di Gianni Lannes
- Le statistiche ufficiali, sia pure addomesticate (ampiamente
sottostimate) segnalano il gigantesco aumento dell’uso di farmaci e psicofarmaci,
somministrati anche ai bambini (alla voce Ritalin e derivati). Insomma, uso e
abuso.
Un fenomeno che il sociologo Ivan Illich, aveva definito già nel 1976, "nemesi medica": l'espropriazione della salute.
Secondo Illich la crisi planetaria ha le sue
radici nel fallimento dell’impresa moderna: ossia nella sostituzione della macchina all'essere umano.
Allora, colpiscono soprattutto i mali dell’anima:
chi li provoca, chi li amplifica e chi ne guadagna in soldoni? Chi trae
profitti economici stellari dal malessere generale? Ovvio: Big Pharma. Ad
esempio multinazionali famigerate e senza scrupoli come la Pfizer, che l’anno
scorso ha fatturato 70 miliardi di dollari. Ormai il sistema The Corporation controlla e manipola Stati
e Nazioni.
Secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco,
l’acquisto degli antidepressivi in Italia è aumentato dal 2004 del 4,5 per cento all’anno. Per il
Censis, che ha assemblato i dati delle Aziende sanitarie locali nel periodo 2001-2009,
gli aumenti sono stati del 114 per cento. Il Consiglio nazionale delle ricerche
- nel 2011 - ha calcolato che usano tranquillanti e ansiolitici 5 milioni di
italiani (di cui, più di 3 milioni donne), 4 milioni i sonniferi e 2,2 gli
antidepressivi. Non è tutto: uno studio dell’Osmed ha classificato gli
psicofarmaci al terzo posto tra i farmaci più venduti dopo quelli
cardiovascolari e gastrointestinali. Per la cronaca: secondo l’Osservatorio
europeo sulle Droghe e Tossicodipendenze appunto gli psicofarmaci rappresentano
la “terza causa di incidenti stradali dopo alcol e cannabis”. Infine, un
rapporto di Osservasalute del 2009 ha attestato di un aumento dei consumi di
antidepressivi dal 2000 al 2008 del 310 per cento.
Queste statistiche, per quanto drammatiche, non sono
aggiornate, e quindi, la situazione è ben peggiore, come rilevano gli ultimi
rapporti di Osmed e Osservasalute del 2013. La crisi economica (ovvero, un’aggressione
speculativa internazionale ai danni dell’Italia, consentita dai burattini
governativi e parlamentari) c’entra molto relativamente. C’è ben altro da
prendere in considerazione.
La
scala dei valori è sovvertita, in alto dominano
il successo, la competizione, l’apparenza, il mito del benessere, della
ricchezza esclusivamente materiale: imperativi categorici martellati
ossessivamente giorno e notte. Le
opportunità sono esclusivamente per chi comanda il gioco, agli altri -
la maggioranza degli esclusi - non rimane che
scannarsi per le briciole. Probabilmente da qui scaturisce il disagio,
perchè viene fatto intravedere il
miraggio che però non verrà mai raggiunto; qualcuno si illuderà di
sfiorarlo ma
avrà paura di perdere anche l’illusione. Il problema è che si vive una
vita sempre più artificiale, sprecata a rincorrere il nulla. Ma per
fortuna è terminata l'ubriacatura generalizzata da benessere illimitato.
La crisi non è solo del lavoro o dell’economia,
qualsiasi aspetto dell’esistenza umana è in crisi. Ma la crisi, alla
radice
vuol dire momento di svolta, di risoluzione.
E’ segno dell’ idiozia sub-umana quello di sperare
di curare i mali dell’anima con droghe sintetiche. E per giunta, prodotte da
multinazionali senza scrupoli. Si è spesso depressi , forse perché non si
assomiglia neanche per sbaglio ai modelli di successo proposti dai media mainstream. Basta prendere
coscienza del problema e spegnere la televisione. La tv non è un innocente
passatempo, come crede la gente, è la più subdola forma di condizionamento che
esista. La depressione viene artificialmente indotta. Uscire dal tunnel
televisivo non è facile, ma si può fare, ma non di certo con le pastiglie
colorate o con gli psichiatri che annientano la libertà delle persone. In
soldoni, ci inzuppano il biscotto in parecchi: è in gioco un enorme e indotto
complesso di inferiorità collettivo. Potete anche guardare la tv, contando i
secondi ed essendo coscienti che vi state drogando, che i vostri pensieri
vengono alterati ed indirizzati per il benessere di altri, non il vostro. Spegnete
la tv e non avrete bisogno di pastiglie o camici bianchi.
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