di Tony Cartalucci
L’isteria domina i titoli dei media occidentali riguardo allo “storico accordo sul nucleare raggiunto da Obama”, che giustifica il premio Nobel a lui “prematuramente attribuito” tanti anni fa. Quanti sono consapevoli dello stratagemma in corso sanno però che tale visione verrà inevitabilmente e completamente tradita da quanto di certo seguirà.
Il pubblico globale ricorderà senz’altro che in Siria, alle soglie dell’Iran, è attualmente in corso una guerra. L’unico scopo di questa guerra, organizzata e diretta dall’Occidente, alimentata con miliardi di dollari, armi e combattenti organizzati e raccolti in tutto il mondo dalla NATO e dai suoi alleati, è di distruggere il principale alleato regionale dell’Iran, prima di distruggere inevitabilmente lo stesso Iran. Se la guerra in Siria infuria ancora, possiamo stare certi che è ancora in corso anche la guerra per procura condotta contro l’Iran.
L’ “accordo sul nucleare”, come pianificato fin dall’inizio, è un trucco. L’Istituto Brookings infatti, a pagina 52 del suo rapporto del 2009, dal titolo: “Quale via verso la Persia?” spiegava:
“… qualsiasi operazione militare contro l’Iran risulterà probabilmente molto impopolare nel mondo, e richiederà un appropriato contesto internazionale: sia per assicurare il supporto logistico necessario all’operazione che per minimizzare gli effetti di ritorno. Il modo migliore per minimizzare l’infamia e massimizzare il supporto (seppur riluttante o segreto) è di colpire solo quando vi sarà la convinzione diffusa che agli iraniani sarà stata fatta un’offerta eccellente, che tuttavia avranno rifiutato: un’offerta così buona che solo un regime deciso ad acquisire armi nucleari per le ragioni sbagliate potrebbe rifiutare. In queste circostanze, gli Stati Uniti (o Israele) potrebbero fingere di intraprendere le loro operazioni con dispiacere, non con rabbia, e almeno una parte della comunità internazionale attribuirebbe la colpa agli iraniani, per aver rifiutato un ottimo accordo.”
Scritta anni fa, mentre gli USA, l’Arabia Saudita e Israele stavano già complottando di rovesciare la Siria vicina e alleata dell’Iran tramite Al Qaeda per indebolire la Repubblica Islamica prima dell’inevitabile guerra, questa citazione smaschera l’attuale messa in scena dell’ “accordo sul nucleare iraniano”.
L’Occidente non ha intenzione di stringere alcun accordo durevole con l’Iran, visto che la sua capacità nucleare, perfino nel caso di acquisizione di armi nucleari, non avrebbe mai rappresentato una minaccia esistenziale per i paesi occidentali o i loro partner regionali. Il problema che l’Occidente ha con l’Iran sta nella sua sovranità e nella sua capacità di proiettare i suoi interessi in sfere tradizionalmente monopolizzate dagli USA e dal Regno Unito in tutto il Medio Oriente. A meno che l’Iran intenda cedere la sua sovranità e influenza regionale, insieme al suo diritto di sviluppare e usare la tecnologia nucleare, il tradimento di qualsiasi “accordo sul nucleare” è del tutto inevitabile, come la guerra che presto ne seguirà.
Mostrare la doppiezza che accompagna gli “sforzi” occidentali di raggiungere un accordo comprometterà seriamente i loro tentativi di usare l’accordo come pretesto per giustificare operazioni militari contro l’Iran. Da parte loro, l’Iran e i suoi alleati devono essere pronti alla guerra, a maggior ragione quando l’Occidente fa finta di cercare la pace. La Libia è l’esempio perfetto del destino riservato alle nazioni disapprovate dall’Occidente che hanno abbassato la guardia: è letteralmente una questione di vita o di morte sia per i loro leader che per le nazioni nel loro complesso.
Fonte: Land Destroyer
Traduzione: Anacronista
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