Bankitalia: ecco come hanno regalato cinque miliardi alle banche

di COSTANTINO de BLASI
 In questo articolo  abbiamo provato a mettere un punto sulla questione relativa allo status pubblico della Banca d’Italia. Adesso però tocca affrontare contenuti e conseguenze del decreto legge 133 del 30 novembre 2013 con cui si autorizza la Banca d’Italia ad aumentare il proprio capitale.
Il capitale sociale di Bankitalia era fermo al lontano 1893, ossia 300 milioni di lire,allorquando “per grazia di Dio e per volontà della nazione” il re Umberto I promulgò la legge con la quale la Banca nazionale del regno d’Italia, la banca nazionale toscana e la banca toscana di credito si fusero e diedero 
vita al nuovo Istituto di emissione. Nello sport si dice “squadra che vince non si cambia” ma da quel lontano giorno qualche cosa deve essere pur cambiato se è vero che nel mezzo ci sono state 2 guerre mondiali, una dittatura, un boom economico, una crisi petrolifera e, tra l’altro, un abbozzo di quell’Europa federale sognata dai padri costituenti.
Ad ogni modo, la necessità di una rivalutazione del capitale del più importante istituto bancario nazionale forse non era tanto peregrina. Quello che lascia perplessi e impone delle domande sono  modi e contenuti con cui si arriva alla norma attuale. Nel  decreto del Presidente della Repubblica (sembra un caso che qualcuno lo chiami Re Giorgio), si stabilisce una rivalutazione del capitale sociale a 7.500.000.000; 48.000 volte il capitale originario. Un sito che è interessante utilizzare per chi vuole dilettarsi con serie storiche è rivaluta.it. Siamo andati a vedere qual è il valore cumulato dell’inflazione dal 1955 (primo dato disponibile) ad oggi e abbiamo calcolato se si volessero rivalutare i 300 milioni di una volta, 156.000 euro, si otterrebbe un valore di circa 425 milioni di euro. Affatto trascurabile ma ben lontano dai 7.5 miliardi di oggi.
Ma al di là dei numeri, pur divertenti, sono gli effetti del decreto che sono interessanti e degni di valutazione critica. Una rivalutazione di tale portata significa che chi partecipa al capitale della Banca d’Italia si trova da un giorno all’altro con un surplus di attività stabilite con un solo tratto di penna. Non solo, poiché il comma 5 del decreto stabilisce che ciascun partecipante non può detenere una quota superiore al 5%, chi supera tale soglia sarà “costretto” ad alienare l’eccedenza.
Attualmente le quote di partecipazione dei soci più rappresentativi sono così ripartite
Quindi 3 soci, Intesa, Unicredit e Generali dovranno tornare sotto la soglia del 5%.
Con la ricapitalizzazione si avrà questa situazione
Vale a dire che Intesa e Unicredit incasseranno rispettivamente 1.9 e 1.2 miliardi e Monte dei Paschi beneficerà di una rivalutazione netta di oltre 187 milioni.
Indubbiamente si tratta di un gradito regalo di dimensioni colossali fatto a banche e istituti finanziari.
Se fossimo avvezzi alla dietrologia non mancheremmo di sottolineare una naturale simpatia del ministro Saccomanni per il mondo che fino pochi mesi fa ha diretto in qualità di direttore generale di BANKITALIA.
Poiché preferiamo evitare facili associazioni, preferiamo dire che ciò che ha mosso il governo a sostenere le banche nazionali sia l’imminenza degli stress test voluti da Draghi e che si preannunciano più severi.
Resta però un altro dubbio abbastanza inquietante che non può essere sottaciuto. Come sappiamo, dietro gli istituti di credito ci sono le fondazioni bancarie e poiché queste sono generalmente emanazione del territorio, delle amministrazioni locali e quindi dei partiti, la pioggia di denaro, pubblico, che sta per arrivare nelle casse delle controllate potrebbe essere solo un altro sgradevole tassello di quella storia tutta italiana che vede la politica sempre affamata di soldi. Il vero nodo è che i partiti politici, nelle forme più svariate e fantasiose si comportano come parassiti che attaccano l’organismo ospite fino a prosciugarlo di ogni energia. E, per inteso, fra gli organismi ci siamo anche tutti noi cittadini.

Fonte:http://www.lindipendenza.com/bankitalia-il-colossale-regalo-fatto-a-banche-e-istituti-finanziari/
Socio
Quote
Percentuale
Intesa San Paolo
91.035
30,35%
UniCredit
66.342
22,11%
Assicurazioni Generali
19.000
6,33%
INPS
15.000
5,00%
MPS
7.500
2,50%
Socio
Valore Quote attuali post ricapitalizzazione
Differenza con vecchia capitalizzazione
Differenza quota post alienazione della percentuale in eccesso
Intesa San Paolo
2.275.875.000
2.275.827.661
1.900.875.000
UniCredit
1.658.550.000
1.658.515.502
1.283.500.000
Assicurazioni Generali
475.000.000
474.990.120
100.000.000
INPS
375.000.000
374.992.200
374.984.400
MPS
187.500.000
187.496.100
187.492.200
    Fonte:http://www.lindipendenza.com/bankitalia-il-colossale-regalo-fatto-a-banche-e-istituti-finanziari/http://informare.over-blog.it/

    http://informare.over-blog.it/

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