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Le spaventose nanotecnologie militari: e chissà cosa ci nascondono...

Editoriale a cura di Alessandro Raffa e Antonio Bacherini per nocensura.com 


E' l'ultimo "giocattolino" dell'esercito americano, già in produzione. Un insetto drone, controllabile a grande distanza e dotato di telecamera, microfono e siringa. Secondo le autorità è in grado di prelevare DNA o iniettare dispositivi RFID di localizzazione nella persona-obiettivo, provocando una sensazione di dolore quasi impercettibile, paragonabile a quello provocato dalla puntura di una normalissima zanzara. Ovviamente gli utilizzi a cui potrebbe essere destinato dai servizi segreti sono molteplici: può essere utilizzato come spia, essendo dotato di telecamera e microfono, ma anche come "silenzioso sicario", iniettando nella vittima prescelta, al posto del chip RFID uno dei potentissimi veleni disponibili nel mercato, in grado di provocare arresti cardiaci, facendo pensare a un decesso naturale. La "zanzara drone" può penetrare in una villa sorvegliatissima, eludendo guardiani e sistemi di allarme, passando a fianco degli addetti alla sorveglianza, penetrando attraverso una finestra o una semplice fessura, per poi magari essere "parcheggiata" sopra un armadio fino a quando la vittima non se ne va a dormire,  pungerla e abbandonare l'ambiente senza lasciare traccia e destare sospetti. Le tecnologie militari sono avanzatissime, ed è obbligatorio considerare che la maggioranza di queste sono mantenute segrete. Negli ultimi anni hanno "svelato" qualche scoperta, ma sulle tecnologie più importanti è mantenuto lo stretto segreto militare. Sappiamo che è stato persino approntato un "lettore di onde cerebrali" i cui utilizzi potrebbero essere molteplici, armi "psicotroniche" e chissà quali altri marchingegni in grado di uccidere. 



Per saperne di più sulla "zanzara drone" leggete questo e questo, sono articoli in inglese. 

La Hitachi ha recentemente realizzato chip RFID (che significa Radio Frequency Identification) di dimensioni paragonabili a un granello di sabbia: 0.05×0.05mm. 

Nella prima foto il pixel nero che vedete è proprio il chip in questione, delle dimensioni
di 0.05 x 0.05 millimetri. Nella seconda immagine la riga nera obliqua è un capello, messo
a confronto con i chip RFID in questione.
Per maggiori informazioni sulla tecnologia sopra citata leggete questo post su un forum. Il livello della tecnologia, sopratutto in ambito militare, è avanzatissimo. Ed è incredibile pensare che ancora oggi si muore per malattie banali, che spesso vengono "curate" con terapie perenni, instaurando una vera e propria dipendenza. La scienza ormai ha la mappa del genoma umano, e secondo alcuni ricercatori, mediante le staminali - la cui ricerca viene osteggiata, almeno a livello "ufficiale" - sarebbe possibile rigenerare i tessuti, curare malattie di ogni tipo e teoricamente diventare immortali, rigenerando i tessuti. Chissà quali ricerche e scoperte vengono effettuate in gran segreto, chissà quali tecnologie avrebbe raggiunto l'umanità, che continua a spostarsi bruciando petrolio nei motori a scoppio...

Se questo è ciò che ci permettono di conoscere, figuriamoci cosa ci tengono nascosto. Di teorie ce ne sono moltissime, alcune delle quali provengono da fonti attendibili, spesso persone che hanno collaborato ai progetti stessi, e spesso sono state uccise. E' il caso, per esempio di Phil Schneider un nome che vi suggerisco di cercare sui motori di ricerca: un valido articolo è quello disponibile sul sito di Dioni. Ex Capitano della Marina USA, ha collaborato alla costruzione dei primi sommergibili atomici, e dopo molti anni di collaborazione e partecipazione a progetti segretissimi, ha svelato al mondo, sapendo che sarebbe stato ucciso per questo, il segreto delle sterminate basi militari sotterranee USA, collegate tra loro con treni di elevatissima tecnologia. Sono progetti che vengono portati avanti con il "bilancio nero" ovvero i soldi provento del mercato mondiale della droga: che sappiamo bene esser in mano della CIA e dei poteri forti. Leggete l'articolo di nocensura.com "DOSSIER - IL TRAFFICO DI DROGA è CONTROLLATO DAI POTERI FORTI" e che nessuno si azzardi a dire che è complottismo, perché solo un imbecille matricolato potrebbe pensare che l'ONU, gli USA (con la "DEA" che è ufficialmente impegnata da anni in Colombia contro la produzione di cocaina, il celebre "plan Colombia") non sarebbero in grado di distruggere le sterminate piantagioni di Coca in Colombia, oppio in Afganistan (la cui produzione da quando c'è stata la guerra è decuplicata) e canapa in Marocco: piantagioni estese quanto 2-3-4 regioni italiane, che potrebbero esser distrutte in poche ore con incursioni aeree, se ce ne fosse la volontà: ma gli aerei sembrano esser impiegati in ben altre attività, come trasportare la cocaina in USA: è il caso dell'aereo legato alla CIA caduto in Messico durante il trasporto di 4 tonnellate di Cocaina pochi mesi fa. 
Fonte:http://www.nocensura.com


Scossa di terremoto magnitudo 5.2 scuote Melbourne

19 giugno 2012 - Un terremoto di magnitudo 5.2 richter ha colpito la costa sud orientale dell'Australia vicino Melbourne,dalle prime analisi il sisma e' avvenuto alle ore 10:53 UTC(12:53 italiane)ad un a profondita' di 2 km con epicentro localizzato a 121 km  a Sud Est da Melbourne,ed 11 km Sud da Moe-yallourn. Secondo alcune fonti non ci sarebbero danni a cose o persone restate sintonizzati per aggiornamenti...
emsc

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"Su Marte ci sono i resti di una città". La scoperta di un ricercatore ...


Il ricercatore italiano Matteo Ianneo fa sempre più parlare di sé. Motivo? Le sue ricerche "marziane". Ianneo, originario di Cerignola (Foggia) negli scorsi anni ha scoperto cinque interessanti strutture che somigliavano a volti umani su Marte. Ora una nuova scoperta.

Questa volta, il ricercatore sostiene di aver trovato delle strutture geometriche che sembrano a tutti gli effetti i resti di una città. L'ultima scoperta arriva un anno dopo la sua prima scoperta dell'aprile 2011 quando scoprì un volto umano sulla superficie di Marte. Qualche mese fa fu la volta di un viso rassomigliante a Gandhi. I nuovi ritrovamenti sembrano un qualche tipo di struttura, ma c'è comunque la possibilità che possano essere solo un errore o ibridazione di un'immagine satellitare combinata.


Ianneo utilizza il software Google Earth per svolgere le sue ricerche sul pianeta Marte, che è stato mappato con immagini ottenute da un satellite, fotografie aeree e un sistema lanciato dalla Nasa in collaborazione con Google. Le immagini in alta risoluzione permettono a chi le guarda di arrivare fino a un'altitudine di 150 metri senza perdere molto delle qualità delle immagini. La "grande città" scoperta su Marte da Matteo Ianneo può essere trovata usando le seguenti coordinate su Google Earth: 1°52’27.22″N 81°11’54.95″W.


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Un repentino spostamento dell'asse terrestre scatenerebbe l'Armageddon!

Secondo alcune osservazioni eseguite dai geologi nel corso degli ultimi anni, si è appurato che l'asse terrestre, l'asse attorno al quale ruota la Terra e che congiunte virtualmente il Polo Nord e il Polo Sud, periodicamente subisce degli spostamenti che hanno grossa influenza sul clima generale del nostro pianeta e che, verosimilmente, sono accompagnati da grossi sconvolgimenti geogolici quali terremoti, eruzioni vulcaniche e massicce inondazioni delle terre emerse.
Molti filologi sono ormai convinti che alcuni racconti mitici, come l'epopea babilonese diGilgamesh o il racconto del diluvio universale e dell'arcà di Noè contenuti nella Bibbia, affondano le radici in un qualche evento geologico catastrofico che ha scolvolto pesantemente la superficie della Terra e la vita dei nostri antenati, tanto da conservarne il ricordo anche nei loro testi sacri. Se avvenisse un repentino spostamento dell'asse di rotazione terrestre: 
“un terremoto farebbe tremare il globo intero. Aria e acqua si muoverebbero di continuo per inerzia, la Terra sarebbe spazzata da uragani e i mari investirebbero i continenti... La temperatura diverrebbe torrida e le rocce verrebbero liquefatte, i vulcani erutterebbero, la lava scorrerebbe dalle fratture nel terreno squarciato, ricoprendo vaste zone. Dalle pianure spunterebbero come funghi le montagne, che continuerebbero a salire sovrapponendosi alle pendici di altre montagne e causando faglie e spaccature immani. I laghi sarebbero inclinati e svuotati, i fiumi cambierebbero il loro corso, grandi estensioni di terreno verrebbero sommerse dal mare con tutti i loro abitanti. Le foreste sarebbero divorate dalle fiamme e gli uragani e i venti impetuosi le strapperebbero dal terreno... Il mare, abbandonato dalle acque, si tramuterebbe in un deserto. E se lo spostamento dell’asse fosse accompagnato da un cambiamento nella velocità di rotazione, le acque degli oceani equatoriali si ritirerebbero verso i poli e alte maree e uragani spazzerebbero la Terra da un polo all’altro. Lo spostamento dell’asse cambierebbe il clima in ogni luogo... Nel caso di un rapido spostamento dell’asse terrestre, molte specie di animali sulla Terra e nel mare sarebbero distrutte e la civiltà, se ancora esistesse, sarebbe ridotta in rovine...” 
Con queste parole lo storico Immanuel Velikovsky nel suo libro Earth in Upheavalimmagina lo scenario che potrebbe verificarsi sulla terra a causa di un'eventuale spostamento dell'asse di rotazione terrestre. Uno scenario che secondo alcuni potrebbe verificarsi a breve, riportando alla mente di tutti una tra le tante profezie che circolano sulla fatidica data del 21 Dicembre 2012, capolino del mondo moderno o l'inizio di una nuova era. Ma cosa potrebbe generare uno spostamento dell'asse di rotazione terrestre? Ci sono varie ipotesi.

1) Ipotesi meteorite
Secondo questa teoria, in tempi remoti, un grande asteroide cadde sulla Terra, causando con l’impatto lo spostamento dell’asse terrestre di almeno 2000 Km e generando un cataclisma che sconvolse l’intero pianeta, e con violenti terremoti, terribili eruzioni vulcaniche, alluvioni, inondazioni immense e l’innalzamento dei mari.
Il grosso asteroide colpì la Terra in una zona marina, causando anche le famose inondazioni gigantesche che sono ricordate dalle tradizioni di tutto il mondo come il “Diluvio” o “Diluvio Universale”. Un caso precedente e più grave fu l'asteroide che 65 milioni di anni fa, cadendo nel Golfo del Messico, provocò l’estinzione dei Dinosauri.
Tuttavia è possibile affermare che l'asteroide che colpì la Terra in epoche più recenti non era un singolo blocco ma era composto di più blocchi. Infatti ci sono tracce evidenti di un corpo celeste frantumatosi durante la caduta sulla terra, dopo essere entrato in collisione con un altro asteroide. Frammenti di questo asteroide colpirono anche la terra ferma, tanto è vero che i crateri di questi impatti furono scoperti da indagini aeree del 1930 nella zona della Carolina del Sud, in cui risultano esistenti nella zona un'infinità di crateri di forma ellittica. Il frammento più grande di questo asteroide dovette cadere in un punto dell’oceano Atlantico a nord-est del Mar dei Sargassi, e provocò una serie di sconvolgimenti che devastarono il pianeta.
È  stato possibile rilevare le tracce delle catastrofiche mega-onde originatesi dagli oceani come delle creste ad anelli concentrici, vicino ed intorno alle regioni polari. Ciò che di eroso ormai rimane, viene identificato come creste di archi murenici sviluppati parallelamente alle estremità di precedenti livelli di ghiacciai in ritiro. Quindi la direzione degli archi morenici può svelare un determinato punto d' origine per questi enormi movimenti. Tutti i punti iniziali di spostamento murenico non giacciono su montagne ma nel mare artico e nelle profondità della regione artico-centrale. Quindi è possibile dire che quest'asteroide o la parte più grande di esso che colpì la Terra andò a cadere nel mare artico.

2) Ipotesi Megaterremoto
Alcuni studi sembrerebbero confermare un'altra ipotesi avanzata di recente dai ricercatori. Pare che alcuni grandi terremoti, possano modificare l'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre. Un evento del genere si sarebbe verificato durante il forte terremoto del Giappone del marzo del 2011. Il sisma, secondo i geologi, avrebbe spostato l'asse di rotazione terrestre di quasi 10 centimetri. 
Secondo l'Ingv, l'impatto del sisma è stato molto maggiore anche rispetto a quello del grande terremoto di Sumatra del 2004, che fu di 7 centimetri lineari e di 2 millesimi di secondo d'arco angolari, e probabilmente secondo solo al terremoto del Cile del 1960. Il terremoto del Cile dello scorso anno spostò l'asse terrestre di circa 8 centimetri.

3) Ipotesi Nibiru, Planet X, Nemesis
Zecharia Sitchin, studioso indipendente della Bibbia e di antiche civiltà, nei suoi scrittiipotizza che i Sumeri erano a conoscenza di un fantomatico pianeta chiamato Nibiru, dall'orbita molto ellittica, che ogni 3.600, nel suo passaggio vicino ai pianeti interni del sistema solare, sarebbe causa di immensi disastri naturali, dovuti alla sua massa gravitazionale. Secondo alcuni, l'approssimarsi periodico del "pianeta del passaggio" potrebbe determinare lo spostamento, pià o meno ampio, dell'asse di rotazione terrestre.
Più volte si sono rincorse notizie sulla conferma dell'esistenza di un decimo pianeta nel sistema solare. La NASA su questo punto non è mai stata chiara e non si capisce se per scarsità di informazioni o per un maldestro cover-up sull'esistenza del Pianeta X.

4) Lo spostamento del Polo Nord Magnetico
Il National Geophysical Data Center del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) raccoglie, dal 1590, le coordinate annuali del polo nord magnetico, derivanti dalle prime misurazioni ottenute dalle navi fino ad arrivare alle più moderne tecniche di rilevamento. Se tracciamo lo spostamento che esso ha subito negli ultimi 420 anni qualcosa di anomalo balza tuttavia all'occhio. Dal 1860, lo spostamento dei poli magnetici è più che raddoppiato ogni 50 anni. Altro fatto eloquente è che nel corso degli ultimi 150 anni, lo spostamento dei poli è stato nella stessa direzione. 
Ma ciò che più preoccupa è il fatto che nel corso degli ultimi 10 anni, il polo nord magnetico si è spostato quasi la metà della distanza totale degli ultimi 50 anni!!!In altre parole, lo spostamento del polo magnetico ha evidentemente subito una accelerazione notevole. Secondo gli ultimi dati l’attuale velocità di spostamento del polo nord magnetico è di circa 55 chilometri all’anno, mentre negli ultimi 10-20 anni il tasso di spostamento è stato da record tant'è che i primi problemi sono tangibili anche sulla vita reale. Basti pensare che alcuni aeroporti americani hanno dovuto modificare la numerazione delle piste, stante una differente orientazione magnetica.
Con la direzione attuale,il polo nord magnetico si sta dirigendo direttamente verso la Russia. Ancora non si sà, il tempo probabilmente ci darà una risposta,ma al ritmo attuale, senza dubbio vi saranno effetti visibili in diversi sistemi (naturali ed artificiali). Al momento non è ancora chiaro se il processo accelererà o rallenterà nei prossimi anni. Alcuni sostengono che l’inversione del polo magnetico è imminente, ricalcando la profezia dei Maya, altri invece che possa avvenire tra moltissimo tempo. Stiamo tranquilli ed attendiamo conferme future...

Un asse terrestre ballerino
Ma al di là di cosa possa generare lo spostamento dell'asse terrestre, su una cosa ormai non ci sono più dubbi: in passato lo spostamento è avvenuto più volte e in maniera repentina. A sostegno di questa convinzione, il 17 giugno scorso su Nature Geoscience è stato pubblicato un nuovo studio che conferma lo spostamento dei poli. Un team di scienziati coordinato dalla dott.ssa Sarah J. Feakins della University of Southern California a Los Angeles e i ricercatori del Jet Propulsione Laboratory della NASA in California, sono giunti ad una conclusione stupefacente. Dallo studio di alcuni reperti geologici e biologici, emerge che l'Antertide, il Polo sud, in tempi antichi era molto più caldo e più umido di quanto si è pensato fino ad oggi.
Secondo i ricercatori, l'Antartide era talmente mite da poter sostenere una rigogliosa vita vegetale. Esaminando i campioni prelevati dal trivellamento del ghiaccio profondo dell'Antartide, il team di ricerca ha appurato che le temperature estive di 15 milioni di anni fa lungo la costa antartica si aggiravano intorni agli 7°C. "L'obiettivo finale dello studio è quello di comprendere meglio in che modo i cambiamenti climatici possono avvenire nel futuro", spiega la dott.ssa Feakins, "Proprio come la storia ha molto da insegnarci sul nostro futuro, così il clima del passato ci può dire qualcosa sui cambiamenti che avveranno nei prossimi anni".
Una delle spiegazioni, ma non è l'unica, è che in passato l'Antartide si trovasse un pò più vicino all'equatore terrestre. Uno spostamento dell'asse terrestre di 2000 chilometri potrebbe spiegare il fatto che l'attuale polo sud si trovasse più vicino all'equatore.
Recentemente in Antartide sono state scoperti fossili vegetali che vivono solo in zone con un clima mite, ed essi sono risalenti ad un periodo in cui una causa esterna e inattesa ha determinato un cambiamento radicale, ghiacciando tutta la zona in poche ore. Nell'attuale zona polare artica sono stati fatti ritrovamenti analoghi e persino di animali che vivevano in zone temperate. Un disastro improvviso spiegherebbe anche gli animali provvisti di pelo, come i Mammuth, che sono stati ritrovati in zone polari artiche perfettamente congelati col cibo nello stomaco, come se la loro fine fosse avvenuta in brevissimo tempo.
Lo spostamento dell’asse terrestre provocò l’inclusione nel circolo polare antartico di almeno metà dell’Antartide, che prima invece si trovava in zone molto più miti. Difatti dall'analisi dei carotaggi effettuati nel 1949 è risultato che l'Antartide in epoche remote fosse divisa in due distinte parti e attraversata da fiumi.
Inoltre, parte della megafauna esistente all'epoca della catastrofe scompare improvvisamente in tutti i luoghi del globo terrestre in cui esisteva. Piante ed animali come Mammuth, tigri dai denti a sciabola, cervi giganti, scompaiono all’improvviso, da un giorno all’altro. Persino presso l’Artide ci sono fossili evidenti che dimostrano un immediato passaggio da un clima temperato a quello glaciale.
Infatti, terre come la Siberia e le isole artiche erano una vera e propria comunità ecologica con piante ed animali che vivevano solo in climi temperati e tropicali. Ma un evento improvviso decimò tutto questo, così come in altre zone del pianeta, dove si verificarono una drammatica estinzione di un gran numero di specie animali in tempi brevissimi. Lo stesso discorso per la Siberia può essere fatto per l'Alaska settentrionale, la Norvegia artica, l'Alaska settentrionale, la Beringia, tutte terre che avevano climi temperati prima della catastrofe globale, e dove vi erano flora e fauna che oggi ritroviamo in parte nell'Africa orientale.
E risalgono sempre alla catastrofe globale le infinità di animali le cui carcasse furono travolte da immani piene, portati per lunghe distanze, ammassate nelle gole dei fiumi e nei fondovalle, sepolti da una coltre di fango insieme ad alberi e piante. Anche molti massi erratici risultano trasportati da immani inondazioni.
Piante, ma anche animali come i Mammuth ritrovati nei ghiacci siberiani, testimoniano come la vita ai poli terrestri sia stata orrendamente e immediatamente sterminata da un freddo polare giunto all’improvviso. Persino il cibo nello stomaco di animali congelati, come i Mammuth, rivela che essi vivevano in zone miti, prima di morire improvvisamente congelati. D’altronde il repentino spostamento dell’asse terrestre avrebbe potuto spostare immediatamente zone temperate in zone polari.
Molti scienziati hanno scoperto ampie zone, ora sepolte sotto l'oceano, che fino a prima della catastrofe globale formavano dei veri e propri subcontinenti, come il caso del subcontinente fra la Siberia e l'Alaska, il quale abbondava di vita selvaggia, e il subcontinente della Beringia tra l'America settentrionale e l'Asia, anch'esso popolato di abbondante fauna che fu sterminata da un evento catastrofico.
Prima della catastrofe globale, il polo nord si trovava nella zona dell’attuale Canada orientale (che quindi si trovava al centro della zona artica) e zone come la Siberia erano molto distante dalla zona artica. Anche lo studio dell’anomalo sfasamento temporale delle calotte glaciali durante l’ultima glaciazione conferma questa situazione, soprattutto perché risulta che la calotta glaciale Canadese continuava ad esistere quando altre calotte, come quella europea, si erano in gran parte ritirate.
Per l’inverso, il passaggio di zone polari con ghiacciai immensi a zone temperate portò allo scioglimento di immense quantità di ghiaccio, come quelle che ricoprivano il Canada e dintorni, e quindi a un innalzamento consistente del livello del mare. Infatti, una delle conseguenze del cataclisma globale fu anche la fine dell’era glaciale, almeno per come la intendiamo noi.
Si badi bene che prima dello spostamento dell’asse terrestre le condizioni climatiche erano differenti da quelle che noi conosciamo oggi, con profonde influenze sulle stagioni, che sono determinate dall'inclinazione attuale dell'asse terrestre, e questo spiegherebbe il perché delle strane leggende di molti popoli secondo cui in epoche remote non vi erano stagioni.
Ma quest’asse terrestre subì un repentino e brusco spostamento, tale da fargli assumere la sua posizione odierna: 23° d'inclinazione sull’eclittica. Un'altra conseguenza dello spostamento dell'asse terrestre fu il sensibile rallentamento della velocità di rotazione terrestre, portando l'anno terrestre da 360 giorni a 365 giorni, e questo spiegherebbe perché  i precisi astronomi di civiltà antiche del centro America, dell'Egitto e della Mesopotamia avessero calcolato la durata del loro anno pari a 360 giorni e non ai nostri 365 (i loro dati astronomici discendevano in buona parte da civiltà preesistenti)

Curiosity, il Rover della NASA, sta per giungere a destinazione

Finalmente la nuova sonda robotica della NASACuriosity, il rover della missioneMars Science Laboratory, sta per cominciare la sua missione su Marte. Il 6 agosto prossimo, dopo un viaggio durato 7 mesi, il robotino della NASA inizierà la sua missione esplorativa. La zona prescelta dalla NASA per l’atterraggio di Curiosity è un’area di appena 20 per 7 Km richiede manovre di massima precisione. La difficoltà sarà paragonabile a quella di un lanciatore di freccette che si trovi a dover centrare un piccolo bersaglio a una distanza di decine di chilometri.
Il delicato atterraggio avverrà in una zona di Marte che si trova all’interno del Gale Crater, sul lato nord del Monte Sharp, così battezzato in onore del geologo Robert P. Sharp (1911-2004), team member di molte tra le prime missioni marziani della NASA. La motivazione per la scelta di una zona così difficile per l'atterraggio è molto semplice e contemporanemente incredibilmente ambiziosa. Lo studio del Monte Sharp significa comprendere il passato del pianeta Marte. I ricercatori pensano infatti che il Monte Sharp, con la sua evidente struttura a strati che si innalza per oltre 5 Km di altezza, sia stato creato dalla stratificazione di depositi in epoche successive all’evento di impatto che deve aver creato il cratere Gale, oltre 3 miliardi di anni fa. 
Negli strati più profondi, le missioni marziane che in passato si sono trovate a studiare il pianeta dall’alto della loro orbita hanno identificato minerali che possono essersi formati in presenza di acqua. La ricerca sul campo di Curiosity permetterà nei prossimi mesi di studiare gli strati più profondi del Monte Sharp e le condizioni climatiche al momento in cui i diversi strati si sono depositati. Per il team della NASA sarà come leggere le pagine di un libro sulla storia geologica di Marte, per capire se e quando il pianeta possa aver ospitato condizioni favorevoli alla vita.
L’immagine è una ricostruzione esatta, dalle proporzioni corrette, del panorama in cui si troverà immerso quella sera il piccolo Curiosity. L’ellisse identifica la zona di confidenza, ovvero la zona in cui, secondo i calcoli del team della NASA, Curiosity ha il 99% di  probabilità di atterrare. E la precisione di questa previsione ha del soprendente anche rispetto a missioni precedenti. Dovremo aspettare l’atterraggio per verificare la correttezza dei calcoli eseguiti.
Il percorso effettivo di Curiosity verrà deciso dal team in base a dove il rover atterrerà all’interno dell’ellisse e di quello che effettivamente vedrà intorno a sé nei primi momenti della missione. Ma qualsiasi strada prenderà per compiere il suo destino, il rover Curiosity già conosce il suo obiettivo primario: risalire la montagna Sharp e passare i primi 2 anni della sua vita scandagliando questa zona con i suoi 10 strumenti di bordo. 
Bisogna dire che le sonde automatiche umane continuano a macinare successi. Curiosity è il degno erede di altri due rover che hanno la fatto la storia dell'esplorazione di Marte:Spirit e Opportunity. Le due sonde della NASA hanno acquisito dati fondamentali sulla superficie marziana lavorando per oltre 6 anni. Inoltre, è proprio di queste ore la notizia che la venerabile sonda Voyager 1 si trova ormai ai confini dell'eliosfera, diventando il primo oggetto costruito dall'uomo che si trova al di fuori dei confini del Sistema Solare. [Inaf]. - Per sapere di più sulla missione

Antartide: milioni di anni fa, privo di ghiaccio e ricoperto da piante

La scienza ha ormai accertato da tempo che il clima antartico non è sempre stato quello che possiamo osservare oggi: circa 15 milioni di anni fa, infatti, le temperature del continente ghiacciato erano diverse decine di gradi più alte rispetto a quelle attuali.
Facendo riferimento a periodi ancora precedenti, come all' era dei dinosauri, l'Antartide ha attraversato un periodo in cui era addirittura ricoperta da foresta pluviale percorsa quotidianamente da enormi creature e, probabilmente, dai primi antenati dei mammiferi moderni.
Durante gli ultimi milioni di anni, il clima globale è cambiato notevolmente rispetto al Cretaceo o al più vicino Miocene, ma l'entità e il ritmo di questo cambiamento non sono ancora del tutto chiari. Ad esempio, si è sempre pensato che la scomparsa delle specie vegetali antartiche sia terminata almeno 6 milioni di anni fa, quando il ghiaccio ricopriva la quasi totalità delle terre emerse del Polo Sud. Ma alcune recenti scoperte, come una pianta risalente a 3-5 milioni di anni fa, stanno costringendo gli scienziati a ripensare ai modelli climatici finora elaborati per spiegare la storia del clima antartico.
Uno studio pubblicato lo scorso 17 giugno su Nature Geoscience, inoltre, potrebbe alzare ulteriormente le temperature ipotizzate per l'Antartide del Miocene, dipingendo un continente polare popolato da sempreverdi e latifoglie in un periodo compreso tra i 15 e i 20 milioni di anni fa.
Esaminando i resti vegetali contenuti in campioni di sedimenti prelevati dal fondale marino, un team di ricercatori provenienti da diverse università americane, in collaborazione con la NASA, ha scoperto che, durante l'estate antartica di 15-16 milioni di anni fa, le temperature potevano arrivare a circa 7 gradi centigradi sopra allo zero.


"Lo scopo della ricerca era quello di comprendere meglio come possa apparire il futuro del cambiamento climatico" spiega Sarah J. Feakins della University of Southern California. "Come la storia ha molto da insegnarci sul futuro, lo stesso vale per il clima del passato. Questo ci mostra quanto l'Antartide possa diventare caldo e umido man mano che il sistema climatico si surriscalda. E' una delle prime prove di quanto sia stato caldo l'Antartide".
I ricercatori si sono concentrati sul fondale della "barriera di Ross", una zona di mare ricoperta in alcuni punti da centinaia di metri di ghiaccio. "I sedimenti marini sono ideali per osservare la vegetazione del passato, dato che i fossili depositati sono protetti dall'avanzamento dello strato di ghiaccio, ma sono tecnicamente molto difficili da ottenere in Antartide, e richiedono una collaborazione internazionale".
Il grande vantaggio dell'analizzare sedimenti marini contenenti materiale vegetale sta nel poter ricostruire il passato delle piante antartiche durante l'arco di svariati milioni di anni. E' inoltre possibile analizzare il rapporto di isotopi d'idrogeno contenuti nell'acqua utilizzata dalle piante quando erano in vita, e confrontarlo con i rilevamenti moderni per comprendere quanto fosse caldo e umido il continente antartico del Miocene.
"Quando il pianeta si scalda" spiega Jung-Eun Lee, scienziato del progetto Aura della NASA e creatore di un modello in grado di analizzare gli isotopi d'idrogeno nel vapore acqueo atmosferico, "i cambiamenti maggiori si verificano ai poli. Il movimento verso sud della pioggia, associato ad un clima più caldo nelle latitudini più alte dell'emisfero sud, hanno reso i margini dell'Antartide meno simili ad un deserto polare, e più somiglianti alla moderna Islanda".
Il picco di calore del clima antartico si sarebbe verificato tra 16,4 e 15,7 milioni di anni fa, quasi 50 milioni di anni dopo la scomparsa dei dinosauri. Il riscaldamento sembra essere associabile a livelli di anidride carbonica atmosferica pari a 400-600 parti per milione: la quantità di anidride carbonica è simile a quella registrata nel 2012 (393 parti per milione), cosa che lascia spazio all'ipotesi che, entro la fine del secolo, il pianeta raggiungerà livelli di anidride carbonica pari a quelli ipotizzati per il Miocene.
Sebbene la scienza non possa ancora determinare l'esatta origine di questa anidride carbonica che contribuì al riscaldamento del pianeta, le temperature moderne sembrano seguire un trend del tutto simile a quello del Miocene, tempo in cui di certo non esistevano fabbriche, automobili e centrali elettriche.

Terremoro nel Mediterraneo tra Sardegna e Baleari

19 giugno 2012 - Una scossa di terremoto di magnitudo 4.5 è stata registrata poco dopo la mezzanotte nel mar Mediterraneo, tra la Sardegna e le isole Baleari. Secondo i rilievi del Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs), il sisma ha avuto ipocentro a 11 km di profondità ed epicentro 234 km a ovest di Cagliari e circa 200 km a est dell'isola spagnola di Minorca.Il sisma e' stato avvertito fino a Cagliari.

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