Greenpeace: catastrofe ambientale al Santuario dei Cetacei e al Giglio senza piano d’urgenza

Il caso della Concordia, naufragata a pochi metri dall’Isola del Giglio, oltre ad essere un evento drammatico a causa delle perdite umane, porta con sè la minaccia di un grave disastro ambientale.

Infatti la nave ha ancora a bordo 2400 tonnellate di carburante con il quale era appena partita da Civitavecchia. Le operazione di aspriazione potrebbero durare due settimane, ma forse non ci sarà tutto questo tempo perchè le condizioni meteo potrebbero peggiorare spostando la nave e facendola inabissare.

Ci sono già dei precedenti in cui navi hanno sversato carburante in mare: gli effetti sono stati nefasti.
Un esempio su tutti: tre/quattrocento tonnellate di carburante dal portacontainer RENA, in Nuova Zelanda, hanno ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri di costa.

Greenpeace avanze richieste precise in questa situazione: “Chiede che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano che preveda subito lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante – a causa delle basse temperature – avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante» dichiara Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace.

Greenpeace denuncia che in un’area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia.

Inoltre Greenpeace torna sul grave problema della gestione del Santuario dei Cetacei, luogo, tra l’altro, di un’altra catastrofe incombente a causa di un’altro incidente con una nave che trasportava materiale pericolosissimo per l’ecosistema marino:”Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l’Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell’area. Purtroppo, è solo un “parco di carta”, senza alcuna misura di gestione efficace. Il naufragio della Costa Concordia non è certo il primo incidente navale nel Santuario: solo un mese fa, poche decine di miglia più a nord, il traghetto della Grimaldi Lines, Eurocargo Venezia, aveva perso in mare, durante una tempesta, circa 40 tonnellate di sostanze tossiche (catalizzatore al cobalto-molibdeno per la desolforazione di idrocarburi).”

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