Il Brasile è da giorni sotto attacco di un’ondata di maltempo che sta creando danni ingenti al territorio ed alle popolazioni nel sud est del paese, mentre nella zona nord-est è la siccità a creare problemi gravissimi all’agricoltura.
Nella notte ha ceduto un’altra diga a Rio de Janeiro, a seguito delle piogge ancora abbondanti nella regione: gli abitanti della località di Outero a nord della città, hanno cominciato a lasciare le loro case.
Secondo la Protezione civile, l’acqua ha già invaso le abitazioni e circa 900 persone dovranno essere evacuate nelle prossime ore. La zona è confinante con la cittadina di Campos, dove, mercoledì scorso, la violenza del fiume Murià in piena ha spaccato a metà un’autostrada che funzionava come diga, costringendo alla fuga 4mila persone.
Il maltempo – che ha già provocato almeno 15 morti e due dispersi dall’inizio dell’anno nello Stato di Minas Gerais, con più di centomila persone evacuate – ha costretto la presidente brasiliana, Dilma Rousseff, a rientrare in anticipo dalle ferie. Oggi a Brasilia il capo di Stato ha convocato una riunione con vari ministri del suo esecutivo per affrontare l’emergenza climatica in varie parti del Brasile. «Il governo è in allerta», ha detto il ministro della Salute, Alexandre Padilha.
La paura è quella di dover affrontare nuovamente una tragedia come quella che esattamente un anno fa provocò la morte di quasi mille persone sempre a causa delle piogge torrenziali che sempre nel mese di gennaio flagellano il Brasile.
D’altro canto la situazione più grave, a causa della mancanza di pioggia, anche per i riflessi sull’economia locale, è forse quella di Rio Grande do Sul, dove è stata calcolata una perdita del 25% della produzione annuale di soia, pari a 1,5 miliardi di dollari, che avrà ripercussioni su quasi 900mila persone. Danni pesantissimi all’agricoltura stanno riguardando anche la confinante Argentina, bersaglio di quella che potrebbe risultare la peggiore siccità degli ultimi 46 anni: l’assenza di pioggia minaccia anche qui la produzione di soia e compromette il 60% della raccolta del mais.
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