19 dic 2013 - In Argentina una donna, insieme ad un gruppo di altre 16 madri, sono riuscite ad opporsi al “genocidio” che la Monsanto stava provocando nella loro zona dove, nel giro di pochi anni, si è verificato un pauroso incremento di gravi e letali malattie causate dagli OGM e dalle sostanze chimiche impiegate sui campi coltivati con semi transgenici. Il loro esempio ed il loro appello si rivolge a tutti noi, anche qui in Italia dove, a causa dell’impiego di pesticidi, erbicidi ed altre pericolose sostanze chimiche, corriamo gli stessi rischi e pericoli…
di Alessandra Profilio,
Ha sfidato il colosso americano dell’industria agro-alimentare Monsanto e ha vinto il Goldman Environmental Prize 2012. La vincitrice di uno dei principali riconoscimenti mondiali per l’impegno ambientale è Sofia Gatica, una donna argentina che ha intrapreso la sua battaglia per scoprire la causa della morte della sua piccola.
Tredici anni fa, Sofía Gatica ha dato alla luce una figlia, morta poi a soli tre giorni dalla nascita. Determinata ad indagare sulle cause del decesso della piccola, la donna ha iniziato a parlare con i suoi vicini di Ituzaingó, un quartiere circondato da campi di soia, e si è così resa conto di inspiegabili problemi di salute che affliggevano la sua comunità.
Gatica, con un gruppo composto da 16 madri, ha così scoperto le gravi conseguenze che l’irrorazione di pesticidi stava avendo sulle famiglie della zona. I residenti, infatti, riportavano tassi di cancro 41 volte superiori alla media nazionale, così come elevati sono risultati i tassi di malattie neurologiche e respiratorie, malformazioni dei neonati e mortalità infantile.
Sofia e le sedici donne, riunitesi nell’associazione Mothers of Ituzaingo, focalizzarono quindi la loro indagine sull’erbicida Roundup, contentente glifosato. Sebbene la Monsanto sostenga che tale sostanza non comporti alcun rischio per gli esseri umani, nel 2008 uno studio scientifico ha rilevato che anche a basse concentrazioni, il glifosato è in grado di provocare la morte delle cellule embrionali e placentari.
Per la coltivazione della soia argentina è stato impiegato, oltre al Roundup, il potente pesticida endosulfano, ora bandito in 80 Paesi poiché altamente tossico e considerato una minaccia per la salute dell’uomo e per l’ambiente.
Le madri di Ituzaingo hanno dunque lanciato la campagna Stop Spraying per chiedere la messa al bando dei pesticidi. Le donne hanno organizzato incontri e conferenze per avvertire il pubblico sui pericoli dei pesticidi. Gatica ha contattato anche istituti di ricerca per chiedere di condurre studi scientifici per confermare ciò che lei aveva riscontrato a Ituzaingó.
Con pochissime risorse Gatica e altre madri si sono impegnate per accertare le responsabilità di Monsanto, DuPont e altre aziende agrochimiche mondiali che operano in Argentina. Le donne hanno anche subito insulti e minacce provenienti da individui, ufficiali di polizia e titolari di aziende locali in Ituzaingó. Nel 2007, un individuo è entrato nella casa Gatica chiedendo, con una pistola puntata contro la donna, di rinunciare alla campagna.
Nonostante tutto questo, l’impegno di Mothers of Ituzaingo ha avuto effetti clamorosi. Nel 2008, il presidente dell’Argentina ha ordinato al ministro della Salute di valutare l’impatto dell’uso di pesticidi in Ituzaingó. Uno studio condotto dal Dipartimento di Medicina all’Università di Buenos Aires ha confermato i risultati della ricerca porta a porta delle madri che collegava i problemi di salute della popolazione all’esposizione ai pesticidi.
Gatica in seguito è riuscita ad ottenere un’ordinanza comunale che vietava l’irrorazione aerea di pesticidi a Ituzaingó a distanze inferiori a 2.500 metri dalle abitazioni. Nel 2010 la Corte Suprema, oltre ad aver vietato l’irrorazione dei pesticidi in prossimità di aree popolate, ha anche stabilito che spettava al governo e ai produttori di soia di dimostrare la sicurezza delle sostanze chimiche impiegate.
La campagna delle madri argentine prosegue tuttora e mira a bandire del tutto l’uso del glifosato in Argentina.
“Quello che è successo a noi – ha spiegato Sofia Gatica – avviene in altri posti. Non è solo una lotta per il nostro quartiere, ma anche per tutti gli altri luoghi, perché in altri luoghi ci sono altre persone che si trovano in condizioni anche peggiori delle nostre. Hanno bisogno del nostro aiuto e noi dobbiamo aiutarle a capire i loro diritti. Abbiamo il diritto alla salute e all’aria pulita, e il diritto che il governo rispetti il ruolo che è stato dato. Abbiamo votato per loro, e siamo noi che paghiamo i loro stipendi”.
“Quando si vive in un quartiere bisogna difenderlo. Dovete difendere la vostra famiglia, combattere con il governo, lottare con i vicini, lottare contro le multinazionali. È difficile, ma dovete farlo per la salute e la vita dei vostri figli”.
(Fonte: articolo di Alessandra Profiliohttp://www.ilcambiamento.it/donne_cambiamento/attiviste_argentina_pesticidi_monsanto.html)
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