L’accumulo di tossine nell’organismo è la vera causa del cancro

Errata alimentazione, cibo industriale, intolleranze, stress, conflitti emotivi, sedentarietà portano col tempo l’organismo a non essere più in grado di smaltire completamente le tossine, l’ambiente in cui vive la cellula si “inquina”, fino ad arrivare ad una condizione di “tossiemia”. In un ambiente intossicato, le cellule si indeboliscono, deperiscono, invecchiano precocemente e muoiono: si innescano allora meccanismi cellulari di sopravvivenza che sono le malattie e il cancro.


Di Dioni aka Riccardo Lautizi – dionidream.com

Le ricerche di laboratorio del Dott. Alexis Carrel hanno dimostrato che le cellule di tessuti animali, inserite in un ambiente in cui è garantita la presenza del nutrimento, sopravvivono solo pochi giorni se non è possibile la rimozione/espulsione degli scarti metabolici e possono vivere idealmente in eterno se gli scarti vengono espulsi correttamente.



Il cancro, si dice, nasce e si sviluppa in un punto sottoposto a una «irritazione cronica». E’ spiacevole che, nello studio dell’evoluzione del cancro, non si pensi mai ad identificare le cause che hanno portato a tale irritazione cronica.

Ogni cattiva abitudine, mentale o fisica, riduce la riserva di energie nervose, comportando così ilrallentamento delle funzioni di eliminazione e, conseguentemente, la ritenzione e l’accumulo di residui delle cellule dell’organismo, causa ditossiemia.
Quando la tossiemia raggiunge un tasso elevato, si produce una crisi dell’organismo (malattia acuta, febbre), mediante la quale esso mobilita le proprie energie per eliminare l’eccesso di residui.
Poiché la causa della tossiemia non viene mai eliminata, le crisi si susseguono, fin quando sfociano in una malattia cronica. Tutti i punti attraverso i quali il corpo elimina i suoi detriti vengono allora sottoposti a un’irritazione caratteristica.

Siccome le cattive abitudini non scompaiono e, conseguentemente, la tossiemia non diminuisce, i punti di eliminazione continuano a essere sottoposti ad irritazione anche dopo la sparizione dei sintomi.
Ogni raffreddamento aggrava l’irritazione, finché la stessa si trasforma in infiammazione. L’infiammazione aumenta, o sfocia in una ulcerazione. L’infiammazione cronica finisce per rendere duri i tessuti, creando uno stato d’indurimento. All’indurimento può seguire uno dei tre seguenti fenomeni: cancro, tubercolosi, varie malattie degenerative e paralizzanti, dette «malattie della vecchiaia», che hanno preso questo nome soltanto perché esse appaiono dopo una lunga evoluzione. L’ulcerazione del collo della matrice è la conseguenza di un catarro cronico di tale parte dell’organo; l’ulcerazione dell’intestino tenue è la conseguenza di un catarro intestinale cronico; l’ulcera gastrica è la conseguenza di una gastrite cronica. Le ulcere del naso sono la conseguenza di un catarro nasale cronico.

Nessuna affezione maligna lo è sin dall’inizio, e molti pazienti, se lasciati a se stessi, si ristabilirebbero prima dell’apparizione dei sintomi di malignità; ma il trattamento al quale vengono sottoposti finisce spesso per provocare una rapida trasformazione di un male benigno in male maligno incurabile.
Le masse cellulari anomale che costituiscono i neoplasmi traggono origine dal leggero aggravamento di uno stato di circolazione sanguigna già ostruita. La stessa cosa avviene per le iperplasie.
Il cancro è uno stato patologico caratterizzato dal restringimento graduale dei vasi sanguigni (dai quali tutte le cellule ricevono il proprio nutrimento) fino all’occlusione completa di tali vasi. Un neoplasma che si metta a «crescere» sul seno, perdegenerare nell’orrenda massa putrescente chiamata cancro, ha, così, un’origine molto semplice.

Quando un tumore ha una capsula spessa e resistente, che intralcia la sua crescita volumetrica, il suo contenuto tende a raggiungere una tale densità, che i capillari e le piccole arterie finiscono per risultare completamente ostruite. Il tumore si trova, cosi, sempre più tagliato fuori dal circuito sanguigno e finisce per morire di asfissia. Il nucleo del tumore entra allora in decomposizione, e ciò comporta un avvelenamento settico (un avvelenamento del corpo dovuto alle sostanze putride che passano ogni giorno dalla massa in decomposizione al resto del corpo). Questa setticemia cronica (setticemia: avvelenamento settico dei sangue) dà, a sua volta, seguito alla cachessia, che è lo stato in cui lo sviluppo cellulare dell’intero organismo viene cronicamente colpito dall’avvelenamento settico.

Quando il processo che abbiamo appena descritto si verifica in un tumore, lo si può chiamare cancro. La trasformazione di un tumore benigno in un tumore maligno è avviata dall’ostruzione del circuito sanguigno e dall’asfissia cellulare che ne consegue. A partire da questo momento, non esiste alcun fattore estrinseco al tumore, sia patologico, sia eziologico, che possa influire in qualche modo su di esso. L’indurimento delle ghiandole linfatiche vicino al tumore costituisce il primo segno della sua trasformazione maligna.

Come dice il dottor Tilden: «Che il cancro sia mortale, non ha nulla di particolarmente incomprensibile. Un cancro non è altro che sepsi, il prodotto mortalmente virulento della putrefazione dei tessuti, che si trova nelle ferite e nelle appendiciti mal curate, nella febbre puerperale nonché in molti altri risultati dell’incommensurabile e catastrofica ignoranza medica.».

Di Dioni aka Riccardo Lautizi – dionidream.com

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