La penisola della Kamchatka, nella Russia nord-orientale, è il paese dei vulcani. Qui, in un’area di 270.000 chilometri quadrati si trovano 34 vulcani attivi. Il più famoso è il Ključevskaja Sopka, il vulcano più alto dell’Eurasia. Tuttavia per la sua fama è conosciuto con il nome più altisonante de Il Senza Nome.
Quasi 60 anni fa aveva fatto così tanto rumore, che la sua eruzione
è stato riconosciuta come la più potente del mondo di tutto il XX secolo.
Il Senza Nome è un vulcano relativamente giovane. Ha poco più di 5000 anni. Fino alla metà del secolo scorso, non ha mostrato alcun segno di vita per oltre un migliaio di anni. Nel 1955, il famoso geologo sovietico, l’accademico Zavaritskij, scrisse tranquillamente nella sua monografia scientifica: “Il Senza Nome, alto 3150 metri, è un vulcano spento”. Ma ecco che, nell’anno di uscita del libro dell’accademico, il vulcano si è improvvisamente svegliato! Da ottobre, ha iniziato a fumare in modo uniforme, con un’emissione di ceneri sempre più forte, ed il 30 marzo del 1956, con un terribile boato, è esploso. Il professore dell’Università di Mosca, Nicolaj Koronovskij, ha dichiarato:
Grazie a Dio, questa zona non era abitata. Ci fu una gigantesca esplosione che distrusse metà vulcano. Si formò un cratere ed una nube di cenere e gas salì ad un’altezza di 40 chilometri. E poiché c’erano i ghiacciai, l’eruzione sciolse il ghiaccio formando colate di fango e materiale piroclastico, le cosiddette lahar. In tal modo, vasti spazi sono andati distrutti.
L’onda d’urto ha abbattuto le foreste nel raggio di 25 chilometri, e nel dissolversi, ha percorso una volta e mezza il globo terreste. La colata scorse per 128 chilometri, lungo il fiume, e contenendo zolfo, portò alla moria dei pesci. Tutta la vita sulla terra venne distrutta dalla cenere incandescente, dalla sabbia e dai detriti del gigantesco vulcano, ed il suolo fu ricoperto da uno spesso strato per cinquecento chilometri quadrati. E tutto ciò, nonostante il centro del vulcano, in termini geologici, non fosse così profondo, 10-15 chilometri all’interno della Terra. “Eruzione in prossimità della superficie”, così la definiscono i geologi. Da quel momento è iniziata l’allerta nei confronti del Senza Nome, e per buoni motivi. Il culcano non ha potuto calmarsi: la fase finale dell’eruzione si è verificata solo 20 anni dopo! Nicolaj Koronovskij osserva:
Poi questo vulcano si è calmato. Ora si è di nuovo risvegliato con il rilascio di gas e cenere per diversi chilometri. Cosa avverrà, è impossibile saperlo. Il vulcano è attivo e pericoloso. Esiste tuttora la minaccia. Non possiamo dire esattamente quando, possiamo solo cercare di prevedere poiché ci sarà un’eruzione. Infatti sta aumentando la sismicità, il vulcano si sta muovendo, e ciò sta a significare che il magma sta risalendo verso la superficie…
I vulcani della Kamchatka, non sono solo montagne che sputano fuoco nella penisola. Essi appartengono al cosiddetto Anello di Fuoco del Pacifico, una zona speciale lungo il perimetro dell’Oceano Pacifico, nel quale vi è la stragrande maggioranza dei vulcani. Questo spiega molto, afferma il professore:
l’Anello è determinato da come funzionano le placche litosferiche tettoniche. La placca del Pacifico è pesante, composta da basalto, si sposta verso ovest e affonda sotto la crosta continentale che è più leggera. Ed ecco che i vulcani della Kamchatka eruttano periodicamente. In quello stesso anno eruttò il vulcano Tolbachik, spesso erutta il vulcano Kliuchevskoj, ma ora si è risvegliato il Senza Nome. Ma c’è differenza tra un’eruzione e l’altra. Ci sono eruzioni catastrofiche, e ci sono piccole esplosioni, come nel caso del vulcano Karimskij.
Ogni vulcano della Kamchatka ha qualcosa di interessante. Ad esempio, il vulcano Avachinskij per un centinaio d’anni ha fumato tranquillamente, come dimostra la sua coppia di crateri. Eppure regolarmente viene misurata la sua temperatura e vengono scattate foto dal satellite. I geofisici, come nessun altro, sanno che non bisogna aver paura delle catastrofi naturali, ma bisogna essere preparati.
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