di Luciano Lago - Mentre tutti i media puntano i riflettori sull’avanzata dello
Stato Islamico e sulla minaccia terroristica, seminando il panico
nell’opinione pubblica, si occultano alcuni aspetti di questo fenomeno e
si evita di indagare su chi lo abbia creato, sostenuto e per quali
fini.Quando ci soffermiamo ad analizzare la copertura che i media
occidentali riservano al denominato esercito dello Stato Islamico ed
alle sue azioni efferate come le decapitazioni in pubblico,
crocifissioni, le esecuzioni mediante sgozzamenti e, da ultimo, il pilota giordano arso vivo in gabbia, dalla qualità perfetta delle riprese e dalle scenografie abilmente costruite, sembra che ci sia la
crocifissioni, le esecuzioni mediante sgozzamenti e, da ultimo, il pilota giordano arso vivo in gabbia, dalla qualità perfetta delle riprese e dalle scenografie abilmente costruite, sembra che ci sia la
mano di un team di professionisti esperti nel diffondere visivamente le
atrocità realizzate dai terroristi islamici, come se si trattasse di
cortometraggi costruiti ad Hollywood.
Questo induce il sospetto che, dietro questi avvenimenti, ci siano i
mercenari addestrati dalle agenzie dei servizi di intelligence
occidentali e dei loro alleati , che lasciano supporre chiaramente che
l’importazione del terrorismo mediatico brevettato dalla CNN, da BBC,
Fox News, ABC News, da Al Jazeera, ecc. faccia parte di una campagna di
terrore volutamente diffusa.
Non è un mistero che la creazione dei gruppi terroristi organizzati,
il loro reclutamento, il finanziamento, l’addestramento e la fornitura
di armi, è una attività che è stata eseguita e sostenuta dai servizi di
intelligence dei paesi occidentali, USA, Francia e Regno Unito, con la
fondamentale collaborazione e finanziamento da parte di Arabia Saudita,
Qatar e Turchia.
Ciascuno di questi governi ha agito per le proprie finalità geopolitiche ed interessi che andavano dall’obiettivo di rovesciare il regime di Asad in Siria al progetto di balcanizzazione del Medio Oriente secondo un piano prestabilito.Si continua ancora oggi a sminuire il ruolo che la CIA e le Monarchie petrolifere del Golfo hanno avuto nella strategia che loro stessi hanno disegnato dopo aver creato l’ISIS l’esercito dello stato Islamico. Vedi: Il piano di “balcanizzazione” del Medio Oriente….
Ciascuno di questi governi ha agito per le proprie finalità geopolitiche ed interessi che andavano dall’obiettivo di rovesciare il regime di Asad in Siria al progetto di balcanizzazione del Medio Oriente secondo un piano prestabilito.Si continua ancora oggi a sminuire il ruolo che la CIA e le Monarchie petrolifere del Golfo hanno avuto nella strategia che loro stessi hanno disegnato dopo aver creato l’ISIS l’esercito dello stato Islamico. Vedi: Il piano di “balcanizzazione” del Medio Oriente….
Esisteva la volontà di creare un mostro davanti all’opinione pubblica
mondiale che doveva seminare il senso di terrore e di insicurezza e che
aveva la funzione, con la sua rapida espansione, di destabilizzare una
serie di paesi fra il Medio Oriente e l’Africa e, con episodi avvenuti
anche in Europa ed altrove, dare la sensazione del “nemico in casa”,
dando luogo a interventi militari, azioni di repressione e misure
restrittive che in altro contesto non sarebbero state facilmente
giustificabili.
Questa strategia non è nuova ma è partita dagli avvenimenti
eclatanti dell’11 Settembre a New York e da allora si è ulteriormente
raffinata.
Per comprendere da dove e quando abbia avuto origine questa
strategia, bisogna andare indietro nel tempo e precisamente al 1997
quando un gruppo di pensatori e strateghi statunitensi (di tendenza
“neocons”) stabilirono un centro di studi (un “think tank”) conosciuto
come il “progetto per il nuovo secolo americano” (Project for the New
American Century o PNAC). Il suo obiettivo dichiarato era quello del
dominio mondiale da parte degli Stati Uniti d’America. i componenti di
quel centro studi costituirono la retroguardia dell’Amministrazione Bush
ed almeno 18 di loro furono collocati poi in posizione chiave
all’interno di quella Amministrazione.
Nel Settembre dell’anno 2.000, dopo soltanto quattro mesi della nuova
presidenza, la PNAC pubblicò una informativa dal titolo eloquente:
“Rebuilding America’s Defenses: Strategy, Forces and Resources for a new
Century”. In quel documento si stabilivano come obiettivi la necessità
di mantenere della leaderschip statunitense a livello mondiale, la
confrontazione con possibili potenze rivali (Cina, Russia, India, Iran
), la formazione di un sistema globale di sicurezza in conformità con
gli interessi degli USA. Nella sezione V dell’informativa, denominata
“creando la forza dominate del domani”, si includeva una frase scritta
in modo sinistro: “…….Inoltre, il processo di trasformazione, richiede
un cambiamento rivoluzionario, sembra che questo sarà lungo, salvo che
sia necessario un qualche evento catastrofico e catalizzatore – come una
nuova Pearl Harbor”.
Esistono varie teorie su quanto è accaduto l’11 Settembre del 2011,
non vale la pena qui di esaminarle, tuttavia un fatto è certo: quell’avvenimento è stato lo spartiacque tra una fase precedente ed una fase nuova della Storia,
così come lo era stato l’avvenimento di Pearl Harbur nel 1941 (7
Dicembre) che cambiò il corso della Storia. Allo stesso modo a partire
da quella data, l’Amministrazione USA di George Bush ha potuto
dichiarare la “guerra globale al terrorismo” (Global War on
Terror o GWOT) e quell’evento è stato il pretesto e la giustificazione
ideologica in base alla quale gli USA hanno attuato gli interventi
militari degli USA in Asia, in Medio Oriente ed in Africa,
dando luogo alla più massiccia campagna di militarizzazione mai avvenuta
dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con estensione del controllo
statunitense in regioni dove esistono le più ingenti risorse del globo.
Di fatto questa campagna ha rappresentato una estensione del
controllo economico del grande capitale finanziario che ha potuto
entrare nello sfruttamento delle risorse potenziali e di paesi che fino a
pochi anni prima erano rimasti ai margini delle aree di intervento
americano ed occidentale.
Gli interventi militari sono stati diretti ed imponenti nel corso della stessa amministrazione Bush (Afghanistan, Iraq, Libia, ecc.). , hanno avuto come obiettivo quegli stati o regimi politici che potevano rappresentare un ostacolo per gli interessi americani (come Saddam Hussein o Gheddafi ).
Gli interventi militari sono stati diretti ed imponenti nel corso della stessa amministrazione Bush (Afghanistan, Iraq, Libia, ecc.). , hanno avuto come obiettivo quegli stati o regimi politici che potevano rappresentare un ostacolo per gli interessi americani (come Saddam Hussein o Gheddafi ).
Già nel 2002 Donald Rumsfeld, aveva creato il Gruppo di Operazioni
Attivo e preventivo (“Proactive, Preemptive Operations Group”, P2OG),
una organizzazione “coperta” creata per portare a compimento operazioni
segrete, per suscitare reazioni nei gruppi terroristi, includendo la
possibilità di compiere essi stessi azione terroristiche. In pratica una
organizzazione parallela alla CIA ed alla NSA, destinata ad operare in
modo occulto. A questo gruppo si devono ad es. le prime operazioni di
“fase flag” attuate nella zona del Sahara algerino, con sequestro di 32
turisti, mediante l’intervento di un ex ufficiale dei servizi algerini
(collaboratore degli USA) che creò il pretesto per estendere la “guerra
al terrorismo” nella zona occidentale del Sahara- Sahel, esteso poi al
Mali, al Niger ed al Chad, dove le forze USA, assieme ad un contingente
francese, hanno potuto aprire un nuovo fronte ed avere il controllo di
importanti risorse minerarie.
Successivamente, con il cambio della guardia avvenuto a Washington e
l’ascesa di Obama alla Casa Bianca, la strategia della nuova
Amministrazione ha puntato molto di più sugli interventi “coperti ”
mediante i servizi di intelligence come la CIA e il NSA che hanno
reclutato veri e propri eserciti di “contractors” (mercenari) per
eseguire il lavoro sporco, utilizzando in supporto le forze aereo navali
e i micidiali droni senza pilota che hanno colpito obiettivi dal
Pakistan alla Somalia, all’Iraq ed allo Yemen, al Sudan, alla Nigeria
mietendo migliaia di vittime civili e suscitando lo sdegno e la rabbia
delle popolazioni colpite.
Per portare a compimento la loro campagna, in Medio Oriente,
nell’area più delicata ed importante per la geopolitica e le risorse
petrolifere, la strategia degli USA, supportata dagli strateghi neocons
(molti dei quali di origine israelita) si è basata sull’assoluto
predominio militare di Israele, una costola degli Stati Uniti, nonchè
sulla collaborazione totale con gli alleati regionali ed in particolare
con le monarchie petrolifere del Golfo, in primis Arabia Saudita e
Qatar, interessate a cooperare con gli USA ed Israele per il mantenere
la stabilità dei loro regimi dispotici e contenere la crescente
influenza dell’Iran, potenza antagonista, vista come un pericolo da
Israele e dalla stessa Amministrazione americana.
Per assicurare questo obiettivo, Washington e Tel Aviv, hanno
puntato sulle rivalità confessionali ed etniche presenti nella regione,
esasperando e provocando la così detta “Jhad” o guerra santa dei
sunniti e wahabiti contro le popolazioni di fede sciita, per isolare
l’Iran ed i suoi alleati, la Siria di Bashar al-Assad ed il
movimento sciita libanese, Hezbollah, nemico dichiarato di Israele e dei
radicali sunniti ispirati dall’Arabia Saudita e dal Qatar.
Questo spiega l’interventismo americano ed occidentale contro la Siria, paese che è stato letteralmente devastato da una guerra civile, mascherata inizialmente come “rivoluzione” o “insurrezione” contro il regime di Bashar al-Assad, che gli USA ed Israele avevano deciso di rovesciare, contro il quale è stato infiltrato un vero è proprio esercito di mercenari jihadisti, di fede wahabita e sunnita, provenienti da molti paesi arabi e non arabi, incluso ceceni, kossovari, pakistani ed afghani, un esercito armato dagli USA inizialmente mediante un ponte aereo realizzato da aerei USA sulle basi in Turchia, finanziato dai sauditi e dal Qatar, equipaggiato ed addestrato dagli istruttori americani, britannici e francesi in appositi campi in Giordania, come documentato da vari organi di informazione.
Questo spiega l’interventismo americano ed occidentale contro la Siria, paese che è stato letteralmente devastato da una guerra civile, mascherata inizialmente come “rivoluzione” o “insurrezione” contro il regime di Bashar al-Assad, che gli USA ed Israele avevano deciso di rovesciare, contro il quale è stato infiltrato un vero è proprio esercito di mercenari jihadisti, di fede wahabita e sunnita, provenienti da molti paesi arabi e non arabi, incluso ceceni, kossovari, pakistani ed afghani, un esercito armato dagli USA inizialmente mediante un ponte aereo realizzato da aerei USA sulle basi in Turchia, finanziato dai sauditi e dal Qatar, equipaggiato ed addestrato dagli istruttori americani, britannici e francesi in appositi campi in Giordania, come documentato da vari organi di informazione.
Questo esercito ( composto da vari gruppi spesso rivali fra loro) la
cui consistenza totale è valutata intorno alle 100.000 unità, dopo i
primi successi militari, grazie ai quali aveva preso il controllo di
importanti zone del paese come Aleppo e Quom, ha subito poi forti
rovesci militari per effetto della riorganizzazione e della
controffensiva condotta dell’Esercito siriano, supportato e rifornito da
Iran e Russia (che ha una base navale nel paese a Tartuus) e
soprattutto appoggiato dalla maggiornaza della popolazione siriana che
ha subito le efferatezze e la crudeltà degli invasori, fanatici
islamisti che imponevano la Sahria nelle zone controllate.
Inevitabilmente l’esercito terrorista, dalla Siria si è riversato in
Iraq, secondo un piano prestabilito, con mezzi ed armamenti made in USA,
nuovi di zecca, trovando complicità in settori della popolazione
sunnita di quel paese, assediando e sbaragliando sul terreno diverse
formazioni dell’esercito iracheno che si sono arresi di fronte
all’impetuosa avanzata di nuovo esercito auto denominatosi Stato
Islamico (ISIS) dell’Iraq e del Levante.
Il capo di questo stato è un personaggio, detto” il califfo, che è
stato prigioniero per alcuni anni delle forze USA e sembra certo sia
stato addestrato dalla CIA e dal Mossad. Fra l’altro è stato fotografato
in Siria assieme al senatore americano McCain e da questi ha ricevuto
appoggio e sostegno. Vedi: Voltairenet
Ci sono ormai prove certe e documentate della complicità degli
americani ed dei servizi occidentali nella crazione dell’ISIS, fra
l’altro anche ammesso dalla Hilary Clinton (“lo abbiamo creato noi ma
poi ci è scappato di mano”) che lasciano pochi dubbi in proposito. Vedi :
“contro lo stato Islamico chi c’è dietro il califfato“.
Idem per quanto riguarda la Francia del governo Hollande che aveva
persino riconosciuto ufficialmente il suo appoggio e sostegno al
terrorismo in Siria. Vedi: Il presidente Hollande riconosce che la Francia ha armato le milizie antisiriane.
Si tratta di complicità che perdurano tuttora con comportamento
ambiguo delle forze degli USA che da una parte bombardano le formazioni
dell’ISIS e dall’altra le riforniscono di armi ed equipaggiamenti come
denunciato anche da esponenti parlamentari iracheni che hanno
documentato l’atterraggio di aerei della coalizione in zone dell’Iraq
controllate dall’ISIS.
Il terrorismo dell’ISIS, ispirato dal wahabitismo della monarchia
dell’Arabia Saudita, stretto alleato degli USA e dell’Occidente, oggi
attira una serie di persone esaltate e fanatiche anche in Europa e sta
conoscendo una espansione in tutto il nord Africa, dall’Egitto alla
Libia, da dove minaccia anche l’Italia, il paese più imbelle e indifeso
dell’Europa meridionale che fino ad esso ha lasciato invadere le sue
coste da moltitudini di immigrati africani ed arabi fra i quali si sono
insinuati molti combattenti della Jihad in incognito, nella totale
indifferenza del ministro dell’interno Alfano.
Adesso è partita massicciamente la campagna di terrore lanciata dai
media con diffusione in tutto il mondo ed è focalizzata sulla paventata
minaccia del terrorismo in Europa, con i vari episodi da Parigi a
Copenaghen, e con la promessa di una prossima invasione delle coste
italiane e risveglio di cellule terroriste dormienti infiltrate in tutta
Europa dove è forte la presenza dell’immmigrazione araba, sunnita,
costituita da una massa di giovani magrebini spesso emarginati e
collocati nelle periferie delle città europee, da Parigi a Roma, Milano,
Madrid e Londra.
Questa campagna di allarme e di pericolo imminente vuole giustificare
una serie di reazioni che sono prevedibili da parte dei governi
occidentali:
1) compattare nell’opinione pubblica un fronte “democratico” filo
atlantista e filo Israele (destra e sinistra) in appoggio ai governi,
complici delle guerre della NATO, per nuove prossime iniziative militari
contro i paesi arabi ed africani che non vogliano adeguarsi alle
direttive di Washington, concernenti la “lotta al terrorismo” 2)
emarginare i partiti o gruppi estremisti che non siano conformi a tali
politiche , 3) Impedire ai governi europei, mediante l’intimidazione del
terrorismo islamico, di riconoscere lo Stato Palestinese (quello che la
Francia ed altri governi europei si apprestavano a fare), 4) evitare
che i governi europei rivedano le sanzioni alla Russia (cosa che anche
la Francia, in crisi economica, cercava di ottenere ).
Saranno previsti prossimi interventi militari delle forze NATO, una
stretta repressiva sulla libertà di circolazione e sui controlli dei
gruppi sospettati di complicità con il terrorismo, limitazione della
libertà di espressione in base a motivi di sicurezza.
Possiamo quindi tutti prepararci a rispondere all’appello di
indossare l’elmetto della NATO e di stringersi tutti assieme a sostenere
i governi che garantiranno l’ordine e la sicurezza anche se sono di
frequente gli stessi (vedi governo Hollande e governo Cameron) che
avevano armato e sostenuto i terroristi.
Gli italiani saranno pronti a rispondere all’appello?
Gli italiani saranno pronti a rispondere all’appello?
http://www.controinformazione.info/la-psicosi-del-terrorismo-investe-leuropa-cosa-ce-dietro/
7 commenti:
più che psicosi a me sembra realtà..
Una realtà creata da noi... mi pare che l'uomo abbia bisogno di essere governato per darsi delle regole e non cadere nella malvagità dettata dall egoismo, e siamo arrivato al punto che troppo potere è nelle mani di troppi pochi uomini
L'Isis in realtà sono degli ufo ecco come hanno fatto a conquistare mezzo mondo in pochi giorni venendo fuori dal nulla e del motivo per cui è impossibile contrastarli e fermarli.
Signori, permettetemi di chiarire un cosa. Sono di Roma, studio al vaticano, vivo vicino al vaticano. Sinceramente mi scoccerebbe un attimino che ci sia o un vero attentato dell'isis o una specie di 11/9 per scatenare la guerra perché i primi colpiti saremmo noi. Voi ridete e scherzate ma noi non siamo pronti alla guerra, a nessuna forma di guerra, ci spaventavamo per i raid del 2011 in Libia, figuriamoci per quelli futuri contro di noi. Io propongo di smetterla di chiacchierare, tirare fuori gli attributi e riprenderci il potere che ci spetta. Chiudiamo le frontiere e basta, camperemo da soli e con i sostegni della Russia che secondo me potrebbe appoggiarci se smettessimo di essere filoamericani.
Scusate per il tempo occupato, buona serata.
Quoto..c'è gente in Italia che ha paura che la Russia ci invada...ce li ho ha lavoro questi personaggi...siamo un paese vecchio, fondato sulla corruzione a 360 gradi..e poi la favola democrazia..
Non fatevela nelle braghe,
italianucoli.
Aggiungo anche cambiate l'inno...
dove dice siam pronti alla morte:
con siam pronti a cagarci forte.
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