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Ancora moria di massa di pesci,stelle marine e conchiglie lungo le coste della Florida

1 Dic. 2011 - Una nuova moria di fauna marina viene segnalata negli Stati Uniti, secondo il parere degli esperti da attribuire ad una abnorme fioritura che ha originato una marea rossa che sta facendo sentire il suo effetto sulle spiagge del sud-ovest della Florida. Infatti, decine di pesci morti sono già naufragati su Sanibel Island. La spiaggia è piena di pesci morti, granchi e conchiglie."E 'davvero inquietante vedere questo spettacolo sulla spiaggia", ha detto un turista Krystal Ferrell, che era in Sanibel Island Martedì. "Abbiamo trovato un sacco pesci stelle marine e conchiglie lungo la riva che emettevano un odore nauseabondo-

Sanibel island non e' l'unico posto dove sono stati osservati gli effetti della marea rossa. segnalazioni di pesci morti sono state riportate a Bonita Beach nella Contea di Lee, così come A Barefoot, Tigertail e Conner Park di Collier County. Gli esperti dicono che secondo l'ultima immagine satellitare la marea rossa e' a circa 25 miglia al largo e si estende per circa 40 miglia di lunghezza.Si tratta di fioritura molto intensa che dovrebbe diminuire con l'abbassamento della temperatura oceanica le autorita' stanno sconsigliando di venire a contatto con i pesci morti rinvenuti lungo le spiagge.

Creato in laboratorio una variante del virus H5N1 che puo' uccidere meta' della popolazione mondiale!

MILANO - I ricercatori dell'Erasmus Medical Centre di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviariaH5N1 in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando, così, una pandemia

Gli scienziati, guidati dal virologo Ron Fouchier, hanno scoperto che bastano cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria (che finora ha ucciso 500 persone nel mondo) in un agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale. La sua elevata capacità di diffusione è stata dimostrata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell'uomo.
LE RICERCHE - Le ricerche di Fouchier fanno parte di un più ampio programma mirato a una maggiore comprensione dei meccanismi di funzionamento del virus H5N1. È stato lo stesso virologo ad ammettere che la variante geneticamente modificata è uno dei virus più pericolosi che siano mai stati prodotti. Un altro gruppo di virologi dell'Università del Wisconsin in collaborazione con l'Università di Tokyo è arrivato a un risultato simile a quello di Fouchier.




LE POLEMICHE SULLA PUBBLICAZIONE - Ora il dibattito è se pubblicare o no la ricerca. Molti scienziati sono infatti preoccupati dalla possibilità che, in mani sbagliate, il virus potrebbe trasformarsi in un'arma biologica. Negli Stati Uniti le polemiche sono roventi. Thomas Inglesby, scienziato esperto di bioterrorismo e direttore del Centro per la Biosicurezza dell’Università di Pittsburgh è categorico. «È solo una cattiva idea quella di trasformare un virus letale in un virus letale e altamente contagioso. È’ un’altra cattiva idea quella di pubblicare i risultati delle ricerche che altri potrebbero copiare». Critico anche Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University in New Jersey: «Questo lavoro non andava fatto». Pubblicare lo studio però, come sostiene lo stesso Fouchier, aiuterebbe la comunità scientifica a prepararsi a una pandemia di H5N1. Sulla stessa linea d'onda l'italiano Fabrizio Pregliasco, virologo all'Università di Milano: «Non pubblicare lascerebbe i ricercatori al buio su come rispondere a un focolaio. Lo scambio di conoscenze è fondamentale per prevedere la reale gravità di una pandemia. L'aviaria era sì una "bestia" nuova, ma non apocalittica. Con un maggiore scambio di conoscenze la diffusione di informazioni sarebbe stata più precisa e meno allarmistica».- Corriere.it
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La Calabria si frantuma in ‘microblocchi’ La scoperta è dell’Ingv di Roma e dell’Università di Padova


Nell’ultimo milione di anni piccole parti della crosta terrestre che fanno parte del blocco calabro hanno infatti fatto registrare una rotazione antioraria, dettaglio importante e sconosciuto che mostra come la regione si sposti verso lo Ionio e non verso i Balcani come il resto dello Stivale

Roma, 29 novembre 2011 - La Calabria si sta frantumando in ‘microblocchi’. Nell’ultimo milione di anni (un tempo geologicamente molto recente) piccole parti della crosta terrestre che fanno parte del blocco calabro hanno infatti fatto registrare una rotazione antioraria, un dettaglio importante e sinora sconosciuto che dimostrerebbe come la Calabria - a differenza dello ‘Stivale’ italiano - si starebbe spostando verso lo Ionio e non verso i Balcani.

La scoperta è frutto di recenti studi dell’Ingv di Roma e dell’Università di Padova ed è stata pubblicata dalla rivista ‘Geological Society of America Bulletin’. Nell’area collinare compresa tra le cittadine di Crotone e Catanzaro, sulle splendide coste del mar Ionio, grazie a rilievi paleo magnetici sono state individuati quattro blocchi di crosta terrestre che hanno subito distinti movimenti rotazionali: due di essi hanno subito una rotazione antioraria avvenuta negli ultimi 1,2 milioni di anni, altri due una rotazione oraria.

E’ la prima volta che sono stati identificati blocchi a rotazione antioraria nella Calabria, che in base a vari altri studi paleomagnetici sembrava aver ruotato in senso orario come un unico blocco rigido tra 1 e 2 milioni di anni fa.

“I movimenti da noi ricostruiti - dice Fabio Speranza, dell’Ingv - sono molto recenti, perché sono stati osservati su sedimenti che hanno solo 1,2 milioni di anni. Questo ci fa ipotizzare che queste rotazioni possano essere ancora attive oggi, e legate ad alcune faglie trasversali che stanno ulteriormente frammentando la ‘microplacca’ della Calabria”.

“Già sapevamo in realtà da altri studi geofisici che la parte della penisola italiana che si muove verso i Balcani non comprende la Calabria, che ha un movimento più complesso e si muove in parte verso lo Ionio. Il nostro studio - sottolinea Speranza - mostra che anche all’interno della Calabria non c’è un movimento omogeneo. E’ la dimostrazione ulteriore che il Mediterraneo è un vero puzzle, composto di ‘tessere’ crostali anche piccolissime, che probabilmente non abbiamo ancora identificato del tutto”.
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/11/29/628697-studio_calabria_frantuma_microblocchi.shtml


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Sconvolgimento geologico in Oklahoma,un enorme voragine si forma improvvisamente in un campo

30 Novembre 2011 - Un nuovo sconvolgimento geologico questa volta negli USA e precisamente nello stato dell'Oklahoma.Gli esperti dicono che non e' legato al recente incremento sismico che ha interessato la zona,ma sta di fatto che un enorme voragine (sinkhole) e' apparsa in un campo durante la notte delle dimensioni di 40 metri di diametro e profondita' perfettamente rotonda e sembrerebbe in crescita giorno dopo giorno.Il proprietario del campo ha affermato di essere stato fortunato che il sinkhole si sia formato in un punto lontano ala sua abitazione che ci sarebbe entrata dentro tutta!
http://thelastsigns.blogspot.com/2011/11/massive-sinkhole-appears-overnight-in.html

Recentemente per indicare fenomeni di sprofondamento di qualsivoglia genere viene sempre più spesso utilizzato, da esperti del settore e non, il termine "sinkhole", che ha quasi del tutto sostituito altri termini più specifici, (dolina, camino di collasso, sprofondamento, limesink, cenotes, pozzo carsico, loess karst, voragine) generando una notevole confusione terminologica.
Il termine sinkhole (che tradotto letteralmente significa “buco sprofondato”) è stato introdotto per la prima volta da Fairbridge (1968) per indicare una depressione di forma sub-circolare dovuta al crollo di piccole cavità carsiche sotterranee, sinonimo dunque didolina (doline).
Successivamente il termine è stato ripreso da alcuni Autori (Monroe, 1970; Jennings, 1985; White, 1988 ed altri) ed affiancato da un attributo che ne chiariva la genesi: sono stati distinti così tra i fenomeni carsici fenomeni di solution sinkholecollapse sinkhole esubsidence sinkhole (coincidenti con i termini di solution doline, collapse doline, subsidence doline introdotti da Cramer, 1941 e successivamente utilizzati anche da Castiglioni nel 1986 in Italia e da molti altri Autori, dolina di soluzione normale, dolina di crollo, dolina alluvionale, dolina di subsidenza in roccia).
Attualmente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il termine sinkhole viene usato frequentemente e definisce una qualunque cavità nel terreno di forma non più necessariamente sub-circolare, apertasi per cause antropiche o per motivi diversi.
In Italia il termine sinkhole è stato introdotto, a partire dagli anni novanta, per indicare un tipo particolare di sprofondamento, con forma sub-circolare, ma di genesi incerta.
Successivamente anche in Italia il termine è stato usato secondo l’accezione anglosassone, sinonimo dunque di sprofondamento s.l., di dolina, di sprofondamento antropico, e di “camino di collasso”.
Il termine sinkhole nella letteratura italiana indicava, in principio, ampie e profonde depressioni di forma sub-circolare con diametro e profondità variabili da pochi metri a centinaia di metri, a pareti sub-verticali che si aprono rapidamente in terreni a granulometria variabile. 
Questi tipi di sprofondamenti sono quasi sempre colmati da acque, spesso mineralizzate, formando laghetti e specchi d’acqua; sono caratterizzati da subsidenza che può localmente essere dovuta a presenza di sorgenti.
Tali fenomeni sono localizzati in genere su allineamenti tettonici lungo i quali spesso si evidenziano anomalie di fluidi; la continua erosione delle pareti del camino provoca il progressivo colmamento della voragine, un aumento del diametro e nello stesso tempo una diminuzione della profondità dello specchio d’acqua se presente.
La formazione di questi fenomeni è improvvisa, può essere realizzata in un evento unico o in più eventi con progressivo cedimento delle pareti.
Si è constatato che la maggior parte di tali fenomeni è dovuta ad una serie di cause, di cui si parlerà in seguito, ma ruolo importante assumono i processi di risalita, sifonamento e erosione dal basso.
I meccanismi di erosione dal basso potrebbero essere assimilati a processi di suffosione profonda (deep piping), definiti da Castiglioni (1986) come effetti meccanici dello scorrimento sub-superficiale (in questo caso però il movimento sarebbe profondo) dell’acqua nel terreno (con dimensioni granulometriche dalle argille alle ghiaie), che si realizza quando quest’ultimo è crepacciato o poroso e quando l’acqua abbondante e con pressione elevata riesce a trovare vie di scorrimento in cui passare con velocità abbastanza sostenuta. Il passaggio dell’acqua provoca l’erosione di materiale e la formazione di canalicoli e di condotti tubolari lungo le linee idrauliche di flusso. Quest’ultimo fenomeno viene indicato nella letteratura anglosassone con il termine piping.
Sprofondamenti in cui è stata accertata la presenza di meccanismi di questo tipo possono venire definiti, aggiungendo un attributo al termine per specificarne la genesi: piping sinkhole.

El Hierro: video di pezzi di lava galleggiante sulla superficie del mare




30 Novembre 2011 - El Hierro - Continua l'attivita sismica e vucanica sull'isola spagnola delle Canarie,una delle bocche sottomarine sta facendo apparire sulla superficie de mare pezzi di lava incandescente galleggianti.
El Hierro,e' una isola di 278,5 km2, si trova all'estremo sud-ovest delle CanarieLe origini risalgono circa 100 milioni di anni. Dopo tre eruzioni successive, e conseguenti accumuli, l'isola emerse dal mare come una piramide triangolare imponente coronata da un vulcano di oltre 2.000 metri di altezza. L'attività vulcanica ha portato alla continua espansione dell 'isola. Circa 50.000 anni fa, a seguito di scosse sismiche che produssero frane enormi, un pezzo gigante dell'isola  si schianto' nell'oceano. Questa frana di oltre 300 km3 diede origine al suggestivo anfiteatro di El Golfo valle ed ad uno tsunami di 100 metri di altezza che probabilmente, raggiunse la costa americana.
http://terrarealtime.blogspot.com/2011/07/sciame-sismico-nelle-isole-canarie.html

 


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