Il governo maschera i dati economici per occultare il disastro del sistema Italia

di Luciano Lago - In Italia non finisce mai di stupire la strategia della menzogna adottata dal governo Renzi e iniziamo a domandarci quale sia il livello di consapevolezza di una opinione pubblica che riconosce al “fiorentino” un livello di consenso pari al 37%, secondo i sondaggi più accreditati.

In effetti questo è il risultato della prostituzione dei grandi giornali e delle TV agli interessi del PD (di cui sono megafono) e delle altre forze di governo, a loro volta strettamente subordinate alle centrali finanziarie sovranazionali che sono i veri poteri forti che dirigono il sistema Italia.

Quella della propaganda mediatica di TV e giornali è una vergognosa manipolazione delle informazioni che nasconde il disastro del paese e cerca ancora una volta di offrire all’opinione pubblica una immagine falsata dove si fa credere che sia in atto una ripresa economica (esibendo numeri truccati) e che addirittura ci sia un incremento dell’occupazione, grazie alle nuove forme di lavoro previste nel “Jobs Act” , il “prodigioso” strumento di adeguamento della legislazione sul lavoro prodotto dal renzismo.

Sono poi gli organismi indipendenti come l’Istat o l’OSCE che si incaricano di smentire clamorosamente i numeri del governo: non esiste alcun incremento dell’occupazione ma anzi l’Italia (assieme al Portogallo) è il paese dove l’occupazione è arretrata e la presunta ripresa economica è in realtà un finta ripresa (con lo 0,04% del PIL) che mette l’Italia in coda a tutti i paesi dell’area euro. Vedi: Infodata.il sole 24 ore

Questo però viene nascosto dai politici dell’area governativa che da circa 4 anni continuano a parlare caparbiamente di “luce in fondo al tunnel” a sprezzo del ridicolo.

In realtà l’Italia prosegue la sua corsa verso l’omologazione del mercato alle direttive trasmesse dalle centrali finanziarie di Bruxelles e Francoforte che prevedono sempre più privatizzazioni, flessibilità del lavoro, salvaguardia delle banche e condizioni favorevoli alle grandi concentrazioni, alle grandi multinazionali e castigo fiscale per le piccole e medie imprese, per gli artigiani, per gli agricoltori, le partite IVA ed il piccolo commercio. Le direttive che partono da Bruxelles sono riservate ma molto chiare per chi le riceve ed i politici al governo non devono interpretarle ma soltanto attuarle, che si chiamino Monti, Letta o Renzi.

Il “fiorentino” però, a differenza dei suoi predecessori, ha una certa abilità dialettica nel mascherare e nel fare proclami: riesce a convincere la casalinga, l’impiegato ed il pensionato. Lui continua sfacciatamente a sostenere che il problema dell’Italia siano le riforme da attuare, il debito pubblico e l’evasione fiscale, naturalmente quella del piccolo commerciante, del tappezziere, del pizzaiolo e del meccanico ma non quella delle grandi banche e l’elusione delle multinazionali che pagano cifre irrisorie nei paradisi fiscali grazie agli accordi presi a suo tempo con i personaggi come Jean C. Junker, oggi presidente della Commissione Europea.

L’indebitamento dello Stato italiano (al 132,5% e che segue in crescita), il grande problema dell’economia italiana, diventa piccola cosa quando si occulta che, nel grande quadro dell’economia mondiale, esistono entità finanziarie intoccabili e superiori a qualsiasi potere statuale, che dispongono di circa 50 volte il valore dell’intera economia mondiale (quella reale di beni e servizi), una spaventosa bolla speculativa che può scoppiare in ogni momento mandando a gambe all’aria Stati, nazioni e popoli senza alcuna eccezione.

Sono quelli i veri padroni del mondo, i poteri occulti dell’elite finanziaria globalista che impone le sue “regole” agli stati e nomina i suoi fiduciari nei grandi organismi internazionali, impone ai governi le proprie politiche, tuttavia di questi non si deve neppure parlare, ufficialmente non esistono e chi si ostina a parlarne viene tacciato di “complottismo” e di visionario. Sono argomenti esclusi dal dibattito politico ed economico che si rivolge su questioni più “terra terra”.

Gli esperti ci dicono che ci troviamo in una fase economica in cui i mercati vengono inondati dalla liquidità, è successo negli USA grazie alle politiche seguite dalla Federal Reserve ed accade in Europa grazie alla politica della BCE di Mario Draghi ed il suo quantitative Easing. Questo, dicono sempre gli esperti, dovrebbe favorire una ripresa dell’economia.
Sarà come dicono, eppure potrebbe sembrare paradossale che in realtà il principale problema dell’economia mondiale è quello che c’è in giro troppo denaro ed i governi non sanno come spenderlo, quando ne dispongono, come nel caso degli USA, del Regno Unito e del Giappone, questo per lo meno è quanto sostiene una analisi di economisti indipendenti.

Esiste un indice che dimostra chiaramente che l’economia globale sta messa male: quello dei tassi di interesse che non solo si trovano ad un livello eccessivamente basso ma che sono arrivati ad essere sotto zero, come si nota in alcuni grafici, come avviene ad esempio in Svizzera, dove si sono vendute emissioni a dieci anni ad un tasso negativo.
I tassi di interesse possono essere interpretati come il prezzo del denaro e questo dipende, come tutti i beni, dal bilanciamento tra domanda ed offerta. Adesso ci troviamo in un periodo di molta offerta (a livello internazionale) visto che le banche e alcuni Stati hanno accumulato quantità eccessive di denaro e molta poca domanda sui mercati mondiali, dato il fatto che che le principali economie (Europa, USA e Giappone) si trovano in fase di recessiva, inclusa la Cina. Vedi: Tassi negativi: quando la liquidità diventa un problema.

I governi come quello italiano che, al contrario del Giappone o del Regno Unito, non dispongono di una propria moneta, devono andare a battere cassa a Francoforte per farsela prestare dalle Banche private, dietro interessi, per sopperire alle proprie necessità di spesa pubblica. Il governo deve farsi approvare il bilancio dalle autorità di Bruxelles e sono queste (Commissione Europea) che stabiliscono preventivamente i capitoli di spesa previsti.

Il governo italiano si sa che ha rinunciato alla sua sovranità monetaria, l’ha ceduta all’Europa e non può quindi stampare una propria moneta o emetterla liberamente sul mercato, come farebbe qualsiasi altro Stato dotato di sovranità monetaria, perchè è vincolato (grazie ai trattati europei) da una moneta straniera, l’euro, che non gli appartiene. Neppure quando avrebbe un disperato bisogno di denaro per finanziare una ricostruzione ed un assestamento del territorio che frana da tutte le parti, con le autostrade che cadono a pezzi per assenza di manutenzione, con le scuole che subiscono crolli e gli scolari che vengono travolti da soffitti ed intonaci per errati lavori di ristrutturazione.

Ci sarebbe la necessità di un vasto piano di riassetto idrogeologico del territorio e di opere pubbliche su strade, ferrovie e scuole, come evidenziato dai tanti avvenimenti di cronaca, sopratutto al sud dove tutto cade a pezzi e le risorse pubbliche esistenti sono destinate soltanto a pagare lauti stipendi clientelari ai politici ed assessori regionali, alle migliaia di dipendenti di regioni ed enti pubblici ma non ai servizi di pubblica utilità.

Un piano di opere pubbliche sarebbe necessario anche per dare lavoro, con una disoccupazione che arriva oltre al 54% delle masse giovanili ma, in un momento di grande liquidità dei mercati, lo stato italiano non dispone di moneta, deve chiederla a prestito, attento a non sforare i parametri europei del 3% del bilancio, grazie alle norme fatte inserire in costituzione che, definire “folli”, sarebbe poco.

Piuttosto lo Stato italiano cerca di drenare risorse mediante la leva fiscale, divenuta ormai una vera “mannaia” che si abbatte sul lavoro e su ogni sorta di bene, dalle accise sui carburanti alle imposte sulle case, ai capannoni (una volta industriali), alle stalle, ai terreni agricoli, ai risparmi bancari e postali, ai negozi, alle officine ed anche le piccole imprese divenute una greppia da mungere. Questo produce un grande introito fiscale nel breve termine ma, nel lungo termine, la tendenza è quella della riduzione degli introiti fiscali in base alla famosa teoria della “curva di Laffer”, che si potrebbe spiegare anche più semplicemente con il vecchio detto della gallina che non da più uova quando gli si tira troppo il collo.

In sostanza, privato della possibilità di emettere moneta, lo Stato tende a tassare più di quanto spende e questo rende l’economia nazionale sempre più depauperata. Si salva soltanto il margine di economia in nero che sfugge al fisco.

Il piano di opere pubbliche, in questa situazione, non è possibile vararlo, produrrebbe un aumento del debito e, qualunque sia il governo in carica, la Commissione Europea non lo permetterebbe e la Germania, che ha accumulato ogni anno surplus di centinaia di migliaia di milioni di euro, grazie a questa moneta di cui sembra la sola a beneficiarsi, vigila perchè non ci siano strappi alle regole imposte da Bruxelles e dettate da Berlino.

L’ordine del IV Reich sull’Europa è assicurato e chi si ribella viene messo in condizione di non nuocere e ricattato con il debito e la necessità di finanziarsi in euro (vedi Grecia). Ecco che si chiarisce, per chi non lo avesse ancora compreso, quale sia la vera funzione dell’indebitamento degli Stati dell’eurozona, tutto ha una sua logica nel sistema economico anche se a volte non sembra.

1 commento:

  1. Sono un po' di anni che P. Barnard
    cerca di aprivi gli occhi,
    adesso che cavolo volete?
    Vivere solo per pagare la Bce e far stare bene soltanto i pochi.
    E' forte anche quella vista in Tv,
    qualche giorno fa' alla Gabbia;
    dove c'era un Cinese che diceva,
    qui in Italia ad un Italiano,
    tornatene al paese tuo.
    Oramai è chiaro che casa nostra non lo è piu'.
    Poi i soliti coglioni tirano fuori il razzismo...qui ci hanno fottuto tutto,e che cazzo!!!

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