di Cesare Sacchetti - Ancora un attentato terroristico in Danimarca, e
anche in quest’occasione è la matrice islamica il movente di questa
strage. L’attentato della Danimarca ha diverse similitudini nel modo in
cui le forze dell’ordine hanno presentato alla stampa e resi noti
all’opinione pubblica i responsabili degli attentati. Omar Abdel Hamid
el-Hussein era noto ai servizi segreti danesi così come i fratelli
Kouachi e Amedy Coulibaly erano conosciuti dai servizi segreti francesi
per le loro attività inneggianti
al terrorismo islamico,
e i responsabili della strage di Parigi non ne facevano certo un
mistero; al contrario ostentavano chiaramente la loro volontà di
martirio in nome di Allah. Quindi un primo elemento da tenere in
considerazione è la presenza di elementi o di cellule
riconducibili al terrorismo islamico, perfettamente noti e conosciuti
agli apparati dei servizi di sicurezza, ed è difficile non
porsi l’interrogativo ingenuo, dei motivi e delle ragioni che spingono a
non intervenire prima, se si conosce in anticipo l’esistenza di un
potenziale fenomeno terroristico che può scaturire da un momento
all’altro.
La ragione risiede probabilmente nella stessa struttura delle società
contemporanee, particolarmente quelle occidentali, che hanno un bisogno estremo di un nemico,
artificiale o reale che esso sia, nonostante gli indizi e gli elementi
portino a pensare che l’artificialità sia la caratteristica dei nemici
delle società occidentali. La storia italiana porta il segno indelebile
della stagione di sangue, meglio nota come “strategia della tensione”, e
le dinamiche e i meccanismi che hanno tenuto l’Italia in un clima di
costante paura per molti anni dopo la strage di Piazza Fontana, in un
contesto nel quale qualsiasi cittadino comune perdeva il suo senso di
sicurezza e stabilità, il suo diritto a vivere pienamente in una società
senza la minaccia dello stragismo incombente, è l’esempio più
chiaro di come le società occidentali si siano servite di apparati
sovversivi degli opposti estremismi, senza i quali non sarebbe stato
possibile realizzare un’agenda di obbiettivi basati principalmente sulla
restrizione delle libertà personali, e tramite lo spauracchio del
pericolo rosso.
Non poteva essere permesso all’Italia di passare al blocco orientale,
il più forte partito comunista dell’Europa occidentale andava messo
nelle condizioni di non nuocere, ed è così che quella zona di contiguità
tra le istituzioni e gli apparati sovversivi dialoga e spesso
collabora, scoprendo sensibilità e fini comuni. Uno Stato quindi che non
solo tollera il suo nemico all’interno, sapendone l’esistenza e i fini,
ma ne alimenta l’esistenza, lo nutre e gli consente di crescere, fino a
quando non si presenta l’occasione di scatenare una repressione e
varare provvedimenti legislativi di emergenza. Dopo il crollo del muro
di Berlino e l’accelerazione della globalizzazione, assistiamo al
tramonto del pericolo rosso e alla nascita del nuovo nemico, che questa
volta indossa i panni del terrorista islamico, quando negli anni passati
invece si era rivelato uno stretto collaboratore dei governi di
Washington, come lo era Osama Bin Laden. I vecchi amici si scoprono nemici.
Negli anni’90 sorgono le agenzie del terrore come Al Qaeda, ed ogni
qual volta si presenti l’occasione di un attentato contro gli Stati
Uniti o l’Europa Occidentale, troviamo costantemente questo apparato
terroristico di matrice islamica a rivendicare la paternità del fatto.
Un gruppo di privati cittadini si associa, dispone di fondi pari a 3
miliardi di dollari che poi si scopriranno provenire dalle casse della
CIA, e tiene in scacco la prima potenza mondiale dal punto di vista
militare e tecnologico.
Questa è la narrativa che è stata raccontata all’opinione pubblica,
ma aldilà della dubbia verosimiglianza di questa spiegazione non si può
non notare come il nemico artificiale dell’ISIS, abbia per certi aspetti tutte le caratteristiche del nemico costruito ad hoc.
Non è un segreto che la stessa Hillary Clinton abbia dichiarato che
l’ISIS è stato creato e voluto dagli Stati Uniti, e del resto se si
guarda ai mezzi finanziari e militari dei quale dispone non appare
difficile crederlo, al contrario sembra altamente probabile. Se
l’artificialità è la caratteristica di questo gruppo, e se esso è stato
voluto per sovvertire i governi ostili agli USA nel Medio Oriente,
trasformando quell’area in una polveriera ingovernabile, perché mai ora
si viene chiamati alle armi e alla distruzione dell’ISIS, da coloro i
quali ne hanno permesso la fertilità? Dopo gli attentati di Parigi, è
stato messo in cantiere dall’UE, il provvedimento del PNR ( Passanger
Name Record) che consente di costruire un archivio contenente tutti i
dati dei passeggeri in transito da e verso l’Unione Europea. Uno
schedario dalle dimensioni europee che viola fortemente il principio di
riservatezza dei dati personali, presente nel nostro ordinamento
giuridico, anche se questo oramai non è più effettivo de facto,
sovrastato dalla vera costituzione materiale dei rapporti di forza
economici e sovranazionali, che hanno piegato gli interessi collettivi e
neutralizzato definitivamente la Carta, lettera morta che sta per
essere stravolta anche nella forma di Governo e di Stato.
A questo si aggiunge il decreto Alfano, che prevede la possibilità di
oscurare siti internet prossimi al terrorismo islamico, e qui occorrerà
vedere a chi sarà lasciata la discrezionalità di decidere cosa è
terrorista e cosa non lo è, poiché le maglie della libera opinione
iniziano a restringersi sempre di più, e il dissenso contro una forma di
società autoritaria non è più tollerato. Cui prodest? Chi trae beneficio da uno scontro di civiltà architettato e pianificato in modo scientifico? L’establishment
europeo non ha perso occasione per stabilire una stretta relazione tra
questi fenomeni terroristici e il processo di integrazione europea, come
se l’uno potesse compromettere l’esistenza dell’altro, e pertanto si
avverte l’esigenza di imprimere un’accelerazione ancora più forte
all’unificazione europea. Il progetto, non ha mai tenuto conto della
volontà dei cittadini europei, ai quali è stato imposto senza alcuna
possibilità di pronunciarsi democraticamente e nelle poche occasioni che
le urne hanno fatto sentire la loro voce, è stato per esprimere un
parere contrario come nei casi di Francia e Olanda nel 2005 che si
pronunciarono contro il progetto di costituzione europea. Svanito il
miraggio della terra promessa europea, l’eldorado che avrebbe permesso
all’Europa di raggiungere livelli di benessere mai visti, appare il vero volto autoritario dell’integrazione europea,
del tutto disinteressato a quali sono le aspirazioni o i desideri degli
europei, ed ecco manifestarsi il terrore islamico contro il quale gli
stati europei devono unirsi come un sol uomo: gli Stati Uniti d’Europa
sono il prossimo obbiettivo.<
2 commenti:
Ma Renzo Nuvolhari che fine ha fatto? Non vedo più i suoi commenti.... Avete sue notizie?
Mi sembra che tempo fa si era congedato con un commento dicendo che era l'ultima volta che scriveva perchè la maggior parte dei lettori di TRT non lo capivano,non lo ringraziavano per i suoi superpoteri di-vini con cui fermava terremoti,alluvioni,guerre,malattie,incidenti,morte,alieni,ec.ecc. ed allora si ritirava a vita privata fino a quando noi brutti miscredenti non ci saremmo gettati la cenere in testa riconoscendo il nostro grave errore e finalmente lo avessimo riconosciuto come essere di-vino capace di fare qualsiasi cosa. Spero di avere risposto esaurientemente alla tua domanda.
Posta un commento