Obsolescenza: guasti programmati e consumismo


La lampadina che vedete in questa immagine a lato, è accesa e perfettamente funzionante da 110 anni. Si trova nella stazione dei pompieri a Livermore, California. Di lampadine del genere, non ne esistono più naturalmente. Non c’hanno messo molto le aziende per capire che vendere queste lampadine sarebbe stato un suicidio. Hanno deciso quindi di ridurre la vita media delle lampadine a 1000 ore (41 giorni) in modo da costringere i consumatori a comprarne regolarmente di nuove.
Sembra sia questa l’origine dell’obsolescenza programmata: una politica volta a definire il ciclo vitale (la durata) di un prodotto. In tal modo in fase di progettazione viene deliberatamente definita una vita utile limitata di un prodotto, che quindi diventerà obsoleto o non funzionante dopo un certo periodo. Ciò si può ottenere costruendo gli oggetti con materiali di qualità inferiore, o mediante l’inserimento di meccanismi anche di tipo elettronico o seguendo comunque canoni costruttivi tali da rendere impossibile o troppo costosa la loro riparazione una volta che dovessero guastarsi.
Tutto chiaro? Esempio: acquisto un computer, con una regolare garanzia di 2 anni, ma l’azienda produttrice potrebbe aver inserito un chip che dopo 2 anni e 1 giorno di utilizzo, guasti il computer. E dal momento che le aziende lavorano per il profitto, perchè non dovrebbero farlo?!
Pensate sia fantascienza o complottismo? Vi invito a guardare questo documentario, che vi aprirà gli occhi a riguardo; che vi mostrerà come le stampanti sono progettate per stampare un numero preciso di pagine e poi guastarsi, appunto; che vi farà capire perché siamo semplici burattini nelle mani delle aziende, anche senza che manomettano i prodotti. Si, perchè un modo molto più sottile per rendere prematuramente obsoleto un prodotto che ancora funziona (e quindi spingerci a comprarne uno nuovo) è quello di immetterne sul mercato dopo poco tempo una nuova versione dotata di maggiori optional, preferibilmente dopo una adeguata campagna pubblicitaria che induca nel consumatore finale l’idea che la sua “vecchia versione” del prodotto sia ormai sorpassata ed inadeguata.
La soluzione? Smettere di consumare, di comprare. La soluzione si chiama decrescita felice.
Buona visione.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Servizio ridicolo.
La stampante del video innanzitutto è una ciofeca, non comprate stampanti da 40-50 euro. Inoltre il pezzo non è guasto, ma ha raggiunto la fine del suo ciclo vitale. Non si possono comprare stampantine da 40-50 euro e pretendere che durino 10.000 pagine. E comunque in un qualunque centro di assistenza Epson l'avrebbero riparata ad un prezzo ragionevole.
Non sono chip che si guastano, sono componenti che si usurano. Smettete di comprare ciarpame, acquistate beni durevoli... La colpa non è tanto dei produttori, ma dei consumatori, che cercano sempre prodotti economici.

 


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