Importanti notizie arrivano dal fronte della ricerca sulla vita extraterrestre, sono infatti arrivate nuove conferme dell'impronta rilevata nel 1976 sulla superficie di Marte dalle sonde Viking della Nasa. Le nuove analisi matematiche eseguite sui campioni di suolo marziano hanno parlato chiaro: su Marte c'è attività biologica. Lo studio è stato realizzato da Keck School of Medicine della University of Southern California, in collaborazione con l'Università di Siena e pubblicato suInternational Journal of Aeronautical and Space Sciences e ha subito riaperto la polemica sull'attendibilità delle misurazioni degli anni '70.
Secondo le nuove analisi matematiche, infatti, vi sarebbe la conferma che almeno uno dei quattro esperimenti dell'epoca avrebbe identificato la vita sul pianeta rosso. Si tratta dell'esperimento Labeled Release (Lr) la cui validità, essendo in contrasto con gli altri tre, è da anni al centro di un acceso dibattito. Identificando modelli matematici caotici nella variazione delle temperature dei campioni marziani, del tutto coerenti con i corrispettivi campioni 'viventi' terrestri, i matematici italiani hanno concluso che la sonda Viking identificò vita su Marte: «Abbiamo riscontrato una complessità matematica e un grado di ordine nel suolo di Marte superiore a quella attesa, e più caratteristica dei processi biologici che di quelli inorganici», ha spiegato Joseph D. Mille, capo dello studio.
Bisogna continuare con l'esplorazione di Marte
Ma gli studiosi italiani e statunitensi non hanno dubbi. Identificando dei modelli matematici nella variazione delle temperature dei campioni marziani, questi si sono rivelati coerenti con i rispettivi campioni terrestri che dimostrano attività biologica: e questo confermerebbe la presenza di vita anche su Marte.
«Tuttavia, il suolo del pianeta è più simile al nostro rispetto a quello di campioni extraterrestri non biologici», ha continuato Miller. «Questa scoperta non metterà la parola fine alla ricerca di vita sul Marte, per quello servirebbero delle foto di veri e propri microorganismi. È tempo di rispedire le nostre sonde sul pianeta rosso alla ricerca di prove definitive» ha concluso.
I luoghi più adatti alla vita
Una catena di depressioni lungo i fianchi di uno dei più grandi vulcani di Marte e del Sistema Solare potrebbe essere uno dei luoghi ideali nei quali andare a cercare forme di vita sul pianeta rosso: le prime immagini di queste particolari formazioni sono state inviate a Terra dalla sonda Mars Express, dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
Le immagini di Marte, scattate il 22 giugno 2011, riguardano la catena Tractus nel quadrangolo Arcadia, parte della vasta regione di Tharsis. Questa regione ospita una serie di enormi vulcani, tra cui tre noti come Tharsis Montes. A nord dei tre colossi si trova un altro gigantesco vulcano, Alba Patera, uno dei più grandi del Sistema Solare per area e volume. La catena Tractus si estende lungo il fianco Sud-Est di Alba Mons e le catene depressive in questa zona sono caratterizzate de una serie di immense fosse circolari lungo i punti di frattura della crosta marziana.
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