Ultimamente si fa un gran parlare di Terza Guerra Mondiale alle porte. Tali portavoce non corrispondono ai profili dei soliti apocalittici o catastrofisti dell’ultima ora, bensì a quelli più autorevoli di economisti e analisti. L’allarme è stato lanciato e c’è già chi prefigura scenari possibili e previsioni per nulla ottimistiche. Le analisi, inoltre, sembrano tutte concordare su un fatto: se guerra ci sarà, sarà entro il 2015.
L’allarme lanciato da Kyle Bass
Una delle più recenti voci a riguardo è quella del fondatore del gruppo statunitense Hayman Capital Management, Kyle Bass, che ha affermato sostanzialmente che la crisi dell’Eurozona terminerà con una guerra di proporzioni globali.
"Non so dire con esattezza chi combatterà chi, ma sono convinto che nei prossimi anni assisteremo allo scoppio di guerre e rivoluzioni, e non certo piccole". Un annuncio, questo, riportato dall’agenzia Reuters e che ha causato molto scalpore. Lo scenario previsto da Kyle Bass inizia con il default dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Grecia, Spagna e Portogallo. L’allarme di Bass non è lanciato in aria tanto per creare panico, ma si basa su numeri fondati, visto che il debito nei mercati creditizi internazionali ha raggiunto ormai il 340% della produttività globale: "Il mondo non ha mai vissuto periodi di pace quando è stato costretto a fare i conti con un tale fardello", ha avvisato Bass. La profezia di Johan Livernette Il giornalista e blogger Johan Livernette, sul suo blog, nella primavera del 2012 esplicità le seguenti affermazioni: "I segni dell’avvento di una Terza Guerra Mondiale risultano sempre più evidenti". "Ovunque nel mondo le alleanze si moltiplicano, e ciò conferma l’avvicinarsi del conflitto". "Sul piano mediatico l’ipocrisia è totale: tutti cercano di gettare la responsabilità di questa Terza Guerra Mondiale sugli altri, quando tutti sanno che l’asse atlantico-sionista ne è all’origine". "Da anni il nucleare iraniano è al centro del dibattito e potrebbe essere il punto di partenza del futuro grande conflitto". Affermazioni non di poco conto che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, soprattutto dopo le conferme di Kyle Bass, che fanno eco tuttavia a una vulgata che si ripete da circa 1 anno e che vede nella Storia la sua principale testimonianza (visto che anche la crisi del ’29 fu alla fine spezzata dall’emergere delle dittature e dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale). Il recente accordo tra Australia e Stati Uniti che permette alle navi da guerra e agli aerei americani di utilizzare il territorio australiano come base strategica è un’ulteriore testimonianza di come l’eventuale nuovo conflitto possa accendersi da un momento all’altro. Quello che la maggior parte dei blogger specializzati sull’argomento affermano si basa infatti su tutti i riti preparatori che i vari Paesi stanno attuando in attesa dell’inizio della guerra, profetizzando perfino alleanze e conflitti, probabili o quasi sicuri. Motivi del conflitto e probabili alleanze Il sito Hescaton, vede tra i principali focolai in procinto di scoppiare le seguenti aree territoriali (nominiamo quelle secondo noi più probabili): Corea del Nord: le tensioni con la Corea del Sud, in aggiunta a una politica provocatoria verso gli Stati Uniti, potrebbero accelerare il conflitto; Israele: le prossime elezioni non solo decideranno il nuovo premier, ma anche la politica che sarà adottata nei confronti della Palestina e del Medio Oriente; Iran: anche qui il 2013 è anno di elezioni, il cui esito è atteso anche per la politica nucleare che sarà adottata e che potrebbe accelerare le tensioni già accese; Siria: con la Russia come alleata, il regime di Assad sembra riprendere forza e potrebbe indispettire i Paesi stranieri; Isole Senkaku: isole giapponesi rivendicate dalla Cina; Crisi economica: bastano le parole di Kyle Bass, ma anche le ripercussioni sui Paesi emergenti, senza contare la nuova minaccia di default in Argentina. Il gioco delle alleanze prevede invece già dall’inizio i soliti schieramenti sicuri: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud, Israele, Canada e Australia, da una parte; Cina, Corea del Nord, Iran, Siria dall’altra. Come aghi della bilancia, se da una parte pendono l’Unione Europea, la Turchia, il Sudafrica, il Cile e la Colombia, dall’altra pesano Russia, maggioranza dei Paesi africani e maggioranza dei Paesi sudamericani (poiché adottano una politica prevalentemente anti-occidentale). Il 2013 potrebbe essere un anno decisivo per valutare le situazioni che si vengono a creare (da questo punto di vista bisognerà tenere d’occhio le elezioni in Iran e Israele) e per vedere se ci sono i presupposti affinché tali scenari si verifichino. Quel che è certo è che quest’anno non ci sarà da annoiarsi.
"Non so dire con esattezza chi combatterà chi, ma sono convinto che nei prossimi anni assisteremo allo scoppio di guerre e rivoluzioni, e non certo piccole". Un annuncio, questo, riportato dall’agenzia Reuters e che ha causato molto scalpore. Lo scenario previsto da Kyle Bass inizia con il default dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Grecia, Spagna e Portogallo. L’allarme di Bass non è lanciato in aria tanto per creare panico, ma si basa su numeri fondati, visto che il debito nei mercati creditizi internazionali ha raggiunto ormai il 340% della produttività globale: "Il mondo non ha mai vissuto periodi di pace quando è stato costretto a fare i conti con un tale fardello", ha avvisato Bass. La profezia di Johan Livernette Il giornalista e blogger Johan Livernette, sul suo blog, nella primavera del 2012 esplicità le seguenti affermazioni: "I segni dell’avvento di una Terza Guerra Mondiale risultano sempre più evidenti". "Ovunque nel mondo le alleanze si moltiplicano, e ciò conferma l’avvicinarsi del conflitto". "Sul piano mediatico l’ipocrisia è totale: tutti cercano di gettare la responsabilità di questa Terza Guerra Mondiale sugli altri, quando tutti sanno che l’asse atlantico-sionista ne è all’origine". "Da anni il nucleare iraniano è al centro del dibattito e potrebbe essere il punto di partenza del futuro grande conflitto". Affermazioni non di poco conto che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, soprattutto dopo le conferme di Kyle Bass, che fanno eco tuttavia a una vulgata che si ripete da circa 1 anno e che vede nella Storia la sua principale testimonianza (visto che anche la crisi del ’29 fu alla fine spezzata dall’emergere delle dittature e dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale). Il recente accordo tra Australia e Stati Uniti che permette alle navi da guerra e agli aerei americani di utilizzare il territorio australiano come base strategica è un’ulteriore testimonianza di come l’eventuale nuovo conflitto possa accendersi da un momento all’altro. Quello che la maggior parte dei blogger specializzati sull’argomento affermano si basa infatti su tutti i riti preparatori che i vari Paesi stanno attuando in attesa dell’inizio della guerra, profetizzando perfino alleanze e conflitti, probabili o quasi sicuri. Motivi del conflitto e probabili alleanze Il sito Hescaton, vede tra i principali focolai in procinto di scoppiare le seguenti aree territoriali (nominiamo quelle secondo noi più probabili): Corea del Nord: le tensioni con la Corea del Sud, in aggiunta a una politica provocatoria verso gli Stati Uniti, potrebbero accelerare il conflitto; Israele: le prossime elezioni non solo decideranno il nuovo premier, ma anche la politica che sarà adottata nei confronti della Palestina e del Medio Oriente; Iran: anche qui il 2013 è anno di elezioni, il cui esito è atteso anche per la politica nucleare che sarà adottata e che potrebbe accelerare le tensioni già accese; Siria: con la Russia come alleata, il regime di Assad sembra riprendere forza e potrebbe indispettire i Paesi stranieri; Isole Senkaku: isole giapponesi rivendicate dalla Cina; Crisi economica: bastano le parole di Kyle Bass, ma anche le ripercussioni sui Paesi emergenti, senza contare la nuova minaccia di default in Argentina. Il gioco delle alleanze prevede invece già dall’inizio i soliti schieramenti sicuri: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud, Israele, Canada e Australia, da una parte; Cina, Corea del Nord, Iran, Siria dall’altra. Come aghi della bilancia, se da una parte pendono l’Unione Europea, la Turchia, il Sudafrica, il Cile e la Colombia, dall’altra pesano Russia, maggioranza dei Paesi africani e maggioranza dei Paesi sudamericani (poiché adottano una politica prevalentemente anti-occidentale). Il 2013 potrebbe essere un anno decisivo per valutare le situazioni che si vengono a creare (da questo punto di vista bisognerà tenere d’occhio le elezioni in Iran e Israele) e per vedere se ci sono i presupposti affinché tali scenari si verifichino. Quel che è certo è che quest’anno non ci sarà da annoiarsi.
4 commenti:
Molto interessante questo blog, incute un po, però ho paura che ci sia del vero in tutto
Pochi mesi ancora e la guerra fredda finirà dando vita a un conflitto planetario. Non è catastrofismo ma è realtà. Sono fatti,documenti non si può confutare la matematica. Che dire dopo il cataclisma finanziario che sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e imprese ci serve proprio un bel conflitto mondiale per finire in bellezza. Peccato che la guerra durerà non più di qualche giorno. Con gli armamenti che ci sono oggi basta far esplodere una bomba batteriologica e non te ne accorgi neanche. E' la guerra del futuro( morte dall'alto) proprio come le scie chimiche. Chi lo sa magari sono tutti d'accordo, fanno scoppiare un conflitto fasullo per intimorire le gente e si sa che una folla impaurita è più facile da addomesticare. E' proprio un brutto mondo....un brutto mondo.
È adesso la cosa si fa seria stando alle ultime notizie di dichiarazione di guerra tra korea del nord contro la korea del sud ma questi veramente fanno?
la verità secondo me è che siamo in troppi sulla terra,la crescita della popolazione mondiale si sta allargando a dismisura,basta vedere all'inizio del secolo che gli abitanti del pianeta erano appena superiori al miliardo di unità mentre ora stime recenti parlano di più di sette miliardi,ora con lo sviluppo troppo rapido della tecnologia(ricordo che 50 anni fa guardavamo il televisore in bianco e nero)la proporzione di crescita nell'ultimo secolo dimostra come le macchine abbiano preso il posto delle persone,le quali purtroppo essendo sempre di più sul pianeta trovano difficoltà ad avere un lavoro e a sfamarsi,mentre nei paesi sottosviluppati non esiste una prospettiva di vita dignitosa,se crescere significa estinguersi allora fermiamoci un attimo e riflettiamo.
il punto è che in milioni di anni di storia gli ultimi 50 anni sono stati i più disastrosi.....chissà i prossimi 50
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