Non c’è tregua per la Colombia, colpita da settembre da devastanti alluvioni che costringono le autorità a mantenere l’allerta rossa in gran parte del Paese dopo lo straripamento del Río Magdalena, il fiume principale e un incidente a un oleodotto che ha provocato un versamento di petrolio in una conca idrica, mentre persistono ‘black-out’ nell’erogazione di acqua potabile in diverse città.
Nel bacino del Río Magdalena, la situazione più a rischio è quella di Puerto Salgar, località del dipartimento centrale di Cundinamarca, a cui appartiene anche la capitale Bogotá, dove la settimana scorsa è stato dichiarato lo stato d’emergenza. La situazione è grave - riporta l'agenzia Misna - anche nel bacino del Río Cauca, secondo fiume colombiano, mentre comincia ad abbassarsi il livello delle acque del fiume Bogotá, che nei giorni scorsi ha allagato vaste aree della savana centrale colombiana e interi quartieri della capitale colpendo a vario titolo fino a 50.000 abitanti.
E’ allerta rossa anche a Cúcuta, capitale del dipartimento di Norte de Santander (nord-est), dove il Río Pamplonita, che alimenta il principale acquedotto locale, è stato contaminato da una fuga di greggio dovuta a una falla prodottasi in un oleodotto a causa di uno smottamento provocato dalle intense precipitazioni. Razionamenti di acqua si registrano inoltre a Manizales e Riohacha, rispettivamente capitali dei distretti di Caldas, nell’ovest, e La Guajira, nel nord. Il servizio meteorologico prevede che le piogge, portate dal fenomeno atmosferico della ‘Niña’ – caratterizzato da un anomalo raffreddamento della temperatura dell’Oceano Pacifico tropicale – si estenderanno fino al primo semestre del 2012.
La stagione del piogge ha provocato negli ultimi tre mesi oltre 870 smottamenti in 429 comuni di 27 dei 32 dipartimenti colombiani: il bilancio delle vittime è finora di 140 morti e oltre mezzo milione di disastrati al livello nazionale. Già tra l’aprile del 2010 e l’aprile scorso il Paese ha registrato la più lunga stagione delle piogge da decenni con oltre 440 vittime e tre milioni e mezzo di alluvionati.
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