MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Un misterioso oggetto affiora dalle profondita' dell'Oceano

Nel profondo l’oceano ci sono antiche rovine di civiltà perdute, i resti di vecchie navi e aerei, e, talvolta, si possono trovare oggetti strani, misteriosi, che non possono essere identificati.  Guardando questa strana costruzione, ci si deve chiedere – chi  ha installato questo oggetto nei fondali dell’Oceano? Questa misteriosa costruzione è stata videoregistrata da un ROV ( remotely operated vehicle ) dell’Olimpic Challenger l’11 settembre 2010 ma solo ora la notizia è uscita allo scoperto. Si tratta di un oggetto sconosciuto che sembra sia stato installato sul fondo dell’oceano, ma non sembra essere un pezzo dei resti della Horizon Deepwater . Il ROV ha rapidamente raggiunto la misteriosa costruzione e via via avvicinandosi, ha cercato di riprendere più dati possibili. Guardate il video.


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La stella fatta a pezzi dal buco nero

Come se precipitare all’interno di buco nero non fosse abbastanza, durante l’inesorabile caduta, le stelle (e in realtà tutti gli oggetti) subiscono anche degli effetti mareali che le stirano fino a ridurle a brandelli. È questa la sorte dell'astro osservato da Suvi Gezari (Department of Physics and Astronomy della Johns Hopkins University), in uno studio appena pubblicato su Nature. 

Gli astronomi sono ormai d’accordo che praticamente ogni galassia ospiti un buco nero supermassiccio al suo centro. Con masse pari a milioni o miliardi di volte quella del nostro Sole, questi corpi esercitano un’attrazione gravitazionale spaventosa su tutto ciò che si trova nelle vicinanze, luce compresa. Tutto il gas e il materiale ingoiato, prima di spiraleggiare inesorabilmente verso il buco nero, viene accelerato ad alte velocità e, di conseguenza, emette grandi quantità di radiazione. Tale radiazione energetica è l’evidenza sperimentale di questi oggetti supermassicci, altrimenti inosservabili. 

Se però il buco nero si trova in una regione povera di gas, non si registra una emissione significativa di radiazione. In questo caso, per individuare la sua presenza bisogna attendere un evento tragico come quello studiato da Gezari e dai suoi collaboratori: il caso di una povera stella che si avvicina troppo al buco nero e viene squarciata per effetti mareali. 

La marea è dovuta alla differenza di attrazione gravitazionale esercitata da parte del buco nero sugli estremi opposti dell'astro, ed è talmente intensa da farlo a pezzi. I resti del malcapitato, mentre precipitano, emettono un flare caratteristico alle lunghezze d’onda visibili e ultraviolette. Gli effetti mareali permettono di misurare direttamente il potenziale gravitazionale del buco nero, e di capire se esso ruota e se le previsioni teoriche della Relatività Generale sono rispettate. 

Simili eventi di distruzione mareale non capitano tutti i giorni: si stima che in ogni galassia se ne verifichi uno ogni 10mila anni. Per questo, per poterne scorgere uno sono necessarie i grandi survey con cui gli astronomi tengono costantemente d’occhio migliaia di galassie. In questo modo, la probabilità di essere spettatori di un evento simile è una ogni due anni. 

È proprio grazie ai dati delle grandi osservazioni di Pan-STARRS e GALEX che il team di Gezari è stato in grado di descrivere l’evento di distruzione nel dettaglio, di studiarne la dinamica e di ricavare le caratteristiche sia del carnefice sia della vittima. 

Nella loro ricostruzione dell’astricidio, il buco nero risulta avere una massa pari a circa 2 milioni di volte quella del Sole. La stella era invece una gigante rossa, di cui ormai era rimasto soltanto il nucleo di elio. Lo strato esterno d‘idrogeno era stato precedentemente strappato via da effetti mareali simili a quelli che alla fine hanno causato la sua distruzione. La malcapitata percorreva un’orbita molto stretta attorno al buco nero.
Il pericentro (cioè il punto di massimo approccio) era soltanto 6 volte il raggio di Schwarzschild, una lunghezza che – nel caso dei buchi neri non rotanti – corrisponde al limite oltre il quale nulla riesce più a fuggire, nemmeno la luce: il cosiddetto orizzonte degli eventi. 
via wired.it

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La trilaterale,Monti ed il Nuovo Ordine Mondiale!

Non so se ci avete fatto caso, ma negli ultimi anni si e' andata diffondendo la parola "tecnico",ma da dove proviene questa parola e cosa si nasconde dietro questo inganno globale?

Sono gli anni ’70 e un gruppo di uomini potenti – americani, europei giapponesi – pronunciava questa parola: tecnocrazia. E’ la Commissione Trilaterale – Stati Uniti, Europa, Giappone – voluta da David Rockefeller nel 1973 per disegnare il futuro del mondo, o meglio per dargli una raddrizzata.

E’ la filosofia che ha guidato la Commissione trilaterale fin dal primo giorno, quella della tecnocrazia e che è a tutti gli effetti una filosofia politica.

La Commissione Trilaterale ha la struttura di un parlamento globale ma i membri non sono eletti, sono invitati. Banchieri, politici, industriali, rappresentanti di multinazionali, accademici, giornalisti, editori non hanno mai smesso di riunirsi in seduta plenaria una volta l’anno. E già a metà degli anni ’70 , l’analisi della Commissione Trilaterale sulla crisi mondiale – salari alti e crescita non più ai ritmi del dopoguerra – era “eccesso del sistema decisionale”. Troppa democrazia. Soluzione? Più potere ai governi e meno ai parlamenti. Patrick Wood statunitense ha seguito i lavori della Trilaterale fin dall’origine. 

Sin dall’inizio il loro intento specifico fu quello di creare un nuovo ordine economico internazionale(NWO) ed elaborarono due concetti per realizzare i loro piani: interdipendenza tra i soggetti e tecnocrazia, come mezzo per controllare la società.(vedi governo italiano e greco)

Più tecnocrazia e meno politica: era questo il piano?

Fu questo il piano fin dall’inizio. Tant’è che la Commissione trilaterale riuscì a prendere il controllo dell’esecutivo americano dominandolo negli ultimi 30 anni.

Che genere di mondo volevano disegnare e stanno disegnando?

Sono convinti che non ci sia più bisogno dello stato così come lo si è inteso per centinaia di anni e quindi agiscono per poter eliminare il concetto di sovranità nazionale (dittatura della finanza) e di autodeterminazione(fine della democrazia). In quei giorni nessuno aveva previsto che il sistema che stavano creando avrebbe portato il mondo è quello che è oggi: talmente connesso a livello finanziario che se una nazione singhiozza, l’intero pianeta cade in ginocchio.

C’era una volta una legge bancaria, il Glass Steagall Act che dopo la crisi del ’29 regolamentava l’attività: da una parte le banche commerciali con attività tradizionali e garantite dallo Stato, dall’altra le banche d’affari con attività speculative. L’industria bancaria poi fece pressione per abolire questa distinzione. Troppi lacci e lacciuoli – si diceva – sarà solo il mercato a regolare tutto. Tant’è che sotto l’amministrazione Clinton (ex membro della Commissione trilaterale – era il 1999 –) il Glass Steagal Act fu abolito. Rotti gli argini, le banche di tutto il mondo si sono messe a fare tutto: raccolta del risparmio, speculazione, costruzione e vendita di titoli di debito.

Vorrei far notare che per la prima volta nella storia due membri della Commissione trilaterale sono diventati i primi ministri di due nazioni in Europa: la Grecia e l’Italia.

Qual è stato il ruolo del signor Mario Monti nella Commissione trilaterale?(indovinate un po'?)

Monti è stato il presidente europeo della Commissione trilaterale.(che combinazione! Viene messo un membro della commissione a capo di uno stato con la scusa della crisi economica ricordate ecco come agiscono e manipolano il mondo: PROBLEMA- REAZIONE-SOLUZIONE) Quindi la sua responsabilità era quella di portare avanti le operazioni europee. Ora io posso parlare di come gli uomini della trilaterale si comportano negli Stati Uniti una volta che si ritrovano ad occupare posizioni di potere: hanno la possibilità di eseguire qualsiasi strategia politica della trilaterale con o senza il consenso del popolo.


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Lo spostamento dei ghiacci provoca i terremoti glaciali!

Tali movimenti sono stati definiti terremoti glaciali
Le onde sismiche, che noi immediatamente tendiamo ad accomunare al concetto di terremoto, in realtà possono provenire anche da altri fenomeni naturali. 
Una ricerca condotta da geologi e glaciologi della Washington University di St. Louis, della Pennsylvania State University e della Newcastle University in Gran Bretagna, ha rilevato che esistono i "terremoti glaciali".
I terremoti glaciali tutt'altro non sono che onde sismiche generate dai movimenti interni dei grandi ghiacciai.
La ricerca ha permesso di capire che la generazione di una serie di onde sismiche in ambiente glaciale proviene dallo spostamento di un fiume di ghiaccio antartico che genera terremoti paragonabili a scosse di magnitudo 7 della scala Richter. Questo studio è stato condotto sui più vasti ghiacciai della Terra, quelli che si trovano in Antartide. 
Ma la ricerca in realtà è nata una decina di anni fa quando la strumentazione di rilevamento delle onde sismiche ne ha registrate di particolari nei dintorni della Groenlandia. "All'inizio non sapevamo da dove provenissero queste onde sismiche, ma alla fine siamo stati in grado di capire che la fonte è il flusso di ghiaccio", ha rivelato Douglas A. Wiens, il coordinatore dello studio effettuato anni addietro e pubblicato a suo tempo sulla rivista scientifica Nature.

Dalla ricerca condotta in Antartide per approfondire la scoperta dei terremoti glaciali, è emerso anche che il grandissimo ghiacciaio antartico, che ha un fronte di circa 100 km con uno spessore di 1200 metri, si sposta di mezzo metro in soli 10 minuti, per poi fermarsi 12 ore e riprendere a spostarsi di mezzo metro. Ogni spostamento del fronte di ghiaccio genera forti onde sismiche registrabili da tutti i sismografi presenti in Antartide e in Australia.
"Sotto certi aspetti - ha riferito sempre Wiens - l'impatto sismico è equivalente a quello di un grande terremoto, ma a prima vista non ce ne si accorge perché il movimento è molto più lento di quello di uno vero. I dati delle misurazioni sono molto simili, ma lo slittamento [delle lastre di ghiaccio che generano le onde sismiche n.d.r.]avviene in almeno 10 minuti, mentre in un terremoto [terrestre n.d.r.] di queste dimensioni si sviluppa al massimo in 10 secondi. Si tratta di un comportamento molto strano e dobbiamo comprenderlo meglio".
Si è poi notato che il punto da cui si origina lo slittamento, e dunque il conseguente terremoto glaciale, risulta essere sempre lo stesso, al contrario di quanto avviene con i terremoti generati dal movimento delle placche terrestri che invece variano in continuazione sebbene la zona di origine possa essere la stessa.

Fenomeno questo molto interessante su cui geologi e glaciologi stanno continuando a fare ricerca, e su cui si avranno maggiori specifiche con il proseguimento degli studi. Al momento però è scientificamente provato che le onde sismiche non si generano unicamente dalle faglie terrestri e dallo spostamento delle placche, bensì anche i movimenti dei ghiacciai creano scosse sismiche.

California: Il recente meteorite caduto qualche giorno fà è ricco di materia organica

Washington, 2 mag. - E' piu' interessante del previsto il piccolo meteorite atterrato in California lo scorso 22 aprile. I ricercatori della NASA e del SETI Institute hanno infatti scoperto che si tratta di condrite CM, una roccia meteorica molto rara che rappresenta appena l'1 per cento delle meteoriti che arrivano sulla Terra. Oltre che essere molto rara, la condrite CM contiene anche molto carbonio ed e' ricca di materiali organici, come ad esempio amminoacidi. "Questo tipo di roccia e' uno dei piu' antichi di tutto l'Universo: si ritiene che frammenti di condriti abbiano portato sulla Terra i primi blocchi necessari allo sviluppo della vita", ha detto Bill Cooke del NASA's Meteoroid Environment di Huntsville, Alabama. "Una roccia cosi' rara puo' valere piu' di 150 euro al grammo", ha aggiunto. 

Fonte: Agi.it
Tratto da: wild-naturaselvaggia

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Pentagono: vittoria sull’ Iran in 3 settimane

Mentre gli Stati Uniti rafforzano la loro presenza nella zona del Golfo Persico, gli strateghi del Pentagono calcolano che se avesse luogo un conflitto militare ci vorrebbero meno di tre settimane per sconfiggere l’ Iran.
Una fonte della Difesa ha spiegato al Washington Post che il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ritiene di poter distruggere o deteriorare notevolmente le forze armate convenzionali iraniane nel giro di tre settimane, mediante l’utilizzo di attacchi aerei e navali.
“Prevediamo ogni evenienza possibile e forniamo alternative al presidente,” ha detto al giornale il tenente colonnello dell’Esercito T. G. Taylor, portavoce del CENTCOM. “Riceviamo istruzioni dal Segretario della Difesa e dai nostri capi civili a [Washington] DC. Quindi per ogni direttiva che ci danno è questo che intraprendiamo.”
L’esercito americano sta consolidando la sua presenza nella zona mentre cresce la tensione. Attualmente la Marina statunitense ha schierato vicino all’ Iran due portaerei e sta migliorando le potenzialità di rilevamento e rimozione delle mine.
Di recente l’aviazione USA ha inviato un gruppo di caccia F-22 Raptor  in una base degli Emirati Arabi Uniti. L’iniziativa ha provocato la reazione di Teheran, che ha detto mercoledì come questo minacci la stabilità della regione. Si pensa anche di schierare nel Golfo Persico una “base galleggiante” – una nave da carico adattata per poter fare da base semi-fissa nelle operazioni militari USA. Si prevede che la USS Ponce(nave da trasporto anfibio, N.d.T.) trasporti elicotteri dragamine, motoscafi e probabilmente squadre speciali da sbarco.
Il Pentagono ha anche intensificato l’addestramento di corpi d’elite dei suoi alleati nella regione. Anche ai membri della squadra speciale  Joint Special Operations Task Force – Gulf Cooperation Council, i quali fungono da istruttori, può essere ordinato di entrare in campo dovesse presentarsi tale necessità.
Gli Stati Uniti affermano che i provvedimenti sono stati presi nell’eventualità di un possibile attacco dell’ Iran ai soldati americani o del blocco dello Stretto di Hormuz, vitale via di transito del petrolio. Il CENTCOM dice che ci sono circa 125.000 militari americani in stretta vicinanza dell’Iran (mappa interattiva del dislocamento). La maggioranza di loro – 90.000 – sono schierati all’interno o nei dintorni dell’Afghanistan. Circa 20.000 soldati sono sulla terraferma altrove, nella zona del Vicino Oriente e un numero variabile tra 15.000 e 20.000 sono di servizio sulle navi militari.
Il fronte del petrolio
La minaccia militare è soltanto una parte della crescente pressione su Teheran. Washington afferma che impiegherebbe la forza soltanto come misura di ultima istanza, concentrandosi invece sulle pressioni economiche. Martedì scorso, il presidente americano Barack Obama ha firmato un decreto che fornisce al Dipartimento del Tesoro maggiori poteri per imporre sanzioni finanziarie contro coloro che fanno affari con l’Iran. “Ora il Dipartimento del Tesoro ha la possibilità di identificare pubblicamente persone fisiche e giuridiche che hanno esercitato queste attività sfuggenti e ingannevoli, e in genere di vietarne l’accesso ai sistemi finanziari e commerciali statunitensi,” ha detto in un comunicato il Dipartimento.
Gli Stati Uniti e l’UE hanno emanato un divieto sull’acquisto di greggio prodotto in Iran, nel tentativo di paralizzare l’economia del paese, dipendente dalle esportazioni. Parte di questa operazione comporta sanzioni contro società e organizzazioni impegnate finanziariamente con l’Iran nel commercio del petrolio. Si tratta di banche che trasmettono i pagamenti del greggio oppure di imprese che assicurano le navi cisterna che trasportano il petrolio iraniano.  Il settore petrolifero iraniano non sta subendo solo sanzioni. Il Ministero del petrolio del paese la scorsa settimana ha rivelato di essere infine riuscito ad arginare un attacco informatico agli impianti del settore. “Tre giorni dopo essere stato sferrato, l’attacco software è stato del tutto bloccato e controllato con l’aiuto di esperti,” ha detto all’agenzia di stampa statale Mehr il viceministro del petrolio e delle opere industriali Hamdollah Mohammadnejad.
Nel 2010, un dannoso virus informatico chiamato Stuxnet compromise il software di computer presso impianti di arricchimento dell’uranio iraniani. Alcuni esperti di sicurezza informatica dissero che il virus era stato opera di un gruppo di hackeraltamente professionale, probabilmente dotato delle competenze dai governi USA o di Israele.
I paesi occidentali, con Israele, sospettano che l’Iran cerchi di costruire una bomba nucleare e stanno facendo pressioni su di esso per fermare l’arricchimento dell’uranio. Teheran continua a sostenere che sta portando avanti soltanto un programma civile per l’energia nucleare, e che è autorizzato a farlo in quanto stato sovrano. La disputa si è aggravata lo scorso anno dopo la pubblicazione di un controverso studio del comitato di controllo sul nucleare delle Nazioni Unite, utilizzato dagli avversari di Teheran per giustificare l’emanazione di nuove sanzioni.
Fonte: RT  02.05.2012
Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org/

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Pubblicata la prima mappa mondiale della geoingegneria

Oggi, 1 maggio 2012, il Gruppo ETC pubblica una mappa mondiale della  geoingegneria – la manipolazione su larga scala della terra o dei sistemi climatici. Sebbene non vi sia alcuna registrazione completa delle decine di progetti per il controllo meteo e del clima in decine di paesi, questa mappa è il primo tentativo di documentare il campo in espansione della ricerca e della sperimentazione. Quasi 300 progetti/esperimenti di geoingegneria sono rappresentati sulla mappa riguardanti 10 diversi tipi di tecnologie clima-alteranti.

Oltre alla mappa, due tavole di riferimento sono inoltre disponibili da scaricare.
Questi forniscono informazioni sui progetti/ricerca/sperimentazione rappresentati sulla mappa. Una tabella [Geomap-References.pdf] fornisce informazioni sulla ricerca e la sperimentazione sulla geoingegneria; una seconda tabella [Geomap-WMinfo.pdf] fornisce i dettagli sui progetti di modificazione del clima.

Denuncia contro la Geoingegneria in Grecia


Il noto compositore Nikos Terzis ha denunciato ufficialmente al Ministero della difesa greca, anche con l’invio di materiale fotografico, l’irrorazione chimica sulle zone abitate. Gli aeroplani compiono anche nelle ore notturne le loro criminali operazioni. Secondo ricerche condotte in Grecia ed in altri paesi, le scie contengono microparticelle di stronzio, bario ed alluminio. L’artista conclude la denuncia scrivendo: “Come greco e come uomo vi esorto a compiere ricerche ed a rispondere prima di tutto a voi ed alle vostre coscienze”. 

Il giorno 30 aprile scorso la testata nazionale “Eleytheri ora” ha riportato in prima pagina un articolo concernente la Geoingegneria clandestina ed illegale. Il titolo ed il sommario citano espressamente le attività di aerosol ai danni del popolo ellenico già fiaccato da una grave recessione economica. Che cosa avranno pensato i lettori ignari, nell’apprendere che il loro governo abituato ad elemosinare prestiti a destra e a manca e responsabile di manovre draconiane, sperpera immani risorse per avvelenare i cittadini? Non dimentichiamo che l’esecutivo ellenico, succubo dei banchieri internazionali, già destina una quota cospicua del P.I.L. alle spese militari... Ci mancavano solo gli esborsi per le attività chimico-biologiche. 

 


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