Obama pronto a distruggere i BRICS alla fine del suo mandato

Wayne Madsen Strategic Culture Foundation 05/05/2014 L’accumularsi di forze di terra e aeree della NATO ai confini della Russia con l’Europa orientale e il viaggio per aumentare l’influenza statunitense del presidente Barack Obama in Asia, hanno un unico scopo. Le forze palesi e occulte che dettano la politica ai loro burattini a Washington, Londra, Parigi, Bruxelles,
Berlino e altre capitali vassalle, hanno deciso di spezzare i BRICS, l’emergente blocco di potenze finanziarie comprendente Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Discussioni bilaterali e multilaterali tra le cinque potenze economiche emergenti volte a distaccare le economie BRICS dal dollaro USA quale valuta di riserva e di scambio, scontrandosi con l’unica forza che Washington riesce a raccogliere per conto proprio e dai suoi alleati naufraghi, quella militare. I problemi tra Ucraina e Russia su Crimea e federalismo ucraino sono una mascherata destinata a coprire le vere intenzioni di Obama, ovvero la distruzione dei BRICS come valida alternativa ai sistemi finanziari neo-colonialisti occidentali e sussumere le economie dei Paesi BRICS ai capricci degli Stati Uniti e della sempre più traballante Unione europea. Il G-8, da cui la Russia è stata sospesa, e l’Organizzazione mondiale del commercio, di cui la Russia è ora membro, non ha mai avuto a che fare con il libero scambio e le politiche economiche comuni. Questi espedienti, ideati di nascosto dai banchieri del Gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale, sono stati sempre in funzione del dominio unipolare mondiale della sola superpotenza. Dalla fine della seconda guerra mondiale e dal crollo dell’impero britannico, una volta dominante, la superpotenza sono gli Stati Uniti. Non solo i Paesi BRICS dissolvono la loro dipendenza dal dollaro come moneta di riserva e di scambio, rovinando la moneta statunitense, sostenuta dalle pratiche manipolative della Federal Reserve Bank statunitense, sempre più di quanto non lo sia già; Russia e Cina già negoziano in rublo e yuan, loro rispettive valute. Vi sono piani per un’embrionale Unione Eurasiatica economica, volta a contrastare la gonfia e corrotta Unione europea, adottando entro il 2025 un’unità monetaria anti-dollaro e anti-euro chiamata “Altyn”. Questi piani innervosiscono globalisti e banchieri occidentali e, di conseguenza, accumulano forze militari statunitense e occidentali ai confini russi in Europa e nelle acque della Cina in Estremo Oriente. I neo-conservatori che dominano gli apparati politici di Washington, Londra, Bruxelles, Parigi e Berlino hanno architettato un metodo rischioso per spezzare i BRICS. L’intelligence di Stati Uniti e controparti occidentali pianificano per i BRICS la stessa cosa di cui l’occidente accusa la Russia di fare in Ucraina: finanziare gruppi separatisti con l’intento di erodere l’integrità nazionale delle nazioni BRICS. Secondo le agenzie d’intelligence occidentali, i BRICS hanno due scelte: continuare a mantenere i BRICS come alternativa al dominio occidentale e affrontare la disintegrazione dei loro Stati-nazione o gettare la spugna e arrendersi ai dettami della Central Intelligence Agency, ai centurioni di Wall Street e ai soci di minoranza della “compagnia” di Londra, Parigi e Berlino. Mentre le sanzioni di il G7 e UE stringono sulla Russia, si riparla dello status dell’enclave baltica russa di Kaliningrad, una zona economica speciale della Russia incastonata tra due Paesi della NATO, Polonia e Lituania. Kaliningrad faceva parte della provincia orientale della Germania, la Prussia orientale, ed ospita la flotta baltica della Russia. Vi sono elementi in Germania e nella NATO che vorrebbero che la Russia perda non solo la flotta del Mar Nero, in Crimea, ma anche la flotta del Mar Baltico a Kaliningrad. The Baltic Times, appiattito sulla linea di pensiero Radio Free Europe/Radio Liberty/George Soros/CIA, ha già pubblicato un articolo che suggerisce il blocco NATO di Kaliningrad, sempre più invocato dalla propaganda mediatica occidentale, a meno che la Russia non si ritiri dalla Crimea. Il Baltic Times ha pubblicato il 28 aprile: “Perché non bloccare Kaliningrad dal Mar Baltico e dalle truppe che stazionano alla frontiera? Verrebbe isolata dalla Russia, fornendo alla NATO un forte carta per chiedere che la Crimea sia restituita all’Ucraina e fermare gli sforzi della Russia per invadere l’est del Paese“. Al-Jazeera, canale di “news” dominato dai Fratelli musulmani dell’emirato del Qatar, ha avanzato l’idea che l’occidente possa chiedere la restituzione di Kaliningrad alla Germania invalidando l’accordo di Potsdam del 1945, firmato dai leader di URSS, Stati Uniti e Gran Bretagna. Kaliningrad non è l’unica parte della Federazione Russa presa di mira dagli imperialisti della NATO e dai loro compagni di viaggio in Paesi come Finlandia e Turchia. I finlandesi guardano alla Carelia, che la cedettero all’URSS quando la Finlandia era alleata della Germania nazista. I nazionalisti pan-turchi osservano attentamente gli eventi nelle repubbliche autonome del Caucaso musulmano, così come nelle repubbliche interne come Tatarstan e Bashkortostan. Non vi è alcun dubbio che i nazionalisti pan-turchi hanno a lungo rifornito di armi ed individui i gruppi terroristici islamici ceceni, daghestani, ingusci ed altri che operano nel Caucaso della Russia. Nel frattempo, in Asia, non è un caso che la danza di guerra di Obama in Giappone, Corea del Sud, Filippine e Malesia sia stata accompagnata da un altro attacco terroristico di uiguri musulmani nella Regione Autonoma del Xinjiang-Uighur della Cina. I terroristi uiguri, che ricevono finanziamenti dalla CIA e propaganda mediatica dal servizio uiguro di Radio Free Asia, hanno accoltellato i passeggeri della stazione ferroviaria del capoluogo Urumqi. I terroristi hanno lanciato una bomba tra la stazione ferroviaria e la fermata dell’autobus, uccidendo tre persone e ferendone almeno 80. A marzo, un attacco simile ad una stazione ferroviaria nella provincia dello Yunnan, in Cina meridionale, fece 29 morti. L’attacco di Urumqi avvenne alcune ore dopo la visita del presidente Xi Jinping nel Xinjiang. Non vi è dubbio che la CIA e Obama, di cui è un burattino come la madre, il patrigno e i nonni materni, portano avanti un piano per spezzare le reni dei BRICS aiutando separatisti ed irredentisti in ciascuno dei Paesi BRICS. In India, con la sua moltitudine di etnie, religioni e lingue, è da sempre uno dei bersagli preferiti delle operazioni della CIA a sostegno dei secessionisti. Le operazioni della CIA si concentrano su sikh nel Punjab, musulmani in Kashmir e tamil nel sud dell’India. In Sud Africa, il Partito del Capo, un nuovo partito dai finanziamenti oscuri, chiede che la provincia sudafricana del Capo occidentale diventi la Repubblica del Capo. Il partito ha presentato una petizione al Comitato dei 24 delle Nazioni Unite per dichiarare la provincia territorio autonomo dal governo del Sud Africa, assimilabile all’indipendenza. Se l’intelligence sudafricana esamina i finanziamenti di tale partito, scoprirà le chiaramente identificabili impronte digitali della CIA. Dopo che i rapporti degli Stati Uniti con il Brasile si sono guastati per le rivelazioni sullo spionaggio dell’US National Security Agency verso la Presidentessa Dilma Rousseff e alti funzionari brasiliani, sono riapparse le richieste d’indipendenza di tre Stati brasiliani meridionali, Rio Grande do Sul, Santa Catarina e “Repubblica delle Pampas” del Paraná. Il movimento guadagnò popolarità tra gli europei bianchi dei tre Stati nei primi anni ’90, in particolare tra i discendenti degli immigrati tedeschi ed ebrei dalle idee razziste, l’obiettivo morì quando i veri leader dell’opposizione andarono al potere in Brasile. Tuttavia, con le relazioni brasiliane con gli Stati Uniti al punto più basso e l’ostilità degli Stati Uniti verso i paesi BRICS, i secessionisti ricompaiono con nuovo slancio. Cercando di tormentare i BRICS, Washington e i suoi lacchè giocano con il fuoco. Tenendo presente che Russia, Cina e India sono potenze nucleari, e il Brasile ne sarebbe imminente, l’occidente gioca alla “roulette russa” nucleare.

1 commento:

andreamiele ha detto...

Ti leggo spesso però ho apprezzato l articolo di Odessa ma perdona questa teoria non sta in piedi

 


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