La demenza sta diventando una epidemia

Pubblichiamo un importante articolo tratto da una testata mainstream. Fatta la tara di qualche luogo comune (l’età media che si allunga,l’attività fisica come panacea…) ed assurdità (che cosa c’entra il clima con l’inquinamento?), la ricerca compiuta nel Regno Unito conferma quanto asseriamo da almeno un quinquennio.


Si sta diffondendo un’epidemia silenziosa che sta colpendo molti più pazienti oggi di quanto avveniva vent’anni fa. È la demenza, che forse smetteremo di chiamare “senile”: si riscontra un preoccupante aumento dei casi precoci, soprattutto tra i quarantenni. Se, infatti, negli anni 90' del XX secolo la diagnosi si situava intorno ai sessant’anni, oggi la diagnosi di un principio di demenza avviene molto prima.

Una ricerca condotta presso la Bournemouth University ha lanciato l’allarme sul rischio, sempre più concreto, di ammalarsi in età adulta, in una fascia anagrafica pur sempre lontana dalla senilità, tenendo conto, tra l’altro, dell’allungamento della speranza di vita (che è una fola, n.d.r.). I principali responsabili di questa insorgenza precoce sono fattori ambientali, tra cui l’inquinamento atmosferico prodotto dagli scarichi degli aerei e delle auto.

“Il tasso di aumento in un tempo così ristretto induce a pensare ad una silenziosa, se non addirittura nascosta, epidemia, causata non solo dall’età, ma anche da fattori climatici, che rivestono il ruolo di maggiori responsabili”, commenta preoccupato Colin Pritchard, ricercatore presso l’ateneo dove è stata svolta la ricerca.

“I cambiamenti del clima negli ultimi vent'anni – ha poi aggiunto lo studioso – hanno registrato un aumento, nei vari ambiti della vita umana, di sostanze petrolchimiche (trasporto aereo, motoveicoli quadruplicati, insetticidi, campi elettromagnetici e così via). Con questo non vogliamo dire di dover fermare il mondo moderno, quanto piuttosto di renderlo più salubre”.

Il team di ricerca è arrivato alla conclusione che l’ulteriore anticipazione della diagnosi precoce di demenza è dovuta ad un miglioramento delle tecniche di prognosi e all’aumento dell’invecchiamento. È stato anche riscontrato che la mortalità per malattia è aumentata di molto, provocando un numero di decessi “virtualmente doppio” negli over 75.

Sempre più anziani, quindi, da curare e assistere: sarà questa una delle prossime sfide per le economie occidentali nel prossimo futuro e, in alcuni casi, già lo è. È un problema che riguarda da vicino l’Italia, dove – negli ultimi anni – la popolazione con capelli bianchi si è diffusa sempre di più (ed il trend non accenna ad arrestarsi). La ricerca ha inoltre impiegato come parametri di riferimento la mortalità per tumore e quella relativa a problemi cardiaci, mettendo in luce il fatto che la demenza si è sensibilmente estesa. [...]

L’indagine, che ha interessato venti paesi sviluppati in un arco di tempo di undici anni, mostra che la demenza è “sproporzionatamente aumentata” in alcuni stati occidentali in particolare, tra persone di età compresa tra i 45 ed i 74 anni, con le donne più esposte rispetto agli uomini.

I consigli per far fronte a questi dati allarmanti sono le consuete regole di buona salute: smettere di fumare, bere con moderazione, fare attività fisica (ma si consideri quanto osserva il Dottor Russell Blaylock, n.d.r.) e mangiare cibi sani e nutrienti, in primis frutta fresca e verdure (meglio, se non sono contaminate dai metalli delle chemtrails e da altri veleni, n.d.r.).

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