Incredibile errore del ministero dell'Economia. Dopo l'annuncio 'dell'equità', “anche il Vaticano pagherà l'Imposta municipale unica", si scopre che nessuno ha emanato la norma per rendere il tutto attuativo. Risultato: ai Comuni verranno a mancare oltre 600 milioni”
C'è chi parla di dimenticanza. Chi di temporeggiamento. Fatto sta che lo slogan 'anche la Chiesa pagherà l'Imu' rischia di rimanere tale.
Il decreto del ministero dell'Economia che avrebbe sancito l'obbligo di pagamento dell'Imu anche per gli immobili della Chiesa, atteso per la fine di maggio, non c'è. E senza quel decreto, lo slogan 'anche la Chiesa pagherà l'Imu' non potrà diventare norma.
E così non solo il governo Monti dovrà dire addio alla tanto decantata 'equità' dell'Imu, ma rischia di andare incontro a una dura procedura d'infrazione dell'Unione europea “per aiuti di Stato”.
Insieme alla Chiesa, a fregarsi le mani per la manna da 600 milioni di euro totali per le casse comunali rappresentata da questa 'dimenticanza' ci sono anche partiti, sindacati, fondazioni. Anche loro, senza decreto attuativo, dal 1 gennaio 2013 non saranno chiamati a versare l'Imposta municipale unica sugli immobili di proprietà.
A scoprire la 'magagna' è stato il quotidiano Milano Finanza. La notizia ha fatto sobbalzare gli uffici del ministero dell'Economia che si è palesato molto preoccupato dal possibile scandalo. E così il ministro Grilli si è affrettato a comunicare che “non ci sarà nessuna proroga dell'imposta. Il decreto arriverà a breve”. Il motivo del ritardo? Semplice, “l'esame complesso della materia”. Ma questo “non pregiudica la corretta applicazione della norma, anche perché la scadenza della prima rata è il 16 giugno 2013”.
Bene così, si penserà. C'è ancora tempo per sistemare il tutto. Si e no. Nel decreto Cresci-Italia c'è un articolo, il 91bis, il quale stabilisce che l'esenzione dell'Imu “si applica in proporzione all'utilizzazione non commerciale dell'immobile quale risulta da apposita dichiarazione”. Dichiarazione che deve essere presentata entro il 2012 per pagare nel 2013 in base al modello predisposto dal ministero. Ma il modello ancora non esiste.
La Chiesa sarebbe quindi chiamata a pagare l'Imu sugli edifici, o sulle loro porzioni, nei quali si svolge attività no profit mentre alla 'frazione' dell'immobile in cui si fanno utili si applicano le normali norme dell'Imu. Ed è qui che sorge il problema.
Per calcolare la 'frazione' di questi immobili nei quali si svolgono attività commerciali servirebbe il decreto che non c'è. Ergo, come pagare per qualcosa che di fatto non esiste? Semplice: non si pagherà. Con il risultato che ai Comuni in crisi verranno a mancare circa 600 milioni di 'mancata Imu' da parte della Chiesa.
Fonte: today.it
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