MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

I Campi Flegrei: un supervulcano in grado di devastare mezza Europa


"I Campi Flegrei, dove si trova il "supervulcano", si trovano a nord ovest del capoluogo campano. Il significato greco del nome vuol dire proprio "campi che bruciano": questo perché sin dall'antichità soggetti a fenomeni vulcanici.

E' stato il responsabile dell'Osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia , il professor Giuseppe Di Natale, a definire questo complesso un "super vulcano". In grado di distruzione centinaia di volte più devastante di quella che causò il Vesuvio durante l'eruzione che distrusse Pompei. Addirittura, una eruzione di questo supervulcano potrebbe distruggere l'intera Europa. In soldoni, il supervulcano partenopeo avrebbe una potenza di duecento volte superiore a quella del vulcano islandese Eyjafjallajökull che tanti problemi procurò all'intera Europa l'anno scorso.

L'ultima eruzione del supervulcano risale a 39mila anni fa (una decisamente minore si ebbe anche nel 1538) quando si formò il territorio collinare su cui poggia oggi la città di Sorrento. Di fatto, Sorrento si appoggia su un deposito di materiale vulcanico profondo oltre 300 piedi. Se una eruzione analoga dovesse accadere oggi, l'Italia meridionale cesserebbe di esistere, mentre le nuvole di ceneri provocate dall'eruzione coprirebbero i raggi solari e abbasserebbero di conseguenza la temperatura di vaste aree del pianeta.


L'intera Europa ne subirebbe le conseguenze: coperta dalle nuvole di cenere, per il nostro continente si aprirebbe un'era di inverno perpetuo. Un team composto di studiosi e ricercatori inglesi sta lavorando sul posto per capire quante siano le possibilità che questa eruzione mostruosa possa davvero accadere. Negli ultimi trent'anni si è assistito a un fenomeno di continua sollevazione de suolo del zona dovuto ai fenomeni del cosiddetto bradisismo provocati dal vulcano sotterraneo; dalla fine del 1984 è iniziata una fase discendente.

È da notare come nel biennio 1982-84 siano stati rilevati circa 10.000 terremoti, qualche centinaio avvertiti anche dalla popolazione. Per il professor Chris Kilburn, dell'università di Londra, da circa vent'anni residente a Napoli, questo fenomeno potrebbe durare ancora una sessantina d'anni,nel corso dei quali si potrebbe approfittare per studiare in modo esaustivo le possibilità di una futura esplosione dir magmatica. Come? Perforando il terreno e procedendo con gli studi sotterranei. Ma non tutti sono d'accordo: perforare una tale zona magmatica potrebbe risvegliare il "mostro" prima del tempo.

http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2011/1/3/IL-SUPERVULCANO-Peggio-del-Vesuvio-il-vulcano-sotterraneo-nei-Campi-Flegrei-potrebbe-distruggere-l-intera-Europa/2/138580/
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tempeste solari in intensificazione nei prossimi giorni

3 Nov. 2011 - Un grande gruppo di macchie solari sul lato nord-est del sole dalle dimensioni di 40.000 km ,stanno emettendo intense CME di classe M che stanno interessando il nostro pianeta.secondo le previsioni del NOOA abbiamo la probabilita del 60 % che questa zona solare nelle prossime 24 ore possa emettere espulsioni di massa coronale dirette verso la terra tra pochi giorni questa zona sara' proprio di fronte alla terra quindi aspettiamoci tempeste solari ancora piu' intense.

Space Weather

Scoperti 3 Nuovi Pianeti e Un Oggetto Misterioso



Tre esopianeti, ognuno in orbita ad una diversa stella gigante morente, sono stati scoperti da un team internazionale di ricercatori guidati da un astronomo della Penn State University. Usando il Hobby-Eberly Telescope, gli astronomi hanno osservato le stelle parenti dei 3 nuovi pianeti: HD 240237, BD +48 738, e HD 96127, distanti decine di anni luce dal nostro Sistema Solare. Una delle più massicce stelle morenti viste, ha, oltre al pianeta, anche un altro oggetto misterioso che le orbita intorno, secondo i dati dell'astronomo e leader del team, Alex Wolszczan, che nel 1992 diventò il primo astronomo ad aver scoperto pianeti fuori dal sistema solare. La nuova ricerca getterà nuova luce nell'evoluzione dei sistemi planetari intorno alle stelle morenti. Aiuterà inoltre gli scienziati a capire come il contenuto metallico influenza il comportamento delle stelle morenti. La ricerca verrà pubblicata sul numero di Dicembre dell'Astrophysical Journal. Il primo autore è Sara Gettel, studentessa laureata presso il Dipartimento di Astronomia e Astrofisica della Penn State University, e gli altri co-autori sono 3 studenti di università della Polonia.

I tre nuovi sistemi planetari scoperti sono molto più avanti nell'evoluzione rispetto al nostro sistema solare. "Ognuna delle tre stelle è già nella fase in cui si sta rigonfiando ed è una gigante rossa, una stella morente che presto ingloberà tutti i pianeti che troverà vicina a se." ha spiegato Wolszczan. "Possiamo certamente aspettarci un simile destino anche per il nostro Sole, che alla fine diventerà una gigante rossa e forse consumerà anche la Terra, ma non dobbiamo preoccuparci di questo per almeno altri 5 miliardi di anni."
Wolszczan ha anche detto che una delle stelle massicce morenti, la BD +48 738, è accompagnata da un'enorme pianeta di classe Gioviana, ma anche da un'altro oggetto misterioso. Secondo il team, quest'oggetto potrebbe essere un'altro pianeta, un'altra stella di massa molto piccola, o, ancor più interessante, una nana bruna, che è un corpo stellare ma che non è arrivato alla fusione nucleare al suo centro. E' una via di mezzo tra i pianeti gassosi più grandi e le stelle. "Continueremmo ad esaminare questo misterioso oggetto e, tra qualche anno, speriamo di riuscire a rivelare la sua identità" ha spiegato Wolszczan.

Le tre stelle morenti ed i loro pianeti sono state particolarmente utili per il team di ricerca perché hanno aiutato gli scienziati a capire meglio i misteri dietro come le stelle morenti si comportano in base alla loro diversa metallicità (in astronomia sono considerati metalli tutti gli elementi all'infuori dell'idrogeno e l'elio). "Prima di tutto, sappiamo che le stelle giganti come queste sono specialmente rumorose. Cioè appaiono molto "nervose" perché oscillano molto più delle stelle più giovani come il nostro Sole. Questo rumore disturba i processi di osservazione, e questo rende una versa sfida riuscire a scoprire qualsiasi pianeta compagno." ha spiegato Wolszczan. "Tuttavia, abbiamo preservato ed eventualmente saremmo in grado di prendere di mira pianeti in orbita intorno a stelle massicce."



Una volta che Wolszczan ed il suo team hanno confermato che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avevano davvero dei pianeti in orbita, hanno misurato il contenuto di metalli nelle stelle e hanno scoperto delle correlazioni molto interessanti. "Abbiamo scoperto una correlazione negativa tra la metallicità della stella ed il suo "nervosismo". A quanto pare, meno metalli contenevano le stelle, più erano rumorose e nervose" ha spiegato Wolszczan. "Anche il nostro Sole vibra un po, ma perché è molto più giovane, la sua atmosfera è comunque meno turbolente."

Wolszczan ha anche fatto notare che man mano che le stelle si gonfiano fino a diventare delle giganti rosse, le orbite planetarie cambiano e si interesecano anche, ed i pianeti e lune vicine eventualmente vengono assorbite. Per questa ragione è possibile che HD 240237, BD +48 738, e HD 96127 avessero tutte molti più pianeti un tempo. "E' interessante notare che, di queste tre stelle appena scoperte, nessuna ha un pianeta ad una distanza minore di 0.6 unità astronomiche, cioè 0.6 volte la distanza tra il Sole e la Terra" ha spiegato Wolszczan. "Può essere che 0.6 è un numero magico, e qualsiasi corpo più vicino di così viene assorbito.


Osservazioni di stelle morenti, del loro contenuto metallico e come agiscono sui pianeti intorno a loro, potrebbe fornire molti indizi sul destino del nostro Sistema Solare. "Ovviamente, in circa 5 miliardi di anni, il nostro Sole diventerà una gigante rossa e probabilmente inghiottirà i pianeti interni e le loro lune. Tuttavia, se saremmo ancora qui tra 1 e 3 miliardi di anni, potremmo già considerare un trasferimento sulla luna Europa per i restanti 2 miliardi di anni. Con il Sole che si espande, la Terra perderà i suoi oceani ma il calore in eccesso per la Terra sghiaccerà gli oceani di Europa e potremmo passare un paio di miliardi di anni nella zona abitabile dove non fa ne troppo caldo ne troppo freddo e siamo circondati da bellissimi e vasti oceani." Una prospettiva alettante sicuramente, anche se bisognerebbe prendere in considerazione l'enorme radiazione causata dalla vicinanza di un pianeta come Giove. Prima di Europa, forse potremmo trasferirci su Marte dove ci sono vasti depositi di ghiaccio d'acqua sepolti, anche se per molto meno tempo.

Scoperto pesce mutante con tre occhi vicino ad una centrale nucleare in Argentina

Lo scorso fine settimana, cinque pescatori hanno scoperto un pesce lupo mutante con tre occhi. E’ stato catturato nei pressi della centrale nucleare di Cordoba, nel lago di Chorro de Agua Caliente, che riceve l’acqua dell’impianto di raffreddamento della centrale.

Blinky, il pesce arancione con tre occhi ritrovato nel lago di Springfield e immaginato nel 1990 da Matt Groening, il creatore dei Simpson, non è più fantascienza.

La notizia è stata riportata dai nostri colleghi della Radio Argentina Cadena 3. Queste informazioni dimostrano che esistono casi in cui la realtà supera la finzione. Secondo i pescatori, il terzo occhio di questo pesce, sarebbe della stessa dimensione ma leggermente più profondo degli altri due.

La popolazione locale ha buone ragioni di preoccuparsi delle cause di questa malformazione, anche se allo stato attuale, nessun dato scientifico conferma il legame con l'attività nucleare. Ma la vicinanza della centrale, non poteva sfuggire agli abitanti e alcuni hanno accolto questa scoperta come un cattivo presagio essendo passati solo sette mesi dal disastro di Fukushima (Giappone).


Può fornirci informazioni sui danni perpetrati dal nucleare alla fauna selvatica e, per estensione anche all'uomo?



Questo pesce lupo è uno dei primi animali mutanti che sia mai stato scoperto. Anche nella zona più radioattiva del mondo, intorno a Chernobyl (Ucraina), non è stata finora identificata nessuna "specie sospetta" dagli scienziati.


Nel 1986, il livello di radiazione nella zona evacuata (30 km intorno alla centrale), era molto alta e i pini di una foresta di 4 chilometri quadrati sono stati decimati, molti animali hanno cessato riprodursi, mentre i cavalli e i bovini hanno avuto grossi problemi con la tiroide.







Tuttavia, non è stato trovato nessun animale con due teste. Meglio, secondo i lavori di un esperto, Sergey Gaschak, le generazioni successive erano abbastanza sane nonostante le lievi modifiche del loro DNA, e anche se l'adattamento delle specie all’ ambiente ha reso gli animali radioattivi. Una valutazione a prima vista relativamente buona data la portata del disastro della Centrale Ucraina.


Per quanto riguarda gli animali mutanti, di solito muoiono più velocemente rispetto a quelli che sono stati risparmiati dalla radioattività per cui è plausibile che gli esperti non abbiano avuto il tempo di trovarli. Un'ipotesi che è diventata ancora più seria dopo la scoperta del pesce argentino.


Israele starebbe pianificando un attacco preventivo verso l'Iran

2 Novembre 2011 - ISRAELE -Secondo fonti governative Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta cercando di raccogliere il sostegno nel suo gabinetto per un attacco preventivo all'Iran.Il ministro della difesa Ehud Barak e il ministro degli esteri Avigdor Lieberman sarebbero favorevoli ad un attacco preventivo per neutralizzare le ambizioni nucleari dell'Iran.


Ma la maggioranza dei ministri sarebbe contrario ad un intervento militare, che potrebbe innescare un'ondata di ritorsioni verso lo stato di Israele.Molto importante sara' la relazione che l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) dara' il prossimo 8 Novembre.Fonti di intelligence occidentali stimano che l'Iran possa costruire una bomba atomica in due o tre anni. Israele ha da tempo messo in chiaro che non permetterà all'Iran di ottenere una capacità nucleare che potrebbe minacciare lo Stato ebraico. Pubblicamente si sta spingendo per una offensiva diplomatica contro l'Iran - compresa l'imposizione di sanzioni - piuttosto che un attacco militare. Ma il Primo Ministro Netanyahu ha ripetutamente avvertito che tutte le opzioni sono sul tavolo.L' ex ministro della Difesa israeliano Benjamin Ben-Eliezer ha detto al giornale Haraatez che teme uno "scenario horror" se Israele attacca l'Iran. Washington è anche fortemente contrario ad azioni unilaterali da parte dello stato ebraico. Qualsiasi attacco all'Iran potrebbe innescare ritorsioni dall'Iran in tutta la regione. La Siria, uno stretto alleato di Teheran, potrebbe lanciare attacchi,insieme alle milizie Hezbollah in Libano.

Lo tsunami in Giappone ha creato la piu' grossa discarica galleggiante del pianeta!

Cresce costantemente il Pacific Trash Vortex, l’accumulo di rifiuti di plastica che galleggiano nell’Oceano Pacifico. Con decine di milioni di tonnellate di detriti che fluttuano tra le coste giapponesi e quelle statunitensi, si tratta di fatto della più grande discarica del pianeta. Secondo scienziati ed oceanografi, fra cui Marcus Eriksen, direttore di ricerca presso l’Algalita Marine Research Foundation, la sua estensione ha ormai raggiunto “livelli allarmanti”: forse “il doppio di quella degli Stati Uniti”. Ma come può essere così vasta? Raggiunto telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, il dottor Eriksen ha spiegato che il Trash Vortex “non forma un’isola o un’accumulazione densa di frammenti. La densità è simile a quella di un cucchiaio di confetti di plastica sparsi su un campo di calcio”. Fra i rimedi consigliati dagli esperti, spicca la necessità di abbandonare globalmente i sacchetti di plastica usa e getta. Una scelta già fatta dall’Italia, che adesso tutta l’Europa vuole imitare.

Palloni da calcio e da football, mattoncini di Lego, scarpe, borse, kayak e milioni di sacchetti usa e getta. Sono questi gli ingredienti della “zuppa di plastica” che anno dopo anno si sta impossessando del Pacifico. Un quinto di essi, secondo gli studiosi, proviene da oggetti gettati da navi o piattaforme petrolifere, il resto dalla terraferma. Questo enorme vortice di rifiuti è però visibile solo da navi e barche, non dai satelliti. Esso si trova infatti al di sotto della superficie marina, fra i pochi centimetri e i 10 metri di profondità.

Scoperto alla fine degli anni ’80 dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ma reso noto soprattutto da Charles Moore, il Great Pacific Garbage Patch (altro nome del Trash Vortex) si divide in due grandi blocchi: “Uno a circa 500 miglia marine dalle coste californiane, ed uno al largo di quelle giapponesi – spiega il dottor Eriksen – connessi dalle correnti che ruotano in senso orario attorno ad essi”.

In quest’area del Pacifico settentrionale le correnti portano ogni anno ad accumularsi enormi quantità di rottami marini e rifiuti, composti per il 90% da plastica, di cui si ritrovano anche pezzi fabbricati negli anni ‘50. Le materie plastiche, infatti, fotodegradandosi possono disintegrarsi in pezzi molto piccoli, ma sostanzialmente non si biodegradano. I polimeri che le compongono possono così finire nella catena alimentare, in quanto queste briciole vengono scambiate per plancton o altri tipi di cibo da molti animali marini. Un problema comune anche al Mare Mediterraneo, che vede però nelle dimensioni raggiunte nel Pacifico un fenomeno decisamente allarmante.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), già nel 2006 ogni miglio quadrato di oceano conteneva 46mila pezzi di plastica galleggiante. Oggi, secondo i calcoli più recenti, si è arrivati con il solo Trash Vortex ad un totale di 100 milioni di tonnellate. Per Charles Moore il problema è dovuto soprattutto all’enorme diffusione nel mondo dei sacchetti di plastica. Se non se ne ridurrà il consumo, avverte “Captain” Moore, “questa massa galleggiante potrebbe raddoppiare le sue dimensioni entro il prossimo decennio”.

Un fenomeno, quello dei sacchetti usa e getta, di cui si sta discutendo molto in Europa, ma che finora ha portato solo l’Italia a metterli definitivamente al bando. Nel Belpaese, una volta tanto all’avanguardia nella tutela dell’ambiente, la legge che dall’inizio del 2011 vieta la produzione e la commercializzazione di questi sacchetti è diventata infatti un esempio virtuoso per tutto il resto del vecchio continente. Tanto che, secondo una consultazione pubblica della Commissione europea sull’uso delle buste di plastica non biodegradabili, a cui hanno partecipato oltre 15mila cittadini dell’Ue e centinaia fra associazioni, Ong ed università, “il 70 per cento degli europei vuole che il bando italiano venga esteso al resto dei Paesi membri”.



Forte terremoto 6,3 Richter vicino l'Antartide!

2 Novembre 2011 - ANTARTIDE - Un terremoto  di magnitudo 6,3 ha colpito la regione del Pacific-Antartic-Ridge oggi ad una profondità di 10 km. Il terremoto è stato il quarto evento sismico che ha fatto tremare la regione meridionale del globo negli ultimi quattro giorni. Il 1 ° novembre, un terremoto 4,8 di magnitudo ha colpito l'Antartide occidentale indian-Ridge. Il 31 ottobre, un 5,1 ha colpito la congiunzione della placca tettonica di Rise Sud Est Pacifico e il 30 ottobre, la placca del sud-est dell'India è stata colpita da un terremoto di magnitudo4,5 .L'agitazione delle placche tettoniche è diffusa in tutto il pianeta negli ultimi 45 giorni e' stiamo osservando disordini in zone che di solito non registrano terremoti come il terremoto di magnitudo 6,3 che ha colpito Revilla Gigedo nella regione occidentale del Messico il 1 ° novembre. Questa ultima serie di terremoti, che sta scuotendo l'emisfero meridionale, segna un importante cambiamento dello stress sismico planetario segno di una ulteriore erosione del magnetismo terrestre. Staremo a vedere gli sviluppi molto da vicino nei prossimi giorni. - Il Protocollo di Estinzione -

 


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