Ocse: programma di riforme italiano ambizioso ma inutile

Oggi il segretario generale Angel Gurría dell'Ocse,organizzazione internazionale di studi economici, dopo l'incontro a Parigi con il primo ministro italianoMario Monti, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla situazione del nostro Paese, congratulandosi per l'impegno profuso dagli italiani.
Ma l'ambizioso programma di riforme avviato dall'Italia e celebrato da qualsivoglia istituzione tecnocratica al prezzo di estremi sacrifici, è del tutto inutile: analizzando, infatti, un recentissimo report della stessa Ocse emerge che la causa della crisi non è nel debito sovrano in sé, ma in una serie di fattori che vanno dalla politica scellerata dell'Unione Europea ai crimini finanziari sponsorizzati dalle banche centrali e celebrati da un mercato neoliberista senza regole e soprattutto senza morale.

L'Italia, ha affermato Gurría, "ha avviato un programma di riforme molto ambizioso, ma indispensabile per rafforzare la finanza pubblica, rilanciare la crescita e migliorare la competitività della sua economia". Prosegue il segretario generale dell'Ocse: "Le nostre analisi mostrano che un simile pacchetto di riforme ha un enorme potenziale per rilanciare la crescita e la competitività". Peccato che la stessa Ocse nei report tecnici per gli analisti sottolinei una realtà meno edulcorata.

Nel report "Solving the Financial and Sovereign Debt Crisis in Europe", pubblicato non molti giorni fa si mette in evidenza come l'attuale crisi finanziaria, declinata nel contesto europeo, sia stata aggravata proprio dalla struttura degli accordi istituzionali che rappresentano il segno distintivo dell'Unione Europea ("institutional arrangements...have exacerbated the financial crisis"). Le pressioni speculative del mercato si sono ripercosse sul mercato del lavoro, acutizzando la disoccupazione che, in Italia tra i giovani, ha raggiunto l'incredibile cifra del 31%.

Il sistema finanziario ha subito una profonda trasformazione dalla fine degli anni novanta ad oggi: l'adozione di strumenti di finanza creativa come i derivati è cresciuto sei volte dal 1998, raggiungendo oggi l'incredibile valore di 12 volte il PIL mondiale. La tendenza a riutilizzare più volte le stesse ipoteche per creare nuovi strumenti finanziari, moltiplica il livello di rischio di chi li possiede, generando l'instabilità sistemica. In termini economici si parla di mercati di capitali bancari; in termini pratici è come se, il vostro debito con il panettiere lo ripagaste creando prima uno strumento finanziario che rappresenta l'assicurazione contro il vostro mancato pagamento, che però non viene acquistata dal panettiere, ma da uno speculatore, il quale a sua volta compra anche un altro strumento che è molto difficile da spiegare anche a lui stesso, ma che di sicuro ha come bene tangibile il vostro debito, e così all'infinito. Immaginate di avere un debito reale di 10€ al quale sono collegati titoli finanziari per 120€. Ci vuole pelo sullo stomaco per sostenere che avete fatto girare l'economia per 130€ ! Bene, questo è esattamente il tipo di ragionamenti che si fanno nell'alta finanza.

Ma le cattive notizie non vengono mai da sole perchè l'Europa, sempre secondo l'Ocse, ha miscelato in un cockail finanziario micidiale capitali di mercato bancari, strumenti finanziari tradizionali e debiti sovrani. In particolare, gli Stati molto esposti sui mercati di capitali bancari, lo sono anche pesantemente nei confronti del debito sovrano di gran parte dei Paesi dell'Unione europea, come Spagna ed Italia. La conseguenza più immediata e tangibile è che le ampie fluttuazioni dei prezzi degli strumenti finanziari creativi colpisce mortalmente l'economia reale.

Il report dell'Ocse sottolinea, inoltre, che:

i 500 miliardi di euro del maxi fondo "salva Stati" (MES+EFSF) è del tutto inadeguato. Si parla di una cifra idonea intorno al trilione di euro, guarda caso più o meno la stessa cifra con la quale le banche americane sono esposte nei confronti del debito sovrano di Grecia, Portogallo, Irlanda, Francia, Spagna e Italia.
vi sarà con molta probabilità un declassamento di rating del credito dei governi partecipanti al fondo salva Stati
l'inondazione del mercato con una quantità di denaro che oscillerà tra 500 miliardi ed un trilione di euro causerà un ovvio effetto inflazionistico (ovvero il caffè al bar che passa da 1€ ad 1,5€, ad esempio)
Il concetto è estremamente semplice, quasi banale: se ad una persona molto indebitata si chiede (obbliga) di sborsare una cifra ingente per costituire un fondo insieme ad altri squattrinati che ha lo scopo di salvarla, voi cosa pensereste in qualità di supervisori ? Sicuramente che l'effetto di tale operazione sarebbe un aggravamento della situazione debitoria del pover uomo, ovvero il famoso downgrade che le "cattivissime" agenzie di rating ci attribuiscono ogni tanto.

In conclusione, benché le dichiarazioni di facciata del segretario generale dell'Ocse Angel Gurría possano sembrare incoraggianti e sensate, la realtà purtroppo è un'altra. I vani sacrifici a cui siamo sottoposti rappresentano solo un'anticipazione delle torture che ci attendono, grazie agli accordi europei che il governo ha ratificato finora (tra cui il fiscal compact e l'approvazione del fondo MES).
http://qpotere.blogspot.com/2012/02/ocse-programma-di-riforme-italiano.html

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