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Iran: in segreto la Cina si prende il drone USA

Secondo informazioni diffuse da forum cinesi sulla Difesa, di recente un gruppo di 17 esperti cinesi sarebbe giunto in Iran non solo per esaminare, ma anche perraccogliere e portare in Cina alcune parti fondamentali del drone USA RQ-170catturato dall’ Iran nel dicembre 2011.
Anzi, i tecnici cinesi sarebbero arrivati in Iran appena quattro giorni dopo l’atterraggio di fortuna del drone Sentinel, avvenuto nel paese nel corso di una missione di spionaggio. Sulla base dei primi rilievi (uno della durata di soli 40 minuti e un altro di quattro ore), il gruppo di esperti ha preparato un elenco di componenti che necessitavano da parte loro di ulteriori esami, al fine di operare ingegneria inversa al robot americano.  
Nella lista dovrebbero esserci componenti hardware, mentre la fusoliera rimarrebbe in Iran.
Il sito internet “China Defense Mashup” riferisce che “il gruppo di esperti è composto da 17 persone, di cui undici sono tecnici dello Stato Maggiore dell’ Esercito Popolare di Liberazione (PLA), della Divisione Armamenti Generali e della società di produzione aerospaziale statale AVIC, mentre gli altri sono membri del Ministero degli Esteri e diplomatici in Iran.”
Anche se è estremamente difficile stabilire se questa informazione sia vera, è altamente probabile che la Cina abbia già ispezionato il drone e tentato di copiare alcune tecnologie del RQ-170. Come già precisato nel commentare l’affermazione dell’Iran secondo cui esso avrebbe decodificato il drone stealth, anche se le memorie interne si fossero (probabilmente) cancellate a seguito della perdita della procedura di comando e i dati non fossero mai stati recuperati, è verosimile che i circuiti, l’ottica e i sensori abbiano resistito al misterioso atterraggio di fortuna.
Pertanto possono essere esaminati e testati. E copiati, una delle attività che la Cina sa fare meglio.
Fonte: David Cenciotti per The Aviationist  16.08.2012
Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org/

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Israele non attacchera' l'Iran. Ecco il perche'

DI URY AVNERY
avnery-news.co.il

La minaccia di un «secondo olocausto» è un'invenzione. E gli israeliani sono contrari all'attacco. Ma anche il governo: le conseguenze economiche e politiche sarebbero insostenibili 

Forse Binyamin Netanyahu è matto, ma non è pazzo. Forse Ehud Barak è pazzo, ma non è matto. Ergo: Israele non attaccherà l'Iran. L'ho già sostenuto tempo fa ma voglio tornarci su, dopo le infinite discussioni a riguardo. 

Certo di nessuna guerra si è mai parlato tanto prima che scoppiasse. Ma, per citare la battuta di un vecchio film: «Se devi sparare, spara. Non parlare!». 

Tra tutte le sfuriate di Netanyahu sul conflitto inevitabile, spicca una frase: «Nella commissione d'inchiesta dopo la guerra, io stesso mi assumerò tutta la responsabilità, io soltanto!». 

Una dichiarazione davvero rivelatrice. Anzitutto le commissioni d'inchiesta vengono istituite soltanto dopo un flop militare. Non c'è stata nessuna commissione simile dopo la Guerra d'indipendenza del 1948, né dopo quella del Sinai nel 1956, né dopo la Guerra dei sei giorni del 1967. Commissioni d'inchiesta vennero create invece dopo la Guerra dello Yom Kippur del 1974 e dopo quelle del Libano, nel 1982 e nel 2006. Facendo balenare lo spettro di un'altra commissione del genere, Netanyahu inconsciamente tratta questa guerra come un fallimento inevitabile. 

Inoltre, in base alla legge israeliana è l'intero governo d'Israele a essere il comandante in capo delle forze armate e tutti i ministri hanno una «responsabilità collettiva». La rivista Time, che ogni settimana sta diventando più ridicola, può anche incoronare «Re Bibi», ma qui non abbiamo ancora la monarchia. Netanyahu è né più né meno che un primus inter pares. 

Infine, nella sua dichiarazione Netanyahu manifesta un disprezzo sconfinato per i suoi colleghi ministri: loro semplicemente non contano nulla.Netanyahu si considera un Winston Churchill dei tempi moderni. Ma non mi sembra di ricordare Churchill che annunciava, accettando l'incarico, «mi assumo la responsabilità della prossima sconfitta». Anche nella situazione disperata di quei giorni, credeva nella vittoria. E la parola «io» era poco presente nel suo discorso. Nel quotidiano lavaggio del cervello, dell'eventuale conflitto vengono presentati esclusivamente gli aspetti militari. Il dibattito verte sul potenziale bellico e sui pericoli per la popolazione civile. 

Gli israeliani sono in particolare, e comprensibilmente, preoccupati per la pioggia di decine di migliaia di missili che potrebbero cadere su ogni parte d'Israele, non solo dall'Iran ma anche dal Libano e da Gaza. Il ministro responsabile della difesa dei civili ha disertato proprio questa settimana e un altro, un profugo del partito Kadima, ha preso il suo posto. Tutti sanno che un'ampia parte della popolazione - me incluso - è del tutto indifesa.Ehud Barak ha annunciato che non più di 500 israeliani - una quantità miserabile! - verrebbero uccisi dai missili nemici. Non voglio avere l'onore di essere tra loro, sebbene abiti molto vicino al ministero della difesa... 

In realtà lo scontro militare tra Israele e l'Iran rappresenta solo una parte del quadro, e non la più rilevante. 

Come ho sottolineato in passato, molto più serio sarebbe l' impatto di un attacco israeliano all'Iran sull'economia mondiale, già in una crisi profonda. Un attacco israeliano sarebbe percepito dall'Iran come ispirato dagli Stati Uniti e gli iraniani reagirebbero di conseguenza, come dichiarato questa settimana dal loro governo. 

Il Golfo Persico è una bottiglia il cui collo è lo Stretto di Hormuz, controllato completamente dall'Iran. Le grandi portaerei americane che ora navigano nel Golfo verrebbero allontanate prima che per loro sia troppo tardi. Somigliano a quegli antichi velieri che i collezionisti assemblano pazientemente nelle bottiglie. Anche le potenti armi statunitensi non sarebbero in grado di mantenere aperto lo Stretto. Dei semplici missili terra-mare basterebbero a tenerlo chiuso per mesi. Per riaprirlo sarebbe necessaria una prolungata operazione di terra da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. Un'avventura lunga e sanguinosa, dalle conseguenze imprevedibili. 

La maggior parte delle forniture di petrolio deve passare attraverso quest'unica autostrada marina. Anche la semplice minaccia della sua chiusura farebbe schizzare alle stelle il prezzo del petrolio. La guerra causerebbe un collasso dell'economia mondiale, e centinaia di migliaia, se non milioni, di nuovi disoccupati. E ognuno di loro maledirebbe Israele. 

Poiché sarebbe chiarissimo che si tratterebbe di una guerra israeliana, la rabbia sarebbe rivolta contro di noi. Peggio, molto peggio: poiché Israele insiste che è «lo Stato del popolo ebraico», la rabbia potrebbe prendere la forma di un'esplosione di antisemitismo senza precedenti. Gli islamofobi tanto di moda lascerebbero il posto ai vecchi nemici degli ebrei. «Gli ebrei rappresentano il nostro disastro» dicevano i nazisti. 

La situazione potrebbe risultare peggiore negli Stati Uniti. Finora gli americani se ne sono stati a guardare con tolleranza ammirevole mentre la loro politica estera veniva praticamente dettata da Israele. Ma persino l'onnipotente Aipac e i suoi alleati non riuscirebbero a contenere l'esplosione di rabbia popolare. Crollerebbero come gli argini di New Orleans. 

Tutto ciò avrà un forte impatto sui calcoli dei guerrafondai. In privato, e non solo, loro affermano che l'America alla vigilia delle elezioni avrà le mani legate. Nelle due settimane precedenti il 6 novembre, entrambi i candidati avranno una paura mortale della lobby ebraica. La previsione va avanti così: Netanyahu e Barak attaccheranno fregandosene degli americani. 

Il contrattacco iraniano sarà diretto contro gli interessi americani e gli Stati Uniti saranno trascinati in guerra contro la loro volontà. Ma anche nell'improbabile eventualità che gli iraniani agiscano con estrema cautela e - contrariamente a quanto dichiarato - non attacchino obiettivi americani, il presidente Obama sarà costretto a salvarci, a spedirci una gran quantità di armi e munizioni, a rafforzare le nostre difese anti-missile, a finanziare la guerra - così calcolano i nostri guerrafondai. Altrimenti sarà accusato di lasciare Israele allo sbando e Mitt Romney sarà eletto come il salvatore dello Stato ebraico. 

Questo calcolo si basa sull'esperienza storica. In passato tutti i governi israeliani hanno sfruttato le elezioni negli Stati Uniti per i loro obiettivi. 

Nel 1948, quando agli Stati Uniti fu chiesto di riconoscere lo Stato d'Israele contro il parere esplicito sia del segretario di Stato che di quello della difesa, il presidente Truman stava lottando per la sua sopravvivenza politica. La sua campagna elettorale era in bancarotta. All'ultimo momento un gruppo di milionari ebrei saltò sul carro e salvarono Truman e Israele. 

Nel 1956 il presidente Eisenhower era nel mezzo della sua campagna per la rielezione quando Israele - in combutta con Francia e Gran Bretagna - attaccò l'Egitto. Si trattò di un calcolo sbagliato: Eisenhower non aveva bisogno dei voti e del denaro degli ebrei e pose fine a quell'avventura. In altre annate elettorali la posta in gioco fu più modesta, ma l'occasione venne sempre utilizzata per ottenere concessioni dagli Stati Uniti. 

Funzionerà anche questa volta? Se Israele scatenasse una guerra alla vigilia delle elezioni nell'evidente tentativo di ricattare il presidente, l'opinione pubblica americana sosterrebbe Israele o gli si rivolterebbe contro? Sarebbe una scommessa di portata storica. Ma, proprio come Mitt Romney, Netanyahu è un protetto del magnate dei casino Sheldon Adelson e potrebbe rivelarsi pronto a scommettere, come i poveri scemi che sprecano i loro soldi nelle sale da gioco di Adelson. E gli israeliani, dove sono in tutto questo? Malgrado il costante lavaggio del cervello, i sondaggi rivelano che la maggior parte degli israeliani è nettamente contraria a un attacco. Netanyahu e Barak sono visti come due dipendenti - in molti li considerano megalomani - che non ragionano in maniera razionale. 

Uno degli aspetti più incredibili di questa situazione è che il nostro capo dell'esercito e l'intero comando generale, così come i capi del Mossad e dello Shin Bet, e quasi tutti i loro predecessori, si oppongono nettamente e pubblicamente all'attacco. 

È una delle rare occasioni in cui i comandi militari sono più moderati dei loro capi politici, anche se in Israele un fatto simile si è già verificato. Ci si potrebbe chiedere come possono dei leader politici avviare un conflitto fatale quando praticamente tutti i loro consiglieri militari - che conoscono il nostro potenziale militare e possibilità di successo - sono contrari? 

Una delle ragioni di questa contrarietà è che i capi dell'esercito sanno meglio di chiunque altro quanto Israele sia completamente dipendente dagli Stati Uniti. La nostra relazione con l'America rappresenta la base della nostra sicurezza nazionale. 

Inoltre non è sicuro che Netanyahu e Barak avrebbero i numeri per attaccare nella maggioranza che li sostiene e tra i ministri. Questi ultimi sanno che, al di là di ogni altra considerazione, l'attacco allontanerebbe investitori e turisti, causando un danno immenso all'economia israeliana. 

Allora perché la maggior parte degli israeliani crede ancora che l'attacco sia imminente? 

Gli israeliani sono stati convinti che (a) l'Iran è governato da un branco di ayatollah pazzi e irrazionali e (b) che, se verranno in possesso della bomba atomica, ce la lanceranno certamente addosso. Convinzioni fondate sulle dichiarazioni di Mahmoud Ahmadi Nejad, che ha detto che spazzerà via Israele dalla faccia della terra. 
Ma ha dichiarato davvero questo? Certo ha espresso ripetutamente la sua convinzione che l'entità sionista sparirà dalla faccia della terra. Ma pare che non abbia mai sostenuto che saranno lui, o l'Iran, ad assicurare questo risultato. 

Potrebbe sembrare solo una piccola differenza retorica, ma in realtà in questo contesto è molto rilevante. 

Ahmadinejad forse ha la bocca troppo larga, ma il suo potere in Iran non è mai stato smisurato, e si sta indebolendo rapidamente. Gli ayatollah, coloro che governano davvero, sono tutto fuorché irrazionali. A partire dalla rivoluzione, il loro comportamento ha dimostrato che si tratta di persone molto prudenti, contrarie ad avventure militari, spaventati dalla lunga guerra contro l'Iraq che non cominciarono loro né fu voluta da loro. 

Un Iran con l'arma atomica può rappresentare un vicino scomodo, ma la minaccia di un «secondo olocausto» è un'invenzione dell'immaginario collettivo manipolato. Nessun ayatollah sgancerà una bomba, perché la risposta sarebbe sicuramente la cancellazione di tutte le città iraniane e la fine della gloriosa storia culturale della Persia. La bomba israeliana è stata prodotta proprio per assicurare questo effetto di deterrenza. 

Se Netanyahu & Co. fossero davvero spaventati dalla bomba iraniana, farebbero una di queste due cose: provvederebbero alla denuclearizzazione della regione, eliminando i nostri armamenti atomici (ipotesi molto improbabile); o farebbero la pace coi palestinesi e con l'intero mondo arabo, disarmando in questo modo l'ostilità degli ayatollah verso Israele. Ma le azioni di Netanyahu dimostrano che, per lui, mantenere sotto occupazione la Cisgiordania è molto più importante della bomba iraniana. 

Di quale altra prova abbiamo bisogno per capire quanto sia folle tutto questo allarme? 

Versione originale:

Ury Avnery
18.08.2012

Versione italiana: 

25.08.2012
Tratto dal blog: http://fintatolleranza.blogspot.it/


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Misteriosi boati ed onde d'urto stanno colpendo El Dorado County in California!

Qualcosa di strano sta avvenendo ad El Dorado County in California,sono ormai numerose le persone che da tempo dicono di ascoltare misteriosi boati accompagnati quasi sempre da onde d'urto che fanno tremare il pavimento delle abitazioni.Tra gli abitanti del luogo serpeggia la paura e numerose sono le ipotesi che si fanno, ma nessuna veramente risolutiva del fenomeno.Alcuni ritengono che si tratti di tuoni provocati da fronti temporaleschi di passaggio,altri invece attribuiscono ad aerei che sorvolano la zona. L'Usgs ha detto di non essere riuscita ad individuare la fonte dei boati accompagnati da tremori per la mancanza di sufficienti stazioni sismiche per poter effettuare rilevamenti.
Intanto a Brawley nel sud della California e' in atto da almeno 24 ore una grave crisi sismica non lontano dal bordo della famigerata faglia di Sant'Andrea famosa per essere generatrice di disastrosi eventi sismici nel corso della storia passata.
http://theextinctionprotocol.wordpress.com/

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Esperto italiano chiamato a studiare le misteriose sfere di Costa Rica

Emiliano Antonelli è stato scelto da curatori del Museo Nacional di Costa Rica per uno studio delle misteriose sfere di pietra immortalate nel film ‘I predatori dell’Arca perduta”. La ricerca su questi artefatti precolombiani, alcuni pesanti anche 16 tonnellate, è iniziata ieri a Osa, nel sud del paese centroamericano.

Le sfere, circa 300, possono essere dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Antonelli è anche restauratore ed è presidente del Consorzio Conservazione e Restauro di Monumenti e Opere d’arte (Croma) a Roma. Analizzerà lo stato delle sfere ed elaborerà le raccomandazioni necessarie sul loro restauro e sul controllo di agenti atmosferici e ambientali che potrebbero danneggiarle. Questi globi di pietra sono stati analizzati scientificamente per la prima volta nel 1930 e secondo gli studiosi sono state scolpiti approssimativamente nel 600 dopo Cristo, ma si ignora il perché. Alcuni libri sull’argomento associano le misteriose sfere al continente perduto, l’Atlantide, che potrebbe essere sprofondato dove oggi sono i Caraibi, o ne attribuiscono la creazione a possibili visitatori extraterrestri. Ma la tecnica usata per scolpirle li smentirebbe, essendo simile a quella della ceramica delle culture precolombiane. La presenza di Antonelli in Costarica si deve allo scultore costaricano Jimenes Deredia che lo ha contattato durante una sua mostra esposta nel Foro Romano nel 2009. Il governo di San Josè pretende ora che l’Unesco approvi il suo progetto di parco delle sfere precolombiane chiamato di “Pienezza sotto il cielo”.

fonte: antikitera.net


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Lo specchio della Coscienza Collettiva o Eggregoro

La tradizione iniziatica di tutti i tempi ha lavorato incessantemente per lo sviluppo dell’intuizione collettiva, soprattutto nel secondo grado.

E coloro che si sono adoperati per tale sviluppo spesso si sono trovati a “sentire” diversamente la realtà e quindi anche a “prevedere” grandi sconvolgimenti, positivi o negativi, vicini o lontani. Questo perché avevano imparato a leggere la coscienza collettiva o eggregoro dell’umanità come fosse uno spartito musicale, sentendo sulla pelle le “parole silenti” dell’intuizione.

Ma tali profeti sono stati inascoltati, derisi, considerati folli e improbabili. Poi se anche l’evento preannunciato si verificava era ormai tardi per riconoscere la validità dell’ammonimento e correre ai ripari. E la catastrofe aveva luogo. Cassandra, profetessa troiana, figlia di Priamo: predisse la sventura di Troia ma nessuno le credette e quando la Città cadde divenne il simbolo dei profeti inascoltati.
Oggi il desiderio di interloquire con quest’anima di gruppo o coscienza collettiva ha portato l’Università Americana a studiare tali situazioni.
Anche attraverso i computer che prima di qualche “evento particolare” possono registrare dei “mutamenti” nei loro sistemi come se sentissero anticipatamente ciò che sta per avvenire. Un'immagine del film "2001 Odissea nello Spazio" di S. Kubrick, in cui l'astronauta sabota la memoria "sensibile" del computer di bordo...

Vediamo ora che cos’è un eggregoro per un iniziato ai misteri ermetici:

un eggregoro è la somma delle idee, delle parole e delle azioni di tutti gli uomini della Terra che creano nei piani sottili o astrali un “ente intelligente” che agisce sugli avvenimenti, sull’ambiente, sul clima e soprattutto sullo stato di coscienza delle stesse persone che lo hanno creato.
Tutti noi, come umanità, ci muoviamo, viviamo e respiriamo in un’atmosfera vibrazionale creata da noi stessi.
Giorno dopo giorno essa viene da noi “caricata”, “sparata” nei piani sottili dopo di che essa ci ritorna potenziata, mossa, amplificata e con la stessa qualità che aveva in origine.

Tenterò di essere più chiaro dando alcuni esempi.

Dirò come tutto il male del mondo che ci attanaglia sia causato da noi uomini, a partire dai cambiamenti climatici fino ad arrivare ai comportamenti umani, alle guerre, alle malattie e a tutto ciò che accade in questo mondo. L'Uragano Kathrina: uno degli esempi degli sconvolgimenti climatici.
È solo colpa nostra. Della nostra cecità, della nostra ignoranza sempre più alimentata dall’atteggiamento isterico dei mass-media, che in ogni momento ci ripropongono compiaciuti tutto ciò che di peggio ci può essere, ai quali non sappiamo ribellarci e di cui siamo schiavi, proprio perché ce ne alimentiamo.
Un detto spagnolo dice: “Quando il fiume è agitato l’unico a guadagnarci è il pescatore”.

Ecco gli esempi:

1. Già da quando nasciamo tutto ciò che ci viene insegnato è basato sulla dualità “bene-male”. Nasciamo portatori di un “peccato originale” dal quale è ora di prendere “una sana distanza” poiché è un’assurdità. Che peccato può avere un bimbo appena nato?

21. Crescendo la famiglia ci “trasmette” tutto di sé: credenze e valori errati, dolore, sensi di colpa di ogni tipo, complessi. Tutte cose di cui non è facile liberarsi ma che non ci appartengono. Sono le nostre prime grandi palle al piede.

3. Poi a scuola l’insegnamento spesso è incoerente e disordinato. O troppe informazioni o troppo poche. Gli insegnanti demotivati, i programmi che variano in continuazione a seconda degli umori sociali del momento. E i ragazzi continuano a crescere senza una guida. Come diceva il grande Averroè: “Un asino carico di libri è sempre un asino. Ci vuole altro per essere un vero educatore.” Il filosofo arabo Averroè

4. E torniamo alle notizie dei mass media. Giornali e Tv fanno a gara a chi ha più il gusto dell’orrido. Ovunque si vedono morti ammazzati, sezionati, vilipesi. Ovunque si parla di armi e del loro funzionamento. Stragi, storie di degenerati, infanticidi, parricidi, vizi di ogni tipo.Tutto fa notizia e più la notizia è forte più merita di essere “pubblicizzata”. Poco importa che sia all’ora di pranzo o cena, poco importa che ci siano anche dei bambini a “guardare”. E questi bambini crescono in una “abitudine alla violenza” che può far perdere loro i parametri della normalità. Al punto che seviziare un compagno di classe può diventare divertente.

5. E come se non bastasse coloro che dovrebbero rappresentarci nella figura dello Stato sono i “peggiori di noi”. La classe politica che dovrebbe dare l’esempio invece eccelle in povertà d’animo e arrivismo. Nessuno pensa che si dovrebbe lavorare insieme per un corpo unico: l’Italia. Destra, sinistra, centro ormai sono solo parole. Lo Stato viene sempre più percepito come un nemico. E noi ci disgreghiamo come popolo, non sentendoci più parte di niente. Del resto, come può funzionare un corpo se una mano si oppone continuamente all’operato dell’altra?

E potrei andare avanti ma mi fermo qui. Anche perché voglio arrivare al nocciolo della questione.

L'11 settembre: un episodio che ha inciso notevolmente sulla coscienza collettiva.

Questa spazzatura chiamata “normalità”, che nutre come fosse un “pane quotidiano”, nel mentale di ogni individuo provoca una reazione emotiva (azione nel sangue) con una frequenza vibrazionale tale da trasmettere l’intero “carico” alla coscienza collettiva o eggregoro.
Che ce la ridarà indietro, potenziata, in forma di sconvolgimenti atmosferici, dolore, malattie fisiche e mentali, guerre, disaccordi tra popoli, razze e religioni.
Più noi produciamo questa risposta emotiva violenta più l’eggregoro ce la traduce in manifestazioni del concetto di male avvelenando noi e i nostri figli.

E l’uomo che fa? Invece di rendersi conto di questo se la prende con Dio, addossandogli la colpa di ogni sciagura.

E invece Dio, non c’entra nulla.
Tutto ha sempre e solo a che fare con noi.
Come carnefici e insieme vittime, siamo invischiati nella legge del Karma, della causa-effetto, e non troviamo il modo per interrompere il ciclo.

Così nel tempo si è venuto a creare un grande squilibrio tra il “bene e il male” a vantaggio del secondo. Manifesto per il giorno della memoria in ricordo dell'Olocausto.
Dobbiamo renderci conto del fatto che siamo fautori dei nostri stessi malanni.
Dobbiamo dissociarci da tutto ciò e tutti coloro che ci hanno guidato verso questo baratro.
Forse è ancora possibile riprogrammare la nostra coscienza collettiva con un altro “carico”.
(...)

Come si può riconoscere la Vita?



Un metodo univoco e universale per distinguere ciò che è vivo da quello che non lo è non esiste e forse non esisterà mai, neppure adesso siamo in grado di dare una definizione assoluta di Vita.

Una bella domanda.


Sono vivi?
Qualcuno una volta affermò che una cosa è viva quando questa può riprodursi, ma  è un’idea sbagliata. Un gatto maschio da solo non può riprodursi perché la riproduzione sessuata richiede la partecipazione di due esemplari della stessa specie e di genere sessuale opposto, così che per questa infelice definizione di essere vivente un gatto da solo o due gatti dello stesso genere non dovrebbero essere vivi, come pure un gatto sterile non dovrebbe essere vivo!
Portate dell’acqua molto calda in saturazione con del semplice sale da cucina. Poi lasciatela raffreddare ed evaporare molto lentamente con uno spago penzoloni dentro il contenitore.
Dopo qualche giorno intorno allo spago si saranno formati alcuni bei cristalli di sale. Ma essere nati significa dunque essere vivi?
I cristalli sono nati sullo spago, sono cresciuti nell’acqua mentre questa evaporava e sono morti quando questa è a loro  mancata, ma per questo i cristalli erano vivi?
Oppure: lo spago e l’acqua satura che hanno generato i cristalli, erano vivi?
I cristalli stessi si sono originati da precedenti cristalli che erano stati disciolti nell’acqua. Durante la sua formazione qualsiasi cristallo sviluppa degli immancabili difetti del tutto casuali nella sua struttura. Difetti che noi potremmo mappare come una sequenza numerica binaria. Ora se usassimo gli stessi cristalli di sale per riprodurne altri, otterremmo altre imperfezioni del tutto casuali nel reticolo cristallino, dove non è avvenuta nessuna trasmissione ereditaria dalla generazione dei cristalli precedenti e senza  alcuna possibilità di trasmettere queste informazioni alle generazioni future.
Ogni volta avremmo un cristallo simile al precedente, con errori nella matrice del tutto casuali e senza quindi alcun tipo di evoluzione.

Anche l’evoluzione, per quanto lenta essa sia, è un fenomeno tipico delle forme di vita, ma da sola anche questa non basta.

Game of Life, o Gioco della Vita, fu sviluppato nei primi anni settanta da un’idea del matematico inglese John Conway apparsa per la prima volta sulla rivista Scientific American.
In una matrice vengono segnate alcune celle, dette appunto cellule,  che in base al valore binario delle celle adiacenti (1 o 0) possono migrare, riprodursi o morire.
Ora qui abbiamo di fronte un chiaro esempio di processo evolutivo dettato dall’ambiente circostante (le celle adiacenti a quella presa in esame), ma non per questo oserei definire viva la celletta col suo valore binario che cambia (si evolve) nel tempo (cicli macchina).
Ovviamente questa è soltanto una simulazione, un gioco, ma potremmo definire viva la cellula-bit che si evolve nel tempo? Penso proprio di no.
Anche l’andamento verso un grado di complessità biologica crescente, cioè cellula procariotica, cellula eucariotica, organismo pluricellulare, popolazione, comunità, ecosistema, di solito si accompagna all’idea che nella storia della vita sul pianeta sia riconoscibile una tendenza storica verso la crescita della complessità biologica dei sistemi viventi.
Per quanto suggestiva, questa convinzione si dimostra errata, perché se è indiscutibile che le forme organizzative più semplici hanno preceduto di norma quelle più complesse, tuttavia la coesistenza temporale di forme poco complesse accanto a forme molto complesse testimonia non la sostituzione di sistemi meno complessi con sistemi più complessi, ma la coesistenza di sistemi di vario grado di complessità.
Inoltre è anche noto come nel corso dell’evoluzione vi sono stati non pochi casi in cui i sistemi viventi sono andati incontro a processi di drastica semplificazione di alcune subunità, dunque a una riduzione della loro complessità biologica generale.
È il caso, assai popolare, della semplificazione anatomica dell’occhio, fino alla sua scomparsa totale e definitiva negli animali ciechi e anoftalmi che vivono in ambienti in cui la luce è assente. Un’evoluzione regressiva analoga è presentata dai parassiti intestinali nei quali si assiste, tra l’altro, alla perdita dell’apparato digerente [1].

Organismi viventi


Rappresentazione artistica della doppia elica del DNA
La definizione che dette Erwin Schrödinger nel suo libro What is life? forse è la migliore che oggi possiamo dare: in poche parole per Vita  si intende un sistema omeostatico [2]che è in perenne squilibrio termodinamico con l’ambiente che lo circonda.
Un sistema vivo è quindi un sistema dinamico e ordinato chiuso su sé stesso, ma in grado di scambiare con l’ambiente materia, energia e informazione che d’ora in avanti chiameremo organismo per praticità di linguaggio.
Anche l’ordine è una proprietà importante nei sistemi viventi: il disordine, infatti, porta ben presto alla morte di qualsiasi essere vivente.
Può essere considerato vivo un organismo che assorbe ed rielabora continuamente energia necessaria al suo sostentamento dall’ambiente circostante e scartando gli eccessi.
Un meccanismo dinamico, come ad esempio lo è la respirazione, permette lo scambio energetico in ingresso e in uscita dove in mezzo c’è il lavoro incessante per mantenere l’equilibrio omeostatico che fa funzionare tutto il sistema vivente.
In pratica l’energia – che essa sia di natura chimica come i legami elettrochimici degli zuccheri o elettromagnetica come avviene nella fotosintesi o di qualsiasi altra natura non ha importanza – disponibile nell’ambiente appare grezza, non modulata, mentre al contrario l’energia rilasciata ricalca il grado di auto-organizzazione dell’organismo.

Sulle tracce della vita

A questo punto come potremmo distinguere una forma di vita aliena da ciò che non lo è?
Proprio studiando questi meccanismi di squilibrio energetico.
Ogni cosa vivente assorbe energia dall’ambiente per compiere le sue funzioni vitali, che esse siano un meccanismo di trasporto interno dell’energia come un sistema circolatorio o un rilascio degli scarti nell’ambiente come la respirazione.
La traccia energetica che ne deriva da tutte queste attività mostra sempre un andamento organizzato, tanto più ampio tanto il processo di scambio energetico è importante [3].
È  la scoperta di queste tracce caotiche che ogni essere vivente porta con sé la chiave per poter iniziare a distinguere un sistema dinamico come la vita da una semplice reazione chimica o fisica.

E la vita passata?


Le strutture vermiformi all’interno del meteorite ALH84001.
Credit: NASA.
Il rinnovato interesse per Marte, in gran parte dovuto alla missione Mars Science Laboratory che sta per entrare nel vivo in questi giorni, ha risvegliato anche la curiosità sul passato del Pianeta Rosso: anche se ora è probabilmente morto, come potremmo scoprire le tracce di una qualche forma di vita passata?
Nel 1996 un team di ricercatori di Houston del Johnson Space Center della NASA diffuse la notizia che all’interno del meteorite di origine marziana denominato ALH84001, avevano scoperto microscopiche strutture vermiformi fossili con un’età di circa 4 miliardi di anni[4] .
Questo significava che il pianeta, almeno in passato, aveva ospitato una qualche forma di vita. E ovviamente, la notizia fece presto il giro del mondo.
Il primo passo compiuto dai ricercatori fu quello di stabilirne la provenienza. La conferma che questo oggetto extraterrestre dovesse essere proprio di origine marziana venne dall’analisi delle minuscole bolle di aria intrappolate nel  meteorite, che avevano la stessa composizione chimica e le stesse proporzioni isotopiche dell’atmosfera di Marte, così come era stato verificato dalle sonde Viking I e II nel 1976. La composizione minerale della roccia in questione suggerì che doveva essersi formata circa 4,5 miliardi di anni fa, poco dopo la solidificazione di Marte come pianeta roccioso [5].
Inoltre, una delle prime cose che i ricercatori cercarono nel meteorite ALH84001 fu qualche traccia di un certo ordine, o una complessità e regolarità strutturale o di comportamento, dato che le entità viventi possiedono un grado di ordine molto più elevato di qualsiasi struttura naturale inanimata [6]. Tracce che infatti portarono alla scoperta di sottilissimi tubicini di forma regolare simili a batteri.
Quella prima ricerca fece pensare che queste strutture dovevano appartenere a qualche genere di microfossili, testimonianze di forme di una antica forma di vita batterica.

Un ingrandimento maggiore con un microscopio elettronico mette in evidenza le strutture vermiformi di ALH84001. Credit: NASA.
Ma nel 1998, durante un convegno scientifico, i ricercatori giunsero alla conclusione che per un organismo vivente come noi lo conosciamo è impossibile vivere in spazi sferici di diametro inferiore a 200 nm (200 nanometri equivalgono a 200 miliardesimi di metro).
I tubolini del meteorite marziano, invece, erano lunghi la metà e larghi un decimo di questo limite.
Questo portò a supporre che essi non dovevano essere altro che delle strane formazioni minerali.
Infatti anche molte strutture minerali riescono a produrre strutture con un grado di ordine elevatissimo e questo non basta certo a definire che un tempo fossero entità viventi.
Le risposte a queste e ad altre fondamentali domande potranno arrivare solo dalle prossime missioni su Marte, in particolare dal Mars Science Laboratory (MSL) che ha fatto scendere il rover Curiosity sul suolo marziano lo scorso 5 agosto 2012. Probabilmente, le future missioni su Marte permetteranno di raccogliere dei campioni di suolo marziano che verranno poi inviati verso Terra e analizzati nei nostri laboratori [7][8].
[1] Complessità biologica, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2007) di Saverio Forestiero.
[2] Un sistema omeostatico è sostanzialmente un sistema chimico complesso che rimane stabile – che ciè entro certi limiti non si altera – al variare delle condizioni esterne attraverso semplici meccanismi di retroazione, reazione e risposta.
[3] Questo concetto è alla base delle riflessioni fatte da Giorgio Bianciardi insieme a Levin e Miller sull’esperimento LRE delle sonde Viking,  Intervista a Giorgio Bianciardi sul Labeled Release Experiment, Il Poliedrico 30 maggio 2012, disponibile anche su TuttiDentro: http://tuttidentro.wordpress.com/2012/06/12/vita-su-marte-rivelata-dalle-sonde-viking-intervista-a-giorgio-bianciardi/
[4] ALH sta per Allan Hills, una regione della Terra di Victoria in Antartide dove venne rinvenuto il meteorite; 84 è l’anno della scoperta ossia il 1984, 001 rappresenta invece il numero di meteoriti scoperti in quella regione e in quell’anno e, in questo caso, questo meteorite è il primo. La scoperta risale al 27 dicembre 1984.
[5] Teniamo conto che il nostro Sistema Solare ha un’età di circa 4,6 miliardi di anni.
[6] L’elevato grado di ordine nei sistemi viventi è ben evidente nella disposizione regolare del centro di un fiore di girasole oppure nell’occhio di una mosca: entrambi sono costituiti da una serie di singole unità altamente organizzate, ripetute e disposte con una precisione geometrica.
[7] Qui occorrerà risolvere il rischio biologico nella raccolta dei campioni per evitare innanzitutto una contaminazione terrestre nel corso della preparazione delle missioni su Marte e poi occorre risolvere altre importanti domande: in che modo, per esempio, potremmo riconoscere organismi marziani? E se trovassimo la vita su Marte, in che modo dovremmo procedere? Cosa ne faremmo degli organismi alieni? E come potremmo escludere contaminazioni terrestri dei campioni e viceversa?
[8] Un altro aspetto importante nella ricerca della vita su Marte riguarda la scelta dei luoghi dove cercare, ossia dov’è meglio campionare per avere maggiori probabilità di trovare tracce di vita (vicino ad un lago prosciugato, vicino ad un vulcano spento, nelle regioni polari dove si potrebbe trovare acqua sotto forma di ghiacci etc.).
Per ulteriori informazioni:
Articoli dedicati ad ALH84001 sono disponibili su PNAS (Proceedings of the National Accademy of Sciences of the United States of America):
http://www.pnas.org/search?fulltext=ALH84001&submit=yes
Astrobiology NASA: astrobiology.nasa.gov
Astrobiology Magazine: http://www.astrobio.net/

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Terremoti: El Salvador, rilevato Tsunami

(ANSA) - ROMA, 27 AGO - Il sisma di 7.4 al largo delle coste di El Salvador "ha generato uno Tsunami": lo afferma il Centro d'allerta tsunami del Pacifico (Ptwc) che ha rilevato un'onda anomala al largo di Acajutla. (ANSA).

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