MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Marea nera in Nuova Zelanda,la peggiore catastrofe ambientale della storia del paese

Tauranga (Nuova Zelanda), 11 ott. (TMNews) - La minaccia di una marea nera posta dall'arenamento della portacontainer "Rena" in una baia turistica della Nuova Zelanda è la peggiore "catastrofe marittima e ambientale" della storia del Paese. Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Ambiente, dopo che dall'imbarcazione sono già fuoriuscite tra le 130 e le 350 tonnellate di gasolio pesante e lo scafo minaccia di spezzarsi e di liberare le 1.700 tonnellate di combustibile presenti a bordo.


La portacontainer "Rena", battente bandiera liberiana, si è incagliata mercoledì scorso sulla barriera corallina Astrolabe, a circa 22 chilometri dalla città di Tauranga, nel nord della Nuova Zelanda. Da allora, squadre di soccorso hanno lavorato 24 ore su 24 per cercare di svuotare le cisterne, ma ieri sono state costrette a fermarsi a causa del maltempo. Le operazioni di pompaggio sono riprese oggi, ma in condizioni molto difficili, con onde di cinque metri e forti venti.


"Si tratta della più grave catastrofe marittima e ambientale conosciuta dalla Nuova Zelanda", ha detto Nick Smith in un incontro con la stampa. al corso d' affatto-stampa. Un portavoce dell'autorità per la sicurezza delle persone e dell'ambiente in mare, Maritime New Zealand (MNZ), ha fatto sapere che il combustibile che si è riversato finora in mare proviene da uno dei "quattro principali serbatoi della nave".

Il combustibile aveva già raggiunto ieri la costa, arrivando sulla spiaggia di Mont Maunganui, una meta turistica della baia di Plenty, nota come riparo di balene, delfini e uccelli marini. Numerosi uccelli sono già deceduti, mentre pinguini e cormorani vengono seguiti in centri di cure per animali. Secondo il WWF "le prossime 24-48 ore saranno decisive".

tmnews.it

La Gran Bretagna verso una piccola era glaciale

Dopo l'inattesa estate in ottobre arriva la "mini era glaciale". Uno studio di Nature dice che la Gran Bretagna potrebbe essere colpita in futuro da inverni gelidi che rischiano di far diventare molto più frequente la temperatura record di -20 gradi registrata l'anno scorso nel Regno Unito. A riportare il gelo nell'isola sarà la cosiddetta Nina, un fenomeno climatico periodico che raffredda le temperature nel Pacifico.


Fino ad ora nel Regno Unito gli inverni sono stati miti grazie alla Corrente del Golfo. Ma il fenomeno della Nina, che in genere si verifica soltanto ogni cinque anni, nell'ultimo periodo si è ripresentato per ben cinque volte in sei anni. La Nina raffredda notevolmente le temperature del Pacifico, creando una serie di reazioni a catena in tutto il mondo che culminano con blocchi di bassa pressione proprio sull'Europa.
Ma a portare il gelo sulla Gran Bretagna sarà anche una leggera diminuzione nelle radiazioni ultraviolette emesse dal Sole: il fenomeno potrebbe consolidare le temperature aritche per diversi anni.
"Tutti i fenomeni climatici del mondo sono legati tra loro - ha detto Ian Currie della Meteorological Society -. Quello che succede ora nel Pacifico può avere ripercussioni più avanti in altre parti del mondo".
Intanto, in Scozia ha già cominciato a cadere la prima nave, che ha imbiancato le campagne della regione la scorsa settimana. Adesso, tra le autorità locali scatterà immediatamente la corsa al sale, per cercare di evitare le annuali polemiche quando sulle strade arriva il ghiaccio. "La fine di questo mese e il mese di novembre sembra saranno più freddi della media, con grosse gelate e rischio di nevicate", ha detto Jonathan Powell di Positive Weather Solutions, un'agenzia per le previsioni meteo.

Fonte:http://expianetadidio.blogspot.com

El Hierro,che tipo di eruzione dobbiamo aspettarci?


Riporto questo articolo che ritengo molto interessante e che riassume il diario degli eventi che si sono susseguiti su El Hierro.


Cosa sta succedendo alle Canarie? O meglio..cosa sta succedendo all’isola più piccola e più sud-occidentale delle Canarie che prende il nome di El Hierro? In questo piccolo angolo di paradiso ci abitano all’incirca 10000 persone ed è meta turistica ormai da molti anni per i suoi incantevoli posti e viste mozzafiato.
Ma qualcosa è cambiato negli ultimi tre mesi. Da metà luglio, infatti, l’isola è teatro di quella che ormai da più parti è definita come “crisi sismica”. Innumerevoli scosse, ad una profondità piuttosto elevata (circa 17 km) si sono susseguite per tutto questo tempo quasi ininterrottamente. Ciò ha persino spinto il Governo delle Isole Canarie a convocare la prima riunione (mai accaduta in passato) dello “Steering Committee and Volcanic Monitoring” (comitato direttivo preposto al monitoraggio vulcanico), che si rispecchia nella Protezione Civile di Progetto Specifico e di Emergenza per il rischio vulcanico. considerato ciò che ha descritto come ” aumento significativo della attività sismica“.
Ma, come in quasi tutte le cose, se si vuole comprendere il presente (e magari provare a prevedere il futuro) bisogna cercare nel passato. Questo discorso vale ancora di più in geologia dal momento in cui riusciamo a ricostruire con tecniche avanzate e sofisticate la storia e l’evoluzione dei vulcani sparsi su tutto il globo terrestre. Per cui cito testualmente dalla fonte: http://www.elhierro.travel/elhierro/index.php?accion=arti****&IdArti****=64&IdSeccion=65
“L’epopea Geologica di El Hierro iniziò circa 100 milioni di anni fa, quando il fondo dell’oceano cominciò a sollevarsi per l’incontenibile spinta del manto terrestre finchè la crosta finì per rompersi in un modo molto caratteristico, formando una stella a tre punte.
Dalle spaccature cominciò a fluire il magma che, per successive eruzioni e sovrapposizioni, sollevò l’edificio insulare finchè questo emerse dall’oceano formando un’imponente piramide triangolare coronata da un vulcano di più di 2000 metri di altezza.
Le crepe iniziali si trasformarono in condotti di emissione della lava creando tre  cordigliere dorsali su cui si allineano numerosi coni vulcanici. D’altro canto il magma, raffreddandosi in questi condotti, si solidificò formando giganteschi schermi verticali di basalto che costituiscono le caratteristiche dighe, tipiche dell’architettura geologica dell’isola. In seguito, appena 50.000 anni fa, nella piccola isola di El Hierro si verificò uno dei fenomeni naturali più violenti e devastanti di cui si abbia notizia: una frana di proporzioni gigantesche. In pochi secondi, probabilmente per l’effetto esplosivo di alcune scosse sismiche, si ruppe un grande pezzo dell’isola che precipitò in mare disperdendosi nel fondo dell’oceano. Come una grande ferita, apparve l’impressionante anfiteatro della Valle del Golfo. E’ difficile immaginarsi una frana di più di 300 km3, un volume corrispondente cento volte a quella del vulcano St. Helens. Si pensa che l’onda di “tsunami” prodotta dallo smottamento di El Golfo dovette superare i 100 metri di altezza ed è più che probabile che i suoi effetti abbiano interessato le coste americane. Pur essendo trascorsi più di 200 anni dall’ultima eruzione, El Hierro presenta la maggiore densità di vulcani delle Canarie, con più di 500 coni a cielo aperto ed altri 300 coperti da colate successive. Benchè le grotte ed i tubi vulcanici dell’isola debbano ancora essere studiati esaurientemente, se ne sono già potuti catalogare circa 70. Alcuni di questi sono molto significativi per la bellezza delle loro stalattiti o per la loro estensione, come nel caso della Cueva di Don Justo, una delle più lunghe al mondo, il cui insieme di gallerie supera i 6 km. Attualmente è chiusa allo scopo di proteggere un endemismo della grotta.”  Il vulcano El Hierro ha 250 crateri e non entra in eruzione dal 1793; se dovesse risvegliarsi, come ha riferito Juan Manuel Santana, capo della sicurezza delle Canarie, sara’ necessario allontanare tutti i 10 mila residenti dell’isola.
Secondo IGN, che ha eseguito le misurazioni con i dispositivi GPS, l’isola si è “gonfiata” di 4 pollici (10 cm) dall’inizio della crisi sismica, che viene interpretato come un’ulteriore prova che la lava sta salendo in superficie, in espansione al suolo. Ha anche aumentato la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera de El Hierro. In particolar modo quello che sembra più sollecitato al momento pare essere il fianco S-SW del vulcano.
Fig.: Composizione di un cono vulcanico dell’isola. Rif.:http://i1234.photobucket.com/albums/ff408/shoopconil/volcanesdecanarias.jpg
Di conseguenza, ho deciso di fare 3 grafici per comprendere meglio il fenomeno che sta accadendo attorno all’isola di El Hierro. I dati vanno dal 29 settembre scorso ad oggi. Ho effettuato semplicemente la media aritmetica di entrambe le variabili che ho preso in considerazione, proprio per cercare di analizzare al meglio il movimento del magma nel sottosuolo.
Il primo grafico Ã¨ relativo alla profondità delle scosse:
Il secondo, invece, tratta la magnitudo delle scosse:
Il terzo infine, che deve essere analizzato assieme al grafico relativo alla magnitudo, rappresenta la frequenza o meglio il numero delle scosse nello stesso lasso temporale:
Come si nota dai grafici, la situazione ha preso una piega diversa proprio dal 6 ottobre in avanti quando la profondità delle scosse è cominciata a scendere in modo costante, mentre negli ultimi 2 giorni abbiamo avuto un numero sempre inferiore di scosse. Inoltre è interessante vedere come il 9 ottobre la profondità delle scosse è calata drasticamente, indice di nuovi colpi di scena. Per di più l’8 ottobre alle 20:34 UTC c’è stata una scossa di particolare intensità (Mw 4.0) a 13 km di profondità, risultando, quindi, essere la scossa più forte dall’inizio della crisi. Questo terremoto probabilmente ha aperto un piccolo spiraglio nel cono vulcanico. Prova di tutto ciò è stata la mattinata odierna in cui sono aumentati i tremori armonici, indice evidente del fatto che c’era magma e gas prodotto da essa in risalita vicino alla superficie. E’ stato da poco ufficializzato anche dal governo delle Canarie una fuoriuscita di gas e fluidi a circa 7 km dalla costa e a 1 km circa di profondità.
Al momento non è ancora certo se c’è stata o meno una vera e propria eruzione sottomarina, infatti nell’ultimo sorvolo degli elicotteri di controllo ad infrarossi ed altre attrezzature , non risulta ancora nulla. Probabilmente si tratta di una fessura di sfogo, il che potrebbe anche essere un “bene” in quanto potrebbe far sfogare la pressione in maniera graduale ed evitare così un’esplosione nella caldera dell’isola. Al momento, quindi, tutte queste sono solo congetture. Certamente la paura che ci possa essere un mix di acqua e lava (per capirci in stile Krakatoa) è forte. Ovviamente nei prossimi giorni ne sapremo molto di più di questo temibile vulcano.


Daniele Gallo


Letto su:http://daltonsminima.altervista.org/?p=16396

Scoperta una antica citta' Greca sommersa come Atlantide

Un'antica città greca sommersa, risalente all'età epica di Omero, risorge dal fondo dell'Egeo.
Usando attrezzature per il rilievo sottomarino e software per la ricostruzione, gli archeologi e gli esperti informatici si sono uniti per rilevare e ricreare digitalmente un porto dell'Età del Bronzo che fu sonmerso 3000 anni fa, dalla stessa improvvisa risalita delle acque del Mar Mediterraneo che causò la fine di Atlantide.

E' la prima volta che una città sommersa è stata interamente rilevata e riprodotta in 3D in maniera realistica.
L'intera città, che copre venti acri (una decina di etttari) è stata rilevata ad altissima risoluzione, con un margine d'errore inferiore ai tre centimetri.


Il rilievo è stato condotto da un gruppo archeologico dell'Università di Nottingham e sarà presentato in uno speciale documentario della BBC Two documentary, la sera di sabato 8 ottobre.
Non si conosce nulla su questa città, né il nome né la sua importanza o la struttura politica. Si pensa che fosse fiorente nel periodo tra il 2000 e il 1200 a.C., con un forte sviluppo nei due secoli compresi tra il 1700 e il 1500 a.C., e fu forse abbandonata prima del 1100 a.C., perché il libello del mare, salendo repentinamente, ne causò la sommersione.
Si pensa che, all'epoca del massimo sviluppo, la città fosse un satellite commerciale o politico della civiltà minoica cretese (e quindi di Atlantide?), poiché Creta si trova solo 80 miglia a sud.
Potrebbe anche essere stata una delle città importanti del Regno di Laconia (la Sparta dell'era micenea), lo stato che nella leggenda omerica fu retto dal re Menelao, marito di Elena, che scatenò la guerra di Troia.

Certamente il sito fu una città fiorente con circa 2000 abitanti, intorno al 1200 a.C.
Condotto dagli archeologi marini Jon Henderson dell'Università di Nottingham (Underwater Archaeology Research Centre), il rilievo ha localizzato molti edifici, sei strate principali, luoghi religiosi con altari e tombe.
L'intera città giace a quattro metri di profondità sotto le acque dell'Egeo, lungo la fascia costiera del Peloponneso.
Al centro della città c'era una piazza di 40 x 20 metri. Le case avevano sino a dodici stanze. Un edificio più grande conteneva anche magazzini e dispense di cibo.
La città fu sommersa a causa d'una serie di terremoti.
"I rilievi della città sono stati un'operazione veramente unica. Si tratta d'uno dei pochi posti della terra in cui, come archeologo marino, puoi letteralmente nuotare tra le vie di una antica città sommersa e andare a visitare una tomba sott'acqua, " ha detto il Dr. Henderson.
"Le informazioni dettagliate che abbiamo archiviato ci forniscono una visione dettagliata, senza precedentim di che cosa fosse una città micenea dell'Età del Bronzo, " ha aggiunto.
City Beneath the Waves: Pavlopetri, BBC Two, Sunday, 9 October, 8pm

El Hierro e' in corso una eruzione sottomarina!

10 ottobre 2011-Ad El Hierro sarebbe in corso una eruzione sottomarina Quattro navi hanno allertato le autorità marittime dell'esistenza di attività vulcanica, a quattro miglia a sud di La Restinga (El Hierro) e circa 500 metri di profondità.

Come riportato da Reuters, gli ultimi dati raccolti dalle stazioni del Nazional Geological Survey, sull'isola di El Hierro suggeriscono che sia in corso una eruzione sottomarina fino a 2.000 metri di profondità nel mare , secondo fonti del team CSIC dell'isola.
Inoltre, le autorità locali hanno sospeso tutti i traghetti dell'isola.


http://www.canarias7.es/articulo.cfm?id=232777

Cernobjl: l'inferno e' sulla terra guarda il reportage fotografico!

Il disastro di Cernobyl Avvenne il 26 aprile 1986 alle ore 1:23:00 presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata a 3 km da Pripjat' e a 18 km dalla città Černobyl', in Ucraina, 16 km dal confine con la Bielorussia.Ci vollero 3 giorni prima che tutta la citta' di Cernobyl venisse evacuata per l'eccessivo tasso radioattivo molti poco dopo morirono per l'esposizione alle radiazioni.Oggi gli unici abitanti della citta' sono cervi e lupi,una serie di foto dimostrano Cernobyl dopo anni dal disastro nucleare e di cosa sia stato capace di fare l'uomo su questo pianeta.


L'ingresso della citta' di Pripjat


Questo e' l'ingresso della citta' di Pripjat che era a 3 km dall'impianto di cernobjl dove abitavano la maggior parte degli operai che lavoravano nella centrale nucleare.

Il ponte della morte


Dopo l'esplosione del reattore 4 la gente di Pripyat accorreva sul ponte della ferrovia, appena fuori della città per avere una buona visione del reattore e vedere cosa fosse successo.



Le Scuole
















Il luna park di Pripyat








L'ospedale






La piscina





Gli edifici








Ecco i livelli di radioattivita' a 400 metri di distanza dal reattore la radiazione media in una zona non contaminata dovrebbe essere intorno ai 0,010 rt/m2.




Fonte



La classifica dei posti piu' radioattivi del pianeta!


Non solo luoghi ormai considerati apocalittici, ma anche posti apparentemente incontaminati figurano in questa inquietante classifica dei dieci luoghi più radioattivi del pianeta. Tra essi anche il Mar Mediterraneo.
5 ottobre 2011 - Antonella Recchia
Fonte: brainz.org
nuclear fireball 
Nonostante il terremoto del 2011 e le preoccupazioni per Fukushima abbiano riportato la minaccia della radioattività di nuovo nella coscienza pubblica, molte persone non si rendono ancora conto che la contaminazione è un pericolo che riguarda tutto il mondo. I radionuclidi figurano tra le prime sei minacce tossiche, come indicato da un rapporto del 2010 del Blacksmith Institute, una organizzazione non governativa che si occupa di inquinamento. Potreste restare sorpresi dalla posizione di alcuni dei luoghi più radioattivi al mondo – e quindi dal numero delle persone che vivono nel terrore per gli effetti che le radiazioni possono avere su di loro e sui loro figli.


10. Hanford, USA 
hanford site waste 
Il sito di Hanford, a Washington, era parte integrante del progetto di bomba atomica degli USA, avendo prodotto plutonio per la prima bomba nucleare e per la bomba “Fat Man”, usata a Nagasaki. Durante la Guerra Fredda, il sito intensificò la produzione, fornendo plutonio per la maggior parte delle 60.000 armi nucleari americane. Anche se dismesso, contiene ancora due terzi del volume delle scorie altamente radioattive del paese – circa 53 milioni di litri di scorie liquide, 25 milioni di metri cubi di rifiuti solidi e 200 chilometri quadrati di acque contaminate al di sotto dell’area, che lo rendono il sito più contaminato degli Stati Uniti. La devastazione ambientale di quest’area dimostra che la minaccia della radioattività non è semplicemente qualcosa che può arrivare con un attacco missilistico, ma può nascondersi nel cuore del proprio stesso paese.

9. Il Mediterraneo
Sardegna 
Da anni, la ‘Ndrangheta è accusata di aver usato il mare come un luogo comodo per sversare rifiuti pericolosi – scorie radioattive comprese – tariffando il sevizio e intascando i profitti. Legambiente sospetta che circa 40 navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi siano scomparse nelle acque del Mediterraneo dal 1994. Se queste accuse fossero vere, dipingerebbero il quadro preoccupante di un quantitativo sconosciuto di scorie nucleari nel Mediterraneo il cui vero pericolo sarà davvero compreso quando le centinaia di barili si deterioreranno o se in qualche modo dovessero aprirsi. La bellezza del Mar Mediterraneo potrebbe davvero nascondere una catastrofe ambientale in corso.

8. La costa somala 
somalia barrel toxic
L'organizzazione mafiosa italiana appena citata non ha condotto i suoi loschi affari solo nei propri confini. Vi sono anche accuse che le acque e il suolo somalo, non protetti dal governo, siano stati usati per l’affondamento o l’interramento di scorie nucleari e metalli tossici – tra i quali 600 barili di rifiuti tossici e nucleari, e rifiuti ospedalieri radioattivi. Infatti, secondo il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, i barili arrugginiti contenenti scorie trascinati sulle coste somale durante lo Tsunami del 2004 sarebbero stati scaricati in mare già negli anni ’90. La Somalia è un'anarchica terra desolata, e gli effetti di queste scorie sulla popolazione impoverita potrebbero essere addirittura peggiori di ciò che questa gente ha già sperimentato.

7. Mayak, Russia 
mayak nuclear
Il complesso industriale di Mayak, nel nord-est della Russia, ha un impianto nucleare da decenni, e nel 1957 è stato teatro di uno dei peggiori incidenti nucleari del mondo. Fino a 100 tonnellate di scorie radioattive furono rilasciate in seguito ad una esplosione che contaminò un’area enorme. L’esplosione è stata tenuta segreta fino agli anni ’80. A partire dagli anni ’50, le scorie della centrale venivano scaricate nell’area circostante e nel Lago Karachay. Ciò ha portato alla contaminazione della riserva d’acqua sulla quale migliaia di persone fanno affidamento ogni giorno. Gli esperti ritengono che Karachay è forse il luogo più radioattivo del mondo, e oltre 400.000 persone sono state esposte alle radiazioni provenienti dall’impianto in seguito a diverse serie di incidenti accaduti – tra i quali incendi e micidiali tempeste di sabbia. La bellezza naturale del Lago Karachay nasconde i suoi inquinanti mortali, e i livelli di radiazione nei punti in cui le scorie radioattive scorrono nelle sue acque sono sufficienti ad uccidere un uomo nell’arco di un’ora.

6. Sellafield, UK 
sellafield
Situata sulla costa occidentale dell’Inghilterra, Sellafield era originariamente una struttura che produceva plutonio per le bombe nucleari, ma in seguito si è indirizzata verso l’ambito commerciale. Sin da quando è diventata operativa, centinaia di incidenti si sono verificati nell’impianto, e circa due terzi degli edifici stessi sono ora classificati come rifiuti nucleari. L’impianto rilascia giornalmente qualcosa come 8 milioni di litri di scorie contaminate nel mare, rendendo il Mare d’Irlanda il mare più radioattivo del mondo. L’Inghilterra è famosa per le sue distese verdi e per i suoi paesaggi ondulati, ma, annidata nel cuore di questa nazione industrializzata c’è una struttura tossica, soggetta ad incidenti, che vomita scorie pericolose negli oceani del mondo.

5. Complesso Chimico Siberiano, Russia 
Siberia
Mayak non è l’unico sito contaminato in Russia; la Siberia ospita un complesso chimico che contiene scorie nucleari accumulatesi per oltre quattro decadi. I rifiuti liquidi sono accantonati in piscine non coperte e container mal tenuti conservano oltre 125.000 tonnellate di rifiuti solidi, mentre lo stoccaggio sotterraneo è potenzialmente a rischio di perdita nelle acque sotterranee. Pioggia e vento hanno diffuso la contaminazione nella natura e nella zona circostante. Vari incidenti minori hanno portato alla perdita di plutonio e ad esplosioni che hanno diffuso radiazioni. Sebbene il paesaggio innevato abbia un aspetto puro ed immacolato, i fatti parlano chiaro sui veri livelli di inquinamento riscontrati nell’area.

4. Il Poligono, Kazakistan 
kazakhstan map
Un tempo, luogo dove l’Unione Sovietica effettuava i suoi test atomici, oggi quest’area fa parte del nuovo Kazakistan. Il sito fu destinato al progetto per la bomba atomica sovietica a causa del suo status di area “disabitata” – a dispetto del fatto che vivessero nell’area 70.000 persone. In questa struttura l’URSS fece detonare la sua prima bomba atomica; il luogo detiene il record di maggior concentrazione di esplosioni nucleari al mondo: 456 test nell’arco di 40 anni dal 1949 al 1989. Mentre gli esperimenti condotti nella struttura – e il loro impatto in termini di esposizione alle radiazioni – furono tenuti segreti dai sovietici fino alla chiusura della struttura nel 1991, gli scienziati calcolano che la salute di 200.000 persone sia stata direttamente danneggiata dalle radiazioni. Il desiderio di distruggere paesi stranieri ha portato allo spettro della contaminazione nucleare che incombe sulla testa di coloro che una volta erano cittadini dell’URSS.

3. Mailuu-Suu, Kirghizistan
mailuu-suu
E’ considerato uno dei dieci siti più inquinati della Terra dal rapporto del Blacksmith Institute del 2006. Le radizioni a Mailuu-Suu non derivano da bombe nucleari o da centrali, ma dall’estrazione dei materiali necessari ai processi che queste comportano. L’area ospitava una struttura di estrazione e lavorazione dell’uranio; oggi restano 36 discariche di scorie di uranio – oltre 1, 96 milioni di metri cubi. La regione è anche a rischio sismico, ed una qualsiasi rottura del contenimento potrebbe scoperchiare il materiale o causare la caduta delle scorie nei fiumi, contaminando l’acqua utilizzata da centinaia di migliaia di persone. Questa gente potrebbe non dover mai vivere il pericolo di un attacco nucleare, ciononostante, hanno buone ragioni di temere una pioggia radioattiva ogni volta che la terra trema.

2. Chernobyl, Ucraina 
chernobyl disaster
Teatro di uno dei più gravi e nefandi incidenti nucleari del mondo, Chernobyl è ancora fortemente contaminata, nonostante il fatto che ora ad un piccolo numero di persone sia consentito stare nell’area per un periodo limitato di tempo. Il famoso incidente provocò l’esposizione alle radiazioni per oltre 6 milioni di persone, mentre le stime riguardo al numero dei morti causati dal disastro di Chernobyl vanno dai 4.000 a addirittura 93.000. L’incidente rilasciò 100 volte più radiazioni delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. La Bielorussia ha assorbito il 70 per cento delle radiazioni, e da allora i suoi abitanti devono confrontarsi con un aumento dell’incidenza dei tumori. Ancora oggi, la parola Chernobyl evoca immagini orribili di sofferenza umana.

1. Fukushima, Giappone 
fukushima reactor
Le tragedie del terremoto e dello tsunami del 2011 hanno distrutto case e vite umane, ma gli effetti della centrale nucleare di Fukushima rappresentano forse il pericolo più duraturo. Il peggior incidente nucleare dopo Chernobyl ha causato la fusione del nocciolo di tre dei sei reattori, perdita di materiale radioattivo nell’area circostante e nel mare, rilevato fino a 200 chilometri dall’impianto. Siccome l’incidente e le sue conseguenze sono ancora in corso, non si conosce ancora la reale portata dell’impatto ambientale. Il mondo sentirà ancora gli effetti di questo disastro nelle generazioni a venire.

Letto su:http://olivieromannucci.blogspot.com/


 


Post più popolari

AddToAny