Nel corso di diverse esplorazioni nella giungla di Madre de Dios, 
l’avventuriero francese ha studiato le misteriose piramidi di Paratoari,
 conosciute anche come Piramidi di Pantiacolla, 12 monticcioli di circa 
150 metri di altezza, individuate per la prima volta dai satelliti della
 NASA negli anni Settanta.
La stessa spedizione è stata occasione anche per uno studio 
approfondito delle incisioni rupestri di Pusharo, segni incisi nella 
roccia considerati dagli esperti come i più importanti dell’Amazzonia.
Dopo la scoperta di una trentina di siti archeologici a nordi di 
Cuzco, rinvenuti tra il 2009 e il 2011, che comprendono numerose 
fortezze, sepolture cerimoniali e centri urbani composte da centinaia di
 edifici e strade, Thierry Jamin ha intrapreso l’esplorazione di Machu 
Picchu.
Alcuni mesi fa, nel corso dello studio del sito, Jamin e il suo team 
hanno fatto quella che pensano sia una scoperta archeologica più 
straordinaria dai tempi della scoperta della antica città Inca ad opera 
di Hiram Bingham nel 1911. La scoperta è avvenuta grazie ad una 
segnalazione di un ingegnere francese, David Crespy.
Nel 2010, mentre era in visita a Machu Pichu, Crespy notò la presenza
 di uno strano rifugio situato nel cuore della città, in fondo a uno 
degli edifici principali. L’ingegnere non ebbe dubbi: stata guardano una
 porta, una sorta di ingresso sigillato dagli Incas.
Nel mese di agosto 2011, lesse per caso un articolo sul quotidiano 
francese Le Figaro che parlava di Thierry Jamin e il suo lavoro in Sud 
America. Immediatamente decise di contattare l’esploratore francese.
Thierry ascoltò con attenzione il resoconto di Crespy, decidendo di 
voler verificare la storia andando direttamente sul posto. Accompagnato 
da un gruppo di archeologi dell’Ufficio Regionale della Cultura di 
Cusco, l’archeologo riusci a visitare il sito per diverse volte.
Le sue conclusioni preliminari furono inequivocabili: si trattava di 
un ingresso in una camera sconosciuta di Machu Pichu, che gli Incas 
avevano bloccato per una qualche ragione ignota.
Tra l’altro, Thierry si rese conto che il sito somigliava stranamente
 ai luoghi di sepoltura che lui e suoi compagni avevano individuato 
nelle valli di Lacco e Chunchusmayo.
La posizione della “porta” al centro di uno degli edifici principali 
della città, e che domina l’intera area urbana, ha portato Thierry a 
ipotizzare che possa trattarsi di una sepoltura di primaria importanza.
Le tradizioni inca e alcune cronache, come quella di Juan de 
Betanzos, sostengono che Pachacutec, l’imperatore considerato come il 
fondatore dell’Impero inca, sia sepolto proprio a Machu Pichu.
E’ possibile che il recinto funerario sia proprio il sepolcro dove 
riposa la mummia del nono sovrano del Tawantinsuyu (Impero Inca). Fino 
ad oggi, nessuna mummia della stirpe degli imperatori inca è mai stata 
trovata. Sarebbe una scoperta senza precedenti.
Al fine di confermare l’esistenza della cavità nel seminterrato del 
palazzo, a dicembre del 2011, Thierry e il suo team hanno presentato una
 richiesta ufficiale al Ministero della Cultura di Lima per effettuare 
delle indagini geofisiche con l’aiuto di strumenti per la risonanza 
elettromagnetica. Nell’aprile del 2012 il ministero ha dato il via 
libera agli archeologi.
Le indagini effettuate tra il 9 e il 12 aprile, non solo hanno 
confermato la presenza di una stanza sotterranea, ma addirittura di 
diversi ambienti! Appena dietro il famoso ingresso, è stata rilevata 
quella che sembra essere una scala.
Le risonanze hanno mostrato l’esistenza di due percorsi che sembrano 
portare alle varie aree del sotterraneo, tra cui una principale di forma
 quadrata.
Inoltre, il georadar ha rilevato una grande quantità di depositi di metallo, presumibilmente oro e argento.
Infine, l’uso di telecamere endoscopiche conferma l’ipotesi che i 
blocchi di pietra disposti all’ingresso dell’edificio hanno la sola 
funzione di nascondere e proteggere il passaggio e non a sostenere le 
strutture edilizie come si è sempre pensato. Ampi spazi vuoti lasciano 
ipotizzare l’esistenza di un misterioso corridoio.
Thierry Jamin e il suo team non avevano torto. Si tratta di una porta
 chiusa dagli Incas per nascondere qualcosa di molto importante. Questo è
 forse il principale tesoro archeologico di Machu Picchu. Tutto sembrava
 andare per il meglio e Thierry e il suo team si stavano preparando per 
il passo successivo: l’apertura dell’ingresso sigillato dagli Incas più 
di cinque secoli fa.
Il 22 maggio 2012, Thierry ha presentato una richiesta alle autorità 
peruviane per un nuovo progetto di ricerca archeologica (con scavo) per 
procedere con l’apertura delle camere. Ma con una risposta arrivata il 5
 novembre del 2012, il Ministero della Cultura di Lima, questa volte ha 
dato picche!
Evidentemente, la posta in gioco è molto alta. Si parla di una delle 
scoperte più importanti per l’archeologia del Sud America e non si fa 
fatica ad immaginare le pressioni degli archeologi locali che temono di 
farsi soffiare la scoperta da un europeo. Inoltre, si parla di grosse 
quantità di oro e di argento, fatto che ha spinto i funzionari 
governativi ad una riflessione più prolungata.
Ma Thierry Jamin, da buon esploratore, non si è perso d’animo e il 5 
dicembre 2012 ha presentato una nuova richiesta alle autorità peruviane,
 invitandole a riconsiderare la loro decisione. A questo punto, non 
possiamo fare altro che attendere!
Fonte: 
http://www.attiviamoci.it 

 
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