Perché ci incantiamo?


Essere in uno stato incantato è come un vuoto senza tempo, secondi, minuti, ore senza nessuna percezione… e nessun pensiero.

Lo sguardo è fisso su qualcosa ma non arriva mai all’oggetto, si perde prima e si resta incantati.

Si tratta di una pausa che il cervello ogni tanto si prende, una vera assenza del pensiero: uno stato meditativo spontaneo. Molti credono sia complicato raggiungere un simile vuoto mentale, eppure accade naturalmente.

Ogni tecnica, ogni esercizio ha solo questa funzione: creare la condizione perché questo “vuoto” accada. La meditazione in realtà è solo questo, una pausa nel vuoto ed è ingannevole pensare di “fare la meditazione”; sarebbe corretto dire che si esegue un esercizio per favorire la meditazione.

Per favorire questo stato si può anche utilizzare una candela accesa che viene posta all’altezza degli occhi: lo sguardo invece di fissare la fiamma si perde prima, mentre l’attenzione viene posta sul respiro. È possibile e particolarmente bello utilizzare l’azzurro del cielo per lo stesso esercizio, sdraiati su di un prato, o sulla spiaggia lasciando che lo sguardo si perda nell’azzurro.

Col tempo e la pratica si scopre che non ci sarà più bisogno di chiudere gli occhi per cercare quello che c’è dentro; guardando fuori… il cielo è ovunque e ovunque possiamo trovare il nostro “vuoto senza tempo”.

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