Di: Stefano Fusi - Oggi la scienza, con il contributo decisivo dell'ecologia, è
arrivata a ripensare in termini completamente nuovi -ma insieme
antichissimi- la struttura stessa del mondo in cui viviamo.
Una
caratteristica basilare dell'ecologia è l'interdisciplinarietà: una
scienza trasversale, che lega fra loro tutte le scienze della natura e
dell'uomo. Prendendo a modello la natura stessa, in cui tutti i fenomeni
sono legati indissolubilmente.
La settorializzazione del sapere è
ormai superata concettualmente, anche se sembra trionfante sul piano
pratico. Per andare avanti, l'ecologia è tornata alle radici, si è
ricollegata a visioni del mondo che erano ritenute primitive,
oscurantiste, curiosità antropologiche; o che semplicemente erano
ignorate. Ha riformulato il senso del nostro essere nel mondo:
all'antropocentrismo ha sostituito il biocentrismo.
ANTROPOCENTRISMO E BIOCENTRISMO
Sono
due termini chiave per comprendere le implicazioni dell'ecologia.
Mettere al centro dell'universo l'Uomo (un astratto Uomo con la U
maiuscola) significa contraddire una banale realtà: senza le piante, gli
animali, l'aria, l'acqua, noi uomini non esisteremmo neppure. È un
delirio di onnipotenza. Un eccesso di presunzione. È un'illusione su cui
si sono strutturati immensi e presuntuosi quanto fragili sistemi di
pensiero, che ci hanno separato dal mondo reale portandoci a credere che
esista un pensiero puro disincarnato, che tutto sia stato creato per
noi, che siamo liberi di abusare di piante, animali e ogni altro
elemento naturale. Che siamo i signori e padroni del mondo.
Il
biocentrismo è invece il modo di vedere -spesso implicito, inespresso,
ma vivo nella realtà quotidiana- di culture e gruppi umani che si
ritengono e soprattutto si sentono parti della natura. Il biocentrismo è
alla base dell’ecosofia di Arne Naess e dell’ecologia profonda (vedi
gli articoli loro dedicati.
GAIA: BIOSFERA E CAMPI MORFOGENETICI
È
sotto il nome di Gaia, la divinità della Terra-madre degli antichi
greci (Gea), che risorge la concezione della Terra come sistema simile a
quelli viventi, come unico organismo dotato di capacità di
autoregolazione, finalizzata al benessere complessivo di ogni componente
della biosfera. Il termine "biosfera" (la sfera del vivente) venne
coniato nel 1875 dal geologo e filosofo austriaco Edward Suess.
Secondo
Suess, il mondo vivente è una "totalità capace di sostentarsi", che ha
un substrato geologico; fa parte integrante della superficie della
Terra, interagisce con l'atmosfera (l'aria) e la litosfera (l'involucro
esterno solido della Terra, la crosta terrestre, fatta di rocce -in
Greco, "lithos").
Il primo scienziato, tuttavia, a sostenere che
"la Terra è un organismo vivente", "un singolo organismo gigantesco in
evoluzione", nel suo libro La biosfera (Red edizioni, Como, 1994) fu il
mineralogo, radiogeologo e geochimico russo Vladimir I. Vernadsky
(1863-1945). Dopo di lui, il termine divenne di uso comune nella
comunità scientifica.
Prima ancora, diversi scienziati avevano
anticipato la concezione della Terra-organismo: nel 1700, lo scozzese
James Hutton ("Io ritengo che la Terra sia un super-organismo e che il
suo studio appropriato debba essere fisiologico") e il francese Jean
Baptiste Lamarck ("I fenomeni viventi non sono a sé stanti, fanno parte
di un tutto più vasto, la natura... Sono comprensibili solo alla luce
della loro costante interazione con il mondo non vivente").
Nel
1800, il geografo ed enciclopedico francese Eliseé Reclus affermò:
"L'uomo è la natura che prende coscienza di sé". Concetto che sarà
ripreso dall'ecologia profonda, che considera l'essere umano
essenzialmente come una parte della natura, non come - nel delirio di
onnipotenza - il padrone della natura. La specificità dell'essere umano
viene messa in evidenza; quella di avere-essere una coscienza.
L'ecologia
profonda, tuttavia, va oltre, eliminando anche questo antropocentrismo:
anche gli alberi, le rocce, i delfini hanno-sono coscienza, seppure
diversa da quella umana; intendendo per coscienza l'informazione che
appunto in-forma, mette in una forma l'energia sottostante a ogni
fenomeno fisico.
Questa è l'ipotesi del biocentrismo contrapposto
all'antropocentrismo. E secondo alcuni pensatori, come il biochimico
inglese Rupert Sheldrake, tutta la vita è coscienza, e si evolve sotto
l'influenza di "campi morfogenetici", sorta di memorie cosmiche attive
in cui si plasma l'evoluzione.
I campi morfogenetici sono
"stampi" prodotti dall'accumularsi di esperienze delle forme viventi;
così sarebbero i campi morfogenetici entro cui si svilupperebbe
l'evoluzione delle forme e delle funzioni. Sheldrake è autore fra
l'altro del libro La rinascita della natura. Un nuovo rapporto tra
scienza e divinità. L'ecologia come 'essere' e non solo come 'fare', Ed.
Corbaccio, Milano, 1993. Un esempio di come gli scienziati possano fare
"scandalo", anzi come questo sia il loro mestiere, se fatto bene.
L’IPOTESI GAIA
L'idea
di Gaia si sviluppò come ipotesi scientifica, dalle ricerche del fisico
e astronomo inglese James E. Lovelock e della biologa Lynn Margulis,
studiosa della simbiosi (dal Greco, "vivere insieme"), quel fenomeno per
cui esseri viventi diversi si uniscono dividendosi i compiti per averne
vantaggi, diventando indispensabili gli uni agli altri. Così fanno, per
esempio, i licheni, forma di simbiosi tra funghi e alghe: l'alga
produce sostanza organica, nutrendo il fungo che non può farlo poiché
non ha clorofilla, mentre fornisce acqua. Altri esempi di simbiosi sono
fra vegetali, fra animali, fra animali e vegetali. Ma anche un organismo
preso a sé è, in certo senso, una forma di simbiosi, quella fra
cellule.
Esistono esseri unicellulari, ovvero fatti da una sola
cellula; la cellula è l'unità vivente dotata di capacità quali il
nutrimento, l'escrezione e la riproduzione: cioè prendere sostanze
dall'esterno, nutrirsi, far nascere nuove cellule simili a se stessi. Un
organismo è fatto di cellule che si sono associate in simbiosi,
specializzandosi ciascuna in una funzione: è una forma di simbiosi molto
raffinata, in cui, in milioni e milioni d'anni di evoluzione, si sono
create cellule che ormai possono vivere solo le une con le altre, poiché
si sono modificate per sostenere tutte insieme... l'insieme.
Ci
sono cellule, organizzate in tessuti e in organi, specializzate nel
trasporto del nutrimento, altre degli impulsi nervosi; cellule che
servono solo a mantenerci al caldo e a immagazzinare nutrimento, altre a
produrre sostanze che regolano la crescita e la trasformazione del
corpo. E' una cooperazione efficace in cui le parti hanno vantaggi dal
vivere insieme: si dice infatti che gli esseri viventi più evoluti sono
quelli complessi, in cui le parti si sono meglio specializzate.
L'ipotesi
Gaia sostiene che l'intera biosfera è un esempio di simbiosi a livello
planetario; un unico super-organismo capace di autoregolarsi per
mantenersi in equilibrio.
OLONI
L'ipotesi Gaia è
una teoria scientifica, ovvero un costrutto mentale provvisorio, che
potrà essere modificato in base a nuovi studi e ricerche; non è una
verità di fede, una religione, un'interpretazione spiritualista o
animista della realtà naturale. Tuttavia ha saputo, al di là delle sue
intenzioni, mobilitare l'immaginazione e il sentimento.
Oggi è la
base di una nuova concezione globale che vede l'essere umano come
semplice parte di un tutto molto più grande, non più signore e padrone
ma custode della natura e della vita. Riprendendo (magari senza volere)
anche le tradizioni dell'ermetismo (vedi avanti), secondo il quale "ciò
che è in alto è come ciò che è in basso", la nuova scienza degli insiemi
e la teoria olografica della realtà (quella secondo cui in ogni parte
c’è il tutto: la dimostrazione scientifica sarebbe data dalla
clonazione, con cui si riesce a ricreare da una cellula l’organismo
intero) scoprono che le simbiosi di piccoli organismi (cellule), e le
stesse differenziazioni funzionali all'interno di una cellula, sono
riprodotte a più grandi dimensioni.
Questi "insiemi", detti anche
"oloni", sono unità autosufficienti ma a loro volta composte da
sotto-insiemi, e parti di insiemi più grandi. Una città, come un corpo
umano, ha parti dedicate allo studio, alla riflessione,
all'immaginazione, all'informazione (come il cervello e il sistema
nervoso), al commercio e al nutrimento (come il sistema digerente),
all'evacuazione (discariche, fogne), alla circolazione, al trasporto
(come il cuore, le vene, la linfa), alla riproduzione, alla produzione.
Allo stesso modo, la natura, la biosfera.
In questo grandissimo
organismo, noi siamo una piccola parte, ma importante come lo sono tutte
le minime parti; forse possiamo paragonarci ai sensi e al cervello; ma,
per altri versi, visto ciò che stiamo combinando all'ambiente, anche a
una malattia, a un parassita fastidioso.
Mentre sorge questa
nuova visione globale, le visioni tradizionali originarie del mondo come
tutto organico, sono in profonda crisi. Come i popoli che le vivono,
che stanno soffrendo -e, quelli piccoli e nativi, scomparendo- di fronte
all'impatto del sistema di pensiero e di vita occidentale. Ma come
l'antica cultura greca rispetto ai conquistatori romani, stanno
conquistando dall'interno il mondo razionalista dell'Occidente.
Vittorioso
sul piano tecnologico, economico, militare, l'Occidente deve però
cercare nuove vie per risolvere le gravi situazioni di squilibrio
causate dal suo stesso successo, di fronte alla profonda crisi
ambientale, sociale e politica. Il gigantismo gli fa correre il rischio
di scomparire. Il successo si sta ripiegando su se stesso come un
guanto. Il disastro attuale delle guerre per il petrolio è un grido di
disperazione del grasso occidente che non vuole prendere atto (nei suoi
dirigenti-petrolieri-armaioli guerrafondai, non nei milioni di persone
sempre più coscienti) che il futuro o sarà ecologico, o non sarà.
JAMES LOVELOCK E L'IPOTESI GAIA
Cibernetico
e specialista in grascromatografia presso la NASA, inglese, 75 anni,
Lovelock partì dai dati della ricerca spaziale e da simulazioni ai
computer per concludere che c'è un sistema complesso di regolazione a
tenere in armonia ed equilibrio l'ecosistema terrestre. Secondo
Lovelock, la biosfera nel suo complesso ha meccanismi intrinseci di
regolazione.
L'"ipotesi Gaia è quella per cui l'intera gamma
della materia vivente sulla Terra, dalle balene ai virus, dalle querce
alle alghe, può essere considerata come una singola unità vivente,
capace di manipolare l'atmosfera terrestre per le proprie necessità
globali e dotata di facoltà e poteri di molto superiori a quelli dei
singoli componenti".
Dice ancora Lovelock: "Gli organismi viventi
devono regolare il loro pianeta, altrimenti le forze irresistibili
dell'evoluzione fisica e chimica renderebbero in poco tempo inabitabile
il pianeta". Insomma, tutto l'insieme dei viventi si muove come... un
sol uomo, come avendo una propria unica forma di coscienza, per
modificare a proprio vantaggio le condizioni della Terra. Ciò attraverso
meccanismi cibernetici di stimolo-risposta (feedback, ovvero "risposta a
uno stimolo") che si concatenano come anelli di un continuum.
Un
esempio: l'atmosfera s'è evoluta con le piante; l'ossigeno, senza il
quale non vivremmo, è prodotto di scarto della loro respirazione (le
piante consumano anidride carbonica ed emettono ossigeno, mentre noi
esseri umani e animali facciamo il contrario).
Un tempo, prima
degli animali, l'ossigeno era solo un gas tossico. Insomma, noi saremmo
qui per consumare gli scarti delle piante, mentre nel nostro delirio
pensiamo che tutto sia al nostro servizio... Le piante hanno bisogno di
noi come noi abbiamo bisogno di loro. Ed è abbastanza plausibile che lo
sappiano. Diversi esperimenti "non ortodossi" hanno dimostrato che le
piante provano, e si comunicano, paura, terrore, soddisfazione,
piacere... è il ben noto "pollice verde".
ERMETISMO: LA MAGIA NATURALE
L'ermetismo
è una delle correnti filosofiche più antiche, e affonda le sue
tradizioni nella "magia" degli antichi Egizi. Viene considerato antenato
dell'alchimia, che a sua volta è considerata non la parente povera, ma
la nonna della chimica e della fisica attuali.
Ermete Trismegisto
("Il tre volte grande") è il mitico fondatore di questa corrente di
cultura parallela e apparentemente separata dalla scienza ‘ufficiale’;
corrente vista di volta in volta come oscurantista, irrazionale,
sospetta dai razionalisti. E senza dubbio nel nome della magia sono
state fatte cose oscene. Almeno quanto quelle fatte in nome della
Scienza e della Religione.
Preso da: http://www.auraweb.it
Nessun commento:
Posta un commento