-R.P.- 4 marzo 2013- Precipita la situazione anche in Spagna, la disoccupazione tocca il 26%, quella giovanile è al 55, l’economia è in stallo e con il governo al centro di uno scandalo per corruzione.
Ma altri segnali sono altrettanto preoccupanti.
Ai primi di febbraio a Madrid si è tenuta una conferenza sulle forze armate e la Costituzione moderata dall’editore della rivista Revista Juridica Militar. Tutto nella norma con interventi di alti ufficiali, sino a che non si è fatto avanti il generale Juan Antonio Chicarro ex comandante della Marina Militare. L’esordio di Chicarro non è stato improvvisato “Non avrei voluto parlare, ma l’offensiva separatista e secessionista della Catalogna, mi obbliga a farmi avanti”. Chicarro si è detto preoccupato per il senso di incertezza, paura e confusione che pervade le forze armate spagnole, si è rammaricato per l’allontanamento del generale Josè Mena che, nel 2006, aveva suggerito un intervento militare in Catalogna. Una feroce filippica contro i separatisti catalani, quella di Chicarro, che cita l’articolo 8 della Costituzione spagnola, il quale incarica le Forze Armate di difendere la Spagna e la sua integrità nazionale. Ma c’è altro e ben più inquietante nel discorso di Chicarro, interpretando e trasformando la Costituzione, ha imbastito una teoria secondo la quale i militari avrebbero titolo per rovesciare il governo qualora “non so comportasse nel modo richiesto dal suo ruolo”. Un golpe legale. Proviamo ad immaginare se il Partito Popolare perdesse la maggioranza e i catalani in cambio del loro appoggio dovessero chiedere una modifica alla Costituzione riguardo all’unità indissolubile della nazione. Quale sarebbe l’atteggiamento dell’esercito? Anche a questo ha risposto Chicarro “Le regole sono una cosa, la pratica è un’altra. Il Paese è più importante della democrazia, il patriottismo è un sentimento, la Costituzione carta”, ha concluso tra gli applausi.
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Ai primi di febbraio a Madrid si è tenuta una conferenza sulle forze armate e la Costituzione moderata dall’editore della rivista Revista Juridica Militar. Tutto nella norma con interventi di alti ufficiali, sino a che non si è fatto avanti il generale Juan Antonio Chicarro ex comandante della Marina Militare. L’esordio di Chicarro non è stato improvvisato “Non avrei voluto parlare, ma l’offensiva separatista e secessionista della Catalogna, mi obbliga a farmi avanti”. Chicarro si è detto preoccupato per il senso di incertezza, paura e confusione che pervade le forze armate spagnole, si è rammaricato per l’allontanamento del generale Josè Mena che, nel 2006, aveva suggerito un intervento militare in Catalogna. Una feroce filippica contro i separatisti catalani, quella di Chicarro, che cita l’articolo 8 della Costituzione spagnola, il quale incarica le Forze Armate di difendere la Spagna e la sua integrità nazionale. Ma c’è altro e ben più inquietante nel discorso di Chicarro, interpretando e trasformando la Costituzione, ha imbastito una teoria secondo la quale i militari avrebbero titolo per rovesciare il governo qualora “non so comportasse nel modo richiesto dal suo ruolo”. Un golpe legale. Proviamo ad immaginare se il Partito Popolare perdesse la maggioranza e i catalani in cambio del loro appoggio dovessero chiedere una modifica alla Costituzione riguardo all’unità indissolubile della nazione. Quale sarebbe l’atteggiamento dell’esercito? Anche a questo ha risposto Chicarro “Le regole sono una cosa, la pratica è un’altra. Il Paese è più importante della democrazia, il patriottismo è un sentimento, la Costituzione carta”, ha concluso tra gli applausi.
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2 commenti:
ole tutti i paesi europei succubi della dittatura europea... siamo vicini alla fine
Vero...a chi stiamo dando da mangiare?
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