Ha una rivoluzione di sole 19 ore, una massa doppia di quella di Giove e dimensioni di poco inferiori. La scoperta grazie a WASP-South e la domanda è: sta precipitando sulla sua stella madre o si devono riscrivere le teorie sull'interazione stella-pianeta?
di Redazione Media Inaf
Si trova nella costellazione del Sestante, ed è stato possibile individuarlo attraverso la tecnica del transito con la WASP-South Camera Array, sita nell’Osservatorio Astronomico Sud Africano. Si chiama WASP-43b e va a rendere più numerosa la pattuglia di pianeti extrasolari. Come WASP 17, il più grande pianeta extrasolare mai rilevato, anche WASP-43b ha una sua peculiarità. Con un periodo orbitale di soli 19 ore e 31 minuti, è il Giove caldo più vicino alla sua stella madre conosciuto fino ad oggi. La sua massa è di 1,8 quella di Giove e le dimensioni nove decimi del pianeta più grande del nostro sistema solare.
Ma quello che rende questa scoperta più interessante e caratterizza ulteriormente il pianeta, è il fatto che la sua stella madre è solo 0,6 volte la massa del nostro Sole, come dire la metà, cioè è la più piccola conosciuta per avere nella propria orbita un Giove caldo. Che cosa è allora WASP-43b, si chiedono i ricercatori: uno dei rari casi di “ultimi Mohicani”, cioè pianeti che precipitano sulla loro stella madre a causa delle interazioni mareali? O invece ci dice che le interazioni mareali sono molto più deboli di quanto si pensasse?
In sostanza un oggetto di quelle dimensioni così vicino alla sua stella madre dovrebbe essere sottoposto agli effetti dissipatori prodotti dall’attrazione mareale. Potrebbe essere così, ma se ciò non fosse e stella e pianeta fossero in equilibrio, allora le forze mareali sono appunto più deboli.
Grazie ad oggetti come questo, i modelli teorici della interazione stella-pianeta saranno messi alla prova, e si spera che portino ad una comprensione molto più chiara dei processi di dissipazione tra stelle e pianeti. Dal 2006 WASP-South sta scandagliando l’emisfero sud del cielo alla ricerca di pianeti extrasolari, secondo la tecnica del transito. I dati combinati con l’osservatorio di Ginevra delle velocità radiali hanno permesso di trovare oltre 30 pianeti extrasolari orbitanti intorno a stelle di magnitudine 9-13.
Tratto da:http://www.altrogiornale.org/news.php
Fonte:http://www.media.inaf.it/2011/11/28/troppo-vicino-per-essere-normale/
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