Lavorare gratis e poi espatriare, lo schiavismo 2.0 di Atene


“Se fino ad oggi avete pensato che il neo-liberismo fosse stato il male del nostro tempo, i suoi sviluppi potrebbero essere anche peggiori: almeno gli schiavi del passato avevano, garantiti, un pasto ed un letto dove dormire”.  Lo scrivono i ragazzi greci del blog Ktg, che temono all’alba del terzo millennio un preoccupante ritorno a una nuova forma di schiavitù. La loro preoccupazione arriva in seguit alle più che discutibili prese di posizione di Ioannis Cholezas, presidente del KEPE il centro di ricerca per l’economica pianificata, organo direttamente collegato al ministero del lavoro greco.


Secondo “l’illuminato” e novello negriero, Cholezas, andrebbe abolito il salario minimo ed il sussidio di disoccupazione per i ragazzi fino ad i ventiquattro anni. Ma non solo, stando alle sue dichiarazioni, i giovani greci dovrebbero lavorare gratuitamente per un anno e poi emigrare all’estero. Una proposta, questa, che ha scioccato più di qualcuno ad Atene, dove il tasso di disoccupazione giovanile è attualmente intorno al 60%. Ma non è finita qui, come se non bastasse, il direttore del KEPE, propone incentivi alle imprese greche operanti all’estero per assumere questi giovani senza lavoro, togliendo di fatto entrate al già povero stato ellenico. Un paese già economicamente depresso con una situazione politica e sociale allarmante, un paese di fatto commissariato dalla Troika, perderebbe così anche la speranza, perché se un paese rinuncia ai suoi giovani, rinuncia automaticamente al futuro. Difficilmente la Grecia troverà il coraggio di risollevarsi, ostaggio di politicanti senza scrupoli.

Anche i diritti fondamentali vengono calpestati in nome del “pareggio di bilancio”, dei conti in ordine e di tutte le altre astrazioni di lorsignori, i camerieri dei banchieri di Bruxelles. Come accaduto di recente ad Atene dove un uomo è morto per arresto cardiaco perché non poteva permettersi esami diagnostici privati e l’ospedale pubblico al quale si era rivolto non aveva posti liberi. Forse non sarebbe sopravvissuto nemmeno in Ospedale, questo cittadino, dal momento che il ministero della salute ha introdotto un ticket obbligatorio di 25 euro per ogni notte trascorsa in ospedale, addio sanità pubblica. Già, perché poche volte viene detto, ma oltre ad una soffocante crisi economica e sociale, nel paese di Ippocrate, il 30 % delle persone non ha accesso ai servizi sanitari di base. Tutto questo mentre invece, col bene placido dell’Europa e del governo dell’inciucio greco, le strutture private prosperano e con queste crescono a dismisura le richieste di coperture assicurative sanitarie.

Che sia proprio questo il giochetto di Bruxelles, ridurre all’osso il pubblico, privatizzare e di conseguenza accrescere le diseguaglianze? Da quello che abbiamo davanti ai nostri occhi sembra proprio così. La Grecia costituisce un sinistro precedente. Osservandola da vicino, ci si accorge che quello che viene fatto patire a loro presto sarà da noi. Forse saremo tutti schiavi, come polemicamente affermano i ragazzi del blog Ktg, schiavi dei tecnicismi dell’alta finanza, dei lavori interinali, delle crisi pilotate, di tutta una serie di misure sulla carta introdotte per “salvare” i cittadini dalla miseria e dalla povertà, ma che in verità ci trascinano solo verso un profondo baratro, di cui è difficile vedere il fondo.


2 commenti:

  1. E' una vergogna! Purtroppo il fondo è sempre più lontano, e non siamo in grado di fare NIENTE per combattere tutto questo.
    Purtroppo non c'è soluzione secondo me... è una situazione disperata e non abbiamo il controllo delle nostre vite, del nostro futuro.

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  2. Non tutti i paesi hanno le stesse caratteristiche,nonostante che la crisi sia molto profonda anche quà da noi,credo,voglio sperare che noi sapremo reagire a tutto quello che vorrebbero imporci.Dobbiamo solo organizzarci,sensa organizzazzione non'è possibile controbattere alcunchè di queste infami politiche distruttive.La Grecia troverà al suo interno le forze sane per far fronte all'annientamento che stanno portando avanti con la complicità di tutto il sistema internazionale.Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria,dungue il popolo greco si dovrà organizzare affinche l'annientamento non sia una riproposizione in chiave "moderna" della supinità che vedeva gli ebrei andare a morte sicura sensa fare nulla.Noi popolo di questo paese abbiamo una storia e memoria diversa,anche se quà la sconfitta della possibilità di andare oltre questo orizzonte cocluso capitalistico,è stata devastante,basta quardare con occhi scevri dagli "specchietti per le allodole",per comprenderne la portata e vastità.ma non si può star qua ad aspettare l'inevitabile conclusione che queste forze reazionarie mettano in campo da sempre;la guerra!Se ciò deve avvenire che sia praticata con l'indirizzo del superamento di quest'esistente di riproposizione dell'assunto capitalistico.



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