Cina: un milione di morti all’anno a causa dell’inquinamento


La Cina è di fronte ad un bivio epocale: riuscire a mantenere gli alti livelli di crescita e produttività, affiancandoli ad una nuova strategia sostenibile per l’ambiente e la salute dei cittadini o sacrificare, sull’altare della crescita indiscriminata, il benessere fisico della propria popolazione. Quella dell’inquinamento è divenuta, infatti, un’ emergenza ineludibile.

Questa settimana, soprattutto nel nord del Paese, il livello di inquinamento ha raggiunto cifre record e a Pechino sia ieri che oggi sono stati registrati livelli di Pm 2,5 (le particelle con un diametro inferiore ai 2,5 micron) pari a 400 microgrammi per metro cubo, quando il limite è di 25 microgrammi. Secondo gli esperti, con un tale inquinamento si mette a rischio la fotosintesi delle piante, nonché la produzione agricola. Inoltre, la qualità dell'aria è talmente pessima che per i cittadini sembra di vivere vicino a un incendio boschivo.

I cinesi però cominciano a percepire le gravi conseguenze che questi fattori possono arrecare alla salute umana. Difatti, l'inquinamento atmosferico ha ridotto di cinque anni l'aspettativa di vita degli abitanti del nord del Paese rispetto a quelli che vivono nel sud e, secondo uno studio, l'inquinamento provoca 1,2 milioni di morti all'anno in tutta la Cina, ma si teme che l'impatto reale sia anche peggiore.

 Oltre a provocare disastri ambientali e un peggioramento della salute dei cittadini, l'inquinamento sta diventando anche un problema politico. Dopo aver negato per anni, il governo centrale ha di recente ammesso che lo smog è effettivamente un tema preoccupante e ha cominciato a pubblicare dati sulla qualità dell'aria nelle principali città della Cina, anche se la loro veridicità è spesso contestata. Inoltre, Pechino ha promesso di stanziare 275 miliardi di dollari per affrontare la spinosa questione per i prossimi cinque anni.

 Perché la Cina si sta svegliando solo ora dato che il problema ha radici molto profonde? Bisogna considerare due fattori. In primo luogo, negli ultimi anni la qualità dell'aria è peggiorata molto rapidamente e, in secondo luogo, i cinesi stanno acquisendo una consapevolezza sui problemi ambientali che prima non avevano.

 Ora su Pechino gravano non poche responsabilità. Il partito comunista ha promesso che ridurrà l'inquinamento, ma a differenza delle altre manovre del governo, per i cinesi sarà sufficiente guardare fuori dalla finestra per giudicare il fallimento o il successo delle iniziative. Infine, migliorare la qualità dell'aria significherà modificare la struttura di un'economia che regge sulla dipendenza dal carbone e sull'enorme domanda di energia. Riuscirà la Cina del domani a trovare un'altra strada per lo sviluppo mantenendo inalterati i ritmi produttivi di oggi? 




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