MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Russia: improvvisa attivita' esplosiva del Bezymianny crea problemi al traffico aereo

3 Settembre 2012 - KAMCHATKA - Lo scorso 1 settembre 2012 un'eruzione esplosiva si è verificata sul vulcano Bezymianny nella remota regione dell'estremo oriente russo della penisola di Kamchatka    L'esplosione ha prodotto una nube di cenere di circa 10 km di altezza che ha fatto scattare un allarme per l'aviazione civile. Il pennacchio di cenere e' rapidamente andato alla deriva verso ovest reggiungendo centinaia di chilometri di lunghezza,,.l'eruzione del vulcano sta gradualmente finendo, ma pennacchi di cenere ancora si estendono per più di 600 km a est-nord-est del vulcano. - Volcano Discovery

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!


Pochi istanti dopo il Big Bang, l'Universo ha cominciato a cristallizarsi

Il segreto dell’origine dell’universo – o più modestamente, di un modello finalmente efficace per descriverne i primi istanti di vita – potrebbe nascondersi nei reticoli cristallini. Le quattro dimensioni che osserviamo oggi sarebbero il risultato di una "cristallizzazione" dell'universo primordiale.

È una delle conseguenze di uno studio pubblicato su “Physical Review D” e  su ArXiv a firma di un gruppo di ricercatori dell'Università di Melbourne e della RMIT University di Victoria.


l lavoro è improntato alla teoria detta della Quantum Graphity. Presentata nel 2006 da un gruppo di fisici teorici del Canadian Perimeter Institute for Theoretical Physicstra cui Tomasz KonopkaFotini Markopoulou-KalamaraSimone Severini e Lee Smolin, la Quantum Graphity è frutto dell'applicazione della teoria matematica dei grafi al problema della gravità quantistica, la teoria che cerca di mettere d'accordo la relatività generale e la meccanica quantistica (il nome è probabilmente l'esito di una crasi tra "Graph" e “Quantum Gravity”), problema che da lungo tempo assilla fisici e cosmologi. 
La gravità, nella sua formulazione in termini di teoria della relatività generale, descrive il comportamento dell'universo su grande scala, mostrando come interagiscano tra loro le masse deformando la struttura dello spazio-tempo, concepita come un tessuto continuo. Considerato che l'universo si sta espandendo, se si procede a ritroso verso ilbig bang, l'esplosione che ha dato origine all'universo, occorre ipotizzare che tutta la materia sia stata concentrata in uno spazio limitatissimo con una densità inimmaginabile, in cui erano in gioco le leggi della meccanica quantistica. 
Quest'ultima però descrive i sistemi microscopici in termini di grandezze appunto quantistiche, cioè discontinue. Come conciliare queste due descrizioni della materia così discordanti e lontane tra loro? Varie teorie hanno introdotto una “granularità” anche nello spazio e nel tempo: una di queste prevede di applicare allo spazio-tempo il concetto di "grafo aleatorio", introdotto negli anni cinquanta dai grandi matematici Paul Erdos e Alfréd Rényi, che si trova a cavallo tra la teoria dei grafi e il calcolo delle probabilità.
Il grafo aleatorio ha avuto un certo grado di successo nella modellizzazione di fenomeni discontinui come le transizioni di fase (i passaggi di stato da liquido a solido, per esempio). Applicando la teoria dei grafi aleatori allo spazio-tempo si ottiene un modello i cui punti dello spazio sono rappresentati dai nodi di un grafo collegati da archi, in numero proporzionale alla distanza tra loro.
“La Quantum Graphity si basa sull'ipotesi che lo spazio sia costituito da mattoni elementari indivisibili, che possono essere immaginati come i pixel che compongono un'immagine digitale”,  spiega James Quach, primo autore dello studio. “Il problema è che questi quanti di spazio sono molto piccoli, e perciò impossibili da osservare direttamente”. Se la via dell'osservazione diretta è preclusa, è possibile tuttavia ingegnarsi per trovare una strada che consenta un'osservazione indiretta. 
“Dobbiamo pensare all'universo primordiale come a un liquido: in seguito si è raffreddato 'cristallizzandosi' nelle quattro dimensioni – tre spaziali e una temporale – che vediamo ora", continua Quach. "In questo modello, ci si aspetta che si formino delle incrinature, così come avviene quando l'acqua solidifica formando il ghiaccio”. E sono proprio questi difetti che potrebbero risultare visibili: gli studiosi hanno calcolato alcuni di essi, che potrebbero rispondere una volta per tutte alla questione della granularità dello spazio.

Nel distretto di Sant’Antonio,USA, le scuole pubbliche utilizzano chip per monitorare gli studenti

Nel distretto scolastico di Sant’Antonio, Stati Uniti, il progetto Student Locator Project (SLP) è in fase sperimentazione avanzata negli istituti Jay High School e Jones Middle School.
Il progetto SLP prevede l’uso di tecnologia di identificazione a radiofrequenza (RFID) per “rendere le scuole più sicure, sapere in ogni momento dove sono i nostri studenti, in modo tale da fornire una Carta Digitale dello Studente come obiettivo generale”. Non si scherza, l’élite illuminata non lascia nulla al caso: cominciare dalla scuola, significa impiantare negli studenti una determinata mentalità, in modo da far sembrare normale il controllo e il dominio sulle loro vite.
Inizialmente, il progetto di Carta Digitale dello Studente prevedeva la possibilità di iscriversi ai corsi, pagare la mensa scolastica, prendere in prestito i libri in biblioteca. Poi, in un secondo momento, si è pensato di utilizzare il microchip per tracciare e monitorare i movimenti degli studenti in tutti i campus americani. Facendo leva sul fine “educativo” di tali mezzi, il governo ha costretto i distretti scolastici ad adottare la tecnologia RFIDper garantire la sicurezza degli studenti, l’impegno nello studio e una più efficiente gestione burocratica degli istituti scolastici.
Ad Austin, in Texas, hanno creato una interazione tra la tecnologia GPS (Global Positioning System) e la tecnologia RFID, così da dissuadere gli studenti dal marinare la scuola. Ma la strategia è stata pensata con criterio: il progetto è partito proprio in quegli istituti nei quali il tasso di assenteismo dalle lezioni è più alto, in modo tale che, una volta applicata la nuova tecnologia e mostrata la validità degli strumenti, si potrà applicare il sistema a tutti gli istituti scolastici americani e poi del mondo.
Si stima che circa 1700 studenti siano già stati coinvolti nel programma con il permesso dei genitori. Ai gruppi di studenti viene assegnato una sorta di “mentore” che controlla e sovraintende le azioni e il redimenti degli scolari e che i ragazzi, almeno una volta la settimana, devono contattare e riferire l’andamento degli studi. Lo stile è molto simile a quello di un giudice di sorveglianza per studenti che non hanno commesso ancora un crimine, ma che potenzialmente, nella mente di questi signori, potrebbero consumarlo.
Nessuna novità!
A pensarci bene, quello che sta succedendo nelle scuole americane, non è altro che l’epilogo di un processo cominciato diversi anni fa. In effetti, gli strumenti per monitorare i nostri movimenti e le nostre azioni sono molteplici e operativi da tempo: GPS, Internet, Telecamere per il controllo del traffico, cellulari, telecamere di sorveglianza, riconoscimento facciale, pagamenti elettronici.
nuovo-ordine-mondiale-chip-sottocutaneo.jpg
In un esperimento inquietante svolto da alcuni neuroscienziati della Univerity of California, è stata usata una tecnica in grado di monitorare l’attività cerebrale di alcuni volontari. Grazie a dei particolari elettrodi, gli scienziati hanno monitorato il cervello dei pazienti, mentre questi ascoltavano alcune frasi. Il computer a cui sono stati collegati gli elettrodi, con un potente software di decodifica, è stato capace di riportare perfettamente le frasi ascoltate dai pazienti ed elaborate dal loro cervello. Anche la IBM sta lavorando su alcune tecnologie “esotiche”. Pare che il colosso informatico sia in procinto di sviluppare una sorta di bioscanner, capace di leggere il DNA umano.
Quando furono diffusi i cosiddetti “social network“, quali Facebook, Twitter e Google+, ci fu detto che, oramai, l’epoca della privacy era tramontata, in quanto gli utenti stessi sono portati a condividere la informazioni più personali. Ebbene, dopo questa preparazione psicologica e sociale, siamo pronti per il prossimo passo: dal tramonto della privacy, al tramonto della libertà: gli utenti stessi, non più in grado di scelte autonome e – magari – sbagliate, chiederanno al sistema quale cibo acquistare, quale partner sposare, quanti figli avere e quanto sesso fare… benvenuti nel terzo millennio!

Trivellazioni al largo delle Tremiti? Il governo dà l’ok alle ricerche di petrolio

di Roberto Rotunno - 

Il Governo tecnico ha detto sì alle ricerche di petrolio nel mare delle Isole Tremiti. Ma la Puglia non ci sta e annuncia ogni tipo di opposizione ai provvedimenti autorizzativi rilasciati dai ministeri di Ambiente e Beni Culturali. A diffondere la notizia è stato direttamente l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, tramite i canali di comunicazione istituzionale. In una nota apparsa giovedì sul portale ufficiale della Regione, ha fatto sapere di avere appena “appreso che alla vigilia di ferragosto il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato le prospezioni richieste da Petroceltic nei pressi delle isole Tremiti”.
All’annuncio di Nicastro, hanno fatto seguito una serie di reazioni indignate da parte di politici di ogni schieramento e dalle associazioni ambientaliste che negli ultimi due anni hanno organizzato diverse manifestazioni di piazza, più che riuscite e partecipate, per chiedere – non solo il rigetto di tutte le istanze di permesso che giacciono negli uffici dei ministeri competenti – ma anche l’approvazione di una legge nazionale che vieti le trivellazioni petrolifere nei fondali marini.
“Abbiamo tutta l’intenzione – ha proseguito Nicastro – di ricorrere contro i pareri appena rilasciati”. Ci sono tutti i presupposti, insomma, per un nuovo scontro tra il Governo e la Regione Puglia, questa volta davanti ai giudici amministrativi. Con la decisione di rilasciare il parere di compatibilità ambientale, infatti,Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi non hanno rispettato le obiezioni all’autorizzazione presentate sia dalla Regione Puglia che dalla Regione Molise. Né tantomeno le richieste dei 7 mila cittadini scesi in piazza a Monopoli il 23 gennaio 2010 e dei 15 mila che lo scorso 21 gennaio hanno concesso il bis nella stessa città della costa barese.
“Abbiamo soltanto applicato la legge – si è difeso dalle critiche Corrado Clini, in una intervista rilasciata ieri mattina al Corriere del Mezzogiorno – visto che la richiesta esclude le aree interdette dalla legge”. Il Ministro ha ripercorso tutte le tappe dell’iter autorizzativo, ricordando che si tratta di un parere di compatibilità “esclusivamente per quanto attiene alla ricerca sismica con tecnica air-gun, che non è un ok alla coltivazione di idrocarburi”.
Proprio questo sarebbe, a detta del ministro, il motivo per il quale i pareri negativi di Puglia e Molise non sono stati presi in considerazione: “le obiezioni non erano inerenti al merito – afferma – perché si contestava la coltivazione di idrocarburi mentre l’autorizzazione riguarda solo le ricerche preliminari”. Per Clini, infatti, una volta terminate le ricerche, si cercherà di valutare l’opportunità dello sfruttamento delle risorse nell’Adriatico, coinvolgendo tutte le regioni italiane e di concerto con la Croazia e la Slovenia.
In realtà, il timore espresso non solo da Nicastro è che l’autorizzazione agli irlandesi della Petroceltic (società che recentemente ha ottenuto via libera dal ministro Corrado Passera anche per la ricerca nelle coste abruzzesi) non è altro che un’apripista per ulteriori nuove autorizzazioni alle numerosi istanze pendenti e che interessano il territorio pugliese. Nel quale già da tempo sono attivi due permessi di ricerca insistenti nel tratto di mare che bagna la costa tra le province di Bari e Brindisi, affidati alla multinazionale britannica Northern Petroleum.
Nel frattempo, il Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili ha espresso grandissima delusione nei riguardi della decisione del Governo e ha anche criticato duramente i leader politici nazionali. “Chi ci sta abbandonando – si legge in un comunicato – nelle mani di un Governo con la faccia patrizia e il cuore di pietra sono le segreterie nazionali dei partiti. Da sette mesi attendiamo un intervento di Alfano, Bersani e Casini per far sì che questa battaglia non resti relegata entro i confini regionali”.
Secondo Legambiente, ad attrarre gli investitori stranieri nei mari italiani sono le basse percentuali delle royalties. “Si passa infatti dall’attuale 4% al 7% – si legge nel comunicato- , percentuali che fanno sorridere rispetto a quelle praticate nel resto del mondo dove oscillano tra il 20% e l’80%. Si tratta di condizioni molto vantaggiose che ovviamente richiamano nel nostro Paese molte compagnie straniere”.
In difesa dell’arcipelago delle Isole Tremiti, nel corso degli ultimi due anni, non si sono schierati soltanto politici e attivisti pugliesi. Anche il cantautore Lucio Dalla, che ha organizzato un concerto contro l’autorizzazione delle trivelle il 30 giugno 2011 e al quale hanno partecipato numerosi altri artisti, ha dedicato alla causa buona parte dei suoi ultimi mesi di vita.


SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Fracking: clamoroso, in Francia stop definitivo

di Debora Billi
La Francia mette al bando il fracking, per sempre. Con la speranza di un'altra tecnologia pulita, che non esiste all'orizzonte.


La tecnologia che tutti applaudono come salvezza dal picco del petrolio, ossia il fracking, riceve un altro sonoro calcio nel sedere. Stavolta è la Francia a mettere la parola fine a ogni tipo di sperimentazione sul fracking.

Così il Ministro dell'Industria riportato da Bloomberg:

La Francia non è pronta a esplorare le proprie riserve di shale energy finché non verranno inventate nuove tecnologie che rimpiazzino il fracking. In molti casi, l'inquinamento è irreversibile.

Così il Ministro dell'Ambiente:

Il fracking è e rimarrà al bando in Francia, e ad oggi è il solo modo di produrre shale gas. Il dibattito è ora incentrato su una tecnologia che ancora non esiste, a quel che so. Una nuova tecnica non è stata ancora scoperta.

Con buona pace della "tecnologgia ci salverà" e del petrolio sovrabbondante che sui giornali continuano a strombazzare.
Fonte:http://petrolio.blogosfere.it/2012/08/fracking-clamoroso-in-francia-stop-definitivo.html

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

L’Euro non è nei guai. I popoli sì.


Una delle frasi attualmente piu’ ripetute nei circoli economici degli Stati Uniti (e, in minor misura, in Europa) e’ “l’Euro cadra’”. Sembra che chi continua a ripeterla, non sappia bene su quali basi l’Euro fu fondato, da chi e a beneficio di chi. 

Se conoscessero la storia dell’Euro, avrebbero invece notato che alle maggiori forze dietro la moneta unica e’andata molto bene, e continua ad andargli benissimo. Finche’ queste forze continueranno a beneficiarsi dell’Euro, questo continuera’ ad esistere.

Cominciamo con la storia dell’Euro e la ragione principale per cui fu creato. Dopo la caduta del Muro di Berlino, si rese possibile l’unificazione delle due Germanie, e, come l’establishment della Germania Occientale voleva, divennero infatti una Germania unificata. La qual cosa non piaceva all’Europa democratica: per ben due volte, nel corso del ventesimo secolo, la maggior parte degli stati europei erano andati alla guerra per fermare le mire espansionistiche tedesche. I governi europei non erano affatto contenti di una Germania post-nazista riunificata. Il presidente francese Francois Mitterand persino disse ironicamente: “Amo cosi’ tanto la Germania che preferisco due Germanie al posto di una”.

L’unica alternativa che gli stati europei videro allora fu assicurarsi che la nuova Germania unificata non diventasse un paese isolato dal resto degli altri: la Germania doveva essere integrata nell’Unione Europea; doveva diventare ‘europeizzata’. Mitterand penso’ che una maniera di conseguirlo era di sostituire la moneta tedesca, il marco, con una nuova moneta europea, l’Euro. Era questo un modo di ‘ancorare’ la Germania post-nazista all’Europa democratica.

L’establishment tedesco, tuttavia, pose delle condizioni. Una fu di stabilire un’autorita’ finanziaria, la Banca Centrale Europea (BCE), che avrebbe gestito l’Euro e il cui unico obbiettivo sarebbe stato di mantenere bassa l’inflazione. La BCE sarebbe stata fortemente influenzata (ossia, controllata) dalla Banca Centrale Tedesca, la Bundesbank. L’altra condizione fu il Patto di Stabilita’, che avrebbe imposto disciplina finanziaria agli stati membri dell’eurozona: i rispettivi deficit pubblici dovevano rimanere al di sotto del 3% del loro PIL, anche in momenti di recessione.

La BCE sta dando istruzioni ai governi della sua zona monetaria di smantellare lo Stato Sociale ed e’ quello che i governi stanno facendo.

Per capire come mai gli altri paesi accettarono queste condizioni, bisogna tenere presente che il Neoliberalismo (iniziato con Reagan negli USA e la Thatcher nel Regno Unito) era l’ideologia dominante in quei paesi. Uno dei maggiori orientamenti del dogma neoliberale era ridurre il piu’ possibile il ruolo dello stato, incoraggiando i finanziamenti privati e riducendo l’accento sulla domanda interna, allo scopo di stimolare l’economia. In questa visione, il maggior motore dell’economia sarebbe stato la crescita delle esportazioni. Questi sono l’origine del problema, non dell’Euro, che gode di ottima salute, bensi’ del peggioramento del benessere sociale dei popoli dell’Eurozona.

La Banca Centrale Europea non e’ una banca centrale

Il ruolo di una banca centrale e’ quello, tra le altre cose, di coniare moneta e usarla per comprare Titoli di Stato, assicurandosi che l’interesse su quei titoli sia ragionevole e non raggiunga tassi eccessivi. Le banche centrali proteggono i rispettivi stati contro le speculazioni dei mercati finanziari. Tuttavia, questo non e’ quello che fa la BCE. I tassi di interesse sul debito pubblico statale sono alle stelle in alcuni paesi perche’ la BCE non ha comprato il loro debito per un lungo periodo. La Spagna e l’Italia lo sanno molto bene.

Quello che invece la BCE sta facendo e’ prestare un sacco di soldi alle banche private ad una tasso di interesse molto basso (meno dell’1%), soldi che queste banche usano per comprare titoli pubblici ad un interesse molto alto (dal 6 al 7% in Italia e Spagna). E’ un ottimo affare per queste banche! Dal dicembre scorso, la BCE ha prestato oltre €1000 miliardi a banche private, la meta’ dei quali (€500 miliardi) a banche spagnole e italiane. Questo trasferimento di fondi pubblici (la BCE e’ un’istituzione pubblica) al settore finanziario privato viene giustificato dal fatto che questo aiuto e’ necessario per salvare le banche e, percio’, assicurarsi che il credito sia disponibile per le piccole e medie imprese e le famiglie indebitate. Questo credito, pero’, non si e’mai materializzato. Sia individui che imprese continuano ad avere difficolta’ ad ottenerlo.

A volte, la BCE compra titoli pubblici nei mercati secondari da stati che sono nei guai, ma lo fa in maniera quasi clandestina, in quantita’ molto limitate e per periodi molto brevi. I mercati finanziari conoscono molto bene questa situazione. Questa e’ la ragione per cui gli alti tassi dei titoli pubblici scendono per il periodo durante il quale la BCE li compra per poi risalire, rendendo cosi’ molto difficile per gli stati sostenere questi alti tassi di interesse. La BCE dovrebbe annunciare pubblicamente che non permette che l’interesse sui titoli pubblici superi un certo limite, rendendo cosi’ impossibile per i mercati finanziari la speculazione. Pero’ non lo fa, lasciando invece gli stati vulnerabili ai mercati finanziari.
In questa situazione, l’accordo per cui l’Italia e la Spagna devono ridurre il debito pubblico per recuperare la fiducia dei mercati finanziari non e’ credibile. La Spagna ha ridotto il suo debito pubblico, e allo stesso tempo il tasso di interesse dei titoli pubblici spagnoli e’ aumentato, il che prova che e’ la BCE, e non i mercati finanziari, che determinano i tassi di interesse.

Chi controlla il sistema finanziario europeo?

In teoria, la BCE avrebbe dovuto gestire l’Euro. Ma chi davvero controlla l’euro e il sistema finanziario europeo e’ la Bundesbank, la Banca Centrale tedesca. E’ stato cosi’ progettato fin dall’inizio, come gia’ spiegato. Ma c’e’ un’altra ragione per cui il controllo del sistema finanziario europeo da parte della Bundesbank e delle banche tedesche si e’ fatto piu’ forte. Quest’influenza (quasi a livello di vero e proprio controllo) e’ il risultato di una serie di decisioni prese dal governo tedesco, in maniera specifica dal governo socialdemocratico di Schroeder (Agenda 2010), e seguite poi dal governo conservatore della Merkel, che ha favorito il settore delle esportazioni come maggior motore di crescita dell’economia. Oskar Lafontaine, il Ministro delle Finanze nel governo di Schroeder, avrebbe voluto favorire il mercato interno come motore della ripresa economica tedesca. La sua proposta era di aumentare i salari e la spesa pubblica. Perse e lascio’ il partito socialdemocratico, per fondare un altro partito, Die Link (La Sinistra), mentre Schroeder (che adesso lavora nel settore delle esportazioni) vinse. Come conseguenza di un’economia basata sulle esportazioni (la maggior parte verso l’eurozona), le banche tedesche hanno accumulato un’enorme quantita’ di Euro. Invece di usare tutti questi Euro per aumentare i salari degli operai tedeschi (il che avrebbe stimolato non solo l’economia tedesca ma anche tutta l’economia europea), le banche tedesche hanno esportato questi Euro, investendo nella periferia dell’eurozona. Quest’investimento e’ stato la causa della bolla edilizia in Spagna. Senza i soldi dalla Germania, le banche spagnole non avrebbero mai potuto finanziare la bolla, basata su un’enorme speculazione.


Quando e’ avvenuta la crisi in Spagna?

Quando le banche tedesche, prese dal panico (in quanto si resero conto di essere loro stesse contaminate dai prodotti tossici provenienti dalle banche americane), hanno smesso di prestare soldi alla Spagna, la bolla edilizia e’ scoppiata, creando un buco nell’economia spagnola equivalente al 10% del PIL, il tutto in pochi mesi. E’ stato uno tsunami economico, un vero disastro. Immediatamente, il bilancio pubblico e’ passato da un surplus ad un deficit enorme, come risultato del collasso di entrate nelle casse dello stato. Non e’ stato il risultato di un aumento della spesa pubblica (la Spagna ha una delle spese pubbliche pro-capite piu’ bassa dell’Europa dei 15), bensi’ di un drammatico declino delle entrate erariali dovuto al collasso economico. L’insistenza, da parte della “Troika” (la Commissione Europea, la BCE e il Fondo monetario Internazionale), che la Spagna deve tagliare la spesa pubblica ancora di piu’, e’ profondamente sbagliata perche’ il deficit non e’ stato causato da un aumento della spesa pubblica (come suggerito dai frivoli commenti del Cancelliere Merkel a proposito delle “stravaganze del settore pubblico spagnolo”). C’e’ da aggiungere che questi tagli hanno portato ad una ulteriore recessione.

Qual’e’ lo scopo degli aiuti finanziari?

La retorica ufficiale sostiene che le autorita’ finanziarie hanno messo a disposizione della Spagna €100 miliardi per aiutare le sue banche. La realta’, comunque, e’ molto diversa. Le banche e lo Stato spagnolo sono profondamente indebitati. Devono un sacco di soldi a banche straniere, comprese quelle tedesche, le quali hanno prestato quasi €200 miliardi alla Spagna. Queste banche gridano che vogliono i loro soldi indietro. Questa e’ la ragione per cui €100 miliardi di aiuti sono stati approvati dal Parlamento tedesco. Peter Bofinger, consigliere economico del governo tedesco, lo ha detto molto chiaramente: “L’aiuto non e’ verso quei paesi nei guai (come la Spagna), ma piuttosto alle nostre banche, che sono i maggiori creditori del settore privato in quei paesi.” (Pratap Chatterjee, “Bailing out Germany: The Story Behind the European Financial Costs” [28/05/42]). Non avrebbe potuto esser detto meglio.

Se le autorita’ finanziarie avessero davvero voluto aiutare la Spagna, avrebbero prestato quei soldi, a tassi di interesse molto bassi, ad agenzie di credito pubblico spagnole (come l’ICO, Istituto di Credito Ufficiale), risolvendo cosi’ l’enorme problema della mancanza di credito in Spagna. Questa alternativa, naturalmente, non e’ stata neanche presa in considerazione.

Qual’e’ il presunto problema con l’Euro?

Che la Spagna abbia un grande problema di mancanza di liquidita’ non significa che l’Euro abbia dei problemi. Molti governi regionali in Spagna non possono pagare per i servizi pubblici per mancanza di soldi. Di fatto, questa enorme differenza di disponibilita’ di credito all’interno dell’eurozona favorisce le banche tedesche. Oggigiorno si assiste a un flusso di capitale dalla Spagna alla Germania che va ad arricchire le banche tedesche e rende i Titoli di Stato tedeschi molto sicuri. Che ci sia una grande crisi economica, con rate di disoccupazione molto alte nei paesi alla periferia dell’Eurozona, non significa comunque che l’Euro sia in crisi. Lo sarebbe se questi paesi abbandonassero l’Euro. Cio’ significherebbe il collasso delle banche tedesche e del sistema finanziario europeo. Ma non succedera’. Le misure che il governo spagnolo ed altri governi stanno prendendo, con il supporto della Troika, sono esattamente quello che le forze conservative - che questi governi rappresentano - hanno sempre sognato: diminuire i salari, eliminare la protezione sociale, smantellare lo stato sociale, e cosi’ via. Questi governi sostengono che stanno attuando secondo istruzioni dettate da Brussels, Francoforte o Berlino. Stanno scaricando responsabilita’ ad agenti esterni, che, vogliono far credere, li stanno forzando ad attuare cosi’. E’ la esteriorizzazione della (loro) vergogna. Il loro slogan: “Non c’e’ alternativa”.

Quando Mario Draghi, presidente della BCE, chiama Mariano Rajoy, presidente spagnolo del governo piu’ conservatore dell’Unione Europea, vicino al Tea Party americano, gli dice che, se vuole gli aiuti, dovra’ riformare le politiche inerenti al mercato del lavoro (ossia rendere piu’ facile licenziare i lavoratori). E’ molto chiaro su questo: in una recente conferenza stampa (9 di agosto), Draghi ha detto che la BCE non comprera’ Titoli di Stato spagnoli a meno che il governo non prenda dure e impopolari misure, come quella di riformare il mercato del lavoro, abbassare le pensioni e privatizzare lo stato sociale. Il governo di Rajoy seguira’ con piacere queste istruzioni. Ha gia’ attuato molti tagli e prevede altri €120 miliardi di tagli alla spesa pubblica nei prossimi due anni. L’Euro e il suo sistema di governo stanno funzionando a meraviglia per coloro che hanno la voce forte nell’Eurozona attualmente. 

La BCE sta dando istruzioni ai governi della zona monetaria di smantellare lo Stato Sociale, e loro le stanno seguendo. E’ quello che il mio caro amico Jeff Faux, fondatore del Economic Policy Institute di Washington, chiamava “l’alleanza della classe internazionale“, ossia l’alleanza delle classi dominanti del mondo. Questa alleanza sta chiaramente operando nell’Eurozona oggigiorno. Questa e’ la ragione per cui l’Euro durera’ ancora per molto molto tempo.


di Vicente Navarro

Vicente Navarro e’ professore di Scienze Politiche e di Politica Pub-blica all’ Universita’ Pompeu Fabra di Barcellona, e alla Universita’ Johns Hopkins negli USA. Nel 2002 gli fu conferito il Premio Anagra- ma (l’equivalente spagnolo del Pulitzer negli Usa) per la sua denuncia della maniera in cui la transizione dalla dittatura alla democrazia e’stata pilotata, nel suo libro Bienestar Insuficiente Democracia Incompleta, De lo que no se hable en nuestro pais (Benessere Insufficiente Democrazia Incompleta, Quello di cui non si parla nel nostro paese).

tradotto da Oltre la Coltre 

Apple censura app che aggrega notizie degli attacchi droni Usa


I contenuti dell’applicazione sviluppata dal giovane programmatore Josh Begley, che riporta gli attacchi dei droni americani, sono stati dichiarati dall’azienda di Cupertino “discutibili”, nonostante siano gli stessi reperibili nell’app del The Guardian.
Volete poter sapere quante persone stanno morendo negli attacchi, sempre più frequenti in Pakistan,Yemen e Somalia, dei droni statunitensi? Credete sia legittimo sensibilizzare l'opinione pubblica sulle attività offensive degli aerei militari spia americani all'estero nei molteplici scenari di guerra? L'app Drones+ fa al caso vostro. Questa applicazione, di fatto un aggregatore di notizie, che certamente non è destinata a sbancare il mercato e che altrettanto certamente non si può definire come insensata, mette in guardia gli utilizzatori quando qualcuno viene ucciso dall'attacco di un drone: attingendo ai feed delle notizie che i media riportano di attacchi di droni americani, invia un messaggio di avviso al vostro iPhone e, attraverso Google map, mostra i luoghi attaccati contrassegnandoli da segnaposti rossi, localizzando i bombardamenti, cioè attua una funzione di georeferenziazione. Vi interessa? Abbiamo brutte notizie: sebbene non mostri immagini cruente, non presenti foto raccapriccianti di cadaveri o le conseguenze degli attacchi e non rappresenti un pericolo per nessuno, non la potete avere. Apple l'ha rifiutata, e per tre volte nell'ultimo mese. Secondo Wired, inizialmente Apple ha giustificato il rifiuto in quanto l'applicazione non era utile e né sufficientemente divertente, cioè fondamentalmente noiosa; dopo che lo sviluppatore aveva aggiunto alcune nuove funzionalità per rendere l'applicazione più appetibile, Apple ha posto un'obiezione in merito al posizionamento del logo di Google sulla mappa all'interno della app; il terzo no della azienda di Cupertino, arrivato il 27 agosto, è motivato dal fatto che l'applicazione riporterebbe contenuti discutibili, e dunque per aver violato il punto 16.1 delle linee guida dell'App store: "Abbiamo scoperto che la vostra applicazione contiene contenuti che il pubblico avrebbe trovato molto discutibile, e ciò non è in conformità con le direttive App Store", così si è espressa la società in una mail all'ideatore dell'applicazione, il ventisettente studente di Interactive Telecommunications Program della New York University, Josh Begley. E' da notare che solo alla terza comunicazione di respinta che App Store invia a Begley viene esplicitato che è il contenuto il vero problema, contenuto che, nondimeno, non era cambiato dalla presentazione iniziale dell'app fatta a luglio. Tom Neumayr, portavoce di Apple, ha confermato che Drone+ è stata respinta per aver violato la politica di Apple sui "contenuti discutibili", ma ha rifiutato di commentare ulteriormente la decisione dell'azienda.
Il giovane programmatore ha detto al Daily News di esser rimasto deluso per la decisione di Apple, dal momento che l'applicazione non mostra le foto delle conseguenze dei bombardamenti, ma si limita soltanto a mostrare le loro posizione su una mappa. "Non posso dire di esser rimasto sorpreso. Ma credo che un app che ripubblica semplicemente le notizie non possa avere in nessun modo un contenuto eccessivamente sgradevole o volgare. Non so quale altra modifica posso apportare […] Volevo solo creare una semplice applicazione che inviasse una notifica push ogni qualvolta si verifichi un attacco dei droni militari. Riflettevo su quanto fossero tenute nascoste le notizie sull’utilizzo dei droni per attacchi militari e a come rendere disponibili tali informazioni attraverso un semplice smartphone”, ha dichiarato Begley. "Non mi aspetto che molti avrebbero scaricato l'applicazione. La gente non vuole sentir parlare degli attacchi dei droni. Anche se abbiamo accesso ai dati, davvero ci importa di essere infastiditi da queste notizie?" E aggiunge di comprendere il punto di vista di Apple in merito a ciò che può essere considerato controverso dall’opinione pubblica. Tuttavia, il programmatore, che ha affermato che gli piacerebbe che l'app "esista da qualche altra parte", è ancora indeciso se provare a riproporre la sua app per la quarta volta o se provare a pubblicarla sul market di Android, aggirando così l’evidente censura di un’azienda troppo patriottica per diffondere un’app del genere. Per il momento, Mr. Bergley è tornato a lavoro per scoprire un altro modo per far conoscere gli attacchi dei droni americani senza che il contenuto possa essere giudicato "discutibile".
Il caso di Drone+ è particolarmente sconcertante, in quanto il materiale che Apple ritiene discutibile è, secondo il New York Times, "quasi identico" al materiale disponibile tramite l'applicazione e il sito del The Guardian, in quanto entrambi utilizzano i dati del Bureau of Investigative Journalism del Regno Unito, che si avvale di segnalazioni da parte del governo, dell'esercito e dei servizi segreti, oltre che di media credibili e di fonti accademiche, per creare un database degli attacchi dei droni. Probabilmente ciò che fa problema è il fatto che questa applicazione è esclusivamente dedicata a quel particolare contenuto. Inoltre, sarebbe stato comunque impossibile censurare un illustre organo di stampa come il The Guardian.
Mr. Begley sembra essere l'ultimo sviluppatore a cadere nella trappola delle politiche di Apple che decidono ciò che può e non può essere distribuito attraverso l'App Store, che l'azienda vuole sia svincolata da materiale offensivo e pornografico. Se nel 2009 Apple respinse per contenuti "discutibili" un app sul Kamasutra, anche se il libro era già disponibile su App Store, nel 2010 fece scalpore la decisione dell’azienda di Steve Jobs di respingere una app con vignette di satira politica. Poco dopo, quando il vignettista, Mark Fiore, vinse il premio Pulitzer, l’azienda ritornò sui propri passi.

 


Post più popolari

AddToAny