18 nov 2013 - Maria Ferdinanda Piva - Nell’alto Adriatico è un’autentica strage. Causa? Mistero. Circa 165 tartarughe (di cui 15 nelle ultime ventiquattro ore) sono arrivate morte a grappoli in poco tempo sulle spiagge dell’Emilia Romagna e del Friuli: eppure le tartarughe Caretta caretta sono animali solitari, oltre che rari e ultra protetti. Nessuna tartaruga (a quanto se ne sa) è stata trovata sulle spiagge del Veneto, nessuna in Slovenia e in Croazia. Probabilmente venti e correnti hanno concentrato le carcasse su porzioni limitate di costa. Le spiegazioni sono varie ed opposte. Il fenomeno è così grave che poco fa l’Arpa Emilia Romagna ha emesso un comunicato stampa.
Al comunicato dell’Arpa emiliana si deve l’unico tentativo di mettere ordine nei numeri: a partire da ottobre si sono spiaggiate complessivamente 35 tartarughe in Friuli (soprattutto nella Laguna di Marano,) e circa 130 in Emilia Romagna. E’ un “evento anomalo” perchè le carcasse sono concentrate in aree ristrette e sono molto, molto più numerose della norma. Non si può dire che il fenomeno sia concluso.
Anzi (e qui intervengo io) le tartarughe stanno giungendo a riva morte quasi in un macabro “crescendo” rossiniano. Il fenomeno è emerso per la prima volta ai primi nel mese: la fondazione Cetacea ha parlato di 51 tartarughe trovate morte fra il 3 e il 15 ottobre in Emilia Romagna, nella zona compresa fra Cervia e Ferrara (in 12 giorni un terzo degli esemplari normalmente trovati morti in un anno); gli animali presentavano “fratture ed ematomi” tali da far pensare che fossero stati trascinati e sballottati dalle reti da pesca (allora appena riaperta dopo il fermo stagionale) e poi buttati a mare, agonizzanti o morti, dai pescatori.
Segue la notizia (31 ottobre) di 12 tartarughe trovate morte sulle spiagge di Grado, in Friuli: causa ipotizzata, le esplosioni sottomarine dovute alle ricerche di idrocarburi. Qualche giorno di pausa e il 12 novembre News Rimini annuncia 32 tartarughe spiaggiate in poche ore; nella sola giornata di ieri, poi, due delfini e una tartaruga a Bibione e due tartarughe nella zona di Ravenna, con un bilancio complessivo salito a 150 animali (oggi se ne sono aggiunti altri 15) e un summit all’istituto di Veterinaria dell’Università di Padova: esclusi avvelenamenti o agenti chimici vari, la principale ipotesi diventa quella del virus o del batterio (“l’unica cosa che si ripete su diverse tartarughe trovate è un’emorragia ai muscoli pettorali e una sterilità dell’intestino”) anche perchè sembra assodato che le tartarughe sono morte praticamente all’improvviso e fino a poco prima di trovavano in buona salute.
L’Arpa Emilia Romagna invece oggi chiama in causa di nuovo le reti da pesca: “Permane quindi l’ipotesi che la causa principale sia legata all’attività di pesca esercitata con reti a strascico sia col metodo a ‘tartana’ che con ‘volante’. La cattura non voluta è da considerarsi in tutti i casi accidentale. A suffragare tali ipotesi sono i referti dello Zooprofilattico di Ferrara e dell’Università di Bologna (Medicina veterinaria) che evidenziano negli esemplari esaminati edemi, fratture degli arti, lesioni al collo”. Cioè praticamente si è tornati al punto di partenza e alla prima spiegazione, in ordine cronologico, data alla moria.
Io non sono veterinario, ma le due spiegazioni mi sembrano davvero difficilmente conciliabili: o le tartarughe erano in buona salute salvo l’emorragia dei muscoli pettorali e la “sterilità dell’intestino” (detto in parole più semplici, scarsa flora batterica intestinale) oppure erano tutte fratturate e sbatacchiate dalle reti dei pescherecci. Resta il fatto che le tartarughe muoiono a grappoli e che le Caretta caretta sono rare e protette. Nell’alto Adriatico, indubbiamente, c’è qualcosa che non va.
2 commenti:
La spiegazione c'è. Guardate questo video, specialmente dal min.10.30 in poi...
http://youtu.be/s5IIj31NcDU
Questo è così triste leggere. Chi sono quegli omicidi senza cuore che fanno questo?
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