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Minnesota: una bomba d'acqua inonda la regione!

22 giugno 2012 - Stati Uniti - Un ondata di maltempo ha provocato numerosi danni in Minnesota,una vera e propria bomba d'acqua ha devastato la regione dove i fiumi un piena sono straripati per inondare i centri abitati delle citta'.La forza delle piogge ha provocato numerosi cedimenti e voragini che hanno inghiottito alcuni autoveicoli,le autorita' governative dello stato hanno deciso di decretare lo stato di calamita' naturale.
http://www.kare11.com/news/article/980231/391/Dayton-declares-Duluth-flood-state-of-emergency

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Rapporto Top Secret della Troika. La fame durerà 20 anni

Le parole di coloro che godono di una dignità istituzionale diventano bugie e finiscono per destabilizzare la politica già precaria del paese ellenico e dell'Europa tutta.
Era infatti lo stesso Ministro delle Finanze ellenico, Evanzelos Venizelos, a rassicurare gli animi parlando di «sensazioni positive riguardo alla troika».
Ma la Grecia non è assolutamente "sulla buona strada", tanto per citare le stesse parole di Venizelos, in quanto un documento segreto della troika raccolto in esclusiva da Linkiesta.it, prospetta un ventennio di fame e di speculazione. Centinaia di miliardi di euro da prestare alla Grecia per congelare un debito che attualmente ammonta a 365 miliardi.
Come qualche economista dissidente fa notare, basterebbe uscire dall'euro e ristamparsi la moneta per sopravvivere, fare insomma come ha fatto l'Irlanda. E invece ecco cosa c'è scritto sul documento "Strictly confidential" redatto in 10 pagine.
20 anni di orrore previsti dalla finanza internazionale per garantire la sopravvivenza di Atene quanto meno a livello della "finanza virtuale". Il documento prevede esattamente tutti gli sviluppi della finanza ellenica durante i prossimi 20 anni. Si tratta però di una sopravvivenza fittizia, che prende corpo solo nei mercati ma non nell'economia reale. 
Nell'economia reale infatti, i bambini vengono abbandonati presso orfanotrofi come accadeva durante le grandi guerre, quelli che hanno la fortuna di avere un genitore sono invece denutriti. 4 mila i casi stimati di denutrizione infantile fino ad oggi.
Previsioni apocalittiche per la Grecia emergono dal rapporto della DSA (Debt sustainability analysis). La sesta tranche di aiuti approvata dall'Eurogruppo ammonta a 8 miliardi di euro e sarà presto predisposta. Il tutto fa parte del pacchetto di aiuti del maggio 2010 che ammonta complessivamente a 110 miliardi di euro . Tale approvazione però comporta delle responsabilità. Il debito greco verrà congelato fino al ritorno sui mercati che avverrà nel 2021.
Per la troika insomma, il debito greco è insostenibile. Adesso l'obiettivo da raggiungere è aumentare i creditori privati in modo da mantenere in vita un paese già fallito, con la flebile speranza di bloccare un'epidemia. La soluzione è vista negli aiuti del Private sector involvement (Psi) che potrebbe servire a mettere in piedi un lunghissimo piano di ristrutturazione del debito. Solo nel 2021 il rapporto debito pubblico/Prodotto interno lordo (Pil) tornerà sotto quota 150 %. Prima di allora serviranno dai 252 ai 444 miliardi di euro per salvare Atene. Una quantità enorme se si pensa che il fondo europeo salva-Stati European financial stability facility (Efsf) non ha una cifra simile.
Previsioni sul debito pubblico di Atene. Il debito ellenico ammonta a 365 miliardi di euro ma deve essere messo in sicurezza da qui al 2030. La troica le idee ce le ha belle chiare. Semplicemente si riserva di scriverle in un documento top secret. Il debito pubblico della Madre Grecia è attualmente al 160% del Pil ma toccherà il 186% nel 2013 e solo alla fine del 2020 scenderà sotto il 152%. E' proprio  questa soglia che vedrà il rientro di Atene sui mercati.
La situazione migliorerà nel 2030 quando il rapporto debito/Pil sarà sotto il 130%. Una percentuale sempre catastrofica se confrontata sulle ripercussioni che avrà sull'economia reale.
La troika ha inoltre diagnosticato che le privatizzazioni non funzionano. In buona sostanza sui 40 miliardi che dovevano essere recimolati solo 10 sono rientrati nelle casse di Atene. Briciole se confrontate con i dati forniti poc'anzi. Il 21 Luglio 2010 si prevedeva un ricavo di 66 miliardi di euro tra i 50 miliardi di asset governativi ed i 16 miliardi di asset derivanti dalle ricapitalizzazioni bancarie. 
Ma anche queste briciole per adesso restano un miraggio. La ristrutturazione del debito dovrebbe avvenire per la troica attraverso un haircut che consiste in un taglio del valore nominale dei bond per circa il 21% in base all'accordo, sottoscritto dall’Institute of international finance (Iif), la lobby bancaria internazionale, che però sembra inutile nella risoluzione del problema.
Dei 365 miliardi di debito ellenico solo 135 erano impiegati nel  concambio peggiorativo, che avrebbe visto l'impegno delle banche creditrici di 37 miliardi.
A questo punto la troica propone due soluzioni o un taglio del 50% netto che riporti il debito sotto quota 120% alla fine del 2020, oppure un taglio del 60%  che porterebbe il debito sotto il 110% sempre alla fine del 2020.
In base al taglio dei bond la Grecia dovrebbe avere un supporto finanziario di 113,5 miliardi tra il 2011-2030 se il taglio è del 50%, mentre per un taglio del 60 per cento  il supporto sarà di 109,3 miliardi.
C'è da chiedersi come è possibile salvare un paese dal debito creando altro debito. Decenni di debito e di fame che dovrebbero salvare il paese che ha acceso e fomentato la cultura europea. Il paese che ha acceso la miccia della cultura nel nostro continente avrebbe dovuto godere di un credito permanente ed invece è in debito con banche e mercati che hanno dimenticato il passato del nostro continente. Per adesso l'unica cosa certa è che qualcuno oltre un anno fa ha deriso chi proponeva il default pilotato con ritorno alla dracma a fronte di un'alternativa di 20 anni di fame. 

In Italia circola sempre meno denaro cartaceo

Negli anni ’90 quando acquistavi qualcosa in un negozio e al momento di pagare tiravi fuori la tua carta elettronica, spesso, la maggior parte delle volte, la commessa ti diceva: “Mi spiace, accettiamo solo pagamenti in contante”.

Ve lo ricordate?

Gli esercizi che accettavano pagamenti con bancomat e carte di credito lo comunicavano sulla vetrina del negozio.

Oggi ci capita l’esatto contrario. Al di là del fatto che per legge non puoi più effettuare transazioni in contante che superino i 1000 euro, anche quando acquisti un cellulare da 200 euro, la commessa è probabile che ti risponda: “Per cifre così grandi non accettiamo più contante. Non avrebbe una card?”

La soglia dei pagamenti cash (=contante) è scesa negli ultimi anni da 12.500 euro a 5.000 euro (maggio 2010), successivamente a 2.500 euro (agosto 2011), e adesso, grazie al governo tecnico di Monti è possibile pagare in contante solo cifre al di sotto dei 1000 euro (dicembre 2011).

I motivi principali per cui si vuole far passare i consumatori dal denaro contante a quello elettronico sono due:

1) La gestione (conio, stampa, trasporto, distribuzione) del denaro cartaceo/metallico costa, in Europa, decine di miliardi di euro. Per cui eliminando il denaro cartaceo/metallico le banche (perché, sappiatelo, il denaro viene emesso dalla Banca Centrale Europa e non degli Stati) abbattono ogni costo legato alla produzione. In questo modo si porta a conclusione il processo di sottrazione del valore intrinseco alla moneta che è iniziato tanto tempo fa: anticamente infatti le monete erano d’oro o d’argento, poi di metalli e leghe sempre meno nobili, poi di carta… e infine non resterà nulla… una cifra su un computer.

Quando possiedi una moneta d’oro o d’argento tu possiedi qualcosa che ha un valore intrinseco riconosciuto internazionalmente (che può variare, è vero, ma che non può mai scendere sotto una certa soglia, a meno che qualcuno non inizi a importare oro a basso costo da un altro pianeta!), ma quando possiedi un pezzo di carta, questo ha un valore intrinseco di massimo 30 centesimi! Il valore nominale – quello stampato sulla banconota – può anche essere di, poniamo, 50 euro, ma quanti beni tu puoi acquistare con quella banconota da 50 euro dipende dal livello dell’inflazione, perché l’oggetto in sé vale poco o niente. Ci sono stati periodi nella storia dove con una banconota corrispondente al valore nominale di 50 euro potevi comprarti solo un pezzo di pane. Ed è quantomai probabile che ci stiamo di nuovo avvicinando a una simile epoca di iperinflazione. Il che equivale a dire che con le nostre banconote potremo tergerci il deretano. Uguale discorso per le cifre elettroniche che compaiono sul nostro conto in banca. Quelle non valgono nemmeno i 30 centesimi della carta.

A ben guardare anche l’oro – come ogni bene sulla Terra – non può avere di per sé un valore intrinseco fisso, perché anche in questo caso parliamo di un valore che gli viene attribuito dal mercato. Ciò che agisce a favore dell’oro è in primo luogo il fatto che può essere definito una “risorsa scarsa”, ossia sul pianeta non ce n’è molto, e in secondo luogo la sua estrema stabilità storica: a parte qualche periodo di calo sono 2000 anni che il suo valore sale. Però nel periodo fra la fine degli anni ’90 e il 2001 l’oro è sceso fino a un minimo storico di 250 dollari; lo stesso minimo è stato toccato all’inizio degli anni ’80 e poi di nuovo a metà di quegli stessi anni, anche se poi si è sempre ripreso e chi ha resistito nei periodi “bui” e non ha venduto il suo oro, adesso sono almeno 10 anni che continua a guadagnare. Attualmente non è ancora il momento di vendere, in quanto il suo valore presumibilmente aumenterà (con alti e bassi) fino a quando la moneta continuerà a perdere il suo potere d’acquisto, come sta facendo in questo periodo.

Ma c’è un bene d’investimento che ha un valore intrinseco?

In realtà sì. Ogni oggetto utile è un investimento che possiede un valore intrinseco. Una sedia, un coltello, una casa o un terreno coltivabile possiedono valore intrinseco in quanto svolgono una funzione che le banconote e le monete, siano esse d’oro o di rame, non posseggono. Al di là del fatto che una casa sul mercato può valere anche decine di migliaia di euro in più o in meno a seconda del periodo storico, essa possiede valore di per se stessa in quanto è un tetto sotto cui ripararsi, lo stesso dicasi per un terreno coltivabile. Anche se il mio terreno viene enormemente svalutato a causa delle condizioni di mercato (per es., tutti vendono e nessuno vuole comprare) esso continua a valere in quanto io posso sempre coltivarci pomodori e patate utili per sfamarmi. Con i lingotti d’oro – se dovesse crollare il loro valore – non posso fare altrettanto, perché sono oggetti di per sé totalmente inutili.

Il consiglio che si poteva dare ancora fino a un anno fa era di comprare metalli preziosi e utilizzare i soldi guadagnati per acquistare beni di utilità pratica. Oggi è impossibile prevedere cosa faranno l’inflazione, e quindi l’oro, anche solo fra una settimana, a causa dell’instabilità socio-politica-geologica del pianeta. In tal caso ci si deve affidare alla propria intuizione e avere Fede che ci capiterà sempre e solo ciò che è meglio per noi. Questo è l’atteggiamento dell’«uomo verticale» di fronte alla crisi.

2) Il secondo motivo per cui si vogliono far slittare i consumatori dal denaro contante a quello elettronico è che in tal modo il consumatore smette di essere anonimo, come invece succedeva in passato. In altre parole, prima nessuno sapeva cosa avevo comprato, né quando, né dove. Con una card elettronica possono invece registrare i miei acquisti, capire i miei gusti, le mie abitudini e persino i miei spostamenti sul territorio.

L’estensione della moneta elettronica al 100% della popolazione significherà controllo totale della situazione economica del cittadino. Fine della privacy finanziaria.

Se fai o dici qualcosa di scomodo per l’oligarchia (dell’oligarchia tratto nel mio libro), qualcuno davanti a una tastiera potrà con un click bloccare il tuo conto e quindi il tuo potere d’acquisto e di sopravvivenza. Se ti bloccano il conto oggi, puoi cavartela con il contante, ma se non c’è più contante in circolazione, nel momento in cui non hai più la card elettronica, o ne hai una bloccata, sei tagliato fuori da qualunque transazione. Non mangi, non puoi fare benzina, non puoi attraversare i caselli autostradali.

E se a causa della crisi t’imponessero per legge di prelevare dal tuo conto in banca solo una certa quantità di denaro settimanalmente (come hanno fatto in Argentina per evitare la corsa al ritiro dei propri risparmi)? Allora ti accorgeresti che quei soldi non sono mai stati tuoi e che finché accetti le regole del Sistema tu non puoi decidere della tua vita!

Anni fa si vociferava della possibilità che venissero addirittura installati dei microchip sottopelle alla popolazione, ma a mio parere per ottenere un controllo globale è già sufficiente una life card di questo tipo, attraverso la quale si effettuano tutte le transazioni economiche e ti vengono già sottratte le tasse in maniera automatica in base ai tuoi guadagni!

(Ma allora come farò con le prostitute? Dove gliela faccio passare la card?)

Tutto ciò che può fare il cittadino – se è un »uomo verticale« e non un burattino – è riprendersi in mano la propria vita e tornare a essere un individuo autonomo, anziché un codice a barre. Ma dobbiamo farlo adesso, perché nei prossimi mesi potremmo essere tutti chiamati a compiere questa scelta: la comodità di una life card che ti assicura il tuo stipendio da schiavo con tutti i vantaggi che derivano dall’appartenere alla società del produci/consuma/crepa, oppure la vita in una comunità – o una rete di comunità – di campagna, oltre i confini della società, dove la vita sarà più dura perché verranno a mancare alcune delle comodità di cui può usufruire il “servo occidentalizzato”, ma si produce ciò che si consuma e ci si sente più liberi.

NON DUCOR DUCO

(non vengo condotto, conduco)

Autore: Salvatore Brizzi / Fonte: larinascitaitalica.com

"Il tempo sta rallentando e si fermerà del tutto"

Sono le ipotesi contenute in uno studio della Università di Salamanca. A un certo punto, molto dopo la fine della Terra, il tempo si fermerà del tutto e "ogni cosa apparirà come se fosse congelata, in una sorta di fermo immagine che dura per sempre"
WASHINGTON - L'Universo non si sta espandendo sempre più velocemente lontano dal suo centro. Anzi, è il tempo che sta rallentando e prima o poi si fermerà del tutto. Sono le ipotesi contenute in uno studio firmato da Jose Senovilla, Marc Mars e Raul Vera della Università dei Paesi Baschie della Università di Salamanca pubblicato su "Physical Review D".

L'energia oscura, che causerebbe l'accelerazione dell'Universo in espansione contro ogni legge di gravità, in realtà non esisterebbe: sarebbe il tempo, con il suo rallentamento, a farci percepire in accelerazione l'Universo, mentre in realtà il cosmo sta rallentando.

Il rallentamento del tempo sarebbe così lieve da essere impercettibile per gli umani: a un certo punto, molto dopo la fine della Terra, il tempo si fermerà del tutto e "ogni cosa apparirà come se fosse congelata, in una sorta di fermo immagine che dura per sempre" ha spiegato Senovilla. Secondo Gary Gibbons, cosmologo della University of Cambridge, l'ipotesi non è così assurda come sembra: "noi crediamo che il tempo sia nato con il Big Bang, e così come è nato può anche sparire".

La crisi e la sua soluzione



Fa pena pensare ai problemi che la società occidentale si sente di dover affrontare in quest’epoca.
Tanta crisi per altrettanta gente senza idea di cosa significhi vivere. Tanta paura. Tanto malessere apportato da tutte le cose che circondano l’uomo moderno. Prodotti, televisione, pubblicità ed altri nuovi prodotti, che sostituiscono quotidianamente quelli che si consumano, che si distruggono e quelli che consumiamo e distruggiamo.
Spazzatura prodotta da lunatici con smanie di potere.
Siamo in crisi ma la crisi non è né economica né finanziaria né commerciale. Il crollo dell’euro, del dollaro e dello yen è solo la conseguenza di un’altra crisi, quella dell’uomo. Di quest’uomo moderno che si è ritrovato di fronte alle conseguenze dei propri errori ed allo sfacelo di ciò che credeva potesse risolvere. I problemi, il mondo li risolve da sé e l’omuncolo moderno, che si crede artefice della soluzione, è, invece, solo un ulteriore problema, oggi e fintantoché continuerà a comportarsi come sta facendo, tirando la pietra e nascondendo la mano, rubando, mentendo, ammazzando ed autodistruggendosi solo per il piacere di non fare niente di utile e buono.
Creare una sorta di regole super-partes che gestissero le relazioni tra gli uomini è stato un aborto. L’uomo ha partorito il denaro, un crimine efferato. Il crimine che ha ucciso più che qualsiasi atomica e qualsiasi veleno. Il denaro. Il denaro non è nient’altro che carta e metallo. L’uomo l’ha costruito e continua a farlo e, così ironicamente, ora si ritrova a piangere e disperarsi per non averne abbastanza. Tutto è di una stupidità così assurda.
Se il problema fosse solo finanziario, basterebbe stampare più soldi e distribuirli. La crisi di cui vi parlano e di cui parlate non è nient’altro che il riflesso della fine di un sistema di fare che non è mai stato utile al mondo. Il sistema occidentale non è mai stato degno di chiamarsi sistema, è stato un capriccio, un gioco perverso, che ha arricchito di esuberanza i potenti, fino a farli ubriacare e vomitare, ormai, anche loro, assuefatti da tanto potere e da tanto di tutto. Guardate in faccia un politico o un banchiere e ditemi cosa vedete. Volere sempre ed ancora di più è il paradigma di questi uomini inetti, che hanno voluto raggiungere i propri obiettivi attraverso l’esaltazione del vizio, della violenza e del sopruso. E dietro di loro, una mandria peggiore delle pecore, povere bestie, militari e servi ubbidienti che hanno agito sempre con ignavia e sottomissione, senza sapere, come i loro stessi padroni, cosa stessero facendo e di cosa stessero parlando.
Perché siamo tutti solo e semplicemente uomini in cerca di un motivo per vivere e non serve nient’altro che buon senso. Niente soldi e niente prodotti di plastica. Nessun ordine imposto, nessuna regola che non sia quella naturale, che sapremmo tutti rispettare, se solo sapessimo vivere da uomini.
Oggigiorno la maggior parte degli uomini è in crisi esistenziale e non mi sorprende. Non sorprende neanche a chi sempre ha gufato il “sistema” e chi ha sempre avuto quell’occhio ben aperto nel mezzo della fronte, che gli ha fatto vedere quello che possiamo chiamare “verità” o, semplicemente senso.
Il senso della vita è stato e continua ad essere il grande sconosciuto dell’uomo. E proprio oggi, quando tutto il superfluo si sta rompendo, qualcuno in più sta cominciando a capire, a pensare e a vedere.
Come una pianta rompe con il suo stelo la terra dura del deserto, così la coscienza ed il risveglio dell’uomo nella sua ricerca di senso sta rompendo l’asfalto e gli scrigni di re e regine si stanno trasformando in scatole di carta e metallo stampati.
Nel cammino di un’ipotetica evoluzione, possiamo dire d’essere al principio, ad un nuovo principio, se volete, che sta ridefinendo tutto e tutti. La crisi diventa così una piacevole sensazione di stare a guardare come tutto l’inutile si sta distruggendo, per far nascere una nuova pianta di fagiolo che, forse capiremo, non è necessario scalare, bensì osservare, in silenzio e reverenza, capendo, una volta per tutte, il perché siamo al mondo e cosa dobbiamo fare, tutti, uno per l’altro e non uno contro l’altro, non alcuni per se stessi e tutti gli altri schiavizzati o lobotomizzati.
Quando e solo quando la pigrizia e gli altri “peccati” o vizi capitali saranno sgretolati con le nostre stesse mani, solo allora saremo degni di vivere e non avremo paura.
Parlare di crisi finanziaria è quindi una perdita di tempo e continuare a cercarne una soluzione, un’idiozia, una pericolosa idiozia, che ha già fatto troppe, troppe vittime, troppe morti e troppi morti viventi, che si aggirano per le città con gli orologi al polso, in sella a moto a benzina o dentro scatole di ferro, che ogni giorno si sfasciano contro un muro, nel nome del denaro e di un travisato senso del sacrificio e dell’impegno.
Smettetela di parlare di questa crisi ed affrontate la vostra personale crisi con coscienza. Vogliatevi bene.
Matteo Vitiello

13.000 anni fa ci fu un grande botto!

La scoperta è descritta da un gruppo internazionale di scienziati nei “Proceedings of the National Academy of Sciences”: materiale vetroso fuso trovato in un sottile strato di rocce sedimentarie in Pennsylvania e in Siria. Cioè (si noti) in due luoghi distanti fra loro molte migliaia di chilometri. Per produrre quel tipo di materiale servono temperature fra 1.700 e 2.200 gradi. Si trovano esemplari simili dove sono stati fatti esplodere ordigni termonucleari. Sicché, a meno di ipotizzare una guerra atomica nella Preistoria, non c’è altro: un bell’impatto di un corpo celeste. Non grosso come quello che sterminò i dinosauri, ma certo abbastanza da raffreddare il pianeta.
Perché raffreddare? Semplice: questi impatti scaraventano milioni di tonnellate di materiale nell’atmosfera, che poi filtrano la luce del Sole. Ergo il clima si raffredda. E ne conseguono estinzioni di massa e quant’altro. Lo prova il Dryas recente: un periodo durante il quale il nostro pianeta ha subito un significativo raffreddamento climatico, iniziato proprio circa 13 mila anni fa. Ora, che l’impatto cosmico fosse una possibilità già si sapeva. Ma adesso questa scoperta arriva a fornire un argomento ulteriore.
L’ampiezza geografica della distribuzione del materiale raccolto induce a pensare che l’evento potrebbe non essere stato unico, bensì molteplice: diversi grossi frammenti si sono schiantati sulla Terra in posti lontani fra loro decine di migliaia di chilometri, dal Nordamerica fino al Medio Oriente, ma anche in Venezuela e in Germania Uno sciame, insomma. Che provocò una catastrofe: contemporanee sono l’estinzione della megafauna nordamericana e la scomparsa dell’antichissima cultura Clovis.
Conclusione: allora dobbiamo fregarcene del riscaldamento globale? Manco per niente. E’ chiaro che molti fenomeni, alcuni dei quali assolutamente imprevedibili, influenzano il nostro clima. Ma certo non possiamo contarci e strapazzare senza scrupoli il nostro pianeta. Soprattutto, visto che lo stiamo riscaldando, non possiamo contare su un “provvidenziale” impatto cosmico per raffreddarlo. Anche perché la pezza sarebbe peggiore del buco, decisamente.

Meteorologo russo ammette: vengono spruzzati prodotti nel cielo!

Apprendiamo che il 12 giugno 2012 in Russia si è svolta una marcia di opposizione contro il regime (fonte http://rt.com/politics/russian-weathermen-conspiracy-oppositions-200/). A guidarla un partito della sinistra moderata. La marcia è stata particolarmente "sfortunata" dal momento che un violento aqcuazzone che ha bagnato i manifestanti
Uno dei più attivi promotori della manifestazione di protesta, il parlamentare Ilya Ponomaryov ha scritto nel suo blog che alcuni chimici avrebbero trovato nell'acqua piovana un contenuto “innaturalmente alto di ioduro di argento”. 
La notizia è rimbalzata sui media e dopo alcuni giorni è arrivata la risposta dei meteorologi (di regime): “è seplicemente impossibile innescare una pioggia su una particolare regione. Se osserviamo un processo irreversibile, il processo nel quale un ben definito fronte caldo si sta muovendo, nessuna influenza potrebbe prevenire la pioggia.” 
Queste le parole testuali di Roman Vilfand dirigente del maggiore centro meteo russo, il quale ha negato che si sia potuto causare un acquazzone artificiale durante la marcia del 12 giugno. 
Ma la cosa incredibile è che lo stesso metoerologo ha ammesso che c'è stata una irrorazione di speciali aerei che hanno disperso prodotti chimici sulle nuvole in quello stesso giorno, non per innescare la pioggia suMosca, bensì per prevenirla! Tali prodotti chimici sarebbero stati srpuzzati (tramite aerei, lo ricordiamo!) a circa 60 km di distanza dalla città per indebolire il fronte nuvoloso che si avvicinava. Vi ricorda qualcosa?
Meteorologo russo ammette: vengono spruzzati prodotti nel cielo per inibire la pioggia, ma (dice lui) non per fare piovere sulle marce di protesta
Secondo il meteorologo l'acquazzone ha ugualmente colpito Mosca, dal momento che le tecniche per influire sul tempo meteorologico possono solo ridurre l'intensità di un simile evento del 15 o 20 per cento.
Il leader dell'opposizione, Ponomaryov, nel suo blog afferma che non ci sono leggi in Russia che impediscano l'uso delle forze della natura a scopo politico.
Cosa dire delle parole del meteorologo russo? Se da una parte fa mezze ammissioni dall'altra si rende un po' ridicolo dal momento che sappiamo bene come
1) per evitare la pioggia in occasione di un concerto di Paul McCartneysono stati affittati tre aerei per inseminare le nuvole (e se invece di tre se ne usassero 30? davvero non potremmo influire sulle precipitazioni che per una quota del 20 per cento?)  http://specialevents.com/news/syndicate/McCartney_stops_rain_for_Russia_concert_20040623/
2) Un pilota russo afferma che se l'aviazione militare si dotasse di opportuni aerei per l'inseminazione delle nuvole, l'esercito potrebbe risolvere il problema della siccità nell'intera Russia: http://english.pravda.ru/history/29-07-2010/114417-artificial_rain-0/
3) scienziati russi creano nuvole artificiali in appena 40 minuti:http://www.necn.com/08/28/10/Russian-scientists-create-artificial-clo/landing.html?blockID=299708&feedID=4213
Allora come la mettiamo signor Roman Vilfand?



http://it.paperblog.com/meteorologo-russo-ammette-vengono-spruzzati-prodotti-nel-cielo-per-inibire-la-pioggia-ma-dice-lui-non-per-fare-piovere-sulle-marce-di-protesta-1241939/

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