Sorpresa, Ebola diventa contagioso per via aerea con clima freddo

Sorpresa mica tanto. Come tutti i virus, compresi quelli dell’influenza e del raffreddore, esso soffre l’umidità e le alte temperature, quindi predilige il freddo e aria con bassa percentuale di umidità. Ad affermarlo è uno studio del U.S. Army Medical Research Institute of Infectious Diseases (USAMRIID), ente dell’esercito americano, il quale dice che il clima tropicale dell’Africa sub-sahariana limita la diffusione di Ebola per via aerea. 

Uno studio del 1995 intitolato Lethal Experimental Infections of Rhesus Monkeys by Aerosolized Ebola Virus riporta che Ebola è sensibile all’umidità e alle alte temperature tipiche della zona centrafricana dove il termometro scende di rado sotto i 18 gradi centigradi. Inoltre, uno studio del 1989 avrebbe dimostrato che nelle scimmie il contagio avviene anche tra stanze non in comunicazione tra di loro in presenza delle temperature basse tipicamente invernali. La ricerca intitolata A Characterization of Aerosolized Sudan Virus Infection in African Green Monkeys, Cynomologus Macaques and Rhesus Macaques ha dimostrato che i filovirus, cui appartengono Ebola e Sudan virus, hanno una stabilità in aerosol paragonabile a quella del virus dell’influenza. Bisogna sottolineare che il medico Craig Spencer e il cameraman della NBC Ashoka Mukpo avevavo contratto la malattia pur adottando le dovute precauzioni. In realtà, come sostengono a buon diritto gli animalisti, le scimmie sono comunque molto differenti dall’uomo e un ogni ceppo di virus è diverso da ogni altro. Quindi meglio andare cauti. Si potrebbe sospettare che il governo degli Stati Uniti, che detiene il brevetto di Ebola, potrebbe rilasciare nell’ambiente una versione trasmissibile per via aerea al momento opportuno. Certo l’idea che Ebola sia stato ingegnerizzato appositamente per ridurre la popolazione mondiale si fa sempre più largo.

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