolio non riusciranno a far piegare Putin in modo immediato, per due motivi principali: 1) l’inflazione   2) per il fatto che Putin dispone di una riserva di petrolio, di oro  e di denaro cash per il corso di un anno.
Vero è che la situazione finanziaria della Russia si trova al punto di diventare critica, nonostante la sua capacità di affrontare in forma temporanea la tormenta causata dalla caduta dei prezzi del petrolio.

Il Wall Street Journal afferma che “le banche globali stanno riducendo il flusso del denaro destinato ad entità russe, come risposta ad una forte ondata di vendite del rublo dalla crisi finanziaria del 1998″.

Il altre parole, le banche occidentali stanno tagliando ogni liquidità finanziaria alla Russia, cosa che presto potrebbe avere l’effetto di paralizzare l’economia russa.
Le Banche della Federazione Russa sono state isolate dal mondo occidentale e questo è in pratica un atto di guerra non dichiarata.

L’unica domanda che rimane è : come risponderà Putin a questa aggressione in piena regola? Queste manovre potrebbero sboccare in in un conflitto militare?
Secondo quanto afferma Dave Hodge, le sue fonti gli hanno fornito informazioni da cui sembra che ci stiamo incamminando verso un qualche tipo di conflitto.

Avvenimenti inquietanti

Secondo Hodges, i permessi del personale militare con le responsabilità più critiche, nell’Esercito degli Stati Uniti, saranno annullati a partire dal Gennaio del 2015. Questo annullamento dei permessi non sarà generalizzato per tutti i membri dell’Esercito nordamericano. Tuttavia, secondo quanto afferma Dave Hodges, i permessi per il personale militare che lavora nella struttura di comando nucleare e in elementi specifici della flotta dei sottomarini nucleari ,già sono stati annullati.

Per quanto queste informazioni non siano per nulla concludenti, potrebbero riflettere la previsione da parte del Pentagono del fatto che la tensione militare potrà aumentare nelle prossime settimane.
Per quanto visto ci sono altri indizi in parallelo che portano nella medesima direzione.
La Schulumberger International è la maggiore società di giacimenti petroliferi nel mondo, che impiega circa 126.000 dipendenti in 85 paesi.

Di recente, il presentatore radiofonico Vinie Popoe, ha dichiarato che Schlumberger ha annullato tutti i viaggi in qualsiasi parte del mondo. Questa proibizione di viaggiare è iniziata immediatamente dopo il “Giorno del Ringraziamento” (Thanksgiving Day) del 10 Dicembre.

Questo potrebbe indicare che gli alti gradi della Schlumberger siano già al corrente del fatto che qualche cosa di grande sia sul punto di accadere.

Risulta interessante sottolineare che, secondo la ricercatrice Dianne Hunter, esistono stretti collegamenti tra la Schlumberger e la Regina di Inghilterra.
Le acque torneranno a calmarsi e le tensioni economiche e politiche si allenteranno o andiamo ad assistere a breve ad un escalation bellico di sviluppo imprevedibile?
Sia come sia, questo fine anno del 2014 e l’inizio del 2015 promettono di essere molto movimentati.

Fonti: The Commonsenseshow            Infowars.com  

Global Research

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