La Grecia come la Repubblica di Weimar, rischia un colpo di stato

27 ott 2013 - Difficoltà maggiori del previsto nel negoziato tra il governo di Atene e la Troika. Samaras non vuole altre misure di austerità. La situazione sociale è esplosiva mentre crescono i consensi alle forze estremiste.Fonti del governo ellenico lasciano trapelare, questa mattina, una “inspiegabile” inflessibilità della Troika (UE, BCE e FMI) verso la Grecia, nel richiedere misure aggiuntive di austerità. I tre funzionari, Matthias Mors (UE), Clauss Masuch (BCE) e Poul
Tomsen (FMI), giunti ad Atene per il periodico monitoraggio dei conti e sullo stato delle riforme nel paese, non avrebbero aperto al governo di Antonis Samaras sulla possibilità di concedere alternative a nuove misure di austerità, che il premier e la sua coalizione di conservatori e socialisti vorrebbero in tutti i modi evitare, perché si rischia la rivolta sociale.

Pil Grecia in caduta libera
Le cifre in gioco sono rilevanti per l’economia ellenica allo stremo, dopo sei anni consecutivi di recessione, che si sono mangiati già il 23% del pil. La Troika chiede interventi supplementari per 2 miliardi sul solo 2014, quando il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, ha presentato tagli per soli 500 milioni. E nel triennio 2014-2016, la divergenza tra le parti è per 3,2 miliardi, circa l’1,5% del pil ellenico.

Colpo di stato in Grecia: una parte dell’esercito guarda a Alba Dorata
Difficilissimo approvare in Parlamento tagli a stipendi pubblici e pensioni per la quarta volta dallo scoppio della crisi. Non ci sarebbero i numeri per far passare tale provvedimento, ma soprattutto si scatenerebbe forse la protesta definitiva, che travolgerebbe le istituzioni di Atene, già alle prese con lo spauracchio di un colpo di stato per mano di militari vicini ai neo-nazisti di Alba Dorata.



Cinque parlamentari di questo partito sono stati arrestati per via delle violenze scoppiate in queste settimane, tra cui l’uccisione di un rapper di sinistra. La mossa sembra un tentativo disperato del governo e dell’arco costituzionale di mettere a tacere una delle più grandi minacce alla stabilità delle istituzioni del dopo-Colonnelli. Ma le cose stanno diversamente nel paese reale. Alba Dorata oscilla tra l’11% e il 15% nei sondaggi, mentre la sinistra radicale di Syriza sarebbe primo partito, dopo avere sfiorato la vittoria già alle elezioni politiche del 2012.
Il tracollo dei conservatori di Nuova Democrazia, ma soprattutto dei socialisti del Pasok è a livelli di allarme per l’esecutivo. Se si votasse oggi, il Pasok prenderebbe forse il 5%, contro il 44% del 2009. Molto meglio andrebbe per il partito del premier, ma che rischierebbe di non arrivare primo e di non ottenere più la maggioranza relativa dei seggi. Le elezioni, però, sono lontane. Ufficialmente, si voterà nel 2016. Ma la maggioranza inedita tra conservatori e socialisti scricchiola e basta un nulla per farla cadere. A quel punto, le forze estreme dell’una e dell’altra parte farebbero il pieno di voti e per Bruxelles non ci sarebbero mediazioni. Altro che Troika e negoziati sul debito.

Ristrutturazione debito Grecia atto secondo
Eppure, il debito è al 170% del pil, l’economia passa da un crollo a un altro e la disoccupazione è al 28% (64% tra i giovani). Come tenere in piedi tutto ciò non lo si capisce. E’ probabile che nel 2014 sarà attuato un secondo “haircut”, ossia un nuovo taglio del valore nominale dei titoli del debito pubblico, ma il guaio per Atene è che i due terzi di questi si trovano nelle mani dei governi dell’Eurozona e della Troika, che non hanno intenzione alcuna di rinunciare alla restituzione integrale. Da qui, l’ipotesi di allungare i prestiti da 240 miliardi fino a 50 anni e di ottenere in cambio misure ulteriori di risanamento da parte di Atene. Ma la sensazione è che siamo alla fine del primo tempo di un film drammatico e che il secondo tempo sarà da brividi.Link
 di Giuseppe Timpo

La Grecia rischia un colpo di stato. Ex militari contro il governo in carica
I sindacati dei militari hanno invitato presidente e governo a dimettersi esortando la creazione di un governo di unità nazionale per garantire al popolo ciò che gli spetterebbe per Costituzione. Dopo il dossier aperto sui neonazisti di Alba Dorata, crescono timori per golp

Stato d’allerta in Grecia, dove si moltiplicano i segnali per un possibile colpo di stato, in seguito alla gravissima crisi economica che sta dilaniando il paese da ormai sei anni, causando un’impennata della povertà e tassi di disoccupazione al 27,9% (64,9% tra i giovani).
L’ultimo episodio inquietante riguarda la pubblicazione sul web di un comunicato da parte della “Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali“, il Keed, un sindacato di ex militari, che ha invitato sia il governo guidato da Antonis Samaras che il presidente Karolos Papoulias a dimettersi per dare vita a un esecutivo di unità nazionale. Il Keed ha auspicato anche la collaborazione tra l’esercito e il popolo per assicurare a quest’ultimo ciò che gli spetterebbe secondo la Costituzione, ossia lavoro, salute, istruzione, giustizia e sicurezza.
Il documento è ora all’attenzione della Corte Suprema (Areios Pagos), riunitasi alla presenza anche del Procuratore Efterpi Gkoutzamani, nella stessa sede dove da giorni sono in corso gli interrogatori di diversi esponenti di Alba Dorata, il partito neo-nazista entrato in Parlamento alle elezioni politiche del 2012.

Golpe in Grecia: cresce il sostegno ad Alba Dorata, scompaiono i socialisti
Proprio Alba Dorata (Chrysi Avgì) è indiziato di un possibile golpe e la preoccupazione è tale che il governo ha cambiato alcuni dei vertici della polizia, dopo la notizia per cui almeno 3 mila agenti in Grecia sarebbero simpatizzanti e attivisti di Alba Dorata. Si teme, infatti, che l’ampio consenso di cui i neo-nazisti godono tra i poliziotti e i militari possa creare le condizioni per organizzare un golpe dell’esercito. E il comunicato delle scorse ore non fa che confermare il dubbio. Il governo vorrebbe anche dichiarare illegale il movimento, dato intorno al 15% nei sondaggi (lo storico partito socialista del Pasok sarebbe non oltre il 5-6%), ma teme la reazione delle piazze.
Dopo l’uccisione nei giorni scorsi di un rapper di sinistra, il 34enne Pavlos Fyssas, per mano di un esponente di Alba Dorata, reo confesso, sono seguite proteste di piazza contro il partito di Nikòlas Michaloliàkos, il quale ha minacciato le dimissioni dei suoi 18 deputati in Parlamento. La tensione è così alta, che il ministro degli Esteri e leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha invitato all’unione tra le forze costituzionali per battere il pericolo neo-nazista.

La Grecia nel baratro della crisi
Ma i nuovi tagli in arrivo, con 12.500 licenziamenti nel settore pubblico entro l’anno e l’enorme massa di disoccupati giovani non fanno che ingrossare le file dei partiti estremisti. La tenuta democratica ad Atene è a rischio e il governo di unità nazionale di Samaras ormai si regge solo su pochi seggi di maggioranza di scarto e solo grazie al premio dei 50 deputati ottenuto con la vittoria alle elezioni. In pochi credono che i sacrifici siano finiti. Il paese non vede la luce in fondo al tunnel, avrà bisogno di aiuti per almeno 11 miliardi e saranno imposte nuove misure di austerità. Quello del golpe non è un timore ingiustificato. Link
di Giuseppe Timpone

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